Paul Krugman JUNE 13, 2016
This is not a column about Donald Trump.
It’s not about the fraudulent scheme that was Trump University. It’s not about his history of failing to pay contractors, leading to hundreds of legal actions. It’s not about how he personally profited while running his casinosinto the ground. It’s not even concerned with persistent questions about whether he is nearly as rich as he claims to be, and whether he’s ever done more than live off capital gains on his inheritance.
No, my question, as Democrats gleefully tear into the Trump business record, is why rival Republicans never did the same. How did someone who looks so much like a cheap con man bulldoze right through the G.O.P. nomination process?
I mean, it’s not as if any of this dirt was deeply hidden. The Trump U. story was out there long before it became the big deal it is today. It took some real reporting to flesh out the details of Mr. Trump’s other business practices, but we’re talking about ordinary if skillful journalistic legwork, not revelations from Deep Throat.
So why didn’t any of Mr. Trump’s primary opponents manage to make an issue of his sleazy business career? Were they just incompetent, or is there something structural about the modern Republican Party that makes it unable to confront grifters?
The answer, I’d argue, is the latter.
Rick Perlstein, who has documented the rise of modern conservatism in a series of eye-opening books, points out that there has always been a close association between the movement and the operations of snake-oil salesmen — people who use lists of campaign contributors, right-wing websites and so on to sell get-rich-quick schemes and miracle health cures.
Sometimes the political link is direct: dire warnings about the coming depression/hyperinflation, from which you can only protect yourself by buying Ron Paul’s DVDs (the “Ron Paul curriculum”) or gold shares hawked by Glenn Beck. Sometimes it just seems to reflect a judgment on the part of the grifters that people who can be persuaded that President Obama is Muslim can also be persuaded that there are easy money-making opportunities the establishment doesn’t want you to know about.
There’s also a notable pattern of conservative political stars engaging in what is supposed to be activism, but looks a lot like personal enrichment. For example, Sarah Palin’s SarahPAC gives only a few percent of what it raises on candidates, while spending heavily on consultants and Mrs. Palin’s travels.
Then there’s the issue of ideology. If your fundamental premise is that the profit motive is always good and government is the root of all evil, if you treat any suggestion that, say, some bankers misbehaved in the run-up to the financial crisis as proof that the speaker is anti-business if not a full-blown socialist, how can you condemn anyone’s business practices?
Consider this: Even as the newspapers are filled with stories of defrauded students and stiffed contractors, Republicans in Congress are going all-out in efforts to repeal the so-called “fiduciary rule” for retirement advisers, a new rule requiring that they serve the interests of their clients, and not receive kickbacks for steering them into bad investments. Paul Ryan, the speaker of the House, has even made repealing that rule part of his “anti-poverty plan.” So the G.O.P. is in effect defending the right of the financial industry to mislead its customers, which makes it hard to attack the likes of Donald Trump.
Finally, the con job that lies at the heart of so much Republican politics makes it hard to go after other, more commercial cons. It’s interesting to note that Marco Rubio actually did try to make Trump University an issue, but he did it too late, after he had already made himself a laughingstock with his broken-record routine. And here’s the thing: The groove Mr. Rubio got stuck in — innuendo that the president is deliberately weakening America — was a typical example of the political snake-oil the right sells along with free money and three-minute cures for high blood pressure.
The point is that Mr. Rubio was just as much a con artist as Mr. Trump – just not as good at it, which is why, under pressure, he kept repeating the same memorized words. So he, like all the G.O.P. contenders, didn’t have what it would have taken to make Mr. Trump’s grifting an issue. But at least so far it appears that Hillary Clinton and her allies won’t have the same problem.
In the months ahead Republicans will claim that there are equivalent scandals on the Democratic side, but nothing they’ve managed to come up with rises remotely to the level of even one of the many Trump scams in the news. They’ll also claim that Mr. Trump doesn’t reflect their party’s values. But the truth is that in a very deep sense he does. And that’s why they couldn’t stop him.
Questo non è un articolo su Donald Trump.
Non riguarda il modello fraudolento che si è rivelata essere la Trump University [2]. Non riguarda la storia dei mancati pagamenti a chi lavorava per lui, che stanno portando a centinaia di azioni legali. Non riguarda i modi nei quali egli ha personalmente fatto profitti mentre portava al tracollo il suo casinò [3]. E non riguarda neppure le domande se egli sia davvero ricco come pretende di essere, e se abbia mai fatto niente di più che vivere di rendita sui profitti finanziari sulla sua eredità.
No. La mia domanda, mentre i democratici si buttano allegramente a capofitto sulle prestazioni societarie di Trump, è perché i suoi rivali repubblicani non abbiano mai fatto le stesse cose. Come ha potuto un individuo che sembra a tal punto un imbroglione da due soldi impadronirsi della destra nel percorso della nomination del Partito Repubblicano?
Voglio dire, tutta questa sporcizia non era granché nascosta. La storia della Trump University era interamente nota molto tempo prima che diventasse la grande faccenda che è oggi. C’è voluto un po’ di inchieste giornalistiche per approfondire altre pratiche affaristiche di Trump, ma stiamo parlando di cose ordinarie per un giornalismo che indaga con competenza, non di rivelazioni da Gole Profonde.
Perché, dunque, nessuno dei principali oppositori di Trump ha cercato minimamente di gestire il tema della sua squallida carriera affaristica? Sono soltanto degli incompetenti, oppure c’è qualcosa di strutturale nell’attuale Partito Repubblicano che lo rende incapace di aggredire i truffatori?
Direi che la risposta è la seconda.
Rick Perlstein, che ha documentato l’ascesa del moderno conservatorismo in una serie di libri illuminanti, mette in evidenza che c’è sempre stata una stretta connessione tra quel movimento e le pratiche dei rivenditori di paccottiglia– persone che usano le liste dei contributori nelle campagne elettorali, i siti della destra e cose simili per vendere progetti per diventare ricchi in quattro e quattr’otto e miracolose cure sanitarie.
Qualche volta la connessione politica è diretta: i terribili ammonimenti sulla incombente depressione/iperinflazione, dalle quali potete proteggervi soltanto acquistando i DVD di Ron Paul (il “Ron Paul curriculum”), oppure le partecipazioni al mercato dell’oro rivendute da Glenn Beck [4]. Talvolta essa sembra riflettere il giudizio di parte dei truffatori secondo il quale la gente che può essere persuasa che il Presidente Obama è musulmano, può anche facilmente essere persuasa che esistono opportunità per far soldi facilmente che le classi dirigenti non vogliono farvi conoscere.
C’è anche un metodo degno di nota in voga tra le stelle del conservatorismo politico che si impegnano in quello che sembra sia attivismo, ma sembra molto di più una forma di arricchimento personale. Ad esempio, il Comitato di Iniziativa Politica Sarah, di Sarah Pelin, restituisce soltanto una piccola percentuale di quello che raccoglie per i candidati, mentre spende pesantemente sulle consulenze e sui viaggi della signora Pelin.
C’è poi il tema dell’ideologia. Se la vostra premessa fondamentale è che il motivo del profitto è sempre buono e il governo è la radice di tutti i mali, se trattate ogni accenno al fatto che, ad esempio, alcuni banchieri si sono comportati male nel periodo precedente alla crisi finanziaria come la prova che chi afferma una cosa del genere è contro le imprese se non un dichiarato socialista, come potete poi condannare le pratiche affaristiche di chiunque altro?
Si consideri questo: persino mentre i giornali sono pieni dei racconti sugli studenti derubati e sugli appaltatori fregati, i repubblicani del Congresso stanno facendo sforzi immani per abrogare la cosiddetta “regola fiduciaria” per i consulenti previdenziali, una nuova regola che richiede che essi siano al servizio dei loro clienti, e non ricevano mazzette per averli indirizzati verso cattivi investimenti. Paul Ryan, lo speaker della Camera, sta facendo persino abrogare la parte relativa della norma del suo “programma contro la povertà”. Dunque, il Partito Repubblicano sta in effetti difendendo il diritto del settore finanziario ad ingannare i suoi clienti, il che rende difficile attaccare quelli come Donald Trump.
Infine, l’inganno che sta al cuore di così tanta politica repubblicana rende difficile prendersela con altri, più commerciali inganni. È interessante notare che Marco Rubio, per la verità, cercò di fare della Trump University un tema di dibattito, ma lo fece troppo tardi, dopo che già si era reso ridicolo con la sua prestazione da disco rotto [5]. E qua è il punto: la ripetizione nella quale restò impantanato il signor Rubio – l’insinuazione secondo la quale il Presidente stava intenzionalmente indebolendo l’America – era un tipico esempio della paccottiglia politica che la destra mette in circolazione assieme alle cure gratis e istantanee per la pressione alta.
Il punto è che Rubio era un imbroglione della stessa risma di Trump – soltanto non altrettanto capace, che è la ragione per la quale, sotto pressione, continuò a ripetere le stesse parole imparate a memoria. Dunque, come tutti quelli in competizione nel Partito Repubblicano, lui non ebbe quello che avrebbe potuto ottenere facendo diventare le frodi di Trump un tema della politica. Ma, almeno sinora, non sembra che Hillary Clinton ed i suoi alleati avranno lo stesso problema.
Nei prossimi mesi i repubblicani sosterranno che ci sono scandali equivalenti nello schieramento democratico, ma niente di quello che sono riusciti a farsi venire in mente eguaglia neanche lontamente il livello persino di una soltanto delle varie truffe che riguardano le notizie su Trump. Sosterranno anche che Trump non rappresenta i valori del loro partito. Ma la verità è che li rappresenta in modo molto sostanziale. E quella è la ragione per la quale dovrebbero fermarlo.
[1] “Agrift”, termine che non esiste, è probabilmente un neologismo – inventato sul momento – tra “adrift” (“allo sbando, alla deriva”) e “grift” (“truffa, imbroglio”). Mi arrangio a restituire entrambi i sensi.
[2] Una delle vicende scandalose che stanno interessando i media americani riguarda una inchiesta giudiziaria sulla Università privata di proprietà di Trump, che faceva pagare rette molto elevate agli studenti – costretti a forti debiti per pagarsi gli studi – in cambio di formazione e di titoli insignificanti.
[3] Un Casinò a Las Vegas, il cui fallimento è stato fatto pagare agli investitori ed agli scommettitori. Cosa della quale Trump si è varie volte vantato nel corso delle primarie.
[4] Famoso presentatore della destra americano, che pubblicizza le tesi del ritorno al gold-standard e, nel tempo libero, rivende titoli aurei
[5] La vicenda ormai famosa della sua ripetuta ‘papera’ nel corso di un dibattito, che mostrò in modo imbarazzante quanto si preparasse a quegli eventi imparando a memoria discorsi.
By mm
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