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L’effetto di trascinamento tedesco (dal blog di Krugman, 26 agosto 2016)

 

AUG 26 6:44 PM 

Germany’s Drag

 

I want to follow up a bit on Brad Setser’s post about the German fiscal surplus.

Here’s my point: at the moment, what we’re seeing in elite circles is a very belated but still welcome realization that monetary policy badly needs an assist from fiscal expansion. If structuring this one-two as helicopter money makes people feel better, fine; but the combined fiscal-monetary push is what matters.

But there are a couple of huge obstacles to carrying this project out. One is the US Republican Party, which is already getting ready to pursue scorched-earth obstruction to a Clinton presidency. But the other is the German problem: Germany’s obsession with fiscal probity, grounded in the fact that when it comes to macroeconomics Germany lives in a different intellectual universe from anyone else. And circumstances have given that German obsession much greater impact than bad ideas usually have.

Think about the nature of Europe’s problem. It’s actually twofold, or maybe two-and-a-half fold.

First, the euro area in aggregate suffers from at least the early stages of secular stagnation, which it’s entering with an inflation rate that is half the ECB target and even further below where the target should be. Breaking out of this lowflation problem really needs a fiscal boost.

Second, relative prices and labor costs are still misaligned within Europe, with southern Europe still needing internal devaluation that would be much easier if Germany were booming and experiencing higher inflation.

Second and a half, still a banking problem that surely requires further injections of public funds.

But Germany wants to run surpluses and wants everyone else to run surpluses. Germany’s tight fiscal policy directly contributes to weakness of overall European demand, and its deficit hawkery is an important reason why other European countries that have low borrowing costs are still pursuing austerity.

On top of that, German fiscal tightness means that the boom-and-inflation that should be helping internal devaluation in the south — which would, by the way, be the counterpart of the boom-and-inflation in the south from 2000 to 2007, which brought Germany out of its late-90s doldrums — isn’t happening. And this forces continued austerity in southern Europe.

Finally, as I understand it, it’s basically Germany demanding bail-in of private creditors on bank rescues, largely to block further government borrowing, which is sometimes a good idea but right now is perpetuating the simmering banking crisis.

So Germany’s fiscal obsession has a sort of multiplier effect on Europe, and indirectly on the world, that is disproportionate even to Germany’s economic size. And this makes me wonder whether all the sea-change in elite opinion that we’ve seen will do much good, since the government that most needs to change its policies isn’t listening.

 

L’effetto di trascinamento tedesco

Voglio proseguire un po’ sul post di Brad Setser a proposito dell’avanzo della finanza pubblica in Germania.

Ecco la mia opinione: al momento, quello che stiamo osservando nei circoli delle classi dirigenti è una comprensione molto tardiva, seppur benvenuta, che la politica monetaria ha seriamente bisogno di assistenza tramite l’espansione della finanza pubblica. Se esprimere questi due colpi in sequenza con l’espressione ‘soldi dall’elicottero’ fa sentir meglio, va bene; ma quello che conta è la spinta combinata della finanza pubblica e monetaria.

Ma ci sono un paio di grandi ostacoli nel portare a termine questo progetto. Il primo è il Partito Repubblicano negli Stati Uniti, che è già pronto a proseguire un ostruzionismo da terra bruciata nei confronti di una Presidenza Clinton. Ma l’altro è il problema tedesco: l’ossessione della Germania per la probità della finanza pubblica, basata sul fatto che quando si passa alla macroeconomia la Germania vive, rispetto a tutti gli altri, in un diverso universo intellettuale. E le circostanze hanno fornito all’ossessione tedesca un impatto molto più grande di quello che le cattive idee hanno normalmente.

Si pensi alla natura del problema dell’Europa. È effettivamente un problema duplice, o forse sono due problemi e mezzo.

Il primo, l’area euro nel suo complesso soffre almeno dalle prime fasi della stagnazione secolare, che si sta manifestando con un tasso di inflazione che è la metà dell’obbiettivo della BCE, e persino più in basso rispetto a dove quell’obbiettivo dovrebbe essere collocato. Per interrompere questo problema della bassa inflazione c’è realmente bisogno di una spinta della finanza pubblica.

Il secondo, i prezzi relativi ed i costi del lavoro sono ancora disallineati all’interno dell’Europa, con l’Europa meridionale che ha ancora bisogno di svalutazione interna, il che sarebbe molto più semplice se la Germania fosse in espansione e stesse sperimentando una inflazione più elevata.

L’ultimo mezzo problema è ancora quello bancario, che certamente richiede iniezioni ulteriori di fondi pubblici.

Ma la Germania vuole gestire surplus e vuole che tutti gli altri gestiscano surplus. La politica di restrizione della finanza pubblica della Germania contribuisce direttamente alla debolezza della domanda complessiva europea, e le sue posizioni estreme in materia di deficit sono una importante ragione per la quale gli altri paesi europei che hanno bassi costi di indebitamento stanno ancora proseguendo con l’austerità.

In cima a tutto ciò, la restrizione della finanza pubblica tedesca comporta che l’espansione e l’inflazione che dovrebbero aiutare le svalutazioni interne nel Sud, non stanno realizzandosi  (la qualcosa, per inciso, sarebbe omologa alla espansione e all’inflazione nel Sud dal 2000 al 2007, che portò la Germania fuori dalle sue condizioni depresse). E questo costringe ad una perdurante austerità nell’Europa meridionale.

Infine, per quanto comprendo, è fondamentalmente la richiesta della Germania degli interventi interni dei creditori privati nei salvataggi bancari, in gran parte allo scopo di impedire ulteriori indebitamenti degli Stati, che – pur essendo talora una buona idea – in questo momento sta perpetuando la crisi bancaria a fuoco lento.

Dunque, l’ossessione della finanza pubblica della Germania ha una sorta di effetto di moltiplicatore sull’Europa, e indirettamente sul mondo, che è sproporzionato persino alle dimensioni economiche della Germania. E questo mi fa dubitare che tutta quella trasformazione nell’opinione delle classi dirigenti cui stiamo assistendo porterà a qualcosa di buono, dal momento che il Governo che ha massimamente bisogno di cambiare le sue politiche non sta ascoltando.

 

 

 

 

 

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