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L’uomo della ‘capigliatura’ va incontro agli eredi (dal blog di Krugman, 10 agosto 2016)

 

AUG 10 3:01 PM 

Hair Meets Heirs

 

It’s sort of being put into the background by little stuff like death threats against Hillary Clinton, but I’m still kind of fascinated by how “populist” Donald Trump came out for elimination of the estate tax, which hits only a tiny number of yuuge estates. Of course, he probably doesn’t know that. Still, it was clearly a sop to the GOP establishment, which considers tax-free inheritance the “linchpin of the conservative movement.”

That tells you a lot about said movement. The thing about the estate tax is that it’s really, really hard to make the case that it’s all about incentives and trickle-down benefits. And conservatives basically don’t even try. Instead, they’ve made estate tax repeal an issue of “fairness” — people, they say, shouldn’t have to pay tax all over again when they die, and think of all the family farms and businesses broken put to pay the tax.

Now, this argument is in fact deeply misleading and almost always dishonest. For one thing, lots of people get taxed twice — once when you earn income, again when you pay sales tax, etc.. And much of the wealth passed on to heirs represents income — unrealized capital gains — that has never been taxed before. Oh, and the very wealthy, the people who now pay the bulk of the estate tax, often pay lower overall tax rates than people further down the scale; see Romney, Mitt.

There’s more: we’re supposed to feel bad about those broken-up family farms — but back in 2001, when the American Farm Bureau Foundation was asked to provide examples, it couldn’t find even one. Small business tales are also very hard if not impossible to find, and that was back when the minimum threshold was a lot lower than it is now. Basically, we’re supposed to feel sorry for unicorns.

But in that case, how does this story still exert power? Money in politics, for sure; decades of lavishly funded propaganda, too. But what Graetz and Shapiro, linked above, emphasize is that some of the blame rests on centrists and mild liberals, too: they never made the moral case for estate taxation. Even now, it’s hard to think of many politicians willing to be anywhere near as forthright as Teddy Roosevelt was about the dangers to democracy posed by vast inherited wealth.

The question is whether the Trump phenomenon will reopen that door. I understand and sympathize with the Clinton campaign’s decision to emphasize how uniquely bad Trump is; their task is, first and foremost, to keep his short fingers off the button. But a big win would, perhaps, create room for a more robust enunciation of progressive values, on this and many other subjects.

 

L’uomo della ‘capigliatura’ va incontro agli eredi [1]

Piccole cose come le minacce di morte contro Hillary Clinton lo rendono un po’ irrilevante, ma sono ancora come affascinato da come il “populista” Donald Trump se ne sia uscito a favore della eliminazione della tassa di successione, che colpisce soltanto un numero minuscolo di grandi proprietà immobiliari. Naturalmente, probabilmente lui non lo sa. Eppure, è stato chiaramente un bel contentino per il gruppo dirigente del Partito Repubblicano, che considera l’abolizione della tassa di successione “il fulcro del movimento conservatore”.

Il che vi dice molto sul suddetto movimento. Il punto sulla tassa di successione è che è davvero molto, molto difficile difendere l’argomento che dipenda tutto dagli effetti di incentivazione e dai benefici che si trasferiscono verso il basso della scala sociale. E i conservatori neanche ci provano. Hanno piuttosto fatto della abrogazione della tassa di successione una tema di “equità” [2] – la gente, dicono, non dovrebbe dover tornare a pagare le tasse dall’inizio una volta che muore, e pensare a tutte le abitazioni e gli affari di famiglia messi in rovina per pagare le tasse.

Ora, questo argomento è nei fatti profondamente fuorviante e abbastanza spesso disonesto. Da una parte, molte persone vengono tassate due volte – una volta quando guadagnano un reddito, e poi quando pagano le tasse sulle vendite etc. E molta della ricchezza trasmessa agli eredi rappresenta un reddito – profitti di capitale non realizzati – che non è mai stato tassato in precedenza. Inoltre, nel caso dei ricchissimi, le persone che adesso pagano il grosso della tassa di successione, essi spesso pagano aliquote fiscali complessive minori delle persone che sono più in basso nella scala sociale; si veda il caso di Mitt Romney.

C’è di più: si pensa che dovremmo essere dispiaciuti per quelle aziende agricole di famiglia che si disgregano – ma quando nel passato 2001 la l’Ufficio della Fondazione Americana delle Aziende Agricole venne richiesto di fornire qualche esempio, non ne poté trovare neanche uno. I racconti di piccole imprese sono anch’essi molto difficili da trovare, ammesso che esistano, e questo accadeva nel passato, quando la soglia minima era molto più bassa di quanto non sia adesso [3]. In sostenza, un po’ come se dovessimo essere dispiaciuti per gli unicorni.

Ma allora, come è possibile che questa storia sia ancora efficace? Di certo, si tratta di soldi per la politica; in aggiunta a decenni di propaganda profumatamente finanziata. Ma quello su cui insistono Graetz e Shapito, nella connessione precedente, è che un po’ di responsabilità riguarda i centristi ed anche i liberal moderati: essi non hanno mai avanzato un argomento morale nel caso della tassa di successione. Persino adesso, è difficile pensare che molti uomini politici siano disponibili ad essere altrettanto espliciti, quanto lo fu Teddy Roosevelt sui pericoli che le ricchezze ereditate costituiscono per la democrazia.

La domanda è se il fenomeno Trump riaprirà quella porta. Io capisco e sono solidale con la decisione della campagna elettorale della Clinton di insistere unicamente su quanto Trump sia pericoloso; il loro obbiettivo è, prima di tutto e soprattutto, di tenerlo lontano dalla stanza dei bottoni. Ma una grande vittoria, forse, creerebbe spazio per una affermazione più robusta dei valori progressisti, su questo e su molti altri temi.

 

 

[1] Suppongo che con “hair” si intenda riferirsi alla elaborata capigliatura del candidato repubblicano, che ha una assonanza con “heirs” (“eredi”).

[2] La connessione nel testo inglese è con uno studio di Michael J. Graetz e Ian Shapiro, pubblicato dalla Princeton University Press.

[3] Si intende la soglia di valore degli immobili oltre la quale si pagano le tasse, che negli Stati Uniti è molto elevata.

 

 

 

 

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