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Stati di crudeltà, di Paul Krugman (New York Times 29 agosto 2016)

 

States of Cruelty

Paul Krugman AUG. 29, 2016

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Something terrible has happened to pregnant women in Texas: their mortality rate has doubled in recent years, and is now comparable to rates in places like Russia or Ukraine. Although researchers into this disaster are careful to say that it can’t be attributed to any one cause, the death surge does coincide with the state’s defunding of Planned Parenthood, which led to the closing of many clinics. And all of this should be seen against the general background of Texas policy, which is extremely hostile toward anything that helps low-income residents.

There’s an important civics lesson here. While many people are focused on national politics, with reason — one sociopath in the White House can ruin your whole day — many crucial decisions are taken at the state and local levels. If the people we elect to these offices are irresponsible, cruel, or both, they can do a lot of damage.

This is especially true when it comes to health care. Even before the Affordable Care Act went into effect, there was wide variation in state policies, especially toward the poor and near-poor. Medicaid has always been a joint federal-state program, in which states have considerable leeway about whom to cover. States with consistently conservative governments generally offered benefits to as few people as the law allowed, sometimes only to adults with children in truly dire poverty. States with more liberal governments extended benefits much more widely. These policy differences were one main reason for a huge divergence in the percentage of the population without insurance, with Texas consistently coming in first in that dismal ranking.

And the gaps have only grown wider since Obamacare went into effect, for two reasons. First, the Supreme Court made the federally-funded expansion of Medicaid, a crucial part of the reform, optional at the state level. This should be a no-brainer: If Washington is willing to provide health insurance to many of your state’s residents — and in so doing pump dollars into your state’s economy — why wouldn’t you say yes? But 19 states, Texas among them, are still refusing free money, denying health care to millions.

Beyond this is the question of whether states are trying to make health reform succeed. California — where Democrats are firmly in control, thanks to the GOP’s alienation of minority voters — shows how it’s supposed to work: The state established its own health exchange, carefully promoting and regulating competition, and engaged in outreach to inform the public and encourage enrollment. The result has been dramatic success in holding down costs and reducing the number of uninsured.

Needless to say, nothing like this has happened in red states. And while the number of uninsured has declined even in these states, thanks to the federal exchanges, the gap between red and blue states has widened.

But why are states like Texas so dead-set against helping the unfortunate, even if the feds are willing to pick up the tab?

You still hear claims that it’s all about economics, that small government and free markets are the key to prosperity. And it’s true that Texas has long led the nation in employment growth. But there are other reasons for that growth, especially energy and cheap housing.

And we’ve lately seen strong evidence from the states that refutes this small-government ideology. On one side, there’s the Kansas experiment — the governor’s own term for it — in which sharp tax cuts were supposed to cause dramatic job growth, but have in practice been a complete bust. On the other side there’s California’s turn to the left under Jerry Brown, which conservatives predicted would ruin the state but which has actually been accompanied by an employment boom.

So the economic case for being cruel to the unfortunate has lost whatever slight credibility it may once have had. Yet the cruelty goes on. Why?

A large part of the answer, surely, is the usual one: It’s about race. Medicaid expansion disproportionately benefits nonwhite Americans; so does spending on public health more generally. And opposition to these programs is concentrated in states where voters in local elections don’t like the idea of helping neighbors who don’t look like them.

In the specific case of Planned Parenthood, this usual answer is overlaid with other, equally nasty issues, including — or so I’d say — a substantial infusion of misogyny.

But it doesn’t have to be this way. Most Americans are, I believe, far more generous than the politicians leading many of our states. The problem is that too many of us don’t vote in state and local elections, or realize how much cruelty is being carried out in our name. The point is that America would become a better place if more of us started paying attention to politics beyond the presidential race.

 

Stati di crudeltà, di Paul Krugman

New York Times 29 agosto 2016

È successa una cosa terribile alle donne incinte in Texas: negli anni recenti il loro tasso di mortalità è raddoppiato ed è adesso paragonabile a luoghi come la Russia o l’Ucraina. Sebbene coloro che fanno ricerche su questo disastro affermino che non possa essere attribuito ad un solo fattore, l’aumento dei decessi coincide con l’eliminazione dei finanziamenti da parte dello Stato a Planned Parenthood [1], che ha portato alla chiusura di parecchie cliniche. E tutto questo dovrebbe essere visto nel contesto generale della politica del Texas, che è estremamente ostile verso ogni cosa che aiuti i residenti con bassi redditi.

C’è qua una importante lezione di educazione civica. Mentre molte persone sono concentrate sulla politica nazionale – a buona ragione, dato che un sociopatico alla Casa Bianca ha il potere di rovinarvi l’esistenza – molte decisioni cruciali vengono prese ai livelli degli Stati e delle comunità locali. Se le persone che eleggiamo in questi incarichi sono irresponsabili, disumane, o entrambe le cose, possono provocare un gran danno.

Questo è particolarmente vero nel caso dell’assistenza sanitaria. Anche prima che la Legge sulla Assistenza Sostenibile entrasse in funzione, c’erano ampie differenze tra le politiche degli Stati, in particolare quelle verso i poveri ed i quasi-poveri. Medicaid è sempre stato un programma congiunto federale e degli Stati, nel quale questi ultimi hanno una notevole libertà d’azione su chi proteggere. Gli Stati con Governi stabilmente conservatori in generale offrivano sussidi a quel minimo di persone che la legge consentiva, talvolta soltanto agli adulti con figli in condizioni di povertà davvero terribile. Gli Stati con Governi più progressisti estendevano molto più ampiamente i sussidi. Queste differenze amministrative erano una ragione principale per un’ampia divergenza nelle percentuali della popolazione non assicurata, con il Texas che si collocava stabilmente in cima a quella triste classifica.

E dal momento in cui la riforma di Obama è entrata in funzione, quei divari sono semplicemente diventati maggiori, per due ragioni. La prima, la Corte Suprema ha reso opzionale, al livello degli Stati, l’ampliamento di Medicaid finanziato con contributi federali, ovvero una parte cruciale della riforma. Questa dovrebbe essere una stupidaggine assoluta: se Washington è disponibile a fornire l’assicurazione sanitaria a molti residenti del vostro Stato – e nel far ciò immette dollari nell’economia del vostro Stato – perché non dovreste essere d’accordo? Ma 19 Stati, il Texas in cima a tutti, stanno ancora rifiutando quei finanziamenti gratuiti, negando l’assistenza sanitaria a milioni di persone.

Oltre a questo, c’è la questione della effettiva volontà degli Stati di far funzionare la riforma sanitaria. La California – dove i democratici governano con ampio margine, grazie alla alienazione da parte dei repubblicani dei voti delle minoranze – mostra come il meccanismo dovrebbe funzionare: lo Stato stabilisce una sua propria “borsa” sanitaria [2], promuovendo e regolando la competizione in modo scrupoloso, e si adopera in aggiunta per informare l’opinione pubblica e incoraggiare le iscrizioni. Il risultato è stato uno spettacolare successo nel tener bassi i costi e nel ridurre il numero dei non assicurati.

Non è il caso di dire che niente del genere è accaduto negli Stati governati dai repubblicani. E mentre il numero dei non assicurati è calato persino in questi Stati, grazie all’utilizzo delle “borse sanitarie” federali, la differenza tra gli Stati repubblicani e quelli democratici si è allargata.

Ma perché Stati come il Texas sono così accanitamente contrari ad aiutare i bisognosi, anche se lo Stato Federale è disponibile a pagare al loro posto?

Sentirete ancora pretese secondo le quali tutto dipende dall’economia, ovvero che amministrazioni snelle e liberi mercati sono la chiave della prosperità. Ed è vero che il Texas ha a lungo guidato la nazione nella crescita dell’occupazione. Ma ci sono altre ragioni per quella crescita, in particolare l’energia ed il basso costo delle abitazioni.

E di recente abbiamo constatato prove evidenti da parte degli Stati che rifiutano questa ideologia dei governi snelli. Da una parte, c’è ‘l’esperimento del Kansas’ – secondo l’espressione del suo Governatore – nel quale si era supposto che bruschi sgravi fiscali avrebbero provocato una crescita spettacolare dei posti di lavoro, mentre in pratica si è avuto un completo fallimento. Dall’altra c’è la California, passata alla sinistra con Jerry Brown, che i conservatori avevano previsto avrebbe mandato in rovina lo Stato, mentre di fatto ha conosciuto una grande espansione dell’occupazione.

Dunque, l’argomento economico a favore della disumanità nei confronti dei bisognosi ha perso qualsiasi minima credibilità che poteva avere nel passato. Tuttavia la disumanità procede. Perché?

La risposta, in gran parte, è la solita: riguarda la razza. L’espansione di Medicaid porta, in modo non proporzionale, benefici agli americani non bianchi; così come avviene più in generale per la spesa sulla sanità pubblica. E l’opposizione a questi programmi è concentrata in Stati dove agli elettori nelle elezioni locali non piace l’idea di aiutare i vicini ‘diversi’ da loro.

Nel caso specifico di Planned Parenthood a questa consueta risposta se ne sovrappongono altre, tematiche egualmente odiose, incluso – almeno così mi sembra – un sostanziale apporto di misoginia.

Ma non è necessario che le cose vadano in questo modo. Credo che la maggioranza degli americani sia molto più generosa degli uomini politici che sono alla guida di molti nostri Stati. Il problema è che troppi non vanno a votare nelle elezioni statali e locali, ovvero non comprendono quanta disumanità possa essere messa in circolazione a nome nostro. Il punto è che l’America diventerebbe un posto migliore se cominciassimo a prestare attenzione alla politica, oltre la competizione per la Presidenza.

 

 

 

[1] È il nome di una associazione americana che opera sui temi della maternità e paternità consapevole, della contraccezione, dell’aborto. Su questa associazione nel recente passato si è concentrato un attacco molto aspro da parte della destra americana, inclusa una speculazione su presunte interruzioni ‘facili’ della gravidanza, che poi risultò costruita ad arte, sulla base di registrazioni manomesse.

Dal testo – il riferimento alle cliniche chiuse – sembra che la associazione operasse anche attraverso la gestione di servizi verosimilmente convenienti per le persone povere. In effetti, nell’articolo in connessione, si apprende che le cliniche chiuse dopo l’interruzione dei finanziamenti pubblici sono state 82, un terzo delle quali erano gestite da Planned Parenthood.

[2] Traduciamo di solito questa espressione – “health exchange” – con “borsa” o “borsino sanitario”. In sostanza, si tratta di siti ai quali i cittadini si rivolgono per conoscere le condizioni dei vari programmi assicurativi, per scegliere quello che appare più adatto e per comprendere i loro diritti in materia di sussidi pubblici e di rimborsi. Tali siti possono essere quello del Governo Federale, oppure, se istituiti, quello dei singoli Stati. Agli inizi, il sito informatico del Governo Federale funzionò piuttosto male, per ragioni tecniche che vennero risolte dopo varie settimane. I siti al livello degli Stati, in generale, supplirono efficacemente a tali difetti.

 

 

 

 

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