SEP 9 1:02 PM
The last month has been a disgraceful time for the news media, with headline after headline, news report after news report on supposed Clinton scandals that were obvious nothingburgers — as the Washington Post, I’m happy to say, has now acknowledged. All of this created an “aura of scandal” around Clinton, even though, as Greg Sargent notes, voters couldn’t come up with specifics when pressed.
And meanwhile, a simply incredible record of downplaying Trump’s extremism and his many real scandals.
For what it’s worth, my guess is that this would have happened even if Clinton hadn’t had a private server. For one thing, it was always been an obviously — obviously! — trivial story, so the overwhelming media pile-on reflected a desire to go after Clinton, not something objective. And the way that the Clinton Foundation — which, you know, saves the lives of children — was spun as a negative shows that if it hadn’t been for the emails the gang would have found something else to pretend was a scandal.
The good news, I think, is that we may have reached some sort of turning point. Matt Lauer may have done us all a favor with his catastrophically bad performance. By devoting so much time to emails and rushing through Clinton on ISIS, on one side, while letting Trump’s Iraq lie slide by unchallenged, on the other, Lauer offered a demonstration of the prevailing double standard so graphic that it was hard to ignore. But it wasn’t just Lauer: I think the accumulation of really bad examples, of failing to cover the Bondi bribe, of making an unsuccessful request for passports — to rescue imprisoned journalists! — a supposed scandal, even some of the botched initial reaction to the Lauer debacle, may have finally reached a critical mass.
So maybe, just maybe, this is a turning point. I’m not saying that Clinton will or should be exempt from criticism. All she and the country need is journalism that describes things as they really are, that doesn’t pretend that her human fallibility is as bad or worse than Trump’s record of terrible behavior and promise of more.
On the other hand, maybe nothing has been learned. Maybe the first debate will be full of question about emails, while Trump is allowed to lie freely. If so, weep for America.
Alla fine una pausa nella febbre?
Il mese scorso è stato un periodo disgraziato per i media dell’informazione, con un titolo dietro l’altro, un resoconto dietro l’altro sui presunti scandali della Clinton che erano evidenti cose insensate – come, cono contento di dire, il Washington Post adesso ha riconosciuto. Tutto questo ha creato “un’aura di scandalo” attorno alla Clinton, anche se, come osserva Greg Sargent, gli elettori non potevano farsi venire in mente niente di preciso quando venivano interrogati a proposito.
E, nel frattempo, un record semplicemente incredibile di minimizzazioni sull’estremismo di Trump e sui suoi molti scandali veri.
Per quello che conta, la mia impressione è che questo sarebbe accaduto anche se la Clinton non avesse avuto un server personale. Da una parte, sono sempre stati racconti evidentemente – evidentemente! – banali, cosicché il loro soverchiante accumularsi sui media rifletteva un desiderio di scagliarsi sulla Clinton, non qualcosa di obbiettivo. E il modo in cui la Fondazione Clinton – che, come si sa, salva le vite dei bambini – è stata manipolata come un fatto negativo mostra che se non ci fossero state le email, la banda avrebbe trovato qualcosaltro su cui inventare un finto scandalo.
La buona notizia, è che forse abbiamo raggiunto un punto limite. Matt Lauer potrebbe aver fatto a tutti noi un favore con la sua prestazione catastroficamente negativa. Dedicando tanta parte del tempo alla faccenda delle email e sorvolando con la Clinton sull’ISIS, da una parte, e consentendo che la bugia di Trump sull’Iraq scivolasse via senza obiezioni, Lauer ha offerto una dimostrazione così lampante del doppio registro, che è stato difficile ignorarla. Ma non è stato solo Lauer: io penso che l’accumulo di esempi davvero inqualificabili, dei mancati resoconti sulla bustarella alla Bondi [1], del far diventare un presunto scandalo una richiesta che non ha avuto successo di passaporti – per salvare dei giornalisti imprigionati! -, persino alcune delle raffazzonate iniziali reazioni alla debacle di Lauer, può aver finalmente raggiunto una soglia critica.
Dunque forse, solo forse, questo è un punto di svolta. Non sto dicendo che la Clinton sarà o dovrebbe essere esente da critiche. Tutto quello di cui hanno bisogno lei ed il paese è un giornalismo che descriva cose che esistone nella realtà, che non pretenda che la sua umana fallibilità sia negativa o peggiore del record di terribili comportamenti Trump e del suo prometterne di ulteriori.
D’altra parte, può darsi che non si sia imparato niente. Forse il primo confronto televisivo sarà pieno di domande sulle email, mentre a Trump sarà consentito di mentire in libertà. Se fosse così, ci sarà da piangere sull’America.
[1] Pam Bondi, repubblicana, ha ricevuto una donazione di 25.000 dollari da parte di una società di Trump, pare nella sua campagna per diventare Procuratrice Generale delle Florida. In cambio, la Bondi aveva il potere di sospendere alcune indagini che riguardavano lo stesso Trump.
By mm
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