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Chris e i cattivi imitatori di Ricardo (per esperti) (dal blog di Krugman, 30 agosto 2016)

 

AUG 30 7:17 PM 

Chris and the Ricardianoids (Wonkish)

 

I’ve been trying to parse the Jackson Hole paper from Chris Sims, on fiscal dominance of monetary policy, and am having something of a hard time. Sims suggests that it’s really a simple issue, obscured by the complexities of formal models; but I fear that he’s inadvertently given us a demonstration that formal models can actually be helpful as a check on verbal arguments that seem plausible but don’t actually hold up. This is, by the way, a problem I’ve encountered a fair bit when trying to talk with advocates of helicopter money, which is kind of where Sims is going.

Just to be clear, I’m all for fiscal expansion under whatever excuse. I’m even reluctant to question arguments for helicopter money, lest my intellectual skepticism give ammunition to those still possessed by austerian instincts. But I do think I need to weigh in here regardless.

Here’s Sims on fiscal policy:

Fiscal expansion can replace ineffective monetary policy at the zero lower bound, but fiscal expansion is not the same thing as deficit finance. It requires deficits aimed at, and conditioned on, generating inflation. The deficits must be seen as fi- nanced by future inflation, not future taxes or spending cuts.

I think he’s saying that fiscal expansion works only if it leads to a rise in expected inflation. Or maybe not – the truth is that I’m not sure, which is one problem with too purely verbal an argument. But it’s certainly something I’ve heard from helicopter money types, who warn that something like Ricardian equivalence will undermine fiscal expansion unless it’s money-financed.

But this is a misunderstanding of Ricardian equivalence, on two levels. First, as I’ve tried repeatedly to explain, a TEMPORARY increase in government purchases of goods and services will NOT be offset by expectations of future taxes even if full Ricardian equivalence holds. The kind of argument people like Robert Lucas made sounded Ricardian, but wasn’t – it was Ricardianoid.

Second, less relevant to Sims but very relevant to other helicopter people, a deficit ultimately financed by inflation is just as much of a burden on households as one ultimately financed by ordinary taxes, because inflation is a kind of tax on money holders. From a Ricardian point of view, there’s no difference.

So I’m trying to figure out exactly what Sims is saying. What, ahem, is his model? The little liquidity-trap model I devised way back in 1998 is forward-looking, does implicitly incorporate the government budget constraint, but doesn’t tell anything like Sims’s story. What is he doing differently, exactly? I’m confused – and I hope it’s not because I’m stupid.

 

Chris e i cattivi imitatori di Ricardo (per esperti)

Stavo cercando di analizzare il saggio presentato a Jackson Hole di Chris Sims [1], sul predominio della finanza pubblica sulla politica monetaria, e mi trovo dinanzi a qualche difficoltà. Sims suggerisce che in realtà si tratta di una questione semplice, oscurata dalle complessità dei modelli formali; ma ho il timore che egli inavvertitamente ci dia la dimostrazione che i modelli formali possono effettivamente essere utili come una forma di controllo degli argomenti discorsivi che sembrano plausibili ma in effetti non reggono. Per inciso, questo è un problema che ho incontrato talvolta cercando di discutere con i sostenitori dei ‘soldi dall’elicottero’, che è il genere di concetto verso il quale Sims si sta orientando.

Solo per chiarezza, io sono a favore di una espansione della finanza pubblica, con qualsiasi giustificazione. Sono anche riluttante ad avanzare dubbi sugli argomenti a favore dei ‘soldi dall’elicottero’, nel timore che il mio scetticismo intellettuale fornisca munizioni a coloro che sono ancora posseduti da istinti filoausteri. Ma penso per davvero di aver bisogno di intervenire sul tema senza curarmene.

Ecco cosa dice Sims sulla politica della finanza pubblica:

“L’espansione della finanza pubblica può rimpiazzare una politica monetaria inefficace nelle condizioni del limite inferiore dello zero (nei tassi di interesse), ma l’espansione della finanza pubblica non è la stessa cosa del finanziamento in deficit. Essa si riferisce a deficit rivolti a generare inflazione, e da ciò condizionati. I deficit devono essere concepiti come finanziati da inflazione futura, non da future tasse o tagli alla spesa.”

Penso che egli stia dicendo che l’espansione della finanza pubblica funziona soltanto se conduce ad una crescita dell’inflazione attesa. O forse no – la verità è che io non sono sicuro di quale sia il problema con una argomentazione troppo esclusivamente discorsiva. Ma si tratta di sicuro di qualcosa che ho sentito dire dai soggetti della posizione dei ‘soldi dall’elicottero’, che mettono in guardia che qualcosa del genere alla “equivalenza ricardiana” metterebbe a repentaglio l’espansione della finanza pubblica, a meno che essa non sia finanziata con creazione di moneta.

Si tratta però di un’incomprensione dell’equivalenza ricardiana, a due livelli. In primo luogo, come ho cercato ripetutamente di spiegare, un incremento TEMPORANEO negli acquisti di beni e servizi da parte del Governo NON sarebbe bilanciato dalla aspettativa di tasse future anche se l’equivalenza ricardiana tenesse pienamente. Il genere di argomento che persone come Robert Lucas hanno avanzato sembrava ricardiano – ma era una imitazione di Ricardo.

Il secondo luogo, meno rilevante nel caso di Sims ma molto rilevante per i soggetti dei ‘soldi dall’elicottero’, un deficit alla fine finanziato con l’inflazione è un peso per le famiglie nello stesso modo di un deficit alla fine finanziato con tasse ordinarie, perché l’inflazione è un genere di tassa sui possessori di denaro. Da un punto di vista ricardiano, non c’è alcuna differenza.

Sto dunque cercando di immaginarmi esattamente cosa Sims stia dicendo. Sono costretto a chiedermi quale sia il suo modello. Il piccolo modello della trappola di liquidità che ideai nel passato 1998 è un modello che guarda in avanti, che davvero incorpora implicitamente il limite del bilancio pubblico, ma non racconta niente di simile alla storia di Sims. Cosa sta facendo lui di diverso, esattamente? Sono confuso – e spero che non dipenda dal fatto che sono stupido.

 

 

[1] Christopher Albert Sims è un economista statunitense insignito del Premio Nobel per l’economia nel 2011.

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