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L’economia che spinge verso l’alto, di Paul Krugman (New York Times 16 settembre 2016)

 

Obama’s Trickle-Up Economics

Paul Krugman SEPT. 16, 2016

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Only serious nerds like me eagerly await the annual Census Bureau reports on income, poverty and health insurance. But the just-released reports on 2015 justified the anticipation.

We expected good news; but last year, it turns out, the economy partied like it was 1999. And this tells us something very important — namely, that a government that wants to can make American society more equitable, improving the quality of life for ordinary families.

The reports showed strong progress on three fronts: rapid growth in the incomes of ordinary families — median income rose a remarkable 5.2 percent; a substantial decline in the poverty rate; and a significant further rise in health insurance coverage after 2014’s gains. It was a trifecta that we haven’t hit since, yes, 1999.

It’s true that the surge in median income comes after years of disappointment, and even now the typical family’s income, adjusted for inflation, is slightly lower than it was before the financial crisis. But the percentage of Americans without health insurance is now at a record low. And the overall performance of the Obama economy has given the lie to much of the criticism leveled at President Obama’s policies.

Think back to the 2012 election campaign. There were already signs of the conspiracy-theory, bigotry-driven politics of this year’s election; Donald Trump was loudly proclaiming that Mr. Obama’s birth certificate was fake, and Mitt Romney eagerly accepted Mr. Trump’s endorsement.

But there was also something of a policy debate. Republicans accused Mr. Obama of being a “redistributionist,” taking money away from “job creators” to give free stuff to the 47 percent. And they claimed that these socialistic policies were destroying incentives and blocking economic recovery.

There was, in fact, a grain of truth in the first part of this accusation. Mr. Obama is no socialist, but since his re-election he has presided over a significant rise in taxes on high incomes. In fact, the top one percent is now paying about the same share of its income in federal taxes as it did in 1979, before Ronald Reagan began the era of big tax cuts for the rich. And some of the increased tax take is being used to subsidize health insurance for middle- and lower-income families.

Conservatives predicted disaster from these initiatives. Tax hikes on the rich, they insisted, would stall the economy. Obamacare’s combination of regulation and subsidies, they declared, would kill millions of jobs without increasing the number of Americans with insurance.

What happened instead after Mr. Obama was re-elected was the best job growth since the 1990s. But family incomes, at least as estimated by the Census, continued to lag. So there was still some statistical basis for the right’s Obama-bashing. Now that statistical basis is gone.

You might ask whether these numbers reflect reality. It’s often claimed that Americans aren’t feeling any economic recovery — and if anyone were to ask Mr. Trump, he would no doubt claim that the Census numbers, like every number he doesn’t like, are cooked.

But be wary of polling on this issue. When Americans are asked how the economy is doing, many of them just repeat what they think they heard on Fox News: By large margins, Republicans say that unemployment is up and the stock market is down under Mr. Obama, the opposite of the truth. On the other hand, when you ask people how well they personally are doing, the Obama years have been marked by large improvements — a sharp increase in the percentage of Americans who see themselves as thriving.

So the good news is real. And it should (but won’t) finally break the grip of trickle-down ideology on much of our political class.

You know how the argument goes: Any attempt to help working families directly, we’re told, will backfire by hurting the economy as a whole. So we must cut taxes on those “job creators” instead, counting on a rising tide to raise all boats.

It would be an exaggeration to say that the Obama administration has done the reverse, but there definitely was an element of trickle-up economics in its response to the Great Recession: Much of the stimulus involved expanding the social safety net, not just to protect the vulnerable, but to increase purchasing power and sustain demand. And in general Obama-era policies have tried to help families directly, rather than by showering benefits on the rich and hoping that the benefits trickle down.

Now the results of this policy experiment are in, and they’re not bad. They could have been better: The stimulus should have been bigger and more sustained, and Republican opposition hamstrung the administration’s economic policy after the first two years. Still, progressive policies have worked, and the critics of those policies have been proved wrong.

 

L’economia che spinge verso l’alto [1], di Paul Krugman

New York Times 16 settembre 2016

Soltanto gli sgobboni seri come me aspettano ansiosamente i resoconti annuali dell’Ufficio del Censimento sul reddito, la povertà e l’assicurazione sanitaria. Ma il resoconto appena pubblicato sul 2015 giustifica l’aspettativa.

Ci aspettavamo buone notizie; ma si scopre che l’anno passato l’economia ha festeggiato risultati simili al 1999. E questo ci dice qualcosa di molto importante – in particolare, che un Governo che vuole farlo può rendere la società americana più equa, migliorando la qualità della vita delle famiglie ordinarie.

I rapporti hanno mostrato un forte progresso su tre fronti: una rapida crescita nei redditi delle famiglie ordinarie – il reddito mediano è salito di un considerevole 5,2 per cento; un sostanziale declino del tasso di povertà e una significativa ulteriore crescita nella copertura della assicurazione sanitaria, dopo i passi avanti del 2014. Si è trattato di una tripletta che non si era toccata più a partire, appunto, dal 1999.

È vero che la crescita del reddito mediano arriva dopo anni deludenti, e persino oggi il reddito di una famiglia ordinaria, corretto per l’inflazione, è leggermente più basso di quello che era prima della crisi finanziaria. Ma la percentuale di americani sprovvisti di assicurazione sanitaria è oggi ad un minimo storico. E la prestazione complessiva dell’economia di Obama ha smentito molte delle critiche indirizzate alle politiche del Presidente.

Si pensi alla campagna elettorale del 2012. C’erano già segnali della teoria della cospirazione, le politiche guidate dalla faziosità di quell’anno di elezioni; Donald Trump stava proclamando rumorosamente che il certificato di nascita di Obama era falso, e Mitt Romney accettava con entusiasmo il sostegno di Trump.

Ma c’era anche qualcosa che somigliava ad un dibattito politico. I repubblicani accusavano Obama di essere un “redistribuzionista”, di prendere soldi dai “creatori di posti di lavoro” per dare cose a gratis al 47 per cento dei nullafacenti. E sostenevano che queste politiche socialistoidi stavano distruggendo gli incentivi e bloccando la ripresa economica.

Nella prima parte delle loro accuse c’era un granello di verità. Obama non è un socialista, ma a partire dalla sua rielezione ha governato nel contesto di una crescita significativa delle tasse sui redditi alti. Di fatto, l’uno per cento dei più ricchi sta adesso versando la stessa quota del proprio reddito in tasse federali che versava nel 1979, prima che Ronald Reagan desse il via ai grandi sgravi fiscali sui ricchi. E una parte degli incrementi fiscali sono stati usati per i sussidi per la assicurazione sanitaria alle famiglie con redditi medi e più bassi.

I conservatori avevano previsto, per effetto di queste iniziative, un disastro. Gli aumenti delle tasse sui ricchi, dicevano in continuazione, avrebbero fermato l’economia. Dichiaravano che la combinazione, nella riforma sanitaria di Obama, di regole e di sussidi avrebbe fatto perdere milioni di posti di lavoro senza aumentare il numero degli americani provvisti di assicurazione.

Quello che invece è accaduto dopo la rielezione di Obama è stata la migliore crescita di posti di lavoro dagli anni ’90. Ma i redditi delle famiglie, almeno nelle stime del Censimento, continuavano a restare indietro. C’era dunque un qualche fondamento statistico per gli attacchi della destra a Obama. Ora quel fondamento statistico non c’è più.

Vi potreste chiedere se questi dati riflettano la realtà. Si è spesso sostenuto che gli americani non si stanno accorgendo di alcuna ripresa economica – e se qualcuno lo chiedesse a Trump, egli non avrebbe dubbio che i numeri del Censimento, come ogni dato che non gradisce, siano truccati.

Ma, su un tema del genere, diffidate dei sondaggi. Quando agli americani viene chiesto come sta andando l’economia, molti di loro ripetono semplicemente quello che pensano di aver sentito su Fox News: con ampio margine, i repubblicani dicono che con Obama la disoccupazione è salita e il mercato azionario è calato, l’opposto della verità. D’altra parte, se chiedete alla gente come gli stia andando personalmente, gli anni di Obama sono stati segnati da ampi miglioramenti – un sensibile incremento nella percentuale degli americani che ritengono di essere in crescita florida.

Dunque, le buone notizie sono vere. E dovrebbero (ma non succederà) finalmente interrompere la presa della ideologia della cosiddetta diffusione del benessere dall’alto in basso nella nostra classe politica.

Sapete quale sia l’argomento: ogni tentativo di aiutare direttamente le famiglie, ci viene detto, si ritorcerà in un danno all’economia nel suo complesso. Dobbiamo, dunque, invece la tagliare le tasse su quei “creatori di posti di lavoro”, fidando che una marea crescente finirà coll’alzare tutte le barche.

Sarebbe una esagerazione sostenere che l’Amministrazione Obama abbia fatto l’inverso, ma certamente c’è stato, nella sua risposta alla recessione, un elemento di un’economia che spinge verso l’alto i redditi minori: gran parte dello stimolo ha riguardato l’espansione della rete della sicurezza sociale, non solo per proteggere le persone vulnerabili, ma per aumentare il potere di acquisto e sostenere la domanda. E in generale le politiche dell’epoca di Obama hanno cercato di aiutare direttamente le famiglie, piuttosto che inondare di benefici i ricchi e sperare che i benefici scendessero verso il basso.

Ora i risultati di questo esperimento politico vengono in evidenza. E non sono cattivi. Avrebbero potuto essere migliori: lo stimolo avrebbe dovuto essere più grande e più prolungato, e l’opposizione repubblicana ha azzoppato la politica economica della Amministrazione dopo i primi due anni. Eppure, le politiche progressiste hanno funzionato e si è dimostrato che i critici di quelle politiche sbagliavano.

 

 

 

[1] Come è noto, l’espressione “trickle-down” – che è quella normalmente in uso – si riferisce a quel genere di concezioni economiche che, da Reagan in poi, si fondano sulla aspettativa che i benefici fiscali concessi a più ricchi “gocciolino verso il basso” sui redditi inferiori. Qua il termine è usato nel senso opposto, ovvero indica misure che per dir così hanno ‘gocciolato’ verso l’alto, ovvero non si sono basate su sgravi fiscali verso i più ricchi, ma in aiuti diretti ai redditi inferiori ottenuti piuttosto con aumenti delle tasse sui più ricchi.

 

 

 

 

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