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Trump sul commercio (dal blog di Krugman, 27 settembre 2016)

 

SEP 27 4:24 AM 

Trump On Trade

 

For the most part, at least as of now — mid-morning where I am, even if it’s the middle of the night back in America — the media consensus seems to be that Clinton won. This is a big deal: you know, just know, that they were primed to declare Trump the winner based on Clinton’s snooty insistence on facts, or maybe her “body language”. (Imagine what they would have said if she had engaged in Trump-like grimacing, pouting, and smirking, not to mention sniffling.) But he was so bad and she so good that they couldn’t.

Even so, it seems to be conventional wisdom that Trump did well in the first 15 minutes. And I guess he did if you are impressed by someone talking loudly and confidently about a subject he really doesn’t understand. But really: Trump on trade was ignorance all the way.

There were specifics: China is “devaluing” (not so — it was holding down the yuan five years ago, but these days it’s intervening to keep the yuan up, not down.) There was this, on Mexico:

Let me give you the example of Mexico. They have a VAT tax. We’re on a different system. When we sell into Mexico, there’s a tax. When they sell in — automatic, 16 percent, approximately. When they sell into us, there’s no tax. It’s a defective agreement. It’s been defective for a long time, many years, but the politicians haven’t done anything about it.

Gah. A VAT is basically a sales tax. It is levied on both domestic and imported goods, so that it doesn’t protect against imports — which is why it’s allowed under international trade rules, and not considered a protectionist trade policy. I get that Trump is not an economist — hoo boy, is he not an economist — but this is one of his signature issues, so you might have expected him to learn a few facts.

More broadly, Trump’s whole view on trade is that other people are taking advantage of us — that it’s all about dominance, and that we’re weak. And even if you think we’ve pushed globalization too far, even if you are worried about the effects of trade on income distribution, that’s just a foolish way to think about the problem.

So don’t score Trump as somehow winning on trade. Yes, he blustered more confidently on that subject than on anything else. But he was talking absolute garbage even there.

 

Trump sul commercio

Per la maggior parte, almeno al momento attuale – dove mi trovo siamo a metà del mattino, anche se in America siamo in mezzo alla notte – il consenso dei media sembra attribuisca la vittoria alla Clinton. Si tratta di una cosa importante: si sapeva con certezza che erano pronti a stabilire la vittoria di Trump basandosi sulla altezzosa insistenza della Clinton sui fatti, o magari sul suo “linguaggio del corpo” (si immagini cosa avrebbero detto se si fosse atteggiata con le smorfie, gli atteggiamenti imbronciati e i sorrisi beffardi alla Trump, per non dire dei suoi rumori nasali). Ma lui è andato talmente male, e lei talmente bene, che non hanno potuto.

Persino così, sembra che il giudizio comune sia che Trump è andato bene nei primi 15 minuti. E suppongo che l’abbia fatto, nella misura in cui si è impressionabili da qualcuno che parla a voce alta e in modo disinvolto su temi che realmente non conosce. Intendo proprio quello: in materia di commercio Trump ha mostrato una completa ignoranza.

Ci sono stati alcuni particolari: la Cina sta “svalutando” (non è così – essa lo stava facendo cinque anni orsono, di questi tempi sta intervenendo per sostenere lo Yuan, non per svalutarlo). Sul Messico, questo è quanto ha detto:

“Lasciatemi fare l’esempio del Messico, dove hanno l’IVA. Noi abbiamo un sistema diverso. Quando noi vendiamo in Messico, c’è una tassa. Quando vendono loro, un 16 per cento automatico, grosso modo. Quando vendono da noi, non ci sono tasse. È un accordo viziato. È stato così per un lungo tempo, per molti anni, ma i politici non hanno fatto niente.”

Guarda un po’! L’IVA è fondamentalmente una tassa sulle vendite. Viene riscossa sia sui beni nazionali che su quelli di importazione – e questa è la ragione per la quale è ammessa dalle regole commerciali internazionali, e non è considerata una politica commerciale protezionistica.  Capisco che Trump non sia un economista – diamine ragazzi, non è un economista! – ma questa tematica è un suo fiore all’occhiello, dunque vi sareste aspettati che imparasse qualche dato di fatto.

Più in generale, il complessivo punto di vista di Trump sul commercio è che gli altri si stanno avvantaggiando a nostro danno – tutto dipende da chi ha il predominio, e noi siamo deboli. E persino se pensate che abbiamo spinto troppo oltre la globalizzazione, persino se siete preoccupati sugli effetti del commercio nella distribuzione del reddito, questo è solo un modo sciocco per ragionare di quel problema.

Dunque, non attribuite a Trump un punteggio come se in qualche modo avesse prevalso sul tema del commercio. Ha detto spacconate su quel tema in modo più disinvolto che su qualsiasi altro. Ma anche in quel caso stava parlando assolutamente a vanvera.

 

 

 

 

 

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