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Votate come se contasse, di Paul Krugman (New York Times 19 settembre 2016)

 

Vote as if It Matters

Paul Krugman SEPT. 19, 2016

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Does it make sense to vote for Gary Johnson, the Libertarian candidate for president? Sure, as long as you believe two things. First, you have to believe that it makes no difference at all whether Hillary Clinton or Donald Trump moves into the White House — because one of them will. Second, you have to believe that America will be better off in the long run if we eliminate environmental regulation, abolish the income tax, do away with public schools, and dismantle Social Security and Medicare — which is what the Libertarian platform calls for.

But do 29 percent of Americans between 18 and 34 believe these things? I doubt it. Yet that, according to a recent Quinnipiac poll, is the share of millennial voters who say that they would vote for Mr. Johnson if the election took place now. And the preponderance of young Americans who say they’ll back Mr. Johnson or Jill Stein, the Green Party nominee, appear to be citizens who would support Mrs. Clinton in a two-way race; including the minor party candidates cuts her margin among young voters from 21 points to just 5.

So I’d like to make a plea to young Americans: your vote matters, so please take it seriously.

Why are minor candidates seemingly drawing so much support this year? Very little of it, I suspect, reflects support for their policy positions. How many people have actually read the Libertarian platform? But if you’re thinking of voting Johnson, you really should. It’s a remarkable document.

As I said, it calls for abolition of the income tax and the privatization of almost everything the government does, including education. “We would restore authority to parents to determine the education of their children, without interference from government.” And if parents don’t want their children educated, or want them indoctrinated in a cult, or put them to work in a sweatshop instead of learning to read? Not our problem.

What really struck me, however, was what the platform says about the environment. It opposes any kind of regulation; instead, it argues that we can rely on the courts. Is a giant corporation poisoning the air you breathe or the water you drink? Just sue: “Where damages can be proven and quantified in a court of law, restitution to the injured parties must be required.” Ordinary citizens against teams of high-priced corporate lawyers — what could go wrong?

It’s really hard to believe that young voters who supported Bernie Sanders in the Democratic primary think any of this is a good idea. But Mr. Johnson and Ms. Stein have received essentially no media scrutiny, so that voters have no idea what they stand for. And their parties’ names sound nice: who among us is against liberty? The truth, that the Libertarian Party essentially stands for a return to all the worst abuses of the Gilded Age, is not out there.

Meanwhile, of course, it does make a huge difference which of the two realistic prospects for the presidency wins, and not just because of the difference in their temperaments and the degree to which they respect or have contempt for democratic norms. Their policy positions are drastically different, too.

True, much of what Mr. Trump says is incoherent: in his policy proposals, trillion dollar tax breaks are here today, gone tomorrow, back the day after. But anyone who calls him a “populist” isn’t looking at the general thrust of his ideas, or at whom he has chosen as economic advisers. Mr. Trump’s brain trust, such as it is, is composed of hard-line, right-wing supply-siders — whom even Republican economists have called“charlatans and cranks” — for whom low taxes on the rich are the overwhelming priority.

Meanwhile, Mrs. Clinton has staked out the most progressive policy positions ever advocated by a presidential candidate. There’s no reason to believe that these positions are insincere, that she would revert to 1990s policies in office: What some are now calling the “new liberal economics” has sunk deep roots in the Democratic Party, and dominates the ranks of Mrs. Clinton’s advisers.

Now, maybe you don’t care. Maybe you consider center-left policies just as bad as hard-right policies. And maybe you have somehow managed to reconcile that disdain with tolerance for libertarian free-market mania. If so, by all means vote for Mr. Johnson.

But don’t vote for a minor-party candidate to make a statement. Nobody cares.

Remember, George W. Bush lost the popular vote in 2000, but somehow ended up in the White House anyway in part thanks to the Nader vote — and nonetheless proceeded to govern as if he had won a landslide. Can you really imagine a triumphant Mr. Trump showing restraint out of respect for all those libertarian votes?

Your vote matters, and you should act accordingly — which means thinking seriously about what you want to see happen to America.

 

Votate come se contasse, di Paul Krugman

New York Times 19 settembre 2016

Ha senso votare per Gary Johnson, il candidato alla Presidenza del movimento libertariano[1]? Certamente, almeno se si crede in due cose. La prima, si deve credere che non faccia alcuna differenza se a spostarsi alla Casa Bianca sarà Hillary Clinton o Donald Trump – visto che toccherà ad uno di loro due. La seconda, si deve credere che l’America alla lunga starà meglio se eliminiamo le regolamentazioni ambientali, aboliamo la tassa sui redditi, eliminiamo le scuole pubbliche e smantelliamo la Previdenza Sociale e Medicare – tutte le cose per le quali si pronuncia la piattaforma ‘libertariana’.

È possibile che il 29 per cento degli americani tra i 18 ed i 34 anni creda in cose del genere? Io lo dubito. Tuttavia, secondo un recente sondaggio di Quinnipiac, questa è la quota degli elettori del nuovo millennio [2]  che dicono che voterebbero per il signor Johnson se si votasse oggi. E i giovani americani che affermano di preferire Johnson o Jill Stein, il candidato del Partito Verde, pare siano in netta maggioranza cittadini che sosterrebbero la Clinton in una competizione con doppio turno; il che comporta che i candidati dei partiti minori riducono il suo margine tra gli elettori giovani da 21 punti appena a cinque.

Dunque mi piacerebbe rivolgere una supplica ai giovani americani: il vostro voto conta, per piacere prendetelo sul serio.

Perché quest’anno i candidati minori in apparenza stanno attirando un sostegno così grande? Sospetto che in misura molto modesta esso rifletta un sostegno alle loro posizioni politiche. Quante persone hanno effettivamente letto la piattaforma libertariana? Eppure, se state pensando di votare per Johnson, effettivamente dovreste farlo. Si tratta di un documento importante.

Come ho detto, è a favore della abolizione della tassa sui redditi e della privatizzazione di quasi tutto quello che fa la pubblica amministrazione, istruzione inclusa. “Noi intendiamo ripristinare l’autorità dei genitori nel decidere l’educazione dei loro figli, senza interferenze da parte del Governo”. E se i genitori non vogliono che i loro figli siano istruiti, o li vogliono indottrinati da una setta, o li vogliono mettere a lavorare in un ambiente malsano [3] anziché imparare a leggere?  Non è un nostro problema.

Quello che mi ha colpito, tuttavia, è stato quello che la piattaforma dice a proposito dell’ambiente. Essa si oppone ad ogni tipo di regolamentazione; piuttosto, sostiene che ci si dovrebbe affidare ai tribunali. Una grande società inquina l’aria che respirate o l’acqua che bevete? Si deve solo far causa: “Laddove i danni possano essere provati e quantificati in un Tribunale, deve essere richiesto il risarcimento alle parti lese”. Cittadini ordinari contro squadre di legali ben pagati della società – che ci sarebbe di sbagliato?

È davvero difficile credere che giovani elettori che hanno sostenuto Bernie Sanders nelle primarie democratiche pensino che sia una buona idea. Ma il signor Johnson e il signor Stein, in sostanza, non hanno ricevuto alcuna valutazione da parte dei media, cosicché gli elettori non hanno idea di quello che sostengono. E i nomi dei loro partiti sembrano gradevoli: chi di noi è contrario alla libertà? La verità, che il Partito Libertariano in sostanza è a favore di un ritorno a tutti i peggiori abusi dell’Età Dorata, non è in circolazione.

Nel frattempo, naturalmente, fa una gran differenza quale delle due realistiche prospettive per la Presidenza prevarrà, e non solo per la differenza dei loro temperamenti o per il grado di rispetto o di disprezzo che essi hanno per le norme democratiche. Anche le loro intenzioni programmatiche sono molto diverse.

È vero, molto di quello che Trump afferma è incoerente: nelle sue proposte politiche, un giorno ci sono migliaia di miliardi di dollari di sgravi fiscali e il giorno dopo non ci sono più, per tornare all’indomani. Ma chiunque lo definisca un “populista” non si sta riferendo alla sostanza complessiva delle sue idee, oppure a chi ha scelto come consiglieri economici. La squadra di cervelli di Trump, in sostanza, è composta da estremisti sostenitori dell’economia dal lato dell’offerta – persone di destra che persino gli economisti repubblicani ebbero a definire come “ciarlatani e strampalati” – per i quali basse tasse sui ricchi sono la priorità assoluta.

Allo stesso tempo, la Clinton ha sostenuto le posizioni programmatiche più progressiste che un candidato alla Presidenza abbia mai fatto proprie. Non c’è ragione di credere che queste posizioni siano insincere, che una volta in carica ella tornerebbe alle politiche degli anni ’90: quella che alcuni adesso stanno chiamando “l’economia neo progressista” ha messo radici profonde nel Partito Democratico, e prevale largamente nelle fila dei consiglieri della Clinton.

Ora, è possibile che questo non vi interessi. Forse considerate le politiche del centro sinistra esattamente negative come le politiche della destra estrema.  E forse avete in qualche modo cercato di sovrapporre a quel disprezzo una tolleranza per la mania libertariana del libero mercato. Se è così, votate per Johnson senza incertezze.

Ma non votate un candidato di un partito minore alla stregua di una mera presa di posizione. Non interesserebbe nessuno.

Si ricordi che George W. Bush fu sconfitto al voto popolare nel 2000, ma in qualche modo finì alla Casa Bianca almeno in parte grazie ai voti di Nader – nondimeno proseguì governando come se avesse ottenuto una maggioranza schiacciante. Vi potete immaginare un Trump trionfante che mostra moderazione per rispetto di tutti quei voti libertariani?

Il vostro voto conta e dovreste comportarvi di conseguenza – il che significa pensare seriamente a cosa volete veder accadere all’America.

 

 

[1] Il Partito Libertario (in inglese: Libertarian Party) o Partito libertariano è un partito politico statunitense, fondato l’11 dicembre 1971. Il suo programma politico è fondato sulla filosofia detta libertarianismo, di conseguenza ha come obiettivi cardine meno regolamentazione, maggiore libero mercato, maggiore difesa delle libertà civili ed individuali, difende ilcapitalismo puro e si batte contro ogni intervento dello Stato sia nel campo economico che in quello sociale, ed in generale propone un certo isolazionismo in politica estera, nell’ambito di un non-interventismo a motivazione preminentemente fiscale. (Wikipedia)

In sostanza, il “libertarianismo” ha nella storia americana un chiaro connotato di destra, del resto ampiamente confermato dalle simpatie che ha ricevuto nel corso di un secolo. Noi dunque traduciamo “libertariano” – anziché “libertario” – per l’evidente significato peculiare che il termine ha nella storia e nel linguaggio politico americano; mentre la seconda soluzione, in particolare nel linguaggio italiano, ha una storia del tutto opposta.

[2] Con il termine Generazione Y, (conosciuta anche come Millennial Generation, Generation Next o Net Generation) si definisce la generazione del nuovo millennio. Gli appartenenti ad essa, chiamati MillennialsEcho Boomers, sono coloro che sono nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90 nel mondo occidentale. Questa generazione presenta forti aumenti di natalità simili all’aumento delle nascite degli anni ’50 e ’60, i cosiddetti generazione dei baby boomer. (Wikipedia)

[3] “Sweatshop” letteralmente è una ‘fabbrica del sudore”, ovvero una espressione di origine ottocentesca che si riferiva a quei laboratori caratterizzati da sfruttamento di manodopera anche infantile.

 

 

 

 

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