novembre 2016 Archive

Greg Palast rivela che i voti sottratti in Stati cruciali hanno contribuito a truccare le elezioni negli Stati Uniti a favore di Trump. (intervista di Ben Gelblum) (dal blog TLE)

[1] Robert Upshur “Bob” Woodward, in collaborazione con Carl Bernstein, furono i due fantastici “investigative journalists” del caso Watergate. The Guardian, onoltre, è un importante quotidiano ...

Perché la corruzione è importante, di Paul Krugman (New York Times 28 novembre 2016)

Prima ancora che il nuovo inquilino della Casa Bianca sia entrato in carica, varie informazioni illuminano la natura e il peso della corruzione che caratterizzerà la sua Amministrazione. La politica dell'istruzione messa nella mani di una signora che opera nell'industria della vendita dei 'buoni' scolastici, ovvero della promozione di istituti scolastici a fini di lucro (le azioni di quegli istituti in questi giorni schizzano in alto). La privatizzazione dei beni pubblici nel settore della infrastrutture. Oppure, la deformazione degli obbiettivi della politica estera che può conseguire a questa commistione di ideologia e di affari, di hotel e di campi di golf. Sarebbe proibito dalla Costituzione. Ma a chi interesserà il rispetto della Costituzione in un Congresso dominato dai repubblicani?

Lo sconcerto del populismo, di Paul Krugman (New York Times 25 novembre 2016)

Cosa ha deciso che Trump abbia raccolto un risultato così impressionante, ad esempio, tra gli elettori dell'area orientale del Kentucky? Territori dell'industria del carbone, come Clay County, dove ha ottenuto l'87 per cento dei voti? Territori dove si vive male, ma dove molte persone in più, di recente, avevano goduto per la prima volta della assistenza sanitaria. E' stata decisiva la promessa di riportare il lavoro nelle miniere di carbone? Ma in tutti gli Appalachi quei posti di lavoro non si sono persi per la competizione dei cinesi o dei messicani; si erano in parte già persi con gli anni di Reagan, per effetto della estrazione a cielo aperto; poi sono crollati del tutto con l'estrazione del bitume dagli scisti. Si può promettere sensatamente di tornare indietro? O, invece, i voti sono andati a Trump per una mescolanza di 'risentimento bianco', verso i non-bianchi e verso i progressisti che appaiono troppo altezzosi? Certo è che i democratici devono cercar di capire quei lavoratori, e un po' di più di populismo, come sembra suggerire Bernie Sanders, non basterà.

Andare oltre la leadership americana, di Adair Turner (da Project Syndicate, 23 novembre 2016)

   

Una discussione franca sul commercio, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 15 novembre 2016)

[1] La teoria dei vantaggi comparati (o modello ricardiano) è stata concepita a partire dai concetti essenziali dall’economista inglese David Ricardo e si inserisce nel contesto delle teorie riguardanti il commercio internazionale. ...

L’ultimo sussulto della globalizzazione, di Barry Eichengreen (da Project Syndicate, 17 novembre 2016)

     

Di certo non costruirà, di Paul Krugman (New York Times 21 novembre 2016)

Si sente ragionare della opportunità, per i progressisti, di 'andare a vedere le carte' di Trump, magari di essere disponibili a collaborare con la nuova Amministrazione sui programmi infrastrutturali. Si trascura la natura e la storia del soggetto e della sua squadra di collaboratori probabili. Si trascura soprattutto che qualcosa già si sa, di quel programma infrastrutturale. Che in sostanza dovrebbe consistere nel dare in appalto ai privati grandi opere, finanziando la maggior parte dei costi con crediti di imposta, e alla fine facendo loro percepire anche i pedaggi. Un enorme regalo laddove ci saranno pedaggi, un mistero per opere come le regimazioni idrauliche, dove pedaggi non ci saranno. Ma, in quel caso, probabilmente si ha in mente di privatizzare anche tali opere, e di far pagare allo Stato una sorta di canone perpetuo. E' dunque bene che i progressisti evitino con scrupolo di apparire associati a tali imbrogli.

La tristezza e il peccato (dal blog di Krugman, 18 novembre 2016)

I liquidatori di Medicare, di Paul Krugman (New York Times 18 novembre 2016)

In campagna elettorale, Trump si era presentato come un repubblicano 'sui generis', che non avrebbe fatto tagli ai principali programmi ai quali sono interessati i lavoratori. In realtà, ci si sta preparando a liquidare Medicare, il programma della assistenza sanitaria per gli anziani. Questo viola gli impegni elettorali, per quello che conta (e un po' dovrebbe contare, se si considera che in fondo Trump ha vinto con una minoranza dei voti popolari). Sarebbe poi un danno particolare per quei lavoratori bianchi che hanno votato per lui, che essendo i più sprovvisti di istruzione in genere non hanno avuto lavori che garantivano assicurazioni più vantaggiose. Inoltre, perché farlo, visto che Medicare funziona assai meglio di quelle assicurazioni, avendo meno spese generali e meno costi di marketing? Si può ricordare che nel 2005 l'analoga proposta di Bush di privatizzare la Previdenza Sociale finì malamente. Ma tutto dipenderà da quanto la gente sarà consapevole di quello che si sta preparando.

Cosa l’economia americana richiederebbe da Trump, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 13 novembre 2016)

[1] È una espressione che indica – nella definizione di Wikipedia – “un modello economico basato su di un insieme di pratiche di scambio e condivisione, siano ...

É in arrivo la recessione di Trump? Di Paul Krugman (New York Times 14 novembre 2016)

Non è affatto probabile che a seguito della elezione di Trump si abbia nel breve periodo un crollo dell'economia, è anzi più probabile che si siano segni di rafforzamento. C'è un principio generale: le cose negative nei lunghi periodi per la società non influiscono sulle prestazioni economiche nei primi trimestri. Si può mettere in atto una politica che non fermerà il cambiamento del clima, senza per questo influire subito sulla spesa dei consumatori. Gli sgravi fiscali sui ricchi e sulle società non saranno misure di sostegno per l'economia, ma avranno effetti migliori che il non far niente. E Obama, dopo i primi due anni, pagò in parte questo prezzo di immobilismo all'ostruzionismo repubblicano. I problemi verranno dopo, quando sarà sempre più chiara l'incapacità ad affrontare le svolte del mondo da parte della nuova Amministrazione e dello stuolo di dirigenti pubblici da essa nominati. E quando sarà chiaro quale prezzo dovrà effettivamente pagare la classe lavoratrice americana.

Il lungo tragitto (dal blog di Krugman, 11 novembre 2016)

E adesso? Pensieri personali (dal blog di Krugman, 9 novembre 2016)

La fine dell’idillio americano (dal blog di Krugman, 9 novembre 2016)

Il successo di Trump rivela una spaventosa debolezza nella democrazia americana. di Ezra Klein (dal blog di Ezra Klein)

[1] Fondatore ed amministratore delegato di Amazon. Il 6 agosto 2013 ha acquistato il Washington Post per 250 milioni di dollari. [2] Un saggio scritto ...

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