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Come manipolare una elezione, di Paul Krugman (New York Times 7 novembre 2016)

 

How to Rig an Election

Paul Krugman NOV. 7, 2016

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It’s almost over. Will we heave a sigh of relief, or shriek in horror? Nobody knows for sure, although early indications clearly lean Clinton. Whatever happens, however, let’s be clear: this was, in fact, a rigged election.

The election was rigged by state governments that did all they could to prevent nonwhite Americans from voting: The spirit of Jim Crow is very much alive — or maybe translate that to Diego Cuervo, now that Latinos have joined African-Americans as targets. Voter ID laws, rationalized by demonstrably fake concerns about election fraud, were used to disenfranchise thousands; others were discouraged by a systematic effort to make voting hard, by closing polling places in areas with large minority populations.

The election was rigged by Russian intelligence, which was almost surely behind the hacking of Democratic emails, which WikiLeaks then released with great fanfare. Nothing truly scandalous emerged, but the Russians judged, correctly, that the news media would hype the revelation that major party figures are human beings, and that politicians engage in politics, as somehow damning.

The election was rigged by James Comey, the director of the F.B.I. His job is to police crime — but instead he used his position to spread innuendo and influence the election. Was he deliberately putting a thumb on the electoral scales, or was he simply bullied by Republican operatives? It doesn’t matter: He abused his office, shamefully.

The election was also rigged by people within the F.B.I. — people who clearly felt that under Mr. Comey they had a free hand to indulge their political preferences. In the final days of the campaign, pro-Trump agents have clearly been talking nonstop to Republicans like Rudy Giuliani and right-wing media, putting claims and allegations that may or may not have anything to do with reality into the air. The agency clearly needs a major housecleaning: Having an important part of our national security apparatus trying to subvert an election is deeply scary. Unfortunately, Mr. Comey is just the man not to do it.

The election was rigged by partisan media, especially Fox News, which trumpeted falsehoods, then retracted them, if at all, so quietly that almost nobody heard. For days Fox blared the supposed news that the F.B.I. was preparing an indictment of the Clinton Foundation. When it finally admitted that the story was false, Donald Trump’s campaign manager smugly remarked, “The damage is done to Hillary Clinton.”

The election was rigged by mainstream news organizations, many of which simply refused to report on policy issues, a refusal that clearly favored the candidate who lies about these issues all the time, and has no coherent proposals to offer. Take the nightly network news broadcasts: In 2016 all three combined devoted a total of 32 minutes to coverage of issues — all issues. Climate change, the most important issue we face, received no coverage at all.

The election was rigged by the media obsession with Hillary Clinton’s emails. She shouldn’t have used her own server, but there is no evidence at all that she did anything unethical, let alone illegal. The whole thing is orders of magnitude less important than multiple scandals involving her opponent — remember, Donald Trump never released his tax returns. Yet those networks that found only 32 minutes for all policy issues combined found 100 minutes to talk about Clinton emails.

It’s a disgraceful record. Yet Mrs. Clinton still seems likely to win.

If she does, you know what will happen. Republicans will, of course, deny her legitimacy from day one, just as they did for the last two Democratic presidents. But there will also — you can count on it — be a lot of deprecation and sneering from mainstream pundits and many in the media, lots of denial that she has a “mandate” (whatever that means), because some other Republican would supposedly have beaten her, she should have won by more, or something.

So in the days ahead it will be important to remember two things. First, Mrs. Clinton has actually run a remarkable campaign, demonstrating her tenacity in the face of unfair treatment and remaining cool under pressure that would have broken most of us. Second, and much more important, if she wins it will be thanks to Americans who stood up for our nation’s principles — who waited for hours on voting lines contrived to discourage them, who paid attention to the true stakes in this election rather than letting themselves be distracted by fake scandals and media noise.

Those citizens deserve to be honored, not disparaged, for doing their best to save the nation from the effects of badly broken institutions. Many people have behaved shamefully this year — but tens of millions of voters kept their faith in the values that truly make America great.

 

Come manipolare una elezione, di Paul Krugman

New York Times 7 novembre 2016

È quasi passata. Tireremo un sospiro di sollievo, oppure un urlo di terrore? Non lo sa nessuno con certezza, sebbene le prime indicazioni siano chiaramente a favore della Clinton. Qualsiasi cosa accada, tuttavia, deve esser chiaro che, in sostanza, sono state elezioni manipolate.

Le elezioni sono state manipolate dai Governi degli Stati, che hanno fatto tutto il possibile per impedire agli americani non bianchi di votare: lo spirito di Jim Crow è davvero molto vivo – oppure, adesso che i latini sono diventati bersagli al pari degli afroamericani, si può tradurre con quello di Diego Cuervo [1]. Le leggi sul possesso di documenti di identità da parte degli elettori, inventate per preoccupazioni dimostrabilmente false sulle frodi elettorali, sono state utilizzate per privarne migliaia del diritto di voto; altri sono stati scoraggiati dallo sforzo sistematico di rendere difficile il voto, chiudendo i seggi elettorali in aree con ampie popolazioni di gruppi delle minoranze etniche.

Le elezioni sono state manipolate dalla intelligence russa, che era quasi certamente dietro la pirateria informatica sulle mail dei democratici, che WikiLeaks ha successivamente pubblicato con gran chiasso. Non è emerso niente di effettivamente scandaloso, ma i russi hanno correttamente giudicato che i media dell’informazione avrebbero fatto un gran battage alla rivelazione che personaggi di un partito principale sono esseri umani, e che i politici si impegnano in politica, alla stregua di qualcosa di peccaminoso.

Le elezioni sono state manipolate da James Comey, il Direttore del FBI. Il suo lavoro è vigilare sul crimine – ma invece ha utilizzato la sua posizione per diffondere insinuazioni e influenzare le elezioni. Intendeva deliberatamente appoggiare il suo dito pollice sulla bilancia elettorale, o era stato semplicemente intimidito dagli agenti segreti repubblicani [2]? Non è importante: ha abusato del proprio ufficio, in modo vergognoso.

Le elezioni sono anche state manipolate da individui all’interno del FBI – persone che chiaramente hanno avuto la sensazione, con Comey, di avere mani libere per indulgere alle loro preferenze politiche. Nei giorni finali della campagna elettorale, agenti favorevoli a Trump sono stati chiaramente in un contatto ininterrotto con repubblicani come Rudy Giuliani e con i media della destra, lanciando in aria insinuazioni e accuse, che esse abbiano o meno qualcosa a che fare con la realtà. C’è chiaramente bisogno di far pulizia nella Agenzia: avere un ruolo importante nel nostro apparato della sicurezza nazionale e cercare di sovvertire una elezione è profondamente preoccupante. Per sfortuna, il signor Comey non è la persona giusta per farlo.

Queste elezioni sono state manipolate da media di parte, in particolare da Fox News, che hanno strombazzato falsità per poi alla fin fine ritrattarle, ma così silenziosamente che non se ne è accorto nessuno. Per giorni la Fox ha data la stura a presunte notizie secondo le quali la FBI stava predisponendo un rinvio a giudizio sulla Fondazione Clinton. Quando ha finalmente ammesso che quella storia era falsa, il dirigente della campagna elettorale di Donald Trump ha commentato con compiacimento: “Il danno ad Hillary Clinton è stato fatto”.

Le elezioni sono state manipolate da principali organizzazioni del settore dell’informazione, molte delle quali si sono semplicemente rifiutate di dar conto di temi programmatici, un rifiuto che ha chiaramente favorito il candidato che aveva mentito su queste tematiche per tutto il tempo, e non aveva nessuna proposta sensata da offrire. Si consideri la rete dei notiziari notturni: tutte e tre assieme, nel 2016, hanno dedicato un complesso di 32 minuti alla copertura di tali tematiche – tutte le tematiche. Il cambiamento climatico, il tema più importante che abbiamo dinanzi, non ha ricevuto alcuna copertura.

Le elezioni sono state manipolate dall’ossessione dei media sulle email della Clinton. Ella non avrebbe dovuto utilizzare il suo server personale, ma non c’è affatto alcuna prova che abbia fatto niente di immorale, per non dire di illegale. Tutta quella faccenda è di ordini di grandezza inferiori dei molteplici scandali che riguardano il suo oppositore – si ricordi, Donald Trump non ha mai reso pubbliche le sue dichiarazioni al fisco. Tuttavia quelle reti che hanno trovato soltanto 32 minuti per tutti i temi programmatici messi assieme, ne hanno trovati 100 per parlare delle email della Clinton.

È un elenco vergognoso. Tuttavia sembra probabile che la Clinton vinca.

Se sarà così, saprete cosa succederà. Sin dal primo giorno, ovviamente, i repubblicani negheranno la sua legittimazione, proprio come fecero per i due passati Presidenti democratici. Ma ci sarà anche – potete contarci –  una gran quantità di denigrazioni e di ironie dalla parte prevalente dei commentatori e di molti nei media, molta contestazione sul fatto che ella abbia un “mandato” (qualsiasi cosa significhi), giacché un altro repubblicano qualunque si suppone che l’avrebbe battuta, perché avrebbe dovuto vincere con maggior margine, o cose del genere.

Dunque, nei prossimi giorni sarà importante tenere a mente due cose. La prima, la signora Clinton ha condotto in effetti una campagna elettorale considerevole, dimostrando la sua tenacia a fronte di un trattamento ingiusto e restando impassibile sotto una pressione che avrebbe messo in crisi molti di noi. La seconda, molto più importante, se vincerà sarà grazie agli americani che hanno preso posizione per i principi della nostra nazione – che hanno atteso per ore di votare nelle code volute artificiosamente per scoraggiarli, che hanno prestato attenzione agli interessi in gioco in queste elezioni invece di farsi distrarre dai falsi scandali e dal frastuono dei media.

Quei cittadini meriterebbero di essere elogiati, invece che denigrati, perché fanno del loro meglio per salvare la nazione dagli effetti di istituzioni gravemente ammalate. Molte persone si sono comportate in modo vergognoso in questa occasione – ma decine di milioni di persone hanno tenuto ferma la loro fiducia nei valori che rendono per davvero grande l’America.

 

[1] Le leggi Jim Crow furono delle leggi locali e dei singoli stati degli Stati Uniti d’America emanate tra il 1876 e il 1965. Di fatto servirono a creare e mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di “separati ma uguali” per i neri americani e per i membri di altri gruppi razziali diversi dai bianchi.

Jim Crow era una figura non storica, che rappresentò gli schiavi afro americani nell’Ottocento, lo stereotipo di uno schiavo di buoni sentimenti, legato al suo padrone, un po’ buffone e un po’ poeta; indicativo forse della infinita pazienza ed ingiustizia. Ovvero, non un eroe, ma principalmente una rappresentazione del ‘negro’ da parte di bianchi non necessariamente animati da sentimenti ostili, anche se una rappresentazione ancora razzista.

Ma in termini politici, lo ‘spirito di Jim Crow’ è niente altro che lo spirito di quelle leggi, ovvero di un razzismo che non muore mai, che risorge continuamente in nuove forme di discriminazione, come avvenne dopo la Guerra Civile.

Diego Cuervo non ho capito chi sia; forse semplicemente un sinonimo attuale, nei gruppi sociali dei latinos, del Jim Crow afroamericano. È anche il nome di un campione sportivo di origini colombiane, nell’ipotesi che si tratti di un individuo molto popolare tra gli americani con origini nel meridione del continente.

[2] “Operative” può significare semplicemente “impiegato”, ma in americano può significare anche “agente, agente segreto”. Mi pare più probabile che il contesto indichi la possibilità che Comey abbia agito sotto una specie di ricatto. Del resto, questo è anche il senso della frase successiva sul ruolo del FBI.

 

 

 

 

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