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La fine dell’idillio americano (dal blog di Krugman, 9 novembre 2016)

 

Ending the American Romance

 NOVEMBER 9, 2016 9:42 AM 

I tweeted this out earlier, but for blog readers here it is in this form.

Some morning-after thoughts: what hits me and other so hard isn’t just the immense damage Trump will surely do, to climate above all. There’s also a vast disillusionment that as of now I think of as the end of the romantic vision of America (which I still love).

What I mean is the notion of US history as a sort of novel in which there may be great tragedy, but there’s always a happy ending. That is, we tell a story in which at times of crisis we always find the leader — Lincoln, FDR — and the moral courage we need.

It’s a particular kind of American exceptionalism; other countries don’t tell that kind of story about themselves. But I, like others, believed it.

Now it doesn’t look very good, does it? But giving up is not an option. The world needs a decent, democratic America, or we’re all lost. And there’s still a lot of decency in the nation — it’s just not as dominant as I imagined. Time to rethink, for sure. But not to surrender.

 

La fine dell’idillio americano

Ho twittato questo scritto in precedenza, ma eccolo in questa forma per i lettori del blog.

Alcuni pensieri del giorno dopo: quello che colpisce me ed altri così duramente non è solo il danno immenso che Trump sicuramente farà, al clima anzitutto. C’è anche una grande disillusione per quello che ora penso sia la fine di una visione romantica dell’America (alla quale continuo ad esser legato).

Voglio dire l’idea della storia degli Stati Uniti come una sorta di racconto che può risolversi in una grande tragedia, nella quale però c’è sempre un lieto fine. Ovvero, noi raccontiamo una storia nelle quale nei tempi delle crisi troviamo sempre il leader – Lincoln, Franklin Delano Roosevelt – e il coraggio morale di cui abbiamo bisogno.

È una forma particolare dell’eccezionalismo americano; altri paesi non raccontano di sé stessi quel genere di storia. Ma io, come altri, ci credevo.

Adesso non sembra granché, non è così? Ma darsi per vinti non è un’opzione. Il mondo ha bisogno di una America decente e democratica, o siamo perduti tutti. E c’è ancora molta dignità in America – soltanto non è così dominante come pensavamo. Di certo, è il momento di ripensarci. Ma non di arrendersi.

 

 

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