novembre 2016 Archive

Pensieri per gli sgomenti, di Paul Krugman (New York Times 11 novembre 2016)

Forse non è il caso di sintetizzare, come di solito faccio, questo articolo, che è l'atteso primo commento di Krugman sull'esito delle elezioni americane. Sono parole che illustrano uno stato d'animo, e che volontariamente si rivolgono agli stati d'animo di molti altri americani sgomenti (peraltro, la maggioranza, in termini numerici) . Seguiranno sicuramente nelle settimane successive altre riflessioni. E sono anche a loro modo un documento, per noi lettori non americani. Ci offrono un senso della gravità della svolta che forse noi fatichiamo sinora ad intendere, nel clima da scommessa con il quale abbiamo quotidianamente seguito la vicenda americana. Direi che questo articolo indica l'enormità di un cambiamento - un cambiamento che induce anzitutto Krugman, oggi, a ragionare delle nostre personalissime esistenze - che ci vorrà un po' per intendere.

Quanto oltre dovremmo spingere la globalizzazione? di Paul DeGrauwe (da Social Europe, 3 novembre 2016)

Come manipolare una elezione, di Paul Krugman (New York Times 7 novembre 2016)

Le varie ragioni per le quali, comunque vada a finire, le elezioni americane sono state di fatto manipolate. Le difficoltà frapposte al voto della popolazione di colore; lo scandalo delle dichiarazioni di James Comey, il direttore del FBI; vari altri tentativi di condizionamento da parte della stessa Agenzia; l'atteggiamento dei media, nella invenzione di falsi scandali e nella mancata copertura dei temi programmatici veri etc. etc. Se la Clinton vincerà, la lezione sarà soprattutto che l'America resta un paese nel quale la maggioranza delle persone sanno reagire ai danni di istituzioni seriamente ammalate.

La Brexit ed il neoliberalismo, di Simon Wren_Lewis (da Social Europe, 2 novembre 2016)

[1] Si tratta del Dipartimento Governativo che si occupa di immigrazione, terrorismo e polizia. Ovvero: chi era contrario alla Brexit tra i Conservatori, come Theresa ...

Chi ha sfasciato la politica? di Paul Krugman (New York Times 4 novembre 2016)

La storia di come negli ultimi due decenni le regole implicite della democrazia americana sono state progressivamente fatte a pezzi: dagli scandali inventati all'epoca di Bill Clinton agli scandali nascosti di Bush e della guerra irachena, sino all'ultima uscita del Direttore del FBI, che si scopre repubblicano prima che pubblico ufficiale e riapre una indagine sulla base di niente a pochi giorni dal voto. E, al fondo di questa storia, le sue basi materiali: un Partito, il repubblicano, che ha legato la sua missione alla riduzione delle tasse dei più ricchi ed alla privatizzazione dei programmi della assistenza sociale. Ovvero: come lo sfasciare le regole implicite della democrazia dovrebbe essere considerata, dai media, una notizia più rilevante delle altalene dei sondaggi.

Gli stati stazionari del commercio (per esperti) (dal blog d Krugman, 31 ottobre 2016)

[1]  Sulla base degli appunti della lezione – alla quale Krugman fa riferimento successivamente come fonte di questo modello – provo, se non a interpretarlo ...

Intellettuali conservatori: la pista dei soldi (dal blog di Krugman, 28 ottobre 2016)

[1] “Blind spot” – letteralmente ‘punto cieco’ – è una piccola area dell’occhio, dove si innerva nel nervo ottico, insensibile alla luce. Può anche valere ...

Lavorarsi gli arbitri, di Paul Krugman (New York Times 31 ottobre 2016)

La vicenda di questi giorni collegata con le dichiarazioni del Direttore del FBI Comey, in fondo si riduce a questo: è stata riaperta, a pochi giorni dalle elezioni, una formale inchiesta su temi che erano stati archiviati per la loro inconsistenza penale, dinanzi ad un materiale probatorio che ancora non si conosce e potrebbe essere anch'esso del tutto inconsistente. Come dire che si è annunciato un possibile reato senza avere alcun elemento per definirlo tale. Semmai, con qualche indizio in più sulla sua probabile completa irrilevanza. Ovvero, l'arbitro ha preso a dar calci al pallone. Per ingraziarsi una destra, alla quale questo genere di verità non interessano, ma interessa soltanto ciò che può produrre qualche risultato favorevole.

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