dicembre 2016 Archive

Tariffe e bilancia commerciale (per esperti) (aggiornato) (dal blog di Krugman, 27 dicembre 2016)

[1] Il termine “policy” non è così ovvio come sembra, né spesso i dizionari aiutano. Cambridge Dictionary offre una spiegazione utile quando lo definisce come ...

Strappar via l’assistenza sanitaria a milioni di persone, di Paul Krugman (New York Times 30 dicembre 2016)

Le ultimissime notizie sul fronte della riforma sanitaria sono positive; le difficoltà che sembravano sorte con gli aumenti delle polizze sono ridimensionate. Restano, e sono destinati dunque a durare, i principali successi della riforma: un crollo nel numero dei non assicurati e un incremento dei costi sotto controllo. In questa situazione, ai democratici converrebbe quasi che i repubblicani si ostinassero a scegliere una abrogazione della legge. In realtà, non saprebbero con cosa sostituirla e il danno sociale sarebbe molto grande. E sembra che stiano davvero andando in questa direzione. Nel qual caso faranno il possibile per dare ad altri la colpa del futuro disastro di milioni di americani che perderanno l'assistenza. E' dunque opportuno spiegare bene che ad oggi, alla fine del 2016, la riforma sta funzionando ottimamente.

Analitica dei deficit commerciali e dell’occupazione manifatturiera (per molto esperti) (dal blog di Krugman, 26 dicembre 2016)

[1] Tim Worstall è un giornalista americano che ha scritto un breve post su Forbes, avanzando critiche sul breve studio di Krugman, qua tradotto con ...

Lo shock cinese e quello di Trump (25 dicembre 2016)

[1] “Bah, humbug” è l’espressione di Scrooge nel Christmas Carol di Dickens (dunque, sarebbe preferibile scriverlo e tradurlo tra virgolette, giacché è più probabile che ...

Non date la colpa alla macroeconomia (per esperti e trascurabile) (24 dicembre 2016)

Economisti contro l’economia, di Robert Skidelsky (da Project Syndicate, 23 dicembre 2016)

[1] I dizionari offrono l’unica traduzione di “autistico”. Secondo il Treccani “… sindrome insorgente nei primi due anni di vita, che si manifesta con profondo distacco ...

E arrivò la guerra commerciale, di Paul Krugman (New York Times 26 dicembre 2016)

E' probabile che Trump procederà sul sentiero delle guerre commerciali, ed è certo che i lavoratori americani non avranno altro che danni. L'America non è l'unica superpotenza del commercio; è altrettanto potente la Cina e più potente ancora l'Unione Europea nel suo complesso. Ovviamente, ci saranno ritorsioni. Le conseguenze più gravi saranno nella disgregazione delle cosiddette "catene del valore". Un oggetto - una automobile, un telefonino - è la somma di tante componenti che si producono in molti paesi. Quelle catene del valore si restringeranno e i lavoratori americani subiranno un danno simile a quello che ebbero anni orsono con la grande crescita del commercio globale; ovvero gli spazi per le loro manifatture saranno, nella riorganizzazione, inferiori a quelli di altri paesi. Perché, dunque, sara quasi ineluttabile? Perché è stata promessa, e l'agenda nazionale di Trump non contiene certo regali per i lavoratori che l'hanno votato. Né Trump sembra un soggetto sensibile ai consigli degli esperti.

Capire il libero commercio, di Simon Wren-Lewis (dal blog Mainly Macro, 19 dicembre 2016)

[1] HT, nel linguaggio informatico supersonico, sta per “hat tip”, che significa ‘salutare levandosi il cappello’; oppure ‘tanto di cappello’, ‘complimenti’.  (Merriam-Webster) [2] La giornalista ...

Il vero populismo e quello falso, di Paul Krugman (New York Times 23 dicembre 2016)

C'è una differenza abbastanza evidente tra i populismi europei e quello di Trump. I primi, nelle loro politiche in Ungheria o in Polonia e nelle loro intenzioni, ad esempio in Francia, sono dichiaratamente razzisti, ma annunciano politiche favorevoli ai lavoratori delle etnie nazionali. Diminuiscono i costi dei servizi primari per i residenti, diminuiscono le loro età di pensionamento, facilitano i pagamenti dei mutui. Trump non ha ancora presentato i dettagli del suo programma, ma ha riempito il suo Gabinetto di miliardari che non fanno mistero delle loro intenzioni di smantellare la riforma sanitaria, di elevare l'età pensionabile e di tener bassi i minimi salariali. Il falso populismo americano si troverà dinanzi ad un suo 'momento della verità', ma farà il possibile per dare la colpa ad altri o per distrarre l'attenzione.

Cattive notizie per i lavoratori americani, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 19 dicembre 2016)

[1] Nel terzo trimestre del 2016, il PIL è cresciuto del 3,5%. Su base annua questo comporta un incremento del 3,2%. La notizia proviene da un ...

Il populismo della ‘reality TV’ (dal blog di Krugman, 19 dicembre 2016)

[1] Ovvero Larry Kudlow, uno dei più accaniti teorizzatori di una politica economica fatta di regali fiscali ai più ricchi, benefici che, secondo quella teoria ...

La politica della finanza pubblica sarà realmente espansiva? (dal blog di Krugman, 18 dicembre 2016)

[1] Finanziamento a fondo perduto significa, come è abbastanza noto, “un intervento finanziario caratterizzato dall’erogazione di un capitale del quale non si richiederà la restituzione. Ove accomunato, anche solo ...

Cosa vogliono gli elettori di Trump? (dal blog di Krugman, 17 dicembre 2016)

[1] Ovvero alle minoranze etniche, alla gente di colore.        

Come finiscono le repubbliche, di Paul Krugman (New York Times 19 dicembre 2016)

Alcuni recenti passaggi della vicenda nel Nord Carolina - e prima di essi gli sforzi con i quali sono stati in vari modi ostacolati i diritti di voto delle minoranze etniche in vari Stati - mostrano in che senso la democrazia americana sia sull'orlo di un precipizio. E' una svolta ideologica? Pare soprattutto uno degli esiti di una vera e propria guerra di classe, con una democrazia dominata dal peso finanziario dei magnati e le classi povere e medie sempre più emarginate. E più ancora, pare la conseguenza di una massa di uomini di apparato, per i quali gli interessi del loro Partito prevalgono su tutto, compresa la dignità della nazione intera. Anche perché gli interessi del Partito si identificano con i loro interessi. Ci sono parallelismi interessanti con la storia romana della caduta della Repubblica. L'Impero non distrusse tutte le forme della Repubblica, ma le privò di sostanza. E nel crollo delle Repubbliche è essenziale l'onestà con la quale si osserva e si riconosce quello che sta accadendo.

Utili idioti in abbondanza, di Paul Krugman (New York Times 16 dicembre 2016)

Una ricostruzione dei fattori che hanno determinato il "sovvertimento" - si potrebbe anche tradurre con "eversione" - delle ultime elezioni: i rapporti speciali del trumpismo con la Russia di Putin, la vicenda dell'organica collaborazione di WikiLeaks con l'intelligence russa, l'uso abbondante e deformante delle notizie sulle mail alla fine innocue della Clinton e la funzione dei media, l'incredibile schierarsi nella vicenda elettorale dell'FBI di Comey. E' indiscutibile che tutti questi fattori siano stati decisivi nel successo di Trump negli "Stati oscillanti", pur avendo egli preso circa tre milioni di voti in meno della Clinton in cifre assolute. L'America odierna è alle prese con questa ingombrante realtà: riconoscere quello che è accaduto - ovvero di essere più o meno sull'orlo di un precipizio - oppure fingere che sia tutto normale. E trasferire il dramma de "l'utile idiozia" ad un livello successivo.

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