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Il vero populismo e quello falso, di Paul Krugman (New York Times 23 dicembre 2016)

 

Populism, Real and Phony

Paul Krugman DEC. 23, 2016

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Authoritarians with an animus against ethnic minorities are on the march across the Western world. They control governments in Hungary and Poland, and will soon take power in America. And they’re organizing across borders: Austria’s Freedom Party, founded by former Nazis, has signed an agreement with Russia’s ruling party — and met with Donald Trump’s choice for national security adviser.

But what should we call these groups? Many reporters are using the term “populist,” which seems both inadequate and misleading. I guess racism can be considered populist in the sense that it represents the views of some non-elite people. But are the other shared features of this movement — addiction to conspiracy theories, indifference to the rule of law, a penchant for punishing critics — really captured by the “populist” label?

Still, the European members of this emerging alliance — an axis of evil? — have offered some real benefits to workers. Hungary’s Fidesz party has provided mortgage relief and pushed down utility prices. Poland’s Law and Justice party has increased child benefits, raised the minimum wage and reduced the retirement age. France’s National Front is running as a defender of that nation’s extensive welfare state — but only for the right people.

Trumpism is, however, different. The campaign rhetoric may have included promises to keep Medicare and Social Security intact and replace Obamacare with something “terrific.” But the emerging policy agenda is anything but populist.

All indications are that we’re looking at huge windfalls for billionaires combined with savage cuts in programs that serve not just the poor but also the middle class. And the white working class, which provided much of the 46 percent Trump vote share, is shaping up as the biggest loser.

True, we don’t yet have detailed policy proposals. But Mr. Trump’s cabinet choices show which way the wind is blowing.

Both his pick as budget director and his choice to head Health and Human Services want to dismantle the Affordable Care Act and privatize Medicare. His choice as labor secretary is a fast-food tycoon who has been a vociferous opponent both of Obamacare and of minimum wage hikes. And House Republicans have already submitted plans for drastic cuts in Social Security, including a sharp rise in the retirement age.

What would these policies do? Obamacare led to big declines in the number of the uninsured in regions that voted Trump this year, and repealing it would undo all those gains. The nonpartisan Urban Institute estimates that repeal would cause 30 million Americans — 16 million of them non-Hispanic whites — to lose health coverage.

And no, there won’t be a “terrific” replacement: Republican plans would cover only a fraction as many people as the law they would displace, and they’d be different people — younger, healthier and richer.

Converting Medicare into a voucher system would also amount to a severe benefit cut, partly because it would lead to lower government spending, partly because a significant fraction of spending would be diverted into the overhead and profits of private insurance companies. And raising the retirement age for Social Security would hit especially hard among Americans whose life expectancy has stagnated or declined, or who have disabilities that make it hard for them to continue working — problems that are strongly correlated with Trump votes.

In other words, the movement that’s about to take power here isn’t the same as Europe’s far-right movements. It may share their racism and contempt for democracy; but European populism is at least partly real, while Trumpist populism is turning out to be entirely fake, a scam sold to working-class voters who are in for a rude awakening. Will the new regime pay a political price?

Well, don’t count on it. This epic bait-and-switch, this betrayal of supporters, certainly offers Democrats a political opportunity. But you know that there will be huge efforts to shift the blame. These will include claims that the collapse of health care is really President Obama’s fault; claims that the failure of alternatives is somehow the fault of recalcitrant Democrats; and an endless series of attempts to distract the public.

Expect more Carrier-style stunts that don’t actually help workers but dominate a news cycle. Expect lots of fulmination against minorities. And it’s worth remembering what authoritarian regimes traditionally do to shift attention from failing policies, namely, find some foreigners to confront. Maybe it will be a trade war with China, maybe something worse.

Opponents need to do all they can to defeat such strategies of distraction. Above all, they shouldn’t let themselves be sucked into cooperation that leaves them sharing part of the blame. The perpetrators of this scam should be forced to own it.

 

Il vero populismo e quello falso, di Paul Krugman

New York Times 23 dicembre 2016

Individui autoritari con sentimenti ostili verso le minoranze etniche sono alla conquista del mondo occidentale. Controllano i Governi in Ungheria e in Polonia e presto prenderanno il potere in America. E si stanno coordinando oltre i confini: il Freedom Party in Austria, fondato da un personaggio con trascorsi nazisti, ha firmato un accordo con il partito al potere in Russia ed ha incontrato il consigliere scelto da Donald Trump per la sicurezza nazionale.

Ma come dovremmo definirli? Molti giornalisti stanno usando il termine ‘populista’, che sembra inadeguato ed anche fuorviante. Suppongo che il razzismo possa essere considerato populista nel senso che rappresenta il punto di vista di alcune persone che non appartengono alle classi dirigenti. Ma le altre caratteristiche condivise da questo movimento – la dipendenza da teorie cospiratorie, l’indifferenza al primato della legge, una propensione alla persecuzione di coloro che li criticano – davvero sono espresse dalla etichetta di ‘populista’?

Ancora, i componenti europei di questa emergente alleanza – un asse del male? – hanno offerto alcuni reali benefici ai lavoratori. Il Partito ungherese Fidesz ha fornito una attenuazione sui mutui e ha spinto in basso i prezzi dei servizi di generale consumo. Il Partito polacco Legge e Giustizia ha aumentato i sussidi per l’infanzia, elevato il minimo salariale e ridotto l’età pensionabile. Il Fronte Nazionale Francese si sta candidando come in difensore dell’esteso stato assistenziale di quel paese – ma soltanto per la gente giusta.

Il trumpismo, tuttavia, è diverso. La propaganda elettorale può aver riguardato promesse per mantenere inalterati Medicare e la Previdenza Sociale e per sostituire la Legge sulla assistenza sanitaria di Obama con qualcosa di “mai visto”. Ma l’agenda politica che si sta delineando è tutto meno che populista.

Tutte le indicazioni ci fanno scorgere una grande manna per i miliardari, assieme a tagli selvaggi dei programmi che sono al servizio non solo dei poveri ma anche delle classi medie. E la classe operaia bianca, che ha fornito gran parte della quota elettorale del 46 per cento di Trump, si sta rivelando il principale perdente.

È vero, non abbiamo ancora proposte politiche dettagliate. Ma le scelte per il Gabinetto di Trump mostrano dove sta soffiando il vento.

Le sue scelte, per la direzione del Bilancio e alla guida dei Servizi della Salute e della Persona, hanno entrambe il senso di smantellare la Legge sulla Assistenza Sostenibile e di privatizzare Medicare. La sua scelta come Segretario al Lavoro va verso un magnate del fast-food che è stato un esplicito oppositore sia della riforma sanitaria che del rialzo dei minimi salariali. E i repubblicani alla Camera dei Rappresentanti hanno già presentato programmi per drastici tagli alla Previdenza Sociale, incluso un brusco innalzamento dell’età pensionabile.

Cosa provocherebbero queste politiche? La riforma della sanità di Obama ha comportato una grande diminuzione nel numero dei non assicurati in regioni che hanno votato per Trump quest’anno, ed abrogarla smantellerebbe tutti quei vantaggi. L’indipendente Urban Institute stima che l’abrogazione costringerebbe 30 milioni di americani – 16 milioni dei quali bianchi non ispanici – a perdere la copertura sanitaria.

E non ci sarebbe affatto la sostituzione con qualcosa di “mai visto”: i progetti dei repubblicani coprirebbero solo una frazione delle tante persone della legge che vorrebbero sostituire, e sarebbero persone diverse – più giovani, più in salute e più ricche.

Convertire Medicare con un sistema di voucher corrisponderebbe ad un grave taglio dei sussidi, in parte perché porterebbe ad una spesa pubblica più bassa, in parte perché una quota significativa della spesa sarebbe dirottata verso le spese generali ed i profitti delle società di assicurazione private. Ed elevare l’età del pensionamento per la Previdenza Sociale sarebbe un colpo particolarmente duro tra gli americani le cui aspettative di vita hanno ristagnato o sono diminuite, o che hanno disabilità che rendono difficile la prosecuzione del lavoro – problematiche che hanno mostrato una forte attinenza con i risultati elettorali di Trump.

In altre parole, il movimento che è vicino ad occupare i posti del potere qua da noi, non è lo stesso dei movimenti della destra in Europa. Può condividere il loro razzismo e il loro disprezzo per la democrazia; ma il populismo europeo è almeno in parte vero, mentre il populismo trumpista si sta palesando interamente falso, un imbroglio rivenduto agli elettori della classe operaia ai quali toccherà un brusco risveglio.  Il nuovo regime pagherà un prezzo politico?

Ebbene, non fateci affidamento. Questo epico specchietto per le allodole, questo tradimento dei propri sostenitori, certamente offre una opportunità politica per i democratici. Ma si sa che ci saranno grandi sforzi per spostare le responsabilità. Includeranno le pretese secondo le quali il collasso della assistenza sanitaria è stato in realtà colpa del Presidente Obama; pretese secondo la quali la mancanza di alternative è in qualche modo colpa dei democratici recalcitranti; e una infinita serie di tentativi di distrarre l’opinione pubblica.

Aspettativi molte trovate del genere della Carrier [1], che non danno alcun aiuto effettivo ai lavoratori, ma occupano i notiziari. Aspettatevi una grande quantità di attacchi violenti contro le minoranze. E vale la pena di ricordare che cosa fanno tradizionalmente i regimi autoritari per distrarre l’attenzione dalle politiche fallimentari, precisamente, si trovano qualche paese straniero da combattere. Forse si tratterà di una guerra commerciale con la Cina, forse di qualcosa di peggio.

Gli oppositori avranno bisogno di fare tutto quello che possono per sconfiggere queste strategie della distrazione. Soprattutto, non dovranno consentire di essere risucchiati in una cooperazione che finisca per attribuire loro una parte delle responsabilità. Sono gli esecutori di questo imbroglio che dovrebbero essere costretti ad ammetterlo.

 

 

[1] Una società dell’Indiana che ha pattuito un ‘accordo’ con Trump che è stato presentato come un risultato ‘ante litteram’ delle sue concezioni di politica industriale, orientate ad impedire le esternalizzazioni di società americane. La sostanza è che la azienda dell’Indiana, che produce impianti di riscaldamento e condizionatori d’aria, rinuncerà a portare in Messico un terzo dei posti di lavoro che aveva minacciato, ma le sarà concesso di portarci gli altri due terzi e riceverà un bel po’ di soldi in cambio.

 

 

 

 

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