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La politica della finanza pubblica sarà realmente espansiva? (dal blog di Krugman, 18 dicembre 2016)

 

DEC 18 1:49 PM

 

Will Fiscal Policy Really Be Expansionary?

 

It’s now generally accepted that Trumpism will finally involve the kind of fiscal stimulus progressive economists have been pleading for ever since the financial crisis. After all, Republicans are deeply worried about budget deficits when a Democrat is in the White House, but suddenly become fiscal doves when in control. And there really is no question that the deficit will go up.

But will this actually amount to fiscal stimulus? Right now it looks as if Republicans are going to ram through their whole agenda, including an end to Obamacare, privatizing Medicare and block-granting Medicaid, sharp cuts to food stamps, and so on. These are spending cuts, which will reduce the disposable income of lower- and middle-class Americans even as tax cuts raise the income of the wealthy. Given the sharp distributional changes, looking just at the budget deficit may be a poor guide to the macroeconomic impact.

Given the extent to which things are in flux, I can’t put numbers on what’s likely to happen. But I was able to find matching analyses by the good folks at CBPP of tax and spending cuts in Paul Ryan’s 2014 budget, which may be a useful model of things to come.

If you leave out the magic asterisks — closing of unspecified tax loopholes — that budget was a deficit-hiker: $5.7 trillion in tax cuts over 10 years, versus $5 trillion in spending cuts. The spending cuts involved cuts in discretionary spending plus huge cuts in programs that serve the poor and middle class; the tax cuts were, of course, very targeted on high incomes.

The pluses and minuses here would have quite different effects on demand. Cutting taxes on high incomes probably has a low multiplier: the wealthy are unlikely to be cash-constrained, and will save a large part of their windfall. Cutting discretionary spending has a large multiplier, because it directly cuts government purchases of goods and services; cutting programs for the poor probably has a pretty high multiplier too, because it reduces the income of many people who are living more or less hand to mouth.

Taking all this into account, that old Ryan plan would almost surely have been contractionary, not expansionary.

Will Trumponomics be any different? It would matter if there really were a large infrastructure push, but that’s becoming ever less plausible. There will be big tax cuts at the top, but as I said, the push to dismantle the safety net definitely seems to be on. Put it all together, and it’s extremely doubtful whether we’re talking about net fiscal stimulus.

Now, you might think that someone will explain this to Trump, and that he’ll demand a more Keynesian plan. But I have two words for you: Larry Kudlow.

 

La politica della finanza pubblica sarà realmente espansiva?

Adesso è generalmente condiviso che il Trumpismo alla fine riguarderà quel genere di stimolo che gli economisti progressisti hanno implorato sin dalla crisi finanziaria. Dopo tutto, i repubblicani sono profondamente preoccupati dei deficit di bilancio quando un democratico è alla Casa Bianca, ma quando sono al potere diventano improvvisamente colombe. E in realtà non c’è dubbio che il deficit salirà.

Ma questo corrisponde effettivamente ad uno stimolo della finanza pubblica? In questo momento sembra che i repubblicani siano intenzionati a spingere su tutto il loro programma, inclusa la fine della legge sanitaria di Obama, la privatizzazione di Medicare e il finanziamento a fondo perduto di Medicaid [1], bruschi tagli agli aiuti alimentari, e via dicendo.  Questi sono tagli di spesa, che ridurranno il reddito a disposizione per gli americani delle classi più povere e medie, anche se gli sgravi fiscali eleveranno il reddito dei ricchi. Dati i duri cambiamenti redistributivi, guardare solo al deficit di bilancio per l’impatto economico, può essere una guida modesta.

Data la misura nella quale le cose sono in divenire, non posso dare cifre probabili. Ma, grazie agli ottimi individui del CBPP [2], ho potuto comparare le analisi sulle tasse e sui tagli alla spesa nella proposta di bilancio per il 2014 di Paul Ryan, che può essere un modello utile su ciò che si prepara.

Se togliete i ‘magici asterischi’ [3]  – la chiusura di non specificate elusioni fiscali – quel bilancio era un ‘escursionista’ del deficit: 5.700 miliardi di dollari di sgravi fiscali in dieci anni, contro 5.000 miliardi di dollari di tagli alle spese. I tagli alle spese riguardavano spese discrezionali in aggiunta a vasti tagli nei programmi utili ai poveri ed alle classi medie; gli sgravi fiscali, ovviamente, erano soprattutto mirati sui redditi alti.

Le aggiunte e le riduzioni in quel caso avrebbero avuto effetti abbastanza diversi sulla domanda. Tagliare le tasse sui redditi alti probabilmente ha un basso moltiplicatore; è improbabile che i ricchi abbiano limiti di contante, e risparmieranno una gran parte dei loro guadagni inattesi. Tagliare la spesa discrezionale ha un moltiplicatore elevato [4], giacché taglia direttamente acquisti statali di beni e servizi; anche tagliare i programmi per i poveri ha probabilmente un moltiplicatore abbastanza alto, perché riduce i redditi di molte persone che stanno vivendo più o meno alla giornata.

Mettendo tutto nel conto, quel vecchio programma di Ryan quasi sicuramente sarebbe stato restrittivo, non espansivo.

Sarà diversa la politica economica di Trump? Sarebbe importante se ci fosse realmente una ampia spinta sulle infrastrutture, ma sta diventando sempre meno plausibile. Ci saranno grandi sgravi fiscali al vertice ma, come ho detto, la spinta per smantellare le reti della sicurezza sociale pare ci sia con certezza. Mettete tutto assieme, ed è assolutamente dubbio che si stia ragionando di uno stimolo della finanza pubblica.

Ora, potreste ritenere che qualcuno spiegherà tutto questo a Trump, e che egli chiederà un piano più keynesiano. Nel qual caso ho due paroline per voi: Larry Kudlow [5].

 

 

[1] Finanziamento a fondo perduto significa, come è abbastanza noto, “un intervento finanziario caratterizzato dall’erogazione di un capitale del quale non si richiederà la restituzione. Ove accomunato, anche solo per i contesti di riferimento, ad interventi di finanziamento o di prestito (in genere ad interesse), si differenzia da questi poiché non solo il beneficiario non è tenuto alla corresponsione di interessi, ma può addirittura ritenere integralmente lo stesso capitale (fondo) erogatogli, che dunque l’erogante metterà a bilancio come perduto“. (Wikipedia)

WordReference–English Definition lo precisa come “Una concessione consolidata di fondi federali, originariamente allocata per programmi specifici, che un Governo Statale o locale può usare a sua discrezione per programmi come l’istruzione o lo sviluppo urbano”.

Sembra di capire che la proposta repubblicana per Medicaid, ovvero per il programma assistenziale sanitario per le persone indigenti, avrebbe il senso di trasformare un programma definitivo, con una struttura finanziaria precisa e reiterata nel tempo, in un contenitore di interventi straordinari dipendenti da determinazioni variabili nel tempo.

[2] Sta per Center on Budget and Policy Priorities (Centro per il Bilancio e le Priorità programmatiche).

[3] Nelle sue proposte di Bilancio, Ryan utilizzava abbondantemente il metodo del rinvio nella determinazione di miracolosi risparmi ad asterischi che non spiegavano niente.

[4] In questo caso in moltiplicatore negativo, ovviamente.

[5] Commentatore, personaggio televisivo ed analista economico della destra. Pare che sia in corso di nomina come Presidente del Consiglio dei Consulenti economici, un caso unico per quella carica, considerato che per la prima volta si tratterebbe di un Presidente sprovvisto di una laurea in Economia. La nomina viene considerata il segno di un ritorno in grande stile alla ‘politica economica dal lato dell’offerta’. (Atlantic)

 

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