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L’arte del raggiro, di Paul Krugman (New York Times 5 dicembre 2016)

 

The Art of the Scam

Paul Krugman DEC. 5, 2016

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Remember Donald Trump’s tax returns? It was unheard-of for a presidential candidate to refuse to release returns, since doing so strongly suggests that he has something to hide. And at first the Trump campaign offered excuses, claiming that the returns would eventually be made available once an I.R.S. audit was done, or something. But at this point it’s apparent that Mr. Trump believed, correctly, that he could violate all the norms, stonewall on even the most basic disclosure, and pay no political price.

Indeed, it’s clear that Hillary Clinton was in effect punished for her financial transparency, while Mr. Trump was rewarded for his practice of revealing nothing about how he makes money.

And as a result, we can expect radical lack of transparency to be standard operating procedure in the new administration. In fact, it has already started.

Take, for example, the budget process. Normally, an incoming administration issues a fiscal plan conveying its priorities soon after taking office. But as the budget expert Stan Collender notes, there are strong indications that the Trump administration will ignore this precedent (and, possibly, the law) and simply refuse to offer any explanation of how its proposals are supposed to add up. All we’ll get, probably, are assurances that it’s going to be great, believe me.

True, we don’t yet know for sure that there will be no budget. But it’s already clear that bait-and-switch — big but empty promises, completely lacking in detail — will be central to Republican strategy on one key issue: the future of health coverage for millions of Americans.

The background: Back in 2010 President Obama and the short-lived Democratic majority in Congress passed the Affordable Care Act with zero G.O.P. support. Ever since, Republicans have promised to repeal the law as soon as they had a chance, replacing it with something much better. Strange to say, however, they have never described what their replacement would look like.

And I don’t mean that they haven’t spelled out all the details. Almost seven years after Obamacare was enacted, Republicans haven’t offered even the broad outline of a health reform plan. Why not?

Actually, there’s no mystery here. While many Americans say they disapprove of Obamacare, large majorities approve of the things the Affordable Care Act does, notably ensuring that people with pre-existing medical conditions can still buy insurance. And there’s no way to achieve these things without either a major expansion of government health programs — hardly a Republican priority — or something very much like the law Democrats passed.

Worse yet, from the Republican point of view, Obamacare has worked. It’s not perfect, by a long shot, but the number of uninsured Americans has plummeted to its lowest level in history. And Americans newly insured thanks to Obamacare are highly satisfied with their coverage.

So what can the G.O.P. offer as an alternative? We know what Republicans want: a free-for-all in which insurance companies can discriminate as they like, with minimal regulation and drastic cuts in government aid. Going there would, however, cause millions of Americans — many of them people who voted for Trump, believing that their recent gains were safe — to lose coverage. The political blowback would be terrible.

Yet failing to repeal Obamacare would also bring heavy political costs. So the emerging Republican health care strategy, according to news reports, is “repeal and delay” — vote to kill Obamacare, but with the effective date pushed back until after the 2018 midterm elections. By then, G.O.P. leaders promise, they’ll have come up with the replacement they haven’t been able to devise over the past seven years.

There will, of course, be no replacement. And there’s likely to be chaos in health care markets well before Obamacare’s official expiration date, as insurance companies exit markets they know will soon collapse. But the political thinking seems to be that they can find a way to blame Democrats for the debacle.

It’s all very Trumpian, if you think about it. An honest memoir of the president-elect’s business career would be titled “The art of the scam.” After all, his hallmark has been turning a profit on failed business projects, because he finds a way to leave other people holding the bag.

In this case, the effort to replace Obamacare will clearly fail miserably in terms of serving the American people, perhaps especially the white working-class voters who backed Mr. Trump. But it could nonetheless be a political success if the public can be convinced to blame the wrong people.

You might think that this would be impossible, given the obviousness of the ploy. But given what we’ve seen so far, you have to take seriously the possibility that they’ll get away with it.

 

L’arte del raggiro, di Paul Krugman

New York Times 5 dicembre 2016

Vi ricordate la dichiarazione dei redditi di Donald Trump? Non era mai successo che un candidato alla Presidenza si rifiutasse di render nota la sua dichiarazione dei redditi, dal momento che un tale comportamento indica una forte probabilità che abbia qualcosa da nascondere. E agli inizi la campagna elettorale di Trump accampava delle scuse, sostenendo che le dichiarazioni sarebbero alla fine diventate disponibili una volta che fosse conclusa l’audizione presso la Agenzia delle Entrate [1], o qualcosa del genere. Ma a questo punto è evidente che Trump pensava, fondatamente, che poteva violare tutte le regole, resistere anche alle più elementari rivelazioni, senza pagare alcun prezzo politico.

In effetti, è chiaro che Hillary Clinton è stata punita per la sua trasparenza finanziaria, mentre Trump è stato premiato per la sua pratica di non rivelare niente su come fa soldi.

E di conseguenza, possiamo aspettarci una radicale mancanza di trasparenza ad operare secondo le procedure consuete nella nuova Amministrazione. Tale fenomeno, di fatto, è già cominciato.

Si prenda, per esempio, la procedura del bilancio. Normalmente, una Amministrazione che si insedia, subito dopo essere entrata in carica, pubblica un programma di finanza pubblica illustrando le sue priorità. Ma, come osserva l’esperto di bilanci Stan Collender, ci sono forti indizi che l’Amministrazione Trump ignorerà questi precedenti (e, forse, la legge) e semplicemente si rifiuterà di offrire alcuna spiegazione di come si suppone che quadrino le sue proposte. Tutto quello che otterremo, potete credermi, sono probabilmente assicurazioni che le cose andranno a gonfie vele.

È vero, non sappiamo ancora con certezza che non ci sarà alcun bilancio. Ma è già chiaro che gli specchietti per le allodole – promesse roboanti ma vuote, con assenza completa di dettagli – saranno la caratteristica fondamentale della strategia repubblicana su un tema principale: la assistenza sanitaria futura per milioni di americani.

Gli antefatti: nel passato 2010 il Presidente Obama e la maggioranza democratica di breve durata nel Congresso approvò la Legge sulla Assistenza Sostenibile con nessun sostegno da parte dei repubblicani. Da allora, i repubblicani hanno promesso che avrebbero abrogato la legge appena ne avessero avuto una possibilità, sostituendola con qualcosa di molto migliore. Strano a dirsi, tuttavia, essi non hanno mai specificato in cosa tale sostituzione sarebbe consistita.

E non intendo dire che essi non hanno mai dettagliato tutti i particolari. A sette anni di distanza da quando la riforma sanitaria di Obama venne approvata, i repubblicani non hanno offerto neppure un abbozzo generale di un piano di riforma sanitaria. Perché non l’hanno fatto?

In questo caso, per la verità, non c’è alcun mistero. Mentre molti americani dicono di non approvare la riforma sanitaria di Obama, una ampia maggioranza approva le cose che la Legge sulla Assistenza Sostenibile ha introdotto, in particolare la garanzia che le persone con preesistenti problemi sanitari possano tuttavia acquistare l’assicurazione. E non c’è modo di ottenere queste cose senza o una importante espansione dei programmi di governo della sanità – che non sono certo una priorità repubblicana – o qualcosa di molto simile alla legge che venne approvata dai democratici.

Le cose, da un punto di vista repubblicano, sono andate ancora peggio, perché la riforma di Obama ha funzionato. Essa non è perfetta, sarebbe un azzardo sostenerlo, ma il numero dei non assicurati è crollato ai livelli più bassi della storia. E gli americani che si sono assicurati di recente grazie alla riforma di Obama sono assai soddisfatti della loro assistenza.

Dunque, che cosa può offrire il Partito Repubblicano come alternativa? Sappiamo cosa vogliono i repubblicani: un ‘tutti contro tutti’ nel quale le società assicuratrici possano discriminare come vogliono, con regole minime e tagli drastici agli aiuti pubblici. Andare in quella direzione, tuttavia, farebbe perdere la copertura assicurativa a milioni di americani – molte delle persone che hanno votato per Trump, credendo che i loro recenti miglioramenti fossero al sicuro. Il contraccolpo politico sarebbe tremendo.

Tuttavia, anche il non riuscire ad abrogare la riforma di Obama comporterebbe pesanti costi politici. Dunque, la più recente strategia repubblicana in materia di assistenza sanitaria, secondo i resoconti giornalistici, sarebbe “abrogare e rinviare” – votare per liquidare la riforma, ma con la data effettiva posticipata a dopo le elezioni di medio termine del 2018. A quel punto, promettono i dirigenti repubblicani, essi verranno fuori con la sostituzione che non sono stati capaci di concepire nei sette anni passati.

Non ci sarà, naturalmente, alcuna sostituzione. Ed è probabile che ci sia un caos nei mercati della assistenza sanitaria ben prima della data ufficiale di scadenza della riforma di Obama, dal momento che con l’uscita delle società assicuratrici i mercati saranno coscienti di un prossimo collasso. Ma la pensata politica pare sia che potranno trovare un modo per incolpare i democratici per la débâcle.

Se ci pensate, è tutto molto nello stile di Trump. Un onesto resoconto della carriera affaristica del Presidente eletto potrebbe essere intitolato “L’arte del raggiro”. Dopo tutto, il suo segno distintivo è stato fare profitti su progetti economici falliti, poiché trova sempre un modo di lasciare ad altri il peso delle conseguenze.

In questo caso, lo sforzo di sostituire la riforma sanitaria di Obama chiaramente fallirà miseramente quanto a utilità per la popolazione americana, in particolare forse per gli elettori della classe lavoratrice bianca che ha appoggiato Trump. Ma potrebbe nondimeno essere un successo politico se l’opinione pubblica potrà essere convinta a dare la colpa alle persone sbagliate.

Potreste ritenere che sia una cosa impossibile, data l’evidenza dell’espediente. Ma considerato quello che abbiamo visto sino a questo punto, si deve considerare seriamente la possibilità che la facciano franca.

 

 

[1] L’Internal Revenue Service è il Servizio che si occupa della riscossione delle entrate fiscali.

 

 

 

 

 

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