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Le elezioni corrotte, di Paul Krugman (New York Times 12 dicembre 2016)

 

The Tainted Election

Paul Krugman DEC. 12, 2016

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The C.I.A., according to The Washington Post, has now determined that hackers working for the Russian government worked to tilt the 2016 election to Donald Trump. This has actually been obvious for months, but the agency was reluctant to state that conclusion before the election out of fear that it would be seen as taking a political role.

Meanwhile, the F.B.I. went public 10 days before the election, dominating headlines and TV coverage across the country with a letter strongly implying that it might be about to find damning new evidence against Hillary Clinton — when it turned out, literally, to have found nothing at all.

Did the combination of Russian and F.B.I. intervention swing the election? Yes. Mrs. Clinton lost three states – Michigan, Wisconsin, and Pennsylvania – by less than a percentage point, and Florida by only slightly more. If she had won any three of those states, she would be president-elect. Is there any reasonable doubt that Putin/Comey made the difference?

And it wouldn’t have been seen as a marginal victory, either. Even as it was, Mrs. Clinton received almost three million more votes than her opponent, giving her a popular margin close to that of George W. Bush in 2004.

So this was a tainted election. It was not, as far as we can tell, stolen in the sense that votes were counted wrong, and the result won’t be overturned. But the result was nonetheless illegitimate in important ways; the victor was rejected by the public, and won the Electoral College only thanks to foreign intervention and grotesquely inappropriate, partisan behavior on the part of domestic law enforcement.

The question now is what to do with that horrifying knowledge in the months and years ahead.

One could, I suppose, appeal to the president-elect to act as a healer, to conduct himself in a way that respects the majority of Americans who voted against him and the fragility of his Electoral College victory. Yeah, right. What we’re actually getting are wild claims that millions of people voted illegally, false assertions of a landslide, and denigration of the intelligence agencies.

Another course of action, which you’ll see many in the news media taking, is to normalize the incoming administration, basically to pretend that everything is O.K. This might — might — be justified if there were any prospect of responsible, restrained behavior on the part of the next president. In reality, however, it’s clear that Mr. Trump — whose personal conflicts of interest are unprecedented, and quite possibly unconstitutional — intends to move U.S. policy radically away from the preferences of most Americans, including a pronounced pro-Russian shift in foreign policy.

In other words, nothing that happened on Election Day or is happening now is normal. Democratic norms have been and continue to be violated, and anyone who refuses to acknowledge this reality is, in effect, complicit in the degradation of our republic. This president will have a lot of legal authority, which must be respected. But beyond that, nothing: he doesn’t deserve deference, he doesn’t deserve the benefit of the doubt.

And when, as you know will happen, the administration begins treating criticism as unpatriotic, the answer should be: You have to be kidding. Mr. Trump is, by all indications, the Siberian candidate, installed with the help of and remarkably deferential to a hostile foreign power. And his critics are the people who lack patriotism?

Will acknowledging the taint on the incoming administration do any good? Maybe it will stir the consciences of at least a few Republicans. Remember, many, though not all, of the things Mr. Trump will try to do can be blocked by just three Republican senators.

Politics being what it is, moral backbones on Capitol Hill will be stiffened if there are clear signs that the public is outraged by what is happening. And there will be a chance to make that outrage felt directly in two years — not just in congressional elections, but in votes that will determine control of many state governments.

Now, outrage over the tainted election past can’t be the whole of opposition politics. It will also be crucial to maintain the heat over actual policies. Everything we’ve seen so far says that Mr. Trump is going to utterly betray the interests of the white working-class voters who were his most enthusiastic supporters, stripping them of health care and retirement security, and this betrayal should be highlighted.

But we ought to be able to look both forward and back, to criticize both the way Mr. Trump gained power and the way he uses it. Personally, I’m still figuring out how to keep my anger simmering — letting it boil over won’t do any good, but it shouldn’t be allowed to cool. This election was an outrage, and we should never forget it.

 

Le elezioni corrotte, di Paul Krugman

New York Times 12 dicembre 2016

 La CIA, secondo il Washington Post, adesso è arrivata alla conclusione che gli hacker al servizio del Governo russo hanno operato per far pendere le elezioni del 2016 a vantaggio di Donald Trump. Questo era evidente da mesi, ma l’agenzia era riluttante ad enunciare quella conclusione prima delle elezioni, nel timore che sarebbe stata considerata come la assunzione di un ruolo politico.

Nel frattempo, 10 giorni prima delle elezioni, l’FBI, occupando i titoli dei giornali e i resoconti televisivi in tutto il paese, ha pubblicato una lettera che alludeva in modo pesante alla possibilità di aver trovato nuove prove schiaccianti di colpevolezza per Hillary Clinton – mentre si è poi chiarito, senza possibilità di dubbio, che non si era trovato un bel niente.

Ha spostato i risultati elettorali la combinazione dell’intervento dei russi e dell’FBI? Senza dubbio. La Clinton ha perso in tre Stati – il Michigan, il Wisconsin e la Pennsylvania – per meno di un punto percentuale, e la Florida per poco di più. Se avesse vinto in uno qualsiasi di quei tre Stati, sarebbe stata la Presidente eletta. C’è qualche ragionevole dubbio che Putin e Comey abbiano fatto la differenza?

E non sarebbe neanche stata una vittoria marginale. Persino per come è andata, la Clinton ha ricevuto quasi tre milioni di voti popolari in più del suo contendente, con un margine nel voto popolare vicino a quello che George W. Bush ebbe nel 2004.

Dunque sono state elezioni viziate. Non rubate, per quanto si può dire, nel senso che i voti sono stati contati in modo sbagliato e il risultato è stato ribaltato. Nondimeno, il risultato era illegittimo per aspetti rilevanti; il vincitore era stato respinto dall’opinione pubblica e si è aggiudicato il Collegio Elettorale soltanto grazie ad un intervento straniero e ad un comportamento grottescamente scorretto da parte di responsabili nazionali dell’applicazione della legge.

La domanda adesso è cosa fare nei mesi e negli anni a venire con queste terrificanti informazioni.

Si potrebbe, suppongo, fare appello ad un ruolo conciliatore del Presidente eletto, affinché si comporti in un modo che rispetti la maggioranza degli americani che gli hanno votato contro e la fragilità della sua vittoria nel Collegio Elettorale. Sì, figuriamoci! Quello che per la verità stiamo ottenendo sono pretese forsennate secondo le quali milioni di persone avrebbero votato illegalmente, false asserzioni su una vittoria schiacciante e denigrazioni verso l’agenzia di intelligence.

Un’altra strada sarebbe assumere l’iniziativa, come faranno in molti nei media dell’informazione, per normalizzare l’Amministrazione in arrivo, fondamentalmente per far finta che sia tutto a posto. Questo potrebbe – solo potrebbe – essere giustificato se ci fosse da parte del prossimo Presidente una qualche prospettiva di un comportamento responsabile e misurato. In realtà è comunque chiaro che Trump – i cui conflitti di interesse sono senza precedenti, ed assai probabilmente non costituzionali – intende allontanare radicalmente la politica degli Stati Uniti dalle preferenze della maggioranza degli americani, compreso un marcato spostamento a favore della Russia in politica estera.

In altre parole, niente di quanto è avvenuto nel Giorno delle Elezioni o sta avvenendo adesso è normale. Le regole democratiche sono state e continuano ad essere violate, e chiunque si rifiuti di riconoscere questa realtà, in effetti, è complice del degrado della nostra repubblica. Questo Presidente avrà molta autorità che gli deriva dalla legge, che deve essere rispettata. Ma oltre a ciò niente altro; egli non merita rispetto e non merita neanche il beneficio del dubbio.

E quando, come avverrà, l’Amministrazione comincerà a trattare le critiche come non patriottiche, la risposta dovrebbe essere: voi state scherzando. Trump è, da tutti i punti di vista, il ‘candidato siberiano’, in carica in virtù dell’aiuto di una potenza straniera ostile e ad essa in modo ragguardevole deferente. E i suoi critici sarebbero le persone che difettano di patriottismo?

Il riconoscimento del disonore della prossima Amministrazione porterà qualcosa di positivo? Può darsi che metterà in movimento le coscienze almeno di pochi repubblicani. Si ricordi, molte, per quanto non tutte, le cose che Trump cercherà di fare potranno essere bloccate con il voto di solo tre senatori repubblicani.

Essendo la politica quello che è, molte spine dorsali a Capitol Hill saranno rese moralmente più diritte se ci saranno chiari segni che l’opinione pubblica è scandalizzata da quello che sta avvenendo. E ci sarà la possibilità di far chiaramente percepire quella indignazione in due anni – non solo nelle elezioni congressuali, ma nei voti che determineranno il controllo di molti Governi degli Stati.

Ora, l’indignazione per le passate elezioni sporche non potrà essere tutta la politica dell’opposizione.  Sarà anche fondamentale mantenere la pressione sulle politiche effettive. Tutto quello che abbiamo visto sino ad oggi ci dice che Trump è orientato a tradire completamente gli interessi degli elettori della classe lavoratrice bianca che sono stati i suoi sostenitori più entusiasti, spogliandoli della assistenza sanitaria e della sicurezza previdenziale, e questo tradimento dovrà essere ben evidenziato.

Ma dovremmo essere capaci di guardare sia avanti che indietro, criticare sia il modo in cui Trump ha preso il potere che il modo in cui lo usa. Personalmente, cerco comunque di immaginarmi come far ribollire la mia rabbia – consentire che essa trabocchi non farebbe alcun bene, ma neanche si dovrebbe permettere che si raffreddi. Queste elezioni sono state uno scandalo, e non dovremmo mai dimenticarcene.

 

 

 

 

 

 

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