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Le illusioni sanitarie di Donald Trump, di Paul Krugman (New York Times 13 gennaio 2017)

 

Donald Trump’s Medical Delusions

Paul Krugman JAN. 13, 2017

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Thanks, Comey.

The Justice Department’s inspector general is now investigating the way the F.B.I. director conveyed the false impression of an emerging Clinton scandal just days before the election, even as he said nothing about ongoing investigations into Russian intervention and possible collusion with the Trump campaign. That action very probably installed Donald Trump in the White House. And it’s already obvious that the incoming commander in chief will be a walking, tweeting ethical disaster.

On the other hand, he’s also dangerously delusional about policy.

Some Republicans appear to be realizing that their long con on Obamacare has reached its limit. Chanting “repeal and replace” may have worked as a political strategy, but coming up with a conservative replacement for the Affordable Care Act — one that doesn’t take away coverage from tens of millions of Americans — isn’t easy. In fact, it’s impossible.

But it seems that nobody told Mr. Trump. In Wednesday’s news conference, he asserted that he would submit a replacement plan, “probably the same day” as Obamacare’s repeal — “could be the same hour” — that will be “far less expensive and far better”; also, with much lower deductibles.

This is crazy, on multiple levels.

The truth is that even if Republicans were settled on the broad outlines of a health care plan — the way Democrats were when President Obama took office — turning such an outline into real legislation is a time-consuming process.

In any case, however, the G.O.P. has spent seven years denouncing the Affordable Care Act without ever producing even the ghost of an alternative. That’s not going to change in the next few weeks, or ever. For the anti-Obamacare campaign has always been based on lies that can’t survive actual repeal.

A prime example is the pretense that health reform hasn’t helped anyone. “Things are only getting worse under Obamacare,” declared Paul Ryan, the speaker of the House, last week. Yet the reality is that there has been a dramatic reduction in the number of Americans without insurance since reform went into effect — and an overwhelming majority of those covered by the new health exchanges are satisfied with their coverage.

How have Republicans nonetheless been able to get away with this lie? Part of the answer is that many of the newly insured don’t know that they’re being covered via Obamacare, or at any rate don’t realize that they will lose coverage if it’s repealed.

But that will change if repeal proceeds. For example, the percentage of nonelderly white adults without insurance fell by almost half from 2010 to 2016, from 16.4 to 8.7, a gain surely concentrated in the Trump-supporting white working class. Repeal would send that number right back up, and there would be no hiding the damage.

Meanwhile, Republicans have made hay over this year’s increase in insurance premiums. But this looks very much like a one-time adjustment; and the broader picture is that health costs have actually gone up much more slowly since Obamacare was enacted than they did before, in part due to the law’s cost-control features, which have worked far better than most expected.

And if the Affordable Care Act is killed, myths about its costs will be replaced by the reality of soaring bills for millions of Americans who don’t realize how much the act has helped them.

But won’t Trumpcare solve all these problems, by offering something much better and cheaper? Not a chance.

Republicans don’t have a health care plan, but they do have a philosophy — and it’s all about less. Less regulation, so that insurers can turn you down if you have a pre-existing condition. Less government support, so if you can’t afford coverage, too bad. And less coverage in general: Republican ideas about cost control are all about “skin in the game,” requiring people to pay more out of pocket (which somehow doesn’t stop them from complaining about high deductibles).

Implementing this philosophy would deliver a big windfall to the wealthy, who would get a huge tax cut from Obamacare repeal, and it would mean lower premiums for a relatively small number of currently healthy individuals — especially if they’re rich enough that they don’t need to worry about high deductibles.

But the idea that it would lead to big cost savings over all is pure fantasy, and it would have a devastating effect on the millions who have gained coverage during the Obama years.

As I said, it looks as if some Republicans realize this. They may go ahead with repeal-but-don’t-replace anyway, but they’ll probably do it because they believe they can find some way to blame Democrats for the ensuing disaster.

Mr. Trump, on the other hand, gives every impression of having no idea whatsoever what the issues are. But then, is there any area of policy where he does?

 

Le illusioni sanitarie di Donald Trump, di Paul Krugman

New York Times 13 gennaio 2017

Grazie Comey.

L’ispettore generale del Ministero della Giustizia ha adesso aperto un’indagine sul modo in cui il Direttore dell’FBI ha generato la falsa sensazione di un apparente scandalo della Clinton a pochi giorni dalle elezioni, pur non facendo cenno sulle indagini in corso sull’intervento russo e sulla possibile collusione con la campagna elettorale di Trump. È molto probabile che quella iniziativa abbia portato Trump alla Casa Bianca. Ed è già evidente che il ‘comandante in capo’ in arrivo sarà una sciagura dal punto di vista etico; una sciagura itinerante e cinguettante, con i suoi tweet.

Per altro verso, riguardo alla politica, è anche pericolosamente illusorio.

Sembra che alcuni repubblicani stiano comprendendo che il loro lungo imbroglio sulla riforma dell’assistenza di Obama è arrivato al capolinea. Gli slogan sull’ “abrogare e sostituire” possono aver funzionato come una strategia politica, ma improvvisare una sostituzione della riforma sulla Assistenza Sostenibile con una legge conservatrice – che non porti via la copertura assicurativa a decine di milioni di americani – non è facile. Di fatto è impossibile.

Eppure sembra che nessuno l’abbia riferito a Trump. Nella conferenza di mercoledì, egli ha sostenuto che metterà sul tavolo un ‘programma sostitutivo’, “probabilmente lo stesso giorno” dell’abrogazione della riforma di Obama – “magari la stessa ora” – che sarà “molto meno costoso e di gran lunga migliore”; in aggiunta, con pagamenti di tasca propria molto più bassi [1].

Questo è pazzesco, da molti punti di vista.

La verità è che anche se i repubblicani stessero per decidere i contorni di un programma di assistenza sanitaria – nello stesso modo in cui fecero i democratici quando il Presidente Obama entrò in carica – trasferire tali orientamenti in una legge effettiva richiederà molto tempo.

In ogni caso, comunque, il Partito Repubblicano ha speso sette anni a denunciare la Legge sulla Assistenza Sostenibile senza mai produrre neppure lo straccio di una alternativa. Non è una situazione destinata a cambiare nelle prossime settimane, e neanche in seguito. Perché la campagna contro la riforma di Obama si è sempre basata su bugie che non sopravviverebbero ad una abrogazione effettiva.

Un primo esempio è la pretesa che la riforma sanitaria non abbia aiutato nessuno. “Con la riforma di Obama le cose sono soltanto peggiorate”, ha dichiarato la scorsa settimana il Presidente della Camera dei Rappresentanti Paul Ryan. Tuttavia la realtà è che c’è stata una spettacolare riduzione del numero di americani senza assicurazione dal momento in cui la riforma è entrata in funzione – ed una schiacciante maggioranza di coloro che hanno trovato l’assistenza presso le nuove “borse” sanitarie [2]  sono soddisfatte per la loro copertura assicurativa.

Come potranno i repubblicani essere capaci, ciò nonostante, di farla franca con la loro bugia? In parte la risposta consiste nel fatto che molti dei nuovi assicurati non sanno che sono assistiti per effetto della riforma di Obama, o in ogni caso non comprendono che perderanno la loro assistenza se essa sarà abrogata.

Ma tutto questo cambierà se l’abrogazione va avanti. Ad esempio, la percentuale di bianchi adulti non anziani senza assicurazione è scesa di quasi la metà dal 2010 al 2016, dal 16,4 all’8,7 per cento, un miglioramento di sicuro concentrato tra i lavoratori bianchi che hanno sostenuto Trump. L’abrogazione rialzerebbe quella percentuale, e non ci sarebbe modo alcuno per nascondere il danno.

Nel frattempo, i repubblicani hanno approfittato dell’occasione degli aumenti delle polizze assicurative di quest’anno. Ma sembra molto probabile che si sia trattato di una correzione temporanea; e il quadro più generale è che i costi sanitari sono cresciuti molto più lentamente dal momento in cui è stata approvata la riforma di Obama che non in precedenza, in parte a seguito delle forme peculiari di controllo dei costi inserite nella legge, che hanno funzionato molto meglio di quanto ci si aspettasse.

E se la Legge sulla Assistenza Sostenibile viene liquidata, i miti sui suoi costi verranno sostituiti dalla realtà di conti che saliranno alle stelle per i milioni di americani che sono si sono resi conto di quanto la legge li abbia aiutati.

Ma la riforma di Trump non risolverà tutti questi problemi, offrendo qualcosa di molto migliore e più conveniente? È una possibilità che non esiste.

I repubblicani non hanno un piano di assistenza sanitaria, ma hanno una filosofia – e riguarda per intero il segno meno. Meno regolamentazione, di modo che gli assicuratori possano scaricarvi se avete problemi di salute preesistenti. Meno sostegno pubblico, cosicché se non potete permettervi l’assicurazione, peggio per voi. E in generale meno assistenza: le idee dei repubblicani sul controllo dei costi si risolvono tutte negli “interessi in gioco”, per cui si chiede alla gente di pagare di più di tasca propria (il che in qualche modo non impedisce loro di lamentarsi delle alte spese non rimborsate).

Mettere in atto questa filosofia consegnerebbe una manna inattesa ai ricchi, che dalla abrogazione della riforma di Obama otterrebbero grandi sgravi fiscali, e significherebbe polizze più basse per un numero relativamente modesto di individui attualmente ricchi – specialmente se sono ricchi abbastanza da non preoccuparsi di elevate spese non rimborsabili.

Ma soprattutto l’idea che questo comporterebbe grandi risparmi nei costi è pura fantasia, e avrebbe un effetto devastante sui milioni di persone che hanno trotto vantaggio dalla copertura assicurativa durante gli anni di Obama.

Come ho detto, sembra che alcuni repubblicani lo comprendano. Può darsi che essi procedano con l’idea di abrogare non rimpiazzando la legge in alcun modo, ma se lo faranno dipenderà dal fatto che credono di poter trovare qualche modo per dar la colpa ai democratici del conseguente disastro.

D’altra parte, Trump dà assolutamente l’impressione di non avere nessunissima idea di ciò che questi temi comportano. Ma, infine, c’è un qualche settore della politica nel quale dà l’impressione di capire alcunché?

 

 

 

[1] Per “deductible”, nel linguaggio assicurativo americano, si intendono quelle somme che devono essere pagate dal cliente, prima che la assicurazione abbia pagato alcuna spesa (dunque, sono deducibili dal punto di vista della assicurazione, non dell’assistito. Un concetto praticamente opposto a quello della ‘deducibilità fiscale’).

Sono, dunque, in genere clausole previste nei contratti e sono tipicamente relative a categorie di piccole spese. Lo scopo della assicurazione è concentrarsi negli eventi sanitari principali e risparmiare sugli eventi più numerosi e ordinari, sul loro costo e sulla loro inferiore contrattabilità. Di conseguenza, quando nei contratti sono previsti “deductibles” elevati, di norma il costo della polizza assicurativa è minore; quando invece i “deductibles” sono bassi, la polizza assicurativa è più cara.

[2] Si tratta in generale di siti informatici dove i cittadini acquisiscono notizie sulle varie offerte assicurative e sui loro eventuali diritti ai sussidi; quindi luoghi nei quali si producono ‘scambi’ che hanno per oggetto la copertura assistenziale. Come ‘borse’ della sanità (“exchange” significa anche questo, cioè luoghi dello scambio).

 

 

 

 

 

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