FEB 18 10:46 AM
The WSJ reports that the Trump administration’s budget planning assumes very high economic growth over the next decade — between 3 and 3.5 percent annually. How was this number arrived at? Basically, they worked backwards, assuming the growth they needed to make their budget numbers add up. Credibility!
But the purpose of this post is mainly to explain why such a number is implausible — not impossible, but not something that should be anyone’s central forecast.
The claimed returns to Trumpnomics are close to the highest growth rates we’ve seen under any modern administration. Real GDP grew 3.4 percent annually under Reagan; it grew 3.7 percent annually under Clinton (shhh — don’t tell conservatives.) But there are fundamental reasons to believe that such growth is unlikely to happen now.
First, demography: Reagan took office with baby boomers — and women — still entering the work force; these days baby boomers are leaving. Here’s UN data on the 5-year growth rate of the population aged 20-64, a rough proxy for those likely to seek work:
Just on demography alone, then, you’d expect growth to be around a percentage point lower than it was under Reagan.
Furthermore, while Trump did not, in fact, inherit a mess, both Reagan and Clinton did — in the narrow sense that both came into office amid depressed economies, with unemployment above 7 percent:
This meant a substantial amount of slack to be taken up when the economy returned to full employment. Rough calculation: 2 points of excess unemployment means 4 percent output gap under Okun’s Law, which means 0.5 percentage points of extra growth over an 8-year period.
So even if you (wrongly) give Reagan policies credit for the business cycle recovery after 1982, and believe (wrongly) that Trumponomics is going to do wonderful things for incentives a la Reagan, you should still be expecting growth of 2 percent or under.
Now, maybe something awesome will happen: either driverless or flying cars will transform everything, whatever. But you shouldn’t be counting on it.
Lo scenario roseo di Trump
Il Wall Street Journal scrive che il bilancio programmatico della Amministrazione Trump ipotizza che la crescita dell’economia sarà molto elevata nel prossimo decennio – tra il 3 e il 3,5 per cento all’anno. Come si è arrivati a questo numero? Fondamentalmente, l’hanno elaborato al rovescio, ipotizzando la crescita di cui avevano bisogno per far tornare i numeri del loro bilancio. A proposito di credibilità!
Ma lo scopo di questo post è principalmente spiegare perché un tale numero non sia plausibile – non impossibile, ma qualcosa che non dovrebbe essere la previsione essenziale per nessuno.
I rendimenti pretesi della economia di Trump sono prossimi ai tassi di crescita più elevati che abbiamo visto sotto qualsiasi Amministrazione nei tempi recenti. Il PIL reale crebbe del 3,4 per cento sotto Reagan; crebbe del 3,7 per cento all’anno sotto Clinton (ma silenzio – non ditelo ai conservatori!). Ma ci sono ragioni di fondo per ritenere che tale crescita sia improbabile oggi.
In primo luogo la demografia: Reagan entrò in carica con la generazione della crescita demografica – e le donne – che stavano ancora entrando nella forza lavoro; questi giorni quella generazione sta terminando. Ecco i dati delle Nazioni Unite sui tassi di crescita nel corso dei quinquenni della popolazione tra i 20 ed i 64 anni, approssimativamente un indice di coloro che è probabile cerchino lavoro:
Solo per la demografia, dunque, ci si aspetterebbe che la crescita sia circa un punto percentuale più bassa di quello che fu sotto Reagan.
Inoltre, mentre non è stato il caso di Trump, sia Reagan che Clinton di fatto ereditarono disastri – semplicemente nel senso che entrarono entrambi in carica nel mezzo di economie depresse, con una disoccupazione superiore al 7 per cento:
Questo comportò una dose sostanziale di fiacchezza da assorbire quando l’economia tornava alla piena occupazione. Un calcolo grossolano: 2 punti di disoccupazione in eccesso comporta, per la legge di Okun [1], un 4 per cento di scarto nella produzione, il che significa 0,5 punti percentuali di crescita aggiuntiva in un periodo di 8 anni.
Dunque, persino se date alle politiche di Reagan (erroneamente) il merito della ripresa del ciclo economico dopo il 1982, e credete (sempre erroneamente) che l’economia di Trump sia destinata a fare cose meravigliose per gli incentivi del tipo di quelli di Reagan, dovreste ancora aspettarvi una crescita del 2 per cento o inferiore.
Ora, forse accadrà qualcosa di eccezionale: le macchine senza guidatore o le macchine volanti trasformeranno tutto, qualcosa del genere. Ma non dovreste farci affidamento.
[1] La Legge di Okun, che prende il nome dall’economista Arthur Melvin Okun (che la propose nel 1962) è una legge empirica che associa ad ogni punto aggiuntivo di disoccupazione ciclica (differenza tra tasso di disoccupazione naturale e disoccupazione totale), 2 punti percentuali di gap di produzione.
By mm
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