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I fatti sono nemici del popolo, di Paul Krugman (New York Times 13 marzo 2017)

 

Facts Are Enemies of the People

Paul Krugman MARCH 13, 2017

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The U.S. economy added 10.3 million jobs during President Obama’s second term, or 214,000 a month. This brought the official unemployment rate below 5 percent, and a number of indicators suggested that by late last year we were fairly close to full employment. But Donald Trump insisted that the good news on jobs was “phony,” that America was actually suffering from mass unemployment.

Then came the first employment report of the Trump administration, which at 235,000 jobs added looked very much like a continuation of the previous trend. And the administration claimed credit: Job numbers, Mr. Trump’s press secretary declared, “may have been phony in the past, but it’s very real now.”

Reporters laughed — and should be ashamed of themselves for doing so. For it really wasn’t a joke. America is now governed by a president and party that fundamentally don’t accept the idea that there are objective facts. Instead, they want everyone to accept that reality is whatever they say it is.

So we’re just supposed to believe the president if he says, falsely, that his inauguration crowd was the biggest ever; if he claims, ludicrously, that millions of votes were cast illegally for his opponent; if he insists, with no evidence, that his predecessor tapped his phones.

And it’s not just about serving one man’s vanity. If you want to see how this attitude can hurt millions of people, consider the state of play on health care reform.

Obamacare has led to a sharp decline in the number of Americans without health insurance. You can argue that the decline should have been even sharper, that there may be troubles ahead, or that we should have done better. But the reality of the law’s achievement shouldn’t be in question, and you should worry about the consequences of Trumpcare, which would drastically weaken key provisions.

Republicans, however, are in denial about recent gains. The president of the Heritage Foundation dismisses the positive effects of the Affordable Care Act as “fake news.” In Louisville over the weekend, Vice President Mike Pence declared that “Obamacare has failed the people of Kentucky” — this in a state where the percentage of people without insurance fell from 16.6 to 7 percent when the law went into effect.

And as for the likely impacts of Trumpcare — well, they literally don’t want to know.

When Congress is considering major legislation, it normally waits for the Congressional Budget Office to “score” the proposal — to estimate its effects on revenues, outlays and other key targets. The budget office isn’t always right, but it has a very good track record compared with other forecasters; even more important, it has always been scrupulous about avoiding partisanship, and therefore acts as an important check on politically motivated wishful thinking.

But Republicans rammed Trumpcare through key committees, literally in the dead of night, without waiting for the C.B.O. score — and they have been pre-emptively denouncing the budget office, which is likely to find that the bill would cause millions to lose health coverage.

The truth is that while the office got some things wrong about health reform, on the whole it did pretty well at projecting the effects of a major new bill — and far better than the people now attacking it, who predicted disasters that never happened. And whatever criticisms one may have of its forthcoming score, it will surely be better than the ludicrous claim of Tom Price, the secretary of health and human services, that “nobody will be worse off financially” as a result of a plan that drastically cuts subsidies and raises premiums for millions of Americans.

But this isn’t really about whose analyses of health policy are most likely to get it right. It’s about Trump and company attacking the legitimacy of anyone who might question their assertions.

The C.B.O., in other words, is in the same position as the news media, which Mr. Trump has declared “enemies of the people” — not, whatever he may say, because they get things wrong, but because they dare to challenge him on anything.

“Enemy of the people” is, of course, a phrase historically associated with Stalin and other tyrants. This is no accident. Mr. Trump isn’t a dictator — not yet, anyway — but he clearly has totalitarian instincts.

And much, perhaps most, of his party is happy to go along, accepting even the most bizarre conspiracy theories. For example, a huge majority of Republicans believe Mr. Trump’s basically insane charges about being wiretapped by President Obama.

So don’t make the mistake of dismissing the assault on the Congressional Budget Office as some kind of technical dispute. It’s part of a much bigger struggle, in which what’s really at stake is whether ignorance is strength, whether the man in the White House is the sole arbiter of truth.

 

I fatti sono nemici del popolo, di Paul Krugman

New York Times 13 marzo 2017

L’economia degli Stati Uniti è cresciuta di 10 milioni e 300 mila posti di lavoro durante il secondo mandato del Presidente Obama, ovvero 214.000 al mese. Questo ha portato il tasso ufficiale di disoccupazione sotto il 5 per cento, e un certo numero di indicatori indica che per la fine dell’anno saremo abbastanza vicini alla piena occupazione. Ma Donald Trump aveva ripetuto che le buone notizie sui posti di lavoro erano “fasulle”, che l’America stava per la verità soffrendo di una disoccupazione di massa.

Poi è venuto il primo rapporto sull’occupazione della Amministrazione Trump, che con l’aumento di 235.000 posti di lavoro è parso proprio proseguire la tendenza precedente. E l’Amministrazione ha sostenuto di averne il merito: il numero dei posti di lavoro, ha dichiarato l’addetto stampa di Trump, “può essere stato fasullo nel passato, ma è assolutamente vero oggi”.

I giornalisti hanno riso – e dovrebbero vergognarsi di averlo fatto. Perché non era davvero uno scherzo. L’America oggi è governata da un Presidente e da un partito che fondamentalmente non accettano l’idea che ci siano fatti oggettivi. Vogliano invece che tutti accettino che la realtà è qualsiasi cosa essi dicano.

È così che si riteneva che avremmo creduto al Presidente se affermava, mentendo, che la folla il giorno dell’inaugurazione era la più grande che si fosse mai vista; se sosteneva, assurdamente, che milioni di voti erano stati espressi illegalmente a favore della sua oppositrice; se ribadisce, senza alcuna prova, che il suo predecessore intercettava le sue telefonate.

E questo non ha soltanto a che fare con la vanità di un individuo singolo. Se volete rendervi conto di come questo metodo possa far danni a milioni di persone, considerate lo stato dell’arte sulla riforma della assistenza sanitaria.

La riforma di Obama aveva permesso un brusco declino del numero degli americani privi di assicurazione sanitaria. Si può sostenere che il declino avrebbe dovuto essere anche più netto, che ci potevano essere problemi andando avanti, oppure che si sarebbe dovuto far meglio. Ma la realtà dei risultati della riforma non dovrebbe essere in discussione, e si dovrebbe essere preoccupati delle conseguenze della riforma di Trump, che indebolirebbe radicalmente le misure fondamentali.

I repubblicani, tuttavia, negano i recenti avanzamenti. Il presidente della Fondazione Heritage liquida gli effetti positivi della Legge sulla Assistenza Sostenibile come “falsa notizia”. Nel corso del fine settimana a Louisville, il Vice Presidente Mike Pence ha dichiarato che “la riforma di Obama ha tradito la gente del Kentucky” – questo in uno Stato nel quale la percentuale di persone senza assicurazione è caduta dal 16,6 al 7 per cento, quando la legge è entrata in funzione.

E per quanto riguarda i probabili impatti della proposta di legge di Trump – ebbene, letteralmente non ne vogliono sapere.

Quando il Congresso ha in esame una importante legislazione, esso normalmente attende l’Ufficio Congressuale del Bilancio (CBO) per “dare un punteggio” alla proposta – stimare i suoi effetti sulle entrate, i suoi costi ed altri obbiettivi principali. L’Ufficio del Bilancio non ha sempre ragione, ma ha ottimi precedenti a confronto con altri previsori; più importante ancora, è sempre stato scrupoloso nell’evitare partigianerie, e di conseguenza opera come un importante controllo sugli ottimismi interessati.

Ma i repubblicani hanno imposto la proposta di Trump nelle commissioni fondamentali, letteralmente a notte fonda, senza aspettare le stime del CBO – ed hanno preventivamente messo sotto accusa l’Ufficio del Bilancio, che è probabile scopra che la proposta di legge provocherebbe la perdita della assicurazione sanitaria per milioni di persone.

La verità è che mentre l’Ufficio aveva individuato alcune cose sbagliate nella riforma sanitaria, nel complesso aveva previsto abbastanza bene gli effetti di una nuova importante proposta di legge – di gran lunga meglio delle persone che ora la attaccano, che avevano previsto disastri che non ci sono stati. E qualsiasi critica si possa avere sulle sue stime imminenti, esse saranno certamente migliori dell’assurda pretesa di Tom Price, il Segretario alla Salute ed ai Servizi alla Persona, secondo il quale, a seguito di un progetto che taglia drasticamente i sussidi ed alza le polizze per milioni di americani, “nessuno starà peggio da un punto di vista finanziario”.

Ma questo non ha niente a che fare con le analisi di politica sanitaria di coloro che hanno maggiori probabilità di intenderla correttamente. Ha a che fare con gli attacchi di Trump e dei suoi soci sulla legittimità per ognuno di avanzare dubbi sui loro giudizi.

Il CBO, in altre parole, è nella stessa posizione dei media dell’informazione, che sono stati definiti da Trump “nemici del popolo” – non perché, qualsiasi cosa egli possa dire, intendono le cose in modo sbagliato, ma perché osano sfidarlo su qualcosa.

“Nemico del popolo” è, come è noto, una espressione storicamente associata a Stalin e ad altri tiranni. Questo non è un caso. Trump non è un dittatore – non ancora, per lo meno – ma ha chiaramente istinti totalitari.

E una buona parte del suo partito, forse la maggioranza, è lieta di essere d’accordo con lui, accettando persino le più singolari teorie della cospirazione. Ad esempio, un’ampia maggioranza dei repubblicani crede alle accuse fondamentalmente pazzesche di Trump di essere stato intercettato dal Presidente Obama.

Non fate dunque l’errore di sottovalutare l’assalto all’Ufficio Congressuale del Bilancio alla stregua di una qualche disputa tecnica. Essa è parte di una battaglia molto più grande, nella quale quello che è effettivamente in gioco è se l’ignoranza possa essere un fattore di forza, se l’uomo alla Casa Bianca sia il solo arbitro della verità.

 

 

 

 

 

 

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