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Le fantasie conservatrici in collisione con la realtà, di Paul Krugman (New York Times 17 marzo 2017)

 

Conservative Fantasies, Colliding With Reality

Paul Krugman MARCH 17, 2017

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This week the Trump administration put out a budget blueprint — or more accurately, a “budget” blueprint. After all, real budgets detail where the money comes from and where it goes; this proclamation covers only around a third of federal spending, while saying nothing about revenues or projected deficits.

As the fiscal expert Stan Collender put it: “This is not a budget. It’s a Trump campaign press release masquerading as a government document.”

So what’s the point of the document? The administration presumably hopes that it will distract the public and the press from the ongoing debacle over health care. But it probably won’t. And in any case, this pseudo-budget embodies the same combination of meanspiritedness and fiscal fantasy that has turned the Republican effort to replace Obamacare into a train wreck.

Think for a minute about the vision of government and its role that the right has been peddling for decades.

In this vision, much if not most government spending is a complete waste, doing nobody any good. The same is true of government regulations. And to the extent to which spending does help anyone, it’s Those People — lazy, undeserving types who just so happen to be a bit, well, darker than Real Americans.

This was the kind of thinking — or, perhaps, “thinking” — that underlay President Trump’s promise to replace Obamacare with something “far less expensive and far better.” After all, it’s a government program, so he assumed that it must be full of waste that a tough leader like him could eliminate.

Strange to say, however, Republicans turn out to have no ideas about how to make the program cheaper other than eliminating health insurance for 24 million people (and making coverage worse, with higher out-of-pocket spending, for those who remain).

And basically the same story applies at a broader level. Consider federal spending as a whole: Outside defense it’s dominated by Social Security, Medicare and Medicaid — all programs that are crucial to tens of millions of Americans, many of them the white working-class voters who are the core of Trump support. Furthermore, most other government spending also serves purposes that are popular, important or (usually) both.

Given this reality, why are so many people opposed to “big government”?

Many have a distorted view of the numbers. For example, people have a vastly exaggerated view of how much we spend on foreign aid. Many also fail to connect their personal experience with public policy: Large numbers of Social Security and Medicare recipients believe that they make no use of any government social program.

Thanks to these misperceptions, carefully nurtured by right-wing media, politicians can often get away with running on promises of drastic spending cuts: Many, perhaps most voters don’t see how such cuts would affect their lives.

But what will happen if anti-big-government politicians find themselves in a position to put their agenda into practice? Voters will quickly get a lesson in what slashing spending really means — and they won’t be happy.

That’s basically the wall Obamacare repeal has just smashed into. And the same thing will happen if this Trump whatever-it-is turns into an actual budget.

Mr. Trump himself gives every indication of having no idea what the federal government does; his vaguely budget-like document isn’t much more than a roughly scribbled list of numbers, with no clear picture of what those numbers would mean. (In fairness, one could have said the same about Paul Ryan’s budgets in the past. In fact, I did.)

But the reality is that the proposed cuts would have ugly, highly visible effects. Zeroing out the Community Development Block Grant program may sound good if you have no idea what it does (which Mr. Trump surely doesn’t); eliminating Meals on Wheels, an immediate consequence, not so much. Nor would coal country, which voted overwhelmingly for Mr. Trump, like the consequences if he eliminates the Appalachian Regional Commission.

Wait, there’s more. Effectively disemboweling the Environmental Protection Agency may sound smart if you imagine that it’s just a bunch of meddling bureaucrats. But the public wants stronger, not weaker, environmental protection, and would not be pleased to see a sharp deterioration in air and water quality.

The point is that Mr. Trump’s attempt to change the subject away from his party’s health care quagmire isn’t going to work, and not just because this supposed budget literally isn’t worth the paper it’s written on. At a more fundamental level, it doesn’t even change the subject.

Republicans’ budget promises, like their health care promises, have been based on an essentially fraudulent picture of what’s really going on. And now the bill for these lies is coming due.

 

Le fantasie conservatrici in collisione con la realtà, di Paul Krugman

New York Times 17 marzo 2017

Questa settimana l’Amministrazione Trump rende pubblico un progetto di bilancio – o meglio, di “bilancio” tra virgolette. Dopo tutto, i bilanci veri descrivono da dove vengono e dove vanno i soldi; questo annuncio riguarda soltanto circa un terzo della spesa federale, mentre non dice niente sulle entrate e sui deficit programmati.

Come si esprime l’esperto di finanza pubblica Stan Collender: “Questo non è un bilancio. È un comunicato stampa del periodo elettorale di Trump fatto passare come un documento governativo”.

Qual è dunque lo scopo del documento? Presumibilmente l’Amministrazione spera che esso distrarrà l’opinione pubblica e la stampa dalla débâcle in corso sulla assistenza sanitaria. Ma probabilmente non sarà così. E comunque, questo pseudo bilancio incarna la medesima combinazione di meschinità e di fantasia finanziaria che ha fatto diventare lo sforzo dei repubblicani di sostituire la riforma sanitaria di Obama un gran disastro.

Si pensi per un attimo alla visione del governo e del suo ruolo che la destra aveva messo in circolazione per decenni.

In quella visione, buona parte se non la maggioranza della spesa pubblica era uno spreco completo, dato che non fa niente di buono a nessuno. Lo stesso è vero per i regolamenti governativi. E nella misura in cui la spesa aiuta davvero qualcuno, si tratta di ‘quella gente[1] – soggetti sciatti, immeritevoli che, guarda combinazione, sono diciamo così un po’ più scuri degli americani veri.

Era questo il genere di pensiero – o meglio, di ‘pensiero’ tra virgolette –  che era sottinteso dalla promessa del Presidente Trump di sostituire la riforma sanitaria di Obama con qualcosa di “molto meno costoso e di gran lunga migliore”. Dopo tutto, si tratta di un programma pubblico, dunque egli assumeva che dovesse essere pieno di sprechi che un leader deciso come lui poteva eliminare.

Tuttavia, strano a dirsi, si scopre che i repubblicani non hanno alcuna idea su come rendere quel programma più economico se non eliminando l’assicurazione per 24 milioni di persone (e rendendo l’assistenza peggiore, con maggiori spese di tasca propria, per quelli che restano assicurati).

E la stessa storia, fondamentalmente, si applica ad un livello più generale. Si consideri la spesa federale nel suo complesso: ad eccezione della difesa, essa è dominata dalla Previdenza Sociale, da Medicare e da Medicaid – tutti programmi che sono cruciali per decine di milioni di americani, in gran parte elettori della classe lavoratrice bianca che sono il fulcro del sostegno a Trump. Inoltre, anche la maggioranza della spesa pubblica restante serve a scopi che sono popolari o importanti, oppure (di solito) entrambe le cose.

Data questa realtà, perché tante persone sono così ostili al “grande Governo” [2]?

Molti possono avere un punto di vista distorto dei dati reali. Ad esempio, le persone hanno un punto di vista grandemente esagerato su quanto spendiamo in aiuti all’estero. Molti anche non sanno collegare le loro esperienza personale con i programmi pubblici: molti dei beneficiari della Previdenza Sociale e di Medicare credono di non fare alcun uso dei programmi sociali pubblici.

Grazie a queste impressioni fuorvianti, scrupolosamente alimentate dai media di destra, i politici possono spesso farla franca cavalcando promesse di drastici tagli alla spesa: molti, forse la maggioranza degli elettori, non si accorgono che tali tagli influiranno sulle loro esistenze.

Ma cosa accade se i politici ostili ai ‘grandi governi’ si ritrovano nella condizione di mettere in pratica i loro programmi? Gli elettori avranno rapidamente una lezione di cosa comporta davvero abbattere le spese, e non ne saranno contenti.

È questo in sostanza il muro nel quale l’abrogazione della riforma sanitaria di Obama è andata a sbattere. E la stessa cosa accadrà se questo documento improbabile di Trump si trasformerà in un bilancio vero e proprio.

Lo stesso Trump mostra chiaramente di non avere alcuna idea di cosa faccia un governo federale; il suo documento vagamente somigliante ad un bilancio non è molto di più di una lista buttata giù approssimativamente di numeri, senza alcuna chiara rappresentazione di cosa questi numeri rappresentino (francamente, si poteva dire la stessa cosa sui bilanci di Paul Ryan nel passato. Infatti, io lo dicevo).

Ma la realtà è che quei tagli proposti avrebbero effetti sgradevoli, altamente visibili. Azzerare il programma dei finanziamenti a fondo perduto per lo Sviluppo della Comunità può sembrare una cosa positiva se non si ha idea di cosa esso faccia (idea che certamente il signor Trump non ha); lo stesso dicasi per l’eliminazione del programma sui pasti a domicilio per gli anziani e gli ammalati, una conseguenza immediata. Ed anche la regione del carbone, che ha votato in modo schiacciante per Trump, non gradirebbe le conseguenze di quel voto se egli elimina la Commissione Regionale degli Appalachi [3].

Ma questo non è tutto. Sventrare di fatto l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente può sembrare una cosa intelligente se si immagina che essa sia soltanto una congerie di burocrati ficcanaso. Ma l’opinione pubblica vuole una protezione dell’ambiente più forte, non più debole, e non sarebbe soddisfatta di vedere un brusco deterioramento della qualità dell’aria e dell’acqua.

Il punto è che il tentativo di sfuggire al tema del pantano sulla assistenza sanitaria del suo partito non è destinato ad avere effetto, e non solo perché questo presunto bilancio non vale i fogli di carta su cui è scritto. In senso più profondo, esso non cambia affatto il tema in discussione.

Le promesse sul bilancio di repubblicani, come quelle sulla assistenza sanitaria, sono basate su una rappresentazione essenzialmente ingannevole di quello che davvero accade nella realtà. E adesso viene presentato il conto per queste bugie.

 

 

 

[1] Come è noto, “Those People” è una espressione consueta dei conservatori americani, indica i “mantenuti” dallo stato assistenziale, generalmente di colore.

[2] Nel linguaggio dei conservatori americani il “grande Governo” rappresenta l’eccesso di funzioni, di spese, di regole dei governi contemporanei. Il “grande governo” è considerato soprattutto un portato degli Stati sociali europei, voluto dei progressisti americani e detestato dai conservatori.

[3] Gli Appalachi sono una area degli Stati Uniti fortemente depressa, che dunque gode di programmi speciali contro la povertà.

 

 

 

 

 

 

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