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Una proposta di legge così brutta che fa impressione, di Paul Krugman (New York Times 10 marzo 2017)

 

A Bill So Bad It’s Awesome

Paul Krugman MARCH 10, 2017

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It has long been obvious to anyone following health policy that Republicans would never devise a workable replacement for Obamacare. But the bill unveiled this week is worse than even the cynics expected; its awfulness is almost surreal. And the process by which it came to be tells you a lot about the state of the G.O.P.

Given the rhetoric Republicans have used over the past seven years to attack health reform, you might have expected them to do away with the whole structure of the Affordable Care Act — deregulate, de-subsidize and let the magic of the free market do its thing. This would have been devastating for the 20 million Americans who gained coverage thanks to the act, but at least it would have been ideologically consistent.

But Republican leaders weren’t willing to bite that bullet. What they came up with instead was a dog’s breakfast that conservatives are, with some justice, calling Obamacare 2.0. But a better designation would be Obamacare 0.5, because it’s a half-baked plan that accepts the logic and broad outline of the Affordable Care Act while catastrophically weakening key provisions. If enacted, the bill would almost surely lead to a death spiral of soaring premiums and collapsing coverage. Which makes you wonder, what’s the point?

Obamacare rests on three main pillars. Insurance companies are regulated, prevented from denying coverage or charging higher prices to Americans with pre-existing conditions. Families receive subsidies linked to both income and premiums, to help them buy insurance. And there is a penalty for those who don’t buy insurance, to induce people to sign up even if they’re currently healthy.

Trumpcare — the White House insists that we not call it that, which means that we must — preserves some version of all three elements, but in drastically, probably fatally weakened form.

Insurers are still barred from excluding the sick, but they’re allowed to charge older Americans — who need insurance the most — much higher premiums.

Subsidies are still there, in the form of tax credits, but they’re no longer linked to either income (as long as it’s below $75,000) or the cost of insurance.

And the tax on those who don’t sign up becomes a small surcharge — paid to insurance companies, not the public — on people who sign up after previously letting coverage lapse.

Affluent young people might end up saving some money as a result of these changes. But the effect on those who are older and less affluent would be devastating. AARP has done the math: a 55-year-old making $25,000 a year would end up paying $3,600 a year more for coverage; that rises to $8,400 for a 64-year-old making $15,000 a year. And that’s before the death spiral.

For the combination of price hikes and weakened penalties would lead many healthy Americans to forego insurance. This would worsen the risk pool, causing premiums to rise sharply — and remember, subsidies would no longer adjust to offset this rise. The result would be even more people dropping out. Republicans have been claiming that Obamacare is collapsing, which isn’t true. But Trumpcare, if implemented, would collapse in a Mar-a-Lago minute.

How could House Republicans under the leadership of Paul Ryan, who the media keeps assuring us is a smart, serious policy wonk, have produced such a monstrosity? Two reasons.

First, the G.O.P.’s policy-making and policy analysis capacity has been downgraded to the point of worthlessness. There are real conservative policy experts, but the party doesn’t want them, perhaps because their very competence makes them ideologically unreliable — a proposition illustrated by the rush to enact this bill before the nonpartisan Congressional Budget Office can estimate either its costs or its effects. Basically, facts and serious analysis are the modern right’s enemies; policy is left to hacks who can’t get even the simplest things right.

Second, Republicans seem to have been undone by their reverse-Robin-Hood urges. You can’t make something like Obamacare work without giving lower-income families enough support that insurance becomes affordable. But the modern G.O.P. always wants to comfort the comfortable and afflict the afflicted; so the bill ends up throwing away the taxes on the rich that help pay for subsidies, and redirects the subsidies themselves away from those who need them to those who don’t.

Given the sick joke of a health plan, you might ask what happened to all those proclamations that Obamacare was a terrible, no good system that Republicans would immediately replace with something far better — not to mention Donald Trump’s promises of “insurance for everybody” and “great health care.”

But the answer, of course, is that they were all lying, all along — and they still are. On this, at least, Republican unity remains impressively intact.

 

Una proposta di legge così brutta che fa impressione, di Paul Krugman

New York Times 10 marzo 2017

Era da tanto tempo evidente a chiunque seguisse la politica della sanità che i repubblicani non avrebbero mai ideato una sostituzione funzionante alla legge di Obama sulla assistenza. Ma la proposta di legge resa nota questa settimana è peggiore di quanto persino i più pessimisti si aspettavano; la sua oscenità è quasi surreale. E il percorso attraverso il quale ci si è arrivati vi dice molto della condizione del Partito Repubblicano.

Considerata la retorica con la quale nei sette anni passati i repubblicani erano soliti attaccare le riforma sanitaria, ci si poteva aspettare che essi avrebbero tolto di mezzo l’intera struttura della Legge per una Assistenza Sostenibile – che avrebbero deregolamentato, eliminato i sussidi e lasciato alla magia del libero mercato di fare il suo corso. Sarebbe stato devastante per 20 milioni di americani che aveva ottenuto l’assistenza grazie alla legge, ma almeno sarebbe stato ideologicamente coerente.

Ma i repubblicani non erano disposti a sopportare quella evenienza. Se ne sono invece venuti fuori con uno scempio che i conservatori, con qualche ragione, stanno chiamando la riforma della assistenza di Obama numero 2. Ma una denominazione più precisa sarebbe la ‘mezza riforma di Obama’ perché è un progetto intermedio che accetta la logica e il profilo generale della Legge per una Assistenza Sostenibile, nel mentre indebolisce in modo catastrofico le sue disposizioni principali. Se fosse approvata, quasi certamente porterebbe ad una spirale fatale di polizze che salgono alle stelle e di un collasso assistenziale. Il che induce a chiedersi, che senso ha?

La legge sulla assistenza di Obama si basa su tre principali pilastri. Le società assicuratrici vengono regolamentate, impedendo che neghino l’assistenza o che carichino sugli americani con patologie preesistenti prezzi più elevati. Le famiglie ricevono sussidi collegati sia al reddito che alle polizze, in modo da aiutarle ad acquistare l’assicurazione. E per coloro che non acquistano l’assicurazione c’è una penalizzazione, in modo da indurre le persone ad iscriversi anche se al momento sono in salute.

La Trumpcare –  la Casa Bianca insiste perché non la si chiami in tal modo, il che significa che dobbiamo farlo – conserva alcuni aspetti di tutti e tre quegli elementi, ma in una forma drasticamente, forse fatalmente, indebolita.

Agli assicuratori continua a non essere consentito di respingere le persone ammalate, ma è loro permesso di caricare sugli americani più anziani – che massimamente hanno bisogno dell’assicurazione – polizze molto più elevate.

I sussidi ci sono ancora, nella forma di crediti di imposta, ma essi non sono più collegati né col reddito (finché esso è al di sotto di 75.000 dollari), né col costo della assicurazione.

E la tassa su coloro che non si iscrivono è un piccolo supplemento – pagato alle società di assicurazione, non al pubblico – per le persone che si iscrivono dopo aver lasciato scadere l’assicurazione in precedenza.

Come risultato di questi cambiamenti, le persone giovani e benestanti possono alla fine risparmiare un po’ di soldi. Ma l’effetto su coloro che sono più anziani e meno benestanti sarebbero devastante.

L’Associazione Americana dei Pensionati (AARP) ha fatto i conti: un anziano di 55 anni che realizza 25.000 dollari all’anno finirebbe col pagare 3.600 dollari in più ogni anno per l’assistenza; che crescerebbe a 8.400 dollari per un anziano di 64 anni che realizza 15.000 dollari. E tutto questo prima della spirale fatale [1].

Perché la combinazione di rialzi nei prezzi e di penalizzazioni indebolite porterebbe molti americani in salute ad astenersi dall’assicurazione. Questo peggiorerebbe l’aggregato dei rischi delle assicurazioni, provocando bruschi rialzi delle polizze – e si ricordi che i sussidi non sarebbero più corretti per bilanciare questa crescita. Il risultato sarebbe che un numero persino maggiore di persone si ritirerebbe. I repubblicani hanno sostenuto che la riforma di Obama stava collassando, il che non è vero. Ma la riforma di Trump, se realizzata, collasserebbe in un istante passato a Mar-a-Lago [2].

Come hanno potuto i repubblicani del Congresso sotto la guida di Paul Ryan, che i media continuano ad assicurarci essere un esperto politico, intelligente e serio, aver partorito una tale mostruosità? Ci sono due spiegazioni.

Anzitutto, il fare politica del Partito Repubblicano e la sua capacità di analisi politica è venuta degradandosi sino al limite dell’impotenza. Ci sono conservatori veramente esperti di contenuti programmatici, ma non sono quella che cerca il partito, forse perché la loro effettiva competenza li rende ideologicamente inaffidabili – concetto questo manifesto nella corsa ad approvare la proposta di legge prima che l’indipendente Ufficio Congressuale del Bilancio possa stimare sia i suoi costi che i suoi effetti. Fondamentalmente, i fatti e una seria analisi sono i nemici della destra odierna; la politica è lasciata ai dilettanti che non riescono a intendere in modo giusto neppure le cose più semplici.

In secondo luogo, i repubblicani sembrano essere stati rovinati dalle loro frenesie di somigliare a dei Robin Hood rovesciati. Non si può far funzionare qualcosa come la riforma della assistenza di Obama senza dare alle famiglie con i redditi più bassi un adeguato sostegno che renda l’assicurazione sostenibile. Ma il Partito Repubblicano odierno vuole comunque dare una mano a chi sta bene e penalizzare i più sfortunati; dunque la proposta di legge finisce col cestinare le tasse sui ricchi che contribuiscono a finanziare i sussidi e reindirizzare i sussidi stessi da coloro che ne hanno bisogno a coloro che non ce l’hanno.

Considerato che, come progetto sanitario, è una sorta di scherzo di pessimo gusto, vi potete chiedere cosa sia accaduto di tutti quei proclami secondo i quali la riforma di Obama era terribile, un sistema pessimo che i repubblicani avrebbero immediatamente sostituito con qualcosa di molto meglio – per non dire delle promesse di Donald Trump della “assicurazione per tutti” e di una “grande assistenza sanitaria”.

Ma la risposta è che, ovviamente, erano tutte menzogne sin dall’inizio – e continuano ad esserlo. Almeno su questo, l’unità dei repubblicani resta impressionantemente intatta.

 

 

 

[1] Come sanno coloro che hanno seguito in questi anni il dibattito sulla sanità americana, il termine “spirale fatale” (“death spiral”) ha un preciso senso tecnico: indica la situazione nella quale gli aumenti dei costi assicurativi comportano una uscita dal sistema per molte persone, particolarmente per le persone in salute o troppo povere, con la conseguenza di entrate ancora minori per le società assicuratrici, e dunque di costi ancora più elevati e di una conseguente fuoriuscita ancora più vasta.

[2] Come forse è noto, Mar-a-Lago è una villa attualmente di proprietà di Donald Trump. Venne costruita nel 1920 e per lungo tempo era in affitto al Governo Federale americano, come residenza invernale dei Presidenti degli Stati Uniti. Nel dicembre del 1985 venne acquistata da Trump. Pare che adesso sia la residenza preferita di Trump, nella quale forse egli passa più tempo che alla Casa Bianca. Cosa possa significare di speciale un “minuto di Mar-a-Lago” non saprei dirlo, e lo traduco come se fosse una implicita ironia sul fatto che il tempo del Presidente in carica viene frequentemente trascorso in quel posto.

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