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Teorie originariamente vere (per esperti e con indulgenza verso me stesso) (dal blog di Krugman, 10 luglio 2017)

 

Formerly True Theories (Wonkish and Self-Indulgent)

 JULY 10, 2017 4:23 PM 

Paul Krugman 

Taking a break from health care, treason, and all that to read David Glasner on the price-specie-flow mechanism. The exposition of this mechanism by David Hume in his 1752 “Of the balance of trade“, was a landmark in the development of economics — arguably the first real economic model, making sense of the real world (and giving important policy guidance) via a simplified thought experiment, basically a model despite the absence of explicit math. Glasner argues, however, that it had ceased to be a good model by the 19th century due to the rise of fractional reserve banking and central bank discretion.

I think this critique may go both too far and not far enough. In systems where bank reserves still took the form of specie — and bank notes were backed by specie, as in the United States — a lot of the specie-flow mechanism remained in place for most of the 19th century. On the other hand, the simple link between trade balances and specie flows was broken by the rise of widespread capital mobility: when British investors were buying lots of US railroad bonds, we were no longer in Hume’s world.

But that doesn’t mean that Hume was wrong about *his* world. And reading Glasner made me think of a category of economic ideas that’s crucial, I’d argue, in making sense of part of the history of economic thought — the category of “formerly true” ideas. That is, ideas that were either good descriptions of the world the classical economists lived in, or had been good descriptions of the world just before the classicals wrote.

Pride of place here surely goes to Malthusian economics. You still see people saying flatly that Malthus was wrong. But over the roughly 60 centuries that have passed since civilization emerged in Mesopotamia, the Malthusian proposition — population pressure swallows up any gains in productivity, so that most people live on the edge of subsistence — was true for 58. It just so happens that the two centuries for which the proposition didn’t hold were the two centuries after Malthus wrote.

Actually, of course, this wasn’t an accident. Malthus didn’t kill Malthusian economics; but the rise of intellectual curiosity, of systematic hard thinking, of the scientific attitude, gave rise both to people like Malthus — who tried to approach economics in a recognizably modern manner — and to the dramatic acceleration of technological progress that took us out of the 58-century Malthusian trap.

Similarly, I don’t think there can be any doubt that something like Hume’s specie-flow mechanism did indeed operate through all of history from the first introduction of metallic money to sometime in the late 18th or early 19th century. How did Spanish silver end up fueling a rise in prices all across Europe? As Hume himself said, because silver raised Spanish prices, leading to trade deficits, and the silver flowed out to Spain’s trading partners.

Eventually, however, people — especially the Scots! — developed modern banking and learned to invest capital across borders. These commercial innovations were part of a general spirit of inquiry and innovation that produced, among other things, David Hume and Adam Smith.

Are there other examples? The self-correcting economy — in which unemployment leads to deflation, which increases the real money supply, and thus restores full employment — is another thing that probably did work for most of history, but began to fall apart as agrarian economies gave way to industrialized economies with less flexible prices. David Ricardo’s rejection of the possibility of demand shortfalls eventually turned out to be very wrong — and was surely already wrong in Britain by 1817 — but had been true in the past.

Is there a moral to this story? Maybe it is that things economic do change. By and large they change more slowly than many people think; understanding the 1930s was still immensely valuable to understanding the world after 2008. But economic “laws” — I generally hate that term — aren’t immutable, and good economists can be both right about the past and wrong for today.

I now return you to our regularly scheduled Trump coverage.

 

Teorie originariamente vere (per esperti e con indulgenza verso me stesso)

 di Paul Krugman

Prendendomi una pausa dall’assistenza sanitaria, dal tradimento [1] e tutto il resto per leggere David Glasner sul meccanismo del flusso monetario del prezzo [2]. L’esposizione di questo meccanismo da parte di David Hume nel suo libro del 1752 “Della bilancia commerciale” fu una pietra miliare nello sviluppo dell’economia – probabilmente il primo vero modello economico, che fornisce significato al mondo reale (e offre una importante guida economica) attraverso un semplificato esperimento di pensiero, fondamentalmente un modello nonostante l’assenza di matematica vera e propria. Glasner sostiene, tuttavia, che esso cessò di essere un buon modello economico col diciannovesimo secolo a seguito della riserva frazionale del sistema bancario [3] e della riservatezza delle banche centrali.

Io penso che questa critica allo stesso tempo vada oltre il limite e non vada abbastanza lontano. Nei sistemi nei quali le riserve delle banche presero tuttavia la forma delle monete – e le banconote furono sostenute dalla moneta, come negli Stati Uniti – un bel po’ del meccanismo del flusso monetario rimase all’opera per gran parte del 19° Secolo. D’altra parte, il semplice collegamento tra bilance commerciali e flussi di moneta fu interrotto dalla crescita della generalizzata mobilità del capitale: quando gli investitori inglesi vennero acquistando molte obbligazioni delle ferrovie statunitensi, non eravamo più nel mondo di Hume.

Ma questo non significa che Hume sbagliasse rispetto al “suo” mondo. E il leggere Glasner mi fa riflettere su una categoria delle idee economiche che, secondo me, è fondamentale nel rendere comprensibile una parte della storia del pensiero economico – la categoria delle idee “originariamente corrette”. Ovvero, idee che erano buone descrizioni del mondo in cui vivevano gli economisti classici, oppure che erano buone descrizioni del mondo proprio prima che i classici scrivessero.

In questo caso, il primo posto va certamente all’economia malthusiana. Si notano ancora persone che dicono insensatamente che Malthus aveva torto. Ma nel corso dei circa 60 secoli che erano passati dal momento in cui la civiltà era emersa in Mesopotamia, l’idea malthusiana – la pressione della popolazione inghiotte ogni guadagno nella produttività, cosicché gran parte della popolazione vive al limite della sussistenza – fu vera per 58 di quei secoli. Si dà solo il caso che i due secoli nei quali quell’idea non resse furono quelli successivi agli scritti di Malthus.

Per la verità, come è ovvio, non si trattò di un incidente. Non fu Malthus ad ammazzare l’economia malthusiana, ma lo sviluppo della curiosità intellettuale, della sistematica faticosa riflessione, della attitudine scientifica, fecero crescere sia le persone come Malthus – che cercarono un approccio all’economia in termini riconoscibilmente moderni – e portarono ad una spettacolare accelerazione del progresso tecnologico che ci portò fuori dalla trappola malthusiana durata 58 secoli.

In modo simile, non penso possa esserci alcun dubbio che qualcosa come il meccanismo del flusso monetario in Hume operò effettivamente per tutta la storia sin dalla prima introduzione della moneta metallica, sino a una certa fase del tardo 18° secolo e del primo 19° secolo. Come l’argento spagnolo finì per accendere una crescita dei prezzi in tutta l’Europa? Come disse Hume stesso, dipese dal fatto che l’argento alzò i prezzi spagnoli, portando a deficit commerciali, e l’argento si riversò fuori ai partner commerciali della Spagna.

Alla fine, tuttavia, le persone – specialmente gli Scozzesi – svilupparono un sistema bancario moderno e impararono ad investire i capitali oltre i confini. Queste innovazioni commerciali furono parte di uno spirito generale di indagine e di innovazione che produsse, tra le altre cose, David Hume e Adam Smith.

Ci sono altri esempi? Una economia che si corregge per suo conto – nella quale la disoccupazione porta alla deflazione, che accresce la reale offerta di moneta e quindi restaura la piena occupazione – è un’altra cosa che probabilmente funzionò per gran parte della storia, ma cominciò ad andare a pezzi nel momento in cui le economie agrarie cedettero il passo ad economie industrializzate con prezzi meno flessibili. Il rigetto di David Ricardo della possibilità di deficit della domanda alla fine si dimostrò del tutto sbagliato – ed era certamente già sbagliato nell’Inghilterra del 1817 – ma era stato vero nel passato.

C’è una morale in questa storia? Forse che le cose dell’economia subiscono per davvero modifiche. In generale esse cambiano più lentamente di quanto non pensino molte persone; comprendere gli anni ’30 ha avuto ancora un grandissimo valore per comprendere il mondo dopo il 2008. Ma le “leggi” dell’economia – una espressione che in generale io odio – non sono immutabili, e i buoni economisti possono aver ragione rispetto al passato e nello stesso tempo torto rispetto all’oggi.

E adesso torno ai miei regolarmente programmati articoli su Trump.

 

 

[1] Ovvero dalle notizie sullo scandalo russo di Trump.

[2] Meccanismo classico, elaborato da Hume, di riequilibrio della Bilancia dei pagamenti. Il nesso tra aggiustamento esterno e variazioni dei prezzi interni ed esterni è offerto dalla teoria quantitativa della moneta e dalla connessione tra saldi di bilancia dei pagamenti e stock di moneta. La variazione nella quantità di mezzi monetari modifica i prezzi interni, facendoli diminuire nel Paese che registra un deficit. Tende così a ristabilirsi l’equilibrio se la somma delle elasticità al prezzo delle importazioni e delle esportazioni è maggiore dell’unità.

[3] Ovvero alla regola per la quale nelle banche deve esserci costantemente un adeguato rapporto tra depositi e prestiti, nella forma di riserve che consentano di soddisfare picchi improvvisi di richiesta di denaro.

 

 

 

 

 

 

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