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La rabbia contro la riforma sanitaria di Obama in retrospettiva, di Paul Krugman (New York Times 4 agosto 2017)

 

Obamacare Rage in Retrospect

Paul Krugman AUG. 4, 2017

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I guess it ain’t over until the portly golfer sings, but it does look as if Obamacare will survive. In the end, Mitch McConnell couldn’t find the votes he needed; many thanks are due to Senators Susan Collins, Lisa Murkowski and John McCain (who turns out to be a better man than I thought), not to mention the solid wall of Democrats standing up for what’s right. Meanwhile, all indications are that the insurance markets are stabilizing, with insurer profitability up and only around 0.1 percent of enrollees unserved.

It’s true that the tweeter in chief retains considerable ability to sabotage care, but Republicans are basically begging him to stop, believing — correctly — that the public will blame them for any future deterioration in coverage.

Why did Obamacare survive? The shocking answer: It’s still here because it does so much good. Tens of millions have health coverage — imperfect, but far better than none at all — thanks to the Affordable Care Act. Millions more rest easier knowing that coverage will still be available if something goes wrong — if, for example, they lose their employer-sponsored plan or develop a chronic condition.

Which raises a big question: Why did the prospect of health reform produce so much popular rage in 2009 and 2010?

I’m not talking about the rage of G.O.P. apparatchiks, who hated and feared the A.C.A., not because they thought it would fail, but because they were afraid it would work. (It has.) Nor am I talking about the rage of some wealthy people furious that their taxes were going up to pay for lesser mortals’ care.

No, I’m talking about the people who screamed at their congressional representatives in town halls. People like, for example, the man who pushed his wheelchair-bound son, who was suffering from cerebral palsy, in front of a congressman, yelling that President Obama’s health care plan would provide the boy with “no care whatsoever” and would be a “death sentence.”

The reality, of course, is that people with pre-existing medical conditions are among the A.C.A.’s biggest beneficiaries, and would have had the most to lose if conservative Republicans had managed to repeal the law. And this should have been obvious from the beginning.

Beyond that, it’s now clear (as should also have been clear from the beginning) that very few people other than wealthy taxpayers were hurt by health reform, which was designed to disrupt existing health arrangements as little as possible.

Yes, around 2.6 million people who had individual policies with high deductibles and/or limited coverage were told that their policies were too skimpy to meet A.C.A. requirements. But they were offered the chance to buy better policies, and many of them probably received subsidies that made these better policies cheaper than their original coverage. Meanwhile, some young, healthy, affluent people saw their premiums rise. But predictions of mass harm were completely wrong.

Or if you regard statistical evidence as “fake news,” consider what happens every time Republicans call on the public to come forward with horror stories about how they’ve been hurt by Obamacare: The result keeps being an outpouring of support for the law, bolstered by tales of lives and finances saved by the A.C.A.

So once again: What was Obamacare rage about?

Much of it was orchestrated by pressure groups like Freedom Works, and it’s a good guess that some of the “ordinary citizens” who appeared at town halls were actually right-wing activists. Still, there was plenty of genuine popular rage, stoked by misinformation and outright lies from the usual suspects: Fox News, talk radio and so on. For example, around 40 percent of the public believed that Obamacare would create “death panels” depriving senior citizens of care.

The question then becomes why so many people believed these lies. The answer, I believe, comes down to a combination of identity politics and affinity fraud.

Whenever I see someone castigating liberals for engaging in identity politics, I wonder what such people imagine the right has been doing all these years. For generations, conservatives have conditioned many Americans to believe that safety-net programs are all about taking things away from white people and giving stuff to minorities.

And those who stoked Obamacare rage were believed because they seemed to some Americans like their kind of people — that is, white people defending them against you-know-who.

So what’s the moral of this story? There’s bad news and good news.

It’s certainly not encouraging to realize how easily many Americans were duped by right-wing lies, pushed into screaming rage against a reform that would actually improve their lives.

On the other hand, the truth did eventually prevail, and Republicans’ inability to handle that truth is turning into a real political liability. And in the meantime, Obamacare has made America a better place.

 

La rabbia contro la riforma sanitaria di Obama in retrospettiva, di Paul Krugman

New York Times 4 agosto 2017

Suppongo che non ci sarà una fine finché il corpulento giocatore di golf è sulla scena, ma sembra che la riforma dell’asssistenza di Obama sopravviverà. Alla fine, Mitch McConnell non ha potuto trovare i voti di cui aveva bisogno; gratitudine alle due Senatrici Susan Collins e Lisa Murkowski e a John McCain (che si scopre essere una persona migliore di quello che pensassi [1]), per non dire alla solida muraglia che i democratici hanno elevato perché si facesse la cosa giusta. Nel frattempo, tutte le indicazioni sono che i mercati assicurativi si stanno stabilizzando, con le condizioni di profittabilità degli assicuratori che migliorano e soltanto con lo 0,1 per cento degli iscritti privi di assicurazioni.

È vero che il tweeter-in-capo mantiene la considerevole possibilità di sabotare l’assistenza, ma i repubblicani lo stanno fondamentalmente implorando di fermarsi, nella convinzione – corretta – che l’opinione pubblica darà ad esssi la colpa per ogni futuro deterioramento della copertura assicurativa.

Perché la riforma di Obama è sopravissuta? Risposta sorprendente: essa è ancora al suo posto perché fa un gran bene. Decine di milioni di persone hanno la assistenza sanitaria – imperfetta, ma assai meglio che niente – grazie alla Legge sulla Assistenza Sostenibile. Per altri milioni di persone resta più agevole sapere che la copertura sarà ancora disponibile se qualcosa andrà storto – se, ad esempio, perdessero i loro piani sostenuti dai datori di lavoro o sviluppassero una patologia cronica.

La qual cosa solleva una grande questione: perché la prospettiva della riforma sanitaria produsse tanta indignazione popolare nel 2009 e 2010?

Non sto parlando della ostilità degi uomini di apparato del Partito Repubblicano, che hanno odiato e temuto l’ACA, non perché pensassero che avrebbe fatto fallimento, ma perché avevano paura che funzionasse (come è stato). Neanche sto parlando della rabbia di alcune persone ricche che erano furiose perché le loro tasse salivano per pagare l’assistenza degli esseri umani mano fortunati.

No, sto parlando della gente che urlava ai loro rappresentanti al Congresso negli incontri presso le sale municipali. Persone, ad esempio, come quell’uomo che spingeva suo figlio costretto su una carrozzella, che era sofferente per una paralisi cerebrale, di fronte ad un parlamentare, urlando che il progetto di assistenza sanitaria di Obama non avrebbe fornito al ragazzo “nessuna assistenza di alcun genere” e sarebbe stata una “sentenza di morte”.

La verità, come era ovvio, era che le persone con preesistenti patologie erano tra i maggiori beneficiari della legge, ed avrebbero avuto tutto da perdere se i repubblicani conservatori fossero riusciti ad abrogarla. E questo avrebbe dovuto essere evidente sin dall’inizio.

Oltre a ciò, adesso è chiaro (come avrebbe dovuto essere chiaro anche agli inizi) che molte poche persone, se non i contribuenti ricchi, erano colpite da una riforma sanitaria, che era stata concepita per modificare il minimo possibile il quadro esistente delle prestazioni sanitarie.

È vero, a circa 2 milioni e 600 mila persone che avevano polizze individuali con ampie prestazioni escluse in partenza e/o con limitata copertura venne detto che le loro polizze erano troppo striminzite per rispondere alle condizioni dell’ACA. Ma a loro veniva offerta la possibilità di acquistare migliori polizze, e molti di loro probabilmente ricevettero sussidi che resero queste migliori polizze più convenienti delle loro coperture assicurative originarie. Nel frattempo, alcune persone benestanti, giovani e in salute videro i loro premi assicurativi crescere. Ma le previsioni di danni diffusi erano completamente infondate.

Considerate, se siete tra quelli che ritengono che le prove statistiche siano “notizie false”, quello che accade ogni volta che i repubblicani chiedono all’opinione pubblica di farsi avanti con le storie dell’orrore sui danni dalla legge sulla assistenza di Obama: il risultato continua ad essere l’esternazione di un sostegno alla legge, confermato da racconti di esistenze e di condizioni finanziarie salvate dall’ACA.

Dunque, ancora una volta: da cose dipese la rabbia verso la legge di riforma di Obama?

Molto venne orchestrato dalla pressione di gruppi come Freedom Works, ed è una supposizione probabile che i “cittadini comuni” che apparvero nelle sale municipali [2] fossero in realtà attivisti della destra. Tuttavia, c’era un gran quantità di genuina indignazione popolare, alimentata da una informazione deviante e da vere e proprie bugie da parte dei soliti noti: Fox News, programmi radiofonici e cose del genere. Ad esempio, circa il 40 per cento dell’opinione pubblica credeva che l’Obamacare avrebbe creato i “giurì della morte”, privando i cittadini più anziani dell’assistenza.

Di conseguenza, la questione diventa il perché tanta gente ha creduto a queste menzogne. Io credo che la risposta si risolva in una combinazione di politiche identitarie e di frode gregaria [3].

Ogni qualvolta osservo qualcuno che se la prende con i progressisti perché si impegnano in politiche di identità, mi chiedo cosa si immaginano che la destra abbia fatto in tutti questi anni. Per generazioni, i conservatori hanno indotto molti americani a credere che i programmi delle reti della sicurezza sociale riguardino il togliere cose dalla gente bianca per darle alle minoranze.

E coloro che hanno alimentato la rabbia contro la riforma sanitaria di Obama erano creduti perché sembravano a non pochi americani il loro genere di persone – ovvero gente bianca che li difendeva dalle minoranze assistite.

Qual è dunque la morale di questa storia? Ci sono cattive e buone notizie.

Certamente non è incoraggiante comprendere con quanta facilità molti americani sono stati ingannati dalle bugie della destra, spinti a gridare la loro indignazione contro una riforma che effettivamente arebbe migliorato le loro esistenze.

D’altra parte, alla fine la verità ha prevalso, e l’incapacità dei repubblicani di fare i conti con quella verità si è trasformata in un vero e proprio ostacolo politico. Contemporaneamente, la riforma dell’assistenza di Obama ha reso l’America un posto migliore.

 

 

 

[1] Il riferimento è al giudizio negativo, e un po’ singolare, che Krugman aveva espresso sul Senatore McCain proprio all’indomani del suo voto contrario sulla proposta di legge repubblicana. Krugman aveva soprattutto posto l’accento sulle giravolte del Senatore nelle ultime settimane, pur riconoscendo che la sua decisione finale era stata positiva.

[2] Le sale dei municipi sono le sedi nelle quali spesso hanno luogo gli incontri tra i cittadini ed i loro rappresentanti nei Governi o nel Congresso. Si tratta di una tradizione che ha mantenuto la sua importanza istituzionale e da ciò deriva il riferimento costante alle “town halls”. Ma quegli incontri possono avvenire in vari luoghi, ad esempio nelle chiese o in altre sale pubbliche.

[3] Sono due concetti della politologia americana, frequentemente utilizzati da Krugman. Le “politiche dell’identità” sono quelle che mirano a utilizzare sentimenti di razza, di gruppo, di appartenenza, anziché fondarsi sui dati oggettivi delle condizioni economiche e sociali. Ad esempio, la paura degli immigrati è in buona parte una politica di identità. La frode della affinità è qualcosa di più specifico (negli Stati Uniti può essere un vero e proprio reato): è lo sfruttamento di particolari sentimenti gregari in determinati gruppi socio-culturali. In questo caso, spesso il sentimento gregario può essere usato per imbrogliare i gruppi sociali che lo condividono: ad esempio, speculazioni finanziarie ai danni di particolari gruppi sono una “affinity fraud”. La famosa truffa organizzata dal finanziere Madoff ai danni di individui particolarmente benestanti, sfruttando la loro predisposizione di gruppo ad aderire a determinate proposte speculative, era una frode di questo genere.

 

 

 

 

 

 

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