Paul Krugman OCT. 10, 2017
Why is America the only wealthy nation that doesn’t guarantee essential health care for all? (We’ve made a lot of progress under Obamacare, but not enough, and the Trump administration is doing its best to kill it.) Why do we have much higher poverty than our economic peers, especially among children, and much higher infant mortality despite the sophistication of our medical system?
The answer, of course, comes down to politics: We are uniquely unwilling to take care of our fellow citizens. And behind that political difference lies one overwhelming fact: the legacy of slavery. All too often, white Americans think of the social safety net not as something for people like themselves fallen on hard times, but as a giveaway to Those People.
This isn’t idle speculation. If you want to understand why policies toward the poor are so different at the state level, why some states offer so much less support to troubled families with children, one predictor stands out: the African-American share of the population. The more blacks, the less compassion white voters feel.
The story gets even clearer if you look at the implementation of the Affordable Care Act, which allows states to expand Medicaid coverage at federal expense — that is, to provide health insurance to a large fraction of the population at no cost. You might think that this was a no-brainer, and so far 31 states and the District of Columbia have taken advantage of this opportunity. But only two of those states are among the 11 that seceded in 1861 to form the Confederacy.
Which brings me to Virginia, which is holding crucial state elections in just four weeks.
Until recently, Virginia seemed to be emerging from some of the darker shadows of its history. The state is becoming more ethnically diverse, more culturally open; it is, you might say, becoming more like America. For the “real America” is more than small towns and rural areas; it’s a place of vast variety, unified — or so we like to think — by a shared commitment to universal values of democracy and human rights.
Not accidentally, Virginia has also become politically more like America, at least in national elections: Like the electorate as a whole, it supported the Democratic presidential candidate in the last three elections.
But is Virginia’s apparent moral progress an illusion? And if it is, what does that say about America as a whole?
Virginia was, of course, the site of the infamous Charlottesville march by torch-carrying white supremacists — “very fine people,” according to Donald Trump — that ended with the death of a counterprotester. More important, perhaps, is the fact that despite its growing political moderation and its Democratic governor, Virginia is among the states still refusing to expand Medicaid, even though that refusal means gratuitous financial hardship for many and a significant number of people dying from lack of medical care.
How is this possible? Democratic-leaning voters are much less likely than Republican-leaning voters to cast ballots in state and local elections; as a result, a politically moderate state has a hard-right legislature. And there’s a real possibility that it may soon have a Republican governor, too.
Here’s how that might happen: Ed Gillespie, the G.O.P. candidate, is trying to pull off an upset by going full-on Trumpist, doing all he can — with assistance from the tweeter in chief — to mobilize the white nationalist vote. He’s accusing Ralph Northam, his Democratic opponent, of dishonoring the state’s Confederate heroes. (Funny how people who accuse their rivals of being unpatriotic worship men who engaged in armed rebellion against the United States.) He’s not only accused Northam of being soft on illegal immigration, but he’s insinuated that this somehow makes him an ally of a violent Central American gang.
These cynical ploys probably won’t change many minds in a state that disapproves strongly of Trump and all his works. But they might mobilize enough angry white voters to swing the election if Democrats don’t come out in equal force.
Whatever happens in Virginia, the consequences will be huge. If Gillespie pulls this off, all the worst impulses of the Trumpist G.O.P. will be empowered; you might think that things can’t get even worse, but yes, they can.
If, on the other hand, Northam wins and Democrats make big inroads in the state legislature, it won’t just probably mean that hundreds of thousands of Virginians will get health insurance, and it won’t just be an omen for the 2018 midterms. It will also encourage at least some sane Republicans to break with a man they privately fear and despise (see Corker, Bob).
For whatever reason, however, Virginia isn’t getting nearly as much play in national media or, as far as I can tell, among progressive activists, as it deserves.
Folks, right now this is where the action is: Virginia is now the most important place on the U.S. political landscape — and what happens there could decide the fate of the nation.
La Virginia è per quelli che odiano, di Paul Krugman
New York Times 10 ottobre 2017
Perché l’America è l’unica nazione ricca che non garantisce l’assistenza sanitaria per tutti? (la riforma di Obama ha fatto molti progressi, ma non abbastanza, e l’Amministrazione Trump sta facendo il possibile per distruggerla). Perché abbiamo il più alto tasso di povertà tra tutti quelli che hanno un’economia simile alla nostra, particolarmente nel caso dei bambini, ed una mortalità infantile molto più elevata nonostante la sofisticazione del nostro sistema sanitario?
La risposta, ovviamente, viene dalla politica: siamo gli unici a non volerci prendere cura dei nostri concittadini. E dietro quella diversità politica sta un fatto dominante: l’eredità della schiavitù. Anche troppo spesso, i bianchi americani pensano alle reti della sicurezza sociale non come qualcosa per individui come loro che ci siamo procurati in tempi difficili, ma come un regalo a Quella Gente.
Non è una speculazione fine a sé stessa. Se volete comprendere perché le politiche verso i poveri sono così diverse al livello degli Stati, perché alcuni Stati offrono tanto meno sostegno alle famiglie in difficoltà con figli, risalta un fattore di previsione: la quota di popolazione afro-americana. Quanto più sono numerosi i neri, tanto meno gli elettori bianchi provano compassione.
La storia diventa anche più chiara se si guarda alla messa in atto della Legge sulla Assistenza Sostenibile, che permette agli Stati l’ampliamento della copertura di Medicaid a spese del Governo federale – ovvero, di fornire l’assicurazione sanitaria a una larga fetta della popolazione a nessun costo. Potete pensare che questa sia una bazzecola, e che sinora 31 Stati e il Distretto della Columbia si sono avvantaggiati di questa opportunità. Ma soltanto due di quegli Stati fanno parte degli 11 che nel 1861 attuarono la secessione per dar vita alla Confederazione.
Il che mi conduce al tema della Virginia, che andrà a celebrare le cruciali elezioni dello Stato tra appena quattro settimane.
Sino al periodo recente, la Virginia pareva stesse emergendo da alcune delle ombre più scure della sua storia. Lo Stato sta diventando etnicamente più vario e culturalmente più aperto; si potrebbe dire che è più simile all’America. Perché “l’America vera” è qualcosa di più che non piccole cittadine ed aree rurali; è un posto di una grande varietà, unificato – o così ci piace pensare – da un impegno condiviso ai valori universali della democrazia e dei diritti umani.
Non per caso, anche politicamente la Virginia è diventata più simile all’America, almeno nelle elezioni nazionali: come elettorato nel suo complesso, ha sostenuto il candidato democratico alla Presidenza nelle ultime tre elezioni.
Ma è un’illusione l’apparente progresso morale della Virginia? E se lo è, cosa ci dice dell’America nel suo complesso?
Come si sa, la Virginia è stato il luogo della famigerata marcia di Charlottesville da parte dei suprematisti bianchi che portavano le torce – secondo Donald Trump, “gente molto per bene” – che finì con la morte di un contro manifestante. Forse anche più importante è il fatto che, nonostante la sua crescente moderazione politica e il suo Governatore democratico, la Virginia è tra gli Stati che ancora rifiutano l’ampliamento di Medicaid, nonostante che quel rifiuto comporti per molti difficoltà economiche gratuite e un numero significativo di persone che muoiono per mancanza di cure sanitarie.
Come è possibile? Gli elettori di orientamento democratico è molto meno probabile che vadano a votare nelle elezioni dello Stato e delle comunità locali; di conseguenza uno Stato politicamente moderato ha una legislatura di estrema destra. E c’è una reale possibilità che possa anche avere tra poco un Governatore repubblicano.
Ecco come potrebbe accadere: Ed Gillespie, il candidato del Partito Repubblicano, sta cercando di ottenere una forte affermazione presentandosi apertamente come seguace di Trump, facendo il possibile – con l’assistenza del ‘twittatore in capo’ – per mobilitare il voto nazionalista bianco. Sta accusando il suo avversario democratico, Ralph Northam, di disonorare gli eroi confederati dello Stato (è curioso come la gente che accusa i propri rivali di non essere patriottici, onori individui che si impegnarono nella ribellione armata contro gli Stati Uniti). Non soltanto ha accusato Northam di essere leggero sull’immigrazione illegale, ma ha insinuato che in qualche modo questo lo rende alleato di una violenta banda criminale dell’America Centrale.
Questi cinici disegni probabilmente non cambieranno il giudizio di molte persone in uno Stato che disapprova con forza Trump e le sue opere. Ma possono mobilitare elettori bianchi abbastanza arrabbiati da far oscillare le elezioni se i democratici non vengono allo scoperto con pari forza.
Qualsiasi cosa accada in Virginia, le conseguenze saranno vaste. Se Gillespie ce la fa, tutti i peggiori impulsi del Partito Repubblicano di Trump saranno rafforzati; potreste pensare che le cose non possono diventare persino peggiori, ma in effetti è possibile.
Se, d’altra parte, vince Northam e i democratici realizzano un grande passo avanti nella legislatura dello Stato, probabilmente significherà che centinaia di migliata di virginiani otterranno l’assicurazione sanitaria, e non sarà solo un auspicio per le elezioni di medio termine del 2018. Ciò incoraggerà almeno qualche repubblicano ragionevole a rompere con l’uomo che riservatamente temono e detestano (ad esempio Bob Corker).
Per una qualche ragione, tuttavia, la Virginia non sta ottenendo neanche lontanamente l’interesse nei media nazionali o, per quanto posso dire, tra gli attivisti progressisti, come meriterebbe.
Signori, in questo momento è qua che si colloca l’iniziativa: la Virginia è adesso il luogo più importante nel paesaggio politico degli Stati Uniti – e quello che accade là potrebbe essere decisivo per il destino della nazione.
By mm
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