Paul Krugman NOV. 20, 2017
One thing you can count on in 21st-century U.S. politics is that Republicans will lie about taxes. They did it under George W. Bush, they did it under Barack Obama and they’re still doing it under Donald Trump.
Yet this time is different. It’s not just that the lies have gotten even more brazen. There’s now a combination of incoherence and rage that we, or at least I, haven’t seen before. These days, they can’t even seem to get their fake story straight — and they literally start yelling obscenities when someone tries to point out the facts.
G.O.P. lies about taxes generally involve two issues: who is hurt or helped by tax changes, and what these changes will do to the budget.
Thus, when George W. Bush cut taxes in 2001 and 2003, he and his party repeatedly insisted that the tax cuts were primarily for the middle class. In fact, while there were some middle-class tax breaks in the package, such as an increase in the child tax credit, these were dwarfed by cuts in tax rates on high incomes, reduced taxes on dividends and repeal of the estate tax. Over all, the richest 1 percent saw a much larger increase in after-tax income than middle-class families did.
At the same time, the Bush administration used a series of gimmicks to hide the true fiscal cost of the plan, such as delaying the implementation of some tax cuts while pretending that others would expire when the actual intention was to make them permanent.
When Obama took office, these tricks were simply flipped on their head. Republicans insisted, falsely, that Obama had imposed a “massive tax increase” on the middle class; in fact, for the most part he actually cut middle-class taxes. Meanwhile, they insisted that the surge in the budget deficit caused by the aftermath of the 2008 financial crisis was permanent, and ridiculed the Obama administration’s claims that deficits would fall sharply once crisis spending ended and tax receipts recovered; in fact, that’s exactly what happened.
So what’s different this time? As in the Bush years, Republicans are claiming to be offering a middle-class tax cut. But where Bush truly was cutting taxes on the middle class, just much less than he was on the wealthy, current Republican plans would raise those taxes on many lower- and middle-income families, even as they go down for the wealthy. (Steven Mnuchin, the Treasury secretary, claims that only “million-dollar earners”would see tax increases. This is the opposite of the truth.)
Oh, and a memo to journalists: If you play it safe by reporting this as “Democrats say” that middle-class taxes will go up, you’re misleading your readers: Those estimates come from the Joint Committee on Taxation, Congress’s own nonpartisan scorekeeper.
How can Republicans like Paul Ryan, the speaker of the House, pretend to be helping the middle class? It depends crucially on a new kind of budget gimmick: Both the House and Senate tax-cut bills do contain some middle-class tax breaks — but only for the first few years. Then they expire.
Take one of Ryan’s favorite examples, a family with two children and earning $59,000 a year. That family would indeed get a tax break next year. But the break would rapidly dwindle and turn into a tax increase by 2024.
The Republican response is to claim that these tax breaks wouldn’t really expire, that Congress would eventually renew them. That’s quite doubtful — and even if true, it means that the tax plans would add much more to the national debt than the G.O.P. admits. Which brings me to the whole budget deficit issue.
Not long ago, leading Republicans claimed to be deeply concerned about budget deficits. Only fools and centrists took the Republicans seriously. Still, the abrupt shift to nonchalance about adding trillions to the debt in order to cut taxes on corporations and the wealthy is causing a bit of whiplash even among cynics. How do they justify the shift?
Well, they don’t seem to have settled on a story. Mnuchin keeps asserting that tax cuts will pay for themselves, going so far as to claim (falsely) that Treasury has released a study showing this. Mick Mulvaney, the budget director, cheerfully acknowledges that they’re using gimmicks to pass a bill that permanently cuts taxes on corporations, and not to worry. Whatever works, it seems.
So we’re really looking at an unprecedented level of dishonesty here. But what happens when you try to explain what’s going on? When Senator Sherrod Brown tried to point out, correctly, that the Senate G.O.P.’s tax bill heavily favors the rich, Senator Orrin Hatch exploded, calling it “bull crap” and asserting that he grew up poor (which is relevant why, exactly?).
Sorry, but this isn’t the righteous anger of a man falsely accused of wrongdoing. It’s the rage con men always exhibit when caught out in their con.
But what’s the con about? The very incoherence of the arguments Republicans are making for their plans shows that it’s not about helping the economy, let alone ordinary families. It really is about making the rich richer, at everyone else’s expense. If this be bull crap, make the most of it.
Bugie, incoerenza e rabbia sui tagli alle tasse, di Paul Krugman
New York Times 20 novembre 2017
Una cosa sulla quale potete contare nella politica americana del ventunesimo secolo è che i repubblicani mentiranno sulle tasse. Lo fecero con George W. Bush, lo fecero con Barack Obama e lo stanno tuttora facendo con Donald Trump.
Tuttavia questa volta è diverso. Non si tratta solo del fatto che le bugie sono diventate ancora più sfacciate. C’è una nuova combinazione di incoerenza e rabbia che non avevamo, almeno io non avevo, visto in precedenza. In questi giorni, non possono nemmeno far finta di comrendere in modo corretto il loro falso racconto e quando qualcuno cerca di mettere in evidenza i fatti, cominciano letteralmente a urlare oscenità.
Le bugie del Partito Repubblicano in generale riguardano due temi: chi è colpito o beneficiato dalle modifiche fiscali, e cosa provocheranno queste modifiche nel bilancio.
Analogamente, quando George W. Bush tagliò le tasse nel 2001 e nel 2003, lui e il suo partito ripetevano in continuazione che i tagli delle tasse erano soprattutto a favore delle classi medie. Di fatto, se nel pacchettò c’erano alcuni sgravi fiscali per i ceti medi, quali un aumento dei crediti di imposta sui figli, essi erano sovrastati dai tagli delle aliquote fiscali sugli alti redditi, dalla riduzione delle tasse sui dividendi e dalla abrogazione della tassazione sui parimoni. Soprattutto, l’1 per cento dei più ricchi conobbe un aumento del reddito dopo le tasse molto più ampio di quello delle famiglie di classe media.
Nello stesso tempo, l’Amministrazione Bush usò una serie di espedienti per nascondere il costo reale del piano fiscale, quali un rinvio della messa in funzione di alcuni tagli fiscali nel mentre si fingeva che altri avrebbero avuto una scadenza, quando l’effettiva intenzione era di renderli permanenti.
Quando Obama entrò in carica, questi trucchi vennero semplicemente ribaltati. I repubblicani insistettero falsamente che Obama aveva imposto un “massiccio incremento fiscale” sulla classe media; di fatto, per la massima parte egli aveva effettivamente tagliato le tasse alla classe media. Nello stesso tempo, insistettero che la crescita del deficit di bilancio provocata a seguito della crisi finanziaria del 2008 era permanente, e irrisero agli argomenti della Amministrazione Obama secondo i quali i deficit sarebbero bruscamente caduti una volta che la crisi nelle spese fosse terminata e il gettito fiscale fosse ripreso; di fatto, quello fu esattamente ciò che accadde.
Cosa c’è, dunque, di diverso questa volta? Come negli anni di Bush, i repubblicani sostengono di offrire una taglio delle tasse alla classe media. Ma laddove Bush tagliò effettivamente le tasse sulla classe media, soltanto molto meno di quanto le tagliò sui ricchi, gli attuali progetti dei repubblicani innalzerebbero quelle tasse su molte famiglie con redditi più bassi e medi, anche se le abbassano per i ricchi (Steven Mnuchin, il Segretario al Tesoro, sostiene che soltanto coloro che “hanno profitti per un milione di dollari” vedrebbero aumenti del fisco. Precisamente l’opposto della verità).
Infine, un promemoria per i giornalisti: se volete giocare sul sicuro con resoconti secondo i quali “i democratici dicono” che le tasse sulla classe media saliranno, state fuorviando i vostri lettori: quelle stime provengono dalla Commissione Congiunta sulle Tasse, l’organismo indipendente del Congresso che assegna i punteggi.
Come possono repubblicani come Paul Ryan, il Presidente della Camera dei Rappresentanti, pretendere di stare aiutando la classe media? Ciò dipende fondamentalmente da un espediente di bilancio di nuovo tipo: i progetti di legge sia del Senato che della Camera effettivamente contengono alcuni sgravi fiscali per la classe media – ma solo per i primi pochi anni. Poi vanno a scadenza.
Si consideri uno degli esempi favoriti di Ryan, una famiglia con due figli e guadagni per 59.000 dollari all’anno. Il prossimo anno quella famiglie in effetti riceverebbe uno sgravio fiscale. Ma lo sgravio si ridurrebbe rapidamente e si trasformerebbe in un aumento delle tasse per il 2024.
La risposta dei repubblicani consiste nel sostenere che in realtà gli sgravi fiscali non sarebbero a scadenza, che il Congresso alla fine li rinnoverebbe. Questo è abbastanza dubbio – ed anche se fosse vero, significa che i piani fiscali aumenterebbero il debito nazionale molto di più di quello che il Partito Repubblicano riconosce. La qual cosa mi porta al tema complessivo del deficit di bilancio.
Non molto tempo fa, i dirigenti repubblicani sostenevano di essere profondamente proccupati sui deficit di bilancio. Soltanto gli sciocchi ed i centristi li presero sul serio. Tuttavia, l’improvviso spostamento alla indifferenza sull’aumento del debito per migliaia di miliardi a seguito dei tagli alle tasse sulle società e sui ricchi sta provocando un colpo di frusta persino tra i cinici. Come giustificano lo spostamento?
Ebbene, non sembra che si siano accordati su una spiegazione. Mnuchin continua a sostenere che i tagli delle tasse si ripagheranno da soli, arrivando al punto di sostenere (falsamente) che il Tesoro ha pubblicato uno studio che lo dimostrerebbe. Mick Mulvaney, il direttore del Bilancio, riconosce spensieratamente che stanno usando espedienti per far approvare una proposta di legge che taglia in permanenza le tasse sulle società, e non c’è da preoccuparsi. Qualunque cosa purché funzioni allo scopo, sembra.
Dunque, in questo caso stiamo davvero assistendo ad un livello di disonestà senza precedenti. Ma cosa succede quando si prova a spiegare che cosa si prepara? Quando il Senatore Sherrod Brown ha cercato di mettere in evidenza, giustamente, che la proposta di legge sul fisco del Partito Repubblicano al Senato favorisce pesantemente i ricchi, il Senatore Orrin Hatch è esploso, definendola “una stronzata” e sostenendo di essere cresciuto povero (il che per quale ragione sarebbe rilevante, precisamente?).
Spiacente, ma questa non è la legittima rabbia di una persona ingiustamente accusata di malefatte. È l’ira che gli imbroglioni mettono sempre in evidenza quando vengono sorpresi nei loro imbrogli.
Ma a cosa si riferisce l’imbroglio? La grande incoerenza degli argomenti che i repubblicani stanno avanzando per i loro piani dimostra che essi non sono relativi ad un sostegno dell’economia, per non dire delle famiglie comuni. Sono davvero relativi a rendere i ricchi più ricchi, a spese di tutti gli altri. Se la ‘stronzata’ fosse questa, fatela nel migliore dei modi.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"