Paul Krugman NOV. 2, 2017
It really is amazing to watch this chaotic horror show play out at the highest levels of a great nation’s government. But I guess this is what you have to expect when you hand over the reins of power to a con man, whose whole career has been based on convincing naïve marks that he’s a brilliant deal maker, but turns out to have no idea how to actually govern.
Oh, wait — did you think I was talking about Donald Trump? I’m talking about Paul Ryan, the speaker of the House, an obvious phony who nonetheless convinced the rubes — that is, much of the news media and the political establishment — that he was a brilliant fiscal expert. What we’re witnessing now is the end of the charade, the political equivalent of what happened when graduates of Trump University tried to get some value in return for their money.
On Thursday, House Republicans unveiled a tax “reform” bill with the same good order and careful deliberation with which they unveiled their various attempts to repeal Obamacare. That is, after having had years to prepare, the G.O.P. waited until the last minute to throw something together, without any hearings or serious analysis.
Budget wonks are frantically going through the legislative language, trying to figure out what it means and what it would do — but they can take some comfort in the fact that the bill’s authors are almost equally in the dark.
O.K., some things are clear: The bill would give huge tax breaks to corporations and the wealthy, especially wealthy heirs, while opening vast new opportunities for tax avoidance. You won’t go far wrong if you think of the big tax cuts in the law as having been custom designed to benefit the Trump family.
But these big tax cuts would blow a multitrillion-dollar hole in the budget, so Republicans have been scrambling to find “pay-fors” that limit the addition to the deficit. What they came up with was a hodgepodge of stuff: ending deductions for some state and local taxes, limiting deductions for mortgage interest, phasing out child tax credits, and so on.
Since the point of these measures is to offset tax cuts for the rich, they will, more or less by definition, end up raising taxes on large numbers of middle-class families.
Will this bill pass the House? Unclear: Some important interest groups, like homebuilders and the small-business lobby, have already declared opposition. In any case, it almost surely can’t become law in anything like its current form: A tax bill can’t pass the Senate with less than 60 votes if it raises the long-term budget deficit, which this bill surely does. In fact, this bill might not even get a simple Senate majority.
So right now tax cuts are looking like health care redux: With many years to prepare, Republicans turn out to be completely unready for prime time. But how did they get to this point?
The answer is that this week’s debacle was predictable from the moment, more than seven years ago, that Ryan began establishing himself as a media darling by publishing impressive-looking blueprints for fiscal reform with titles like “Roadmap for America’s Future.”
Like the bill just released, all these blueprints included huge tax cuts for corporations and the wealthy; but Ryan insisted that any revenue losses would be made up for by ending unjustified tax breaks. Which tax breaks would he eliminate? He refused to say.
These evasions worked brilliantly as a public relations strategy. Those who warned about his plans’ phoniness were ignored. Ryan even received awards for fiscal responsibility.
But actual legislation can’t close huge fiscal gaps with vague promises. To hand out those big tax cuts while raising the deficit by “only” $1.5 trillion, Republicans needed to find real money somewhere, and that turns out to be really hard.
The big question should be, why do any of this? Ryan used to claim that his plans di sospingere politiche che vanno a beneficio soltanto di minuscule elitwere about reducing the budget deficit, but he has now given up that pretense.
And why should tax cuts even be on the table? We have budget deficits, not surpluses, and lots of unmet needs for future spending. U.S. taxes are low, not high, compared with other wealthy countries. Predictions that tax cuts will lead to rapid economic growth have been wrong time and again. And by large margins, voters want taxes on corporations and the wealthy to go up, not down.
The ruling theory among Republicans seems to be that going into the midterm elections they need a “win” to offset their failure to repeal Obamacare. I guess this might be right, although it’s a theory that reveals extraordinary contempt for voters, who are supposed to be impressed by the G.O.P.’s ability to ram through policies that only benefit a tiny elite.
Donald Trump, Paul Ryan e il raggruppamento degli imbroglioni, di Paul Krugman
New York Times 2 novembre 2017
É davvero incredibile assistere a questo caotico terribile spettacolo ai massimi livelli del governo di una nazione. Ma mi immagino che sia quello che ci si deve aspettare quando si affidano le redini del potere a un imbroglione, la cui intera carriera si è basata a indurre gli ingenui a dargli i voti in quanto brillante realizzatore di soluzioni, ma si scopre che non ha alcuna idea su come effettivamente governare.
Un momento – pensavate che stessi parlando di Donald Trump? Sto parlando di Paul Ryan, il Presidente della Camera dei Rappresentanti, un individuo evidentemente falso che ciononostante ha persuaso i sempliciotti – vale a dire, gran parte del gruppo dirigente dei media dell’informazione e del mondo politico – di essere un acuto esperto di fisco. Quello a cui adesso stiamo assistendo è la fine della farsa, l’equivalente sul piano della politica di quello che accadde quando gli studenti universitari della Trump University cercarono di avere, in cambio dei soldi che avevano speso, un qualche risultato concreto.
Giovedì, i repubblicani della Camera hanno reso nota una proposta di legge di “riforma” del fisco con la stessa ordinata procedura e scrupolosa deliberazione con la quale avevano resi noti i loro vari tentativi di abrogare la riforma sanitaria di Obama. Vale a dire, dopo aver avuto anni per prepararsi, il Partito Repubblicano ha atteso sino all’ultimo minuto per mettere insieme qualcosa, senza alcuna audizione e senza alcuna analisi.
Gli esperti di bilanci stanno freneticamente compulsando il linguaggio legislativo, nel tentativo di immaginarsi cosa questo significhi e che cosa prepari – ma possono trovare qualche conforto nel fatto che gli autori del progetto di legge sono egualmente ignari.
È vero, qualcosa è chiaro: la proposta di legge darebbe grandi sgravi fiscali alle società ed ai ricchi, particolarmente agli eredi di ricchezze, nel mentre aprirebbe nuove opportunità di elusione del fisco. Non si andrà molto lontano dal vero se si pensa che i grandi tagli fiscali nella legge siano stati concepiti su misura per produrre benefici alla famiglia Trump.
Ma questi grandi tagli fiscali faranno esplodere un buco di molte migliaia di miliardi di dollari nel bilancio, cosicché i repubblicani si stanno arrampicando sugli specchi per escogitare gli escamotage che limitino l’aumento del deficit. Sono venuti fuori con un miscuglio di cose: limitare la deducibilità per alcune tasse degli Stati e delle comunità locali, limitare la deducibilità per gli interessi sui mutui, eliminare i crediti di imposta per i figli, e così via.
Dato che queste misure debbono bilanciare i tagli fiscali per i ricchi, essi, più o meno per definizione, finiranno coll’aumentare le tasse per un gran numero di famiglie della classe media.
La Camera le approverà? Non è chiaro: alcuni importanti gruppi di interesse, come il settore dell’edilizia e la lobby delle piccole imprese, hanno già annunciato la loro opposizione. Ad ogni modo, è quasi certo che la proposta non possa diventar legge nella sua forma attuale: una proposta di legge sul fisco che elevi il deficit di bilancio nel lungo termine, come questa proposta certamente comporterebbe, non può essere approvata dal Senato con meno di 60 voti. Di fatto, questa proposta di legge potrebbe non ottenere al Senato neppure una maggioranza semplice.
Dunque, in questo momento i tagli al fisco sembrano una nuova versione della proposta sulla assistenza sanitaria: dopo molti anni per prepararsi, si scopre che i repubblicani non sono affatto pronti per il primo appuntamento. Ma come sono arrivati a questo punto?
La risposta è che la debacle di queste settimane era prevedibile sin dal momento in cui, più di sette anni orsono, Ryan cominciò a imporsi come il personaggio prediletto dai media con le sue pubblicazioni a sensazione dei progetti per la riforma fiscale, con titoli come “La ‘roadmap’ per il futuro dell’America”.
Come la proposta di legge appena resa pubblica, tutti questi progetti comprendevano grandi sgravi fiscali per le società e per i ricchi; ma Ryan ripeteva che tutte le perdite nelle entrate sarebbero state compensate con le chiusura di ingiustificate agevolazioni fiscali. Quali agevolazioni fiscali avrebbe eliminato, si rifiutava di dirlo.
Questa evasività funzionava benissimo come strategia di pubbliche relazioni. Coloro che mettevano in guardia sulla ipocrisia dei suo progetti vennero ignorati. Ryan ricevette addirittura dei premi per la sua responsabilità in materia di finanza pubblica.
Ma l’effettiva legislazione non consente di chiudere delle scappatoie fiscali con vaghe promesse. Per distribuire quei grandi sgravi fiscali nel mentre si innalza il deficit di “soli” 1.500 miliardi di dollari, i repubblicani avevano bisogno in qualche modo di trovare soldi veri, e qullo si scopre essere davvero difficile.
La grande domanda dovrebbe essere, perché fare una cosa del genere? Ryan era solito sostenere che i suoi progetti riguardavano la riduzione dei deficit di bilancio, ma adesso egli ha rinunciato a quella pretesa.
È perché si dovrebbe persino ragionare di sgravi fiscali? Noi abbiamo deficit di bilancio, non avanzi, e grandi quantità di bisogni insoddisfatti per le spese future. Le tasse degli Stati Uniti sono basse, non alte, a confronto con quelle di altri paesi ricchi. Le previsioni secondo le quali quei tagli al fisco porteranno ad un rapida crescita economica sono fallite ripetutamente. E gli elettori vogliono, in grande maggioranza, che le tasse sulle società e sui ricchi aumentino, non che diminuiscano.
La teoria dominante tra i repubblicani sembra essere che andando verso le elezioni di medio termine, essi hanno bisogno di una “vittoria” per equilibrare il loro insuccesso nell’abrogazione dell’Obamacare. Suppongo che questo possa avere un fondamento, sebbene sia una teoria che rivela uno straordinario disprezzo verso gli elettori, che si suppone siano colpiti dalla capacità del Partito Repubblicano di sospingere politiche che vanno a vantaggio soltanto di una minuscola elite.
Tuttavia la politica che ne risulta è una politica davvero oscena, concepita attraverso un procedimento davvero tremendo. La maggioranza degli americani comprende che Donald Trump è un pessimo Presidente; hanno bisogno di capire che il gruppo dirigente del suo Partito al Congresso non è da meno.
By mm
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