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I tagli alle tasse e il deficit commerciale (dal blog di Paul Krugman, 14 novembre 2017)

 

Tax Cuts And The Trade Deficit

Paul Krugman

 NOVEMBER 14, 2017 11:33

It’s a sad commentary on the state of affairs in America that we need to spend time debunking the Tax Foundation “model” of the effects of GOP tax cuts. But that model, with its extremely optimistic take on the growth and revenue effects of corporate tax cuts, is reportedly playing an important role in Senate discussions. So let’s talk some more about a point I’ve been trying to make: if you believe the TF analysis, you also have to believe that the Senate bill would lead to enormous trade deficits — and massive loss of manufacturing jobs.

TF provides very little detail on their model, which is itself a flashing red light: transparency is essential if you’re serious in this game. But if you read in a ways, there’s a table that tells us some of what we need to know:

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So they’re saying that in the long run — which they identify as a decade — the U.S capital stock will be 9.9% bigger than it would otherwise have been. Where do the savings for that increase in capital come from? Since there’s nothing in the bill that would increase domestic savings — on the contrary, the budget deficit would reduce national savings — they come from inflows of foreign capital.

How much inflow are we talking about? Currently, private fixed assets are approximately $43 trillion. A good baseline for private capital in 2027 would be to assume that it would grow with potential GDP. If so, in the absence of the Senate bill private capital would be $65 trillion in 2027.

So the Tax Foundation is claiming that the Senate bill would raise that by 9.9%, or $6.4 trillion.

Now, it’s just an accounting identity that current account + financial account = 0 — that is, $6.4 trillion in capital inflows means an extra $6.4 trillion in trade deficits over the next decade, more than $600 billion a year. Somehow, TF isn’t advertising that point, even though it’s an unavoidable conclusion from their analysis.

What would adding $600 billion per year to the trade deficit do? Mainly it would come from manufacturing, although part of that would reflect indirect losses in service industries that supply manufacturing. So let’s say 60% comes from reduced value added in U.S. manufacturing. That’s more than 20% of U.S. value-added in manufacturing. So the U.S. manufacturing sector would be around 20% smaller than it would have been otherwise.

How would this happen? Huge capital inflows would drive up the dollar, making U.S. manufacturing much less competitive.

And to a first approximation, it would also mean 20% fewer manufacturing jobs. Starting with 12.5 million current manufacturing workers, this means around 2.5 million fewer manufacturing jobs.

So let me say this clearly: if you believe the Tax Foundation analysis, you should also believe that the Senate bill would reduce manufacturing employment by around 2 1/2 million. Yes, jobs would be added in other sectors. But it’s not exactly what Trump has been promising, is it?

So why isn’t Tax Foundation talking about any of this? Actually, it’s pretty clear that they haven’t thought through the implications of their own model. Even though inflows of foreign capital are absolutely central to their case, they don’t appear to have considered at all what such inflows would involve.

So nobody should be taking these guys seriously.

 

I tagli alle tasse e il deficit commerciale,

di Paul Krugman

È una triste testimonianza dello stato delle cose in America che si debba perdere tempo a confutare il “modello” di Tax Foundation sugli effetti dei tagli alle tasse del Partito Repubblicano. Ma quel modello, con la sua estremamente ottimistica presa di posizione sugli effetti sulla crescita e sulle entrate dei tagli fiscali alle società, secondo i resoconti sta giocando un ruolo importante nelle discussioni al Senato. Consentitemi dunque di parlare un po’ di più su un punto che sto cercando di avanzare: se si crede alle analisi di TF, si deve anche credere che la proposta di legge del Senato porterebbe a enormi deficit commerciali – ed a una massiccia perdita di posti di lavoro nel settore manifatturiero.

TF fornisce molti pochi dettagli sul proprio modello, il che di per sé fa scattare una luce rossa: se in questa partita si è seri, la trasparenza è essenziale. Ma se si legge tra le righe, c’è una tabella che ci dice qualcosa che abbiamo bisogno di conoscere:

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Dunque, stanno dicendo che nel lungo periodo – che essi identificano con un decennio – lo stock di capital degli Stati Uniti sarà più grande di quello che sarebbe stato altrimenti, nella misura del 9,9%. Da dove vengono i risparmi per quell’incremento di capitale? Dal momento che non c’è niente nella proposta di legge che aumenterebbe il risparmio nazionale – al contrario, il deficit del bilancio lo ridurrebbe – essi verrebbero da flussi in entrata di capitali stranieri.

Di quanti flussi stiamo parlando? Attualmente, gli asset fissi privati sono circa 43.000 miliardi di dollari. Una buona base di riferimento per i capitali privati sarebbe assumere che essa cresca con il PIL potenziale. Se così fosse, in assenza della proposta del Senato il capitale privato sarebbe 65.000 miliardi di dollari nel 2027.

Dunque Tax Foundation sta sostenendo che la proposta del Senato accrescerebbe quel dato del 9,9%, ovvero di 6.400 miliardi di dollari.

Ora, è semplicemente per una identità contabile che il conto corrente + il conto finanziario = 0 – ovvero, 6.400 miliardi di dollari comportano un aumento di 6.400 miliardi di dollari nei deficit commerciali per il prossimo decennio, più di 600 miliardi di dollari all’anno. Per qualche ragione, TF non sta segnalando questo aspetto, anche se sulla base delle loro analisi, è una conclusione obbligata.

Aggiungere 600 miliardi all’anno al deficit commerciale, cosa provocherebbe? Principalmente essi proverrebbero dal settore manifatturiero, sebbene una parte rifletterebbe perdite indirette nelle industrie di servizio che riforniscono il settore manifatturiero. Diciamo dunque che un 60% provenga dalla riduzione di valore aggiunto nel manifatturiero statunitense. Esso è più del 20% del valore aggiunto nel manifatturiero degli Stati Uniti. Dunque, il settore manifatturiero sarebbe per circa il 20% più piccolo di quanto sarebbe stato altrimenti.

Come accadrebbe tutto questo?  Vasti flussi in ingresso di capitali spingerebbero in alto il dollaro, rendendo il settore manifatturiero statunitense molto meno competitivo.

E, a una prima approssimazione, esso significherebbe anche un 20% di posti di lavoro in meno nel manifatturiero. Partendo dai 12,5 milioni di attuali lavoratori manifatturieri, questo significherebbe circa 2,5 milioni di posti di lavoro manifatturieri in meno.

Dunque, fatemelo dire con chiarezza: se credete nella analisi di Tax Foundation, dovreste anche credere che la proposta di legge del Senato ridurrebbe l’occupazione manifatturiera di circa 2 milioni e mezzo di persone. È vero, aumenterebbero i posti di lavoro in altri settori. Ma non è esattamente quello che Trump aveva promesso, non è così?

Perché dunque Tax Foundation non dice niente di tutto questo? Per la verità, è abbastanza chiaro che non hanno ragionato sulle implicazioni del loro modello. Anche se i flussi in ingresso dei capitali stranieri sono assolutamente centrali nella loro tesi, non sembrano aver affatto considerato cosa comporterebbero quei flussi.

Dunque nessuno dovrebbe prendere quella gente sul serio.

 

 

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