Paul Krugman DEC. 8, 2017
There are two central facts about 21st-century U.S. politics. First, we suffer from asymmetric polarization: the Republican Party has become an extremist institution with little respect for traditional norms of any kind. Second, mainstream media – still the source of most political information for the great majority of Americans – haven’t been able to come to grips with this reality. Even in the age of Trump, they try desperately to be “balanced”, which in practice means bending over backwards to say undeserved nice things about Republicans and take undeserved swipes at Democrats.
This dynamic played a crucial role in last year’s election; it’s one of the reasons major news organizations devoted more time to Hillary Clinton’s emails than to all policy issues combined. But it has been going on for years. It’s the whole story of Paul Ryan’s career: journalists trying to be centrists desperately wanted to show their neutrality by praising a Serious, Honest, Conservative, and promoted Ryan into that role even though it was obvious from the beginning that he was a con man.
And it’s still playing out, as we can see from what looks like a looming debacle in Facebook’s efforts to institute fact-checking.
Facebook wanted responsible fact-checking organizations to partner with, and several such organizations exist. But all of these organizations are constantly attacked by the right as having a left-wing bias – so it added The Weekly Standard, even though it clearly failed to meet internationally accepted standards for that role.
So what’s the basis for claims that, say, PolitiFact is biased? Hey, The Weekly Standard itself has explained the criteria:
Surveys done by the University of Minnesota and George Mason University have shown that the supposedly impartial “fact checking” news organization rates Republican claims as false three times as often as Democratic claims and twice as much, respectively.
Notice the implicit assumption here – namely, that impartial fact-checking would find an equal number of false claims from each party. But what if – bear with me a minute – Republicans actually make more false claims than Democrats?
Take a not at all arbitrary example: tax policy. The GOP is deeply committed to the proposition that tax cuts pay for themselves, a view that has no support whatsoever from professional economists. Can you find any comparable insistence on a view experts consider false on the Democratic side?
Similarly, the GOP is deeply committed to climate change denial, despite the overwhelming consensus of scientists that anthropogenic climate change is real and dangerous. Again, where’s the Democratic counterpart?
There are, of course, individual liberals who say things that aren’t true, on all sorts of issues. But huge falsehoods by major party figures – where by falsehood I mean something demonstrably false, not a view you disagree with – are far more common on the right than the left.
It’s interesting and important to understand where this difference comes from. It’s also something of a puzzle. True, the parties are very different institutions – the GOP has historically been hierarchical, with top-down direction and monolithic doctrine, while Democrats have always been a loose-jointed coalition. But these days the GOP looks pretty chaotic – yet the insurgent forces seem to be pushing it even further away from any respect for facts.
Whatever the deep explanation, however, the parties are not the same. And trying to pretend that they are the same isn’t just foolish, it’s deeply destructive. Indeed, it’s one important reason Donald Trump sits in the White House.
I fatti hanno una ben nota tendenza progressista, di Paul Krugman
New York Times 8 dicembre 2017
Ci sono due fatti centrali nella politica americana del 21° secolo. Il primo, soffriamo di una polarizzazione asimmetrica: il Partito Repubblicano è diventato una istituzione estremista, con poco rispetto per le norme tradizionali di ogni genere. Il secondo, i media prevalenti – che sono ancora la fonte della maggior parte della informazione politica per la grande maggioranza degli americani – non sono stati capaci di comprendere questa realtà. Persino nell’epoca di Trump, cercano disperatamente di essere “equilibrati”, il che in pratica significa farsi in quattro per dire immeritate cose favorevoli sui repubblicani e per tirare colpi immeritati sui democratici.
Nelle elezioni dell’anno passato questa dinamica ha giocato un ruolo cruciale; è una delle ragioni per le quali importanti organizzazioni dell’informazione hanno riservato più tempo alle mail di Hillary Clinton che a tutti i temi politici messi assieme. Ma ciò è andato avanti per anni. La storia della carriera di Paul Ryan è tutta qua: giornalisti che cercano di essere disperatamente centristi hanno voluto mostrare la loro neutralità elogiando un Conservatore Serio ed Onesto ed hanno promosso Ryan in quel ruolo, anche se era evidente dall’inizio che era un imbroglione.
E tutto ciò è ancora in corso, come possiamo osservare da quella che sembra una imminente debacle negli sforzi di Facebook di istituire un osservatorio di verifica dei fatti.
Facebook voleva collaborare con responsabili organizzazioni di verifica dei fatti, ed esistono varie organizzazioni di quel tipo. Ma tutte queste organizzazioni sono costantemente attaccate dalla destra per avere tendenze di sinistra – cosicché essa si è rivolta a The Weekly Standard, anche se quest’ultima non era chiaramente nelle condizioni di soddisfare gli standard accettati a livello internazionale per quel ruolo.
Dunque, su quale base si pretende che, ad esempio, PolitiFact sia tendenziosa? Guarda un po’, i criteri sono stati spiegati da The Weekly Standard stessa:
“I sondaggi eseguiti dalla Università del Minnesota e dalla Università George Mason hanno dimostrato che la presunta imparziale organizzazione informativa di ‘verifica dei fatti’ ha valutato gli argomenti dei repubblicani come falsi, rispettivamente con maggiore frequenza di tre volte nel primo sondaggio e di due volte nel secondo, rispetto agli argomenti dei democratici.”
Si noti in questo caso l’assunto implicito – secondo il quale, precisamente, una imparziale verifica dei fatti dovrebbe scoprire un numero eguale di falsi argomenti per ciascun partito. Ma che acccade se – portate pazienza con me per un attimo – i repubblicani effettivamente utilizzano più argomenti falsi dei democratici?
Si prenda un esempio per nulla arbitrario: la politica fiscale. Il Partito Repubblicano è profondamente legato all’idea che i tagli delle tasse si ripagano da soli, una opinione che non ha un sostegno di qualsiasi genere da parte di economisti di professione. Si può trovare una insistenza paragonabile dal lato dei democratici su un punto di vista che gli esperti considerano falso?
In modo simile, il Partito Repubblicano è profondamente impegnato nel negare il cambiamento climatico, nonostante lo schiacciante consenso tra gli scienziati secondo il quale il cambiamento del clima provocato dall’uomo è reale pericoloso. Di nuovo, dov’è l’analogo tra i democratici?
Ci sono, ovviamente, singoli progressisti che affermano cose che non sono vere, su tematiche di ogni genere. Ma grandi falsità da parte di importanti personalità del partito – dove per falsità intendo qualcosa di dimostrabilmente falso, non un punto di vista con il quale non si è d’accordo – sono molto più comuni a destra che non a sinistra.
È interessante e importante capire da dove derivi questa differenza. È anche un po’ misterioso. È vero, i partiti sono istituzioni molto varie – il Partito Repubblicano è stato storicamente gerarchico, con una direzione dall’alto in basso e una dottrina monolitica, mentre i democratici sono sempre stati una coalizione debolmente interconnessa. Ma di questi tempi il Partito Repubblicano appare piuttosto caotico – tuttavia le componenti più radicali sembra stiano spingendolo sempre più lontano dal rispetto dei fatti.
Qualsiasi sia la spiegazione profonda, tuttavia, i partiti non sono gli stessi. E cercare di fingere che siano gli stessi non è solo sciocco, è anche grandemente distruttivo. In effetti, è una importante ragione per la quale Donald Trump è installato alla Casa Bianca.
By mm
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