Paul Krugman JAN. 11, 2018
Democrats want to strengthen the social safety net; Republicans want to weaken it. But why?
G.O.P. opposition to programs helping the less fortunate, from food stamps to Medicaid, is usually framed in monetary terms. For example, Senator Orrin Hatch, challenged about Congress’s failure to take action on the Children’s Health Insurance Program, a part of Medicaid that covers nearly nine million children — and whose federal funding expired back in September — declared that “the reason CHIP’s having trouble is that we don’t have money anymore.”
But is it really about the money? No, it’s about the cruelty. Over the past few years it has become increasingly clear that the suffering imposed by Republican opposition to safety-net programs isn’t a bug, it’s a feature. Inflicting pain is the point.
To see what I mean, consider three stories about health care policies.
First, there’s the saga of Medicaid expansion under the Affordable Care Act. The Supreme Court allowed states to opt out of this expansion. But accepting expansion should have been a no-brainer for every state: The federal government would initially pay the full cost, and even in the long run it would pay 90 percent, meanwhile bringing money and jobs into state economies.
Yet 18 states — all of them with Republican-controlled legislatures, governors or both — still haven’t expanded Medicaid. Why?
For a while you could argue that it was about cynical political strategy: Medicaid expansion was a policy of Barack Obama, and Republicans didn’t want to give a Democratic president any policy successes. But that story can’t explain states’ continuing resistance to the idea of providing health coverage to thousands of their own citizens at minimal cost.
No, at this point it’s clear that G.O.P. politicians simply don’t want lower-income families to have access to health care and are actually willing to hurt their own states’ economies to deny them that access.
Second, there’s the issue of work requirements for Medicaid. Some states have been petitioning for years for the right to force Medicaid recipients to take jobs, and this week the Trump administration declared that it would allow them to do so. But what was driving this demand?
The reality is that a vast majority of adult Medicaid recipients are in families where at least one adult is working. And a vast majority of those who aren’t working have very good reasons for not being in the labor force: They’re disabled, they’re caregivers to other family members or they’re students. The population of Medicaid recipients who “ought” to be working but aren’t is very small, and the money that states could save by denying them coverage is trivial.
Oh, and of the 10 states reportedly seeking to impose work requirements, six have accepted the A.C.A. Medicaid expansion, which means that most of the money they could save by kicking people off would be federal, not state, dollars. So what’s this about?
The answer, surely, is that it isn’t about saving money, it’s about stigmatizing those who receive government aid, forcing them to jump through hoops to prove their neediness. Again, the pain is the point.
Finally, there’s the case of children’s health insurance. Again, federal funding expired back in September, and millions of children will lose coverage soon if that funding isn’t restored. So what will it cost the Treasury if Congress does what it should have done months ago, and restores funding? The answer, according to the Congressional Budget Office, is — nothing. Or actually less than nothing. In fact, a 10-year extension of CHIP funding would save the government $6 billion.
How is this possible, given the roughly $14 billion a year CHIP currently spends on health? The key point, laid out in a budget office analysis a few months ago, is that many (but not all) families whose children are currently covered by CHIP could alternatively be covered by subsidized private insurance through the Obamacare exchanges.
Private insurance is, however, considerably more expensive than Medicaid, which uses its bargaining power to hold down costs. (The cost of private insurance has gone up even further now that Republicans have repealed the individual mandate, worsening the risk pool.) As a result, subsidies for private insurance would end up costing more than the direct coverage children currently get through CHIP.
And don’t imagine that, because many children thrown off CHIP would find alternative sources of coverage, the kids would be alright. For one thing, a significant number wouldn’t get covered: The number of uninsured kids would rise substantially. Furthermore, private insurance, which often involves large out-of-pocket expenses, is much worse than CHIP for lower-income families.
So Republican foot-dragging on CHIP, like opposition to Medicaid expansion and the demand for work requirements, isn’t about the money, it’s about the cruelty. Making lower-income Americans worse off has become a goal in itself for the modern G.O.P., a goal the party is actually willing to spend money and increase deficits to achieve.
I dollari, i centesimi e il sadismo repubblicano, di Paul Krugman
New York Times 11 gennaio 2018
I democratici vogliono rafforzare le reti della sicurezza sociale; i repubblicani le vogliono indebolire. Ma perché?
L’opposizione dei repubblicani ai programmi che aiutano i più sfortunati, dalle tessere alimentari a Medicaid, viene solitamente espressa in termini monetari. Ad esempio, il Senatore Orrin Hatch, interrogato sull’incapacità del Congresso a prendere l’iniziativa sul Programma di Assicurazione Sanitaria per i Bambini (CHIP), una parte di Medicaid che assiste circa nove milioni di minori – il cui finanziamento federale si è esaurito lo scorso settembre – ha dichiarato che “la ragione per la quale CHIP è nei guai è che non abbiamo più soldi”.
Ma è davvero un problema di soldi? No, si tratta di intenzionale malvagità. Nei pochi anni passati è diventato sempre più chiaro che le sofferenze imposte dalla opposizione repubblicana ai programmi delle reti della sicurezza non è una fissazione, è un tratto distintivo. Il punto è proprio provocare sofferenze.
Per chiarire cosa intendo, si considerino tre storie che riguardano le politiche della assistenza sanitaria.
In primo luogo, c’è la saga della espansione di Medicaid a seguito della Legge sulla Assistenza Sostenibile. La Corte Suprema consentì agli Stati di rinunciare a questa espansione. Ma accettare l’espansione sarebbe stata una inezia per ogni Stato: il Governo Federale avrebbe inizialmente pagato il costo intero, e persino nel lungo periodo avrebbe pagato il 90 per cento, nel mentre avrebbe portato soldi e posti di lavoro nelle economie degli Stati.
Tuttavia 18 Stati – tutti quelli con assemblee legislative controllate dai repubblicani oppure con Governatori repubblicani o con entrambe le condizioni – ancora non hanno deciso di allargare Medicaid. Perché?
Per un certo periodo si poteva supporre che si trattasse di una strategia politica cinica: l’espansione di Medicaid era una politica di Barack Obama, e i repubblicani non volevano consentire ad un Presidente democratico un qualunque successo politico. Ma quel racconto non può spiegare la permanente resistenza all’idea di fornire assistenza sanitaria a migliaia di propri cittadini ad un costo minimo.
No, a questo punto è chiaro che i politici del Partito Repubblicano semplicemente non vogliono che le famiglie con i redditi più bassi abbiano accesso alla assistenza sanitaria e sono effettivamente disponibili a danneggiare le economie dei loro stessi Stati per negar loro quell’accesso.
In secondo luogo c’è il tema dei requisiti lavorativi per l’accesso a Medicaid. Alcuni Stati stanno rivendicando da anni il diritto di costringere i beneficiari di Medicaid ad accettare posti di lavoro, e questa settimana l’Amministrazione Trump ha dichiarato che gli darebbe il permesso di farlo. Ma cosa provocava quella richiesta?
La realtà è che una grande maggioranza di destinatari adulti di Medicaid appartengono a famiglie nelle quali almeno un adulto è al lavoro. E la grande maggioranza di coloro che non lavorano hanno ottime ragioni per non partecipare alla forza lavoro: sono disabili, oppure danno assistenza ad altri membri della famiglia, o sono studenti. La popolazione dei beneficiari di Medicaid che “dovrebbero” lavorare e non lo fanno, è molto esigua, e i soldi che gli Stati risparmierebbero negandogli l’assistenza è irrilevante.
Inoltre, dei dieci Stati che secondo i resoconti stanno cercando di imporre il requisito del lavoro, sei hanno accettato l’ampiamento di Medicaid stabilito dalla legge sanitaria, il che significa che la maggior parte dei soldi che risparmierebbero tirando fuori quella gente sarebbero dollari federali, non dollari degli Stati. Dunque, qual è la ragione?
La risposta, con certezza, è che essa non riguarda il risparmiare soldi, riguarda lo stigmatizzare coloro che ricevono aiuti pubblici, costringendoli a superare altri ostacoli per provare il loro stato di bisogno. Ancora una volta, il punto è infliggere sofferenze.
Infine c’è il caso della assicurazione sanitaria dei minori. Il finanziamento federale si è esaurito lo scorso settembre e milioni di bambini perderanno la copertura assicurativa se il finanziamento non è ripristinato. Dunque, quanto costerà al Tesoro se il Congresso fa quello che avrebbe dovuto fare mesi fa, e ripristina il finanziamento? La risposta, secondo l’Ufficio Congressuale del Bilancio, è … niente. O per la verità meno che niente. Di fatto, prolungare di dieci anni il finanziamento del CHIP farebbe risparmiare al Governo 6 miliardi di dollari.
Come è possibile questo, considerati i circa 14 miliardi di dollari all’anno che il CHIP spende per la sanità? Il punto chiave, esposto in una analisi dell’Ufficio del Bilancio di pochi mesi fa, è che molte famiglie (ma non tutte) i cui figli sono attualmente coperti dal CHIP potrebbero in alternativa essere assistite dalle assicurazioni sanitarie che godono di sussidi, attraverso i ‘borsini sanitari’ della riforma di Obama.
Le assicurazioni private sono tuttavia considerevolmente più costose di Medicaid, che utilizza il suo potere di contrattazione per tenere bassi i costi (il costo della assicurazione privata è anche salito ulteriormente ora che i repubblicani hanno abrogato il mandato individuale [1], peggiorando l’aggregato di rischio). Di conseguenza, i sussidi per le assicurazioni private finirebbero per costare di più della assicurazione diretta dei minori attualmente ottenuta tramite il CHIP. E non penso che, poiché molti minori espulsi dal CHIP troverebbero fonti alternative di copertura, i ragazzi siano a posto. Da una parte, un numero significativo non avrebbe la copertura e il numero dei non assicurati crescerebbe in modo sostanziale. Dall’altra l’assicurazione privata, che spesso comporta ampie spese di tasca propria, sarebbe molto peggiore del CHIP per le famiglie con redditi più bassi.
Dunque, la riluttanza dei repubblicani sul CHIP, come l’opposizione all’ampliamento di Medicaid e la richiesta dei requisiti lavorativi, non riguarda i soldi, bensì una esplicita forma di malvagità. Peggiorare le condizioni degli americani con redditi più bassi è divenuto un obbiettivo in sé del Partito Repubblicano contemporaneo, un obbiettivo per realizzare il quale il partito è effettivamente disponibile a spendere soldi e ad aumentare i deficit.
[1] Ovvero la delega-obbligo dei singoli di acquistare una assicurazione, il che nella riforma di Obama era reso possibile dai sussidi nei confronti dei redditi più bassi.
By mm
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