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Bilanci, malafede ed ‘equilibrismi’, di Paul Krugman (New York Times 15 febbraio 2018)

 

Budgets, Bad Faith and ‘Balance’

Paul Krugman FEB. 15, 2018

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Over the past couple of months Republicans have passed or proposed three big budget initiatives. First, they enacted a springtime-for-plutocrats tax cut that will shower huge benefits on the wealthy while offering a few crumbs for ordinary families — crumbs that will be snatched away after a few years, so that it ends up becoming a middle-class tax hike. Then they signed on to a what-me-worry budget deal that will blow up the budget deficit to levels never before seen except during wars or severe recessions. Finally, the Trump administration released a surpassingly vicious budget proposal that would punish not just the vulnerable but also most working families.

Looking at all of this should make you very angry; it certainly infuriates me. But my anger isn’t mostly directed at Republicans; it’s directed at their enablers, the professional centrists, both-sides pundits, and news organizations that spent years refusing to acknowledge that the modern G.O.P. is what it so clearly is.

Which is not to say that Republicans should be let off the hook.

To be sure, American history is full of politicians and parties that pursued what we would now call nefarious ends. After all, the pre-Civil War Democratic Party — which shares nothing but a name with today’s Democrats — was largely devoted to the cause of preserving slavery. But I can’t think of a previous example of a party that so consistently acted in bad faith — pretending to care about things it didn’t, pretending to serve goals that were the opposite of its actual intentions.

You may recall, for example, the grim warnings from leading Republicans about the dangers of budget deficits, with Paul Ryan, the speaker of the House, declaring that our “crushing burden of debt” would create an economic crisis. Then came the opportunity to pass a $1.5 trillion tax cut targeted on the rich, and suddenly all worries about the deficit temporarily disappeared.

Now that the tax cut is law, of course, deficit-hawk rhetoric is back — not as a reason to reconsider those tax breaks, but as a reason to cut food stamps and Medicaid. You knew this was going to happen, although even I expected the fake deficit hawks to wait a little longer before resuming their act.

You may also recall how Republicans posed as defenders of Medicare, accusing the Obama administration of planning to cut $500 billion from the program to pay for the Affordable Care Act. The legislation did in fact seek substantial savings in Medicare, for example by ending overpayments to insurance companies. But so did Republican proposals. And Donald Trump, who promised during the campaign not to cut Medicare or Medicaid, is now proposing hundreds of billions more in Medicare cuts and truly draconian cuts in Medicaid.

Why have Republicans become so overwhelmingly the party of bad faith? (And not just about budgets, of course; remember when Republicans cared deeply about a president’s sexual morality?) The main answer is probably that the party’s true agenda, dictated by the interests of a handful of super-wealthy donors, would be very unpopular if the public understood it. So the party must consistently lie about its priorities and intentions.

Whatever the reasons for G.O.P. bad faith, however, its reality has been apparent for a long time.

Yet the gatekeepers of our public discourse spent years being willfully blind to this reality. Take, for example, the Committee for a Responsible Federal Budget, a think tank that, to be fair, can be a useful resource for budget analysis. Still, I can’t forget that back in 2010 the committee gave Paul Ryan — whose fraudulence was obvious from the beginning to anyone who actually read his proposals — an award for fiscal responsibility.

And even now the committee is busy pontificating about the need to reform the “budget process.” Let’s get real, O.K.? The problem isn’t the process, it’s the Republicans.

Meanwhile, many news organizations — which, by the way, gave Ryan years of adoring coverage — treat recent G.O.P. actions as if they are some kind of aberration, a departure from previous principles. They aren’t. Republicans are what they always were: They never cared about deficits; they always wanted to dismantle Medicare, not defend it. They just happen not to be who they pretended to be.

Now, there’s no mystery about why many people won’t face up to the reality of Republican bad faith. Washington is full of professional centrists, whose public personas are built around a carefully cultivated image of standing above the partisan fray, which means that they can’t admit that while there are dishonest politicians everywhere, one party basically lies about everything. News organizations are intimidated by accusations of liberal bias, which means that they try desperately to show “balance” by blaming both parties equally for all problems.

But our job, whether we’re policy analysts or journalists, isn’t to be “balanced”; it’s to tell the truth. And while Democrats are hardly angels, at this point in American history, the truth has a well-known liberal bias.

 

Bilanci, malafede ed ‘equilibrismi’, di Paul Krugman

New York Times 15 febbraio 2018

Negli ultimi due mesi i repubblicani hanno approvato o proposto tre grandi iniziative sul bilancio. La prima, hanno reso esecutivo l’avvio di sgravi fiscali per i plutocrati che provocherà una grandinata di cospicui benefici sui ricchi mentre riserverà poche briciole alle famiglie comuni – briciole che saranno ritirate dopo pochi anni, in modo tale che alla fine diventerà un aumento delle tasse per la classe media. Poi hanno sottoscritto un accordo sul bilancio che farà esplodere il deficit a livelli mai visti prima, se non durante le guerre o le gravi recessioni. Lo stile è stato quello del “non ce ne può fregare di meno”.  Infine, l’Amministrazione Trump ha reso pubblica una proposta sul bilancio oltremodo aggressiva, che punirebbe non solo le persone povere ma anche la maggioranza delle famiglie dei lavoratori.

Osservare tutto questo dovrebbe farvi arrabbiare; nel mio caso certamente mi esaspera. Ma la mia rabbia non è principalmente diretta contro i repubblicani; è diretta verso coloro che rendono possibile tutto ciò, i centristi di professione, i commentatori presunti indipendenti e le agenzie informative che hanno speso anni nel rifiutare di ammettere che il Partito Repubblicano odierno è quello che appare così chiaramente.

Il che non significa che ai repubblicani dovrebbe essere permesso di cavarsela.

Sicuramente, la storia americana è piena di politici e di partiti che hanno perseguito quelle che oggi definiremmo finalità atroci. Dopo tutto, il Partito Democratico precedente la Guerra Civile – che con i democratici odierni ha in comune solo il nome – fu ampiamente devoto alla causa del mantenimento della schiavitù. Ma non mi viene in mente alcun esempio precedente di un partito che abbia agito così coerentemente in malafede – fingendo di occuparsi di cose delle quali non si occupava, di essere al servizio di obbiettivi che erano l’opposto delle sue effettive intenzioni.

Potete ricordarvi, come esempio, dei severi ammonimenti dei dirigenti repubblicani sui pericoli dei deficit di bilancio, con Paul Ryan, lo speaker della Camera dei Rappresentanti, che dichiarava che il nostro “devastante peso del debito” avrebbe determinato una crisi economica. Poi c’è stata l’opportunità di approvare uno sgravio fiscale di 1.500 miliardi di dollari destinato ai ricchi, e improvvisamente tutte le preoccupazioni sul deficit sono provvisoriamente scomparse.

Ora che le riduzioni fiscali sono legge, ovviamente, la retorica dei falchi del deficit torna al passato – non come ragione per riconsiderare gli sgravi fiscali, ma per tagliare i sussidi alimentari e Medicaid. Si sapeva che tutto questo era destinato a succedere, anche se io stesso mi aspettavo che i falsi falchi del deficit avessero atteso un po’ di più prima di riprendere le loro iniziative.

Potete anche ricordare come i repubblicani si sono atteggiati a difensori di Medicare, accusando l’Amministrazione Obama di avere in programma un taglio di 500 miliardi di dollari per pagare la Legge sulla Assistenza Sostenibile. La legge, in effetti, si propone sostanziali risparmi su Medicare, ad esempio smettendo di concedere pagamenti esagerati alle compagnie assicuratrici. Ma le proposte repubblicane andavano nella stessa direzione. E Donald Trump, che durante la campagna elettorale aveva promesso di non fare tagli su Medicare e Medicaid, ora sta proponendo centinaia di miliardi in più di tagli su Medicare e tagli su Medicaid realmente draconiani.

Perché i repubblicani sono diventati in modo così assoluto il partito della malafede? E non solo per i bilanci, naturalmente: ricordate quando i repubblicani si preoccupavano profondamente della moralità sessuale di un Presidente? La risposta principale probabilmente è che l’effettivo programma del partito, dettato dagli interessi di una manciata di finanziatori super ricchi, sarebbe del tutto impopolare, se l’opinione pubblica lo comprendesse. Dunque, il partito deve costantemente mentire sulle sue priorità e intenzioni.

Qualsiasi siano le ragioni della malafede del Partito Repubblicano, tuttavia, la sua realtà è evidente da lungo tempo.

Eppure i guardiani del nostro dibattito pubblico hanno speso anni restando ostinatamente ciechi verso questo dato di fatto. Si prenda, ad esempio, il Comitato per un Bilancio Federale Responsabile, un gruppo di ricerca che, per esser giusti, potrebbe essere una risorsa utile nell’analisi di bilanci. Eppure, non posso dimenticare che il Comitato nel 2010 diede un premio per la responsabilità in materia di finanza pubblica a Paul Ryan – i cui inganni erano evidenti sin dall’inizio per chiunque leggesse effettivamente le sue proposte.

E persino adesso il Comitato è indaffarato a pontificare sulla necessità di una riforma del “procedimento di bilancio”. Ma guardiamo la realtà! Il problema non è il procedimento, il problema sono i repubblicani.

Nel frattempo, molte agenzie informative – che, per inciso, concessero a Ryan anni di idolatranti resoconti – trattano le recenti iniziative del Partito Repubblicano come se fossero un qualche genere di aberrazione, un allontanamento dai principi originari. Non è così. I repubblicani sono quello che sono sempre stati: non si sono mai preoccupati dei deficit; hanno sempre voluto smantellare Medicare, non difenderlo. Semplicemente accade che non siano quello che fingevano di essere.

Ora, non c’è niente di misterioso sul perché molte persone non vogliono guardare in faccia la realtà della malafede repubblicana. Washington è piena di centristi di professione, le cui immagini pubbliche sono state costruite sull’impressione scrupolosamente ricercata di starsene fuori dalla rissa faziosa, il che comporta che non possono ammettere che mentre ci sono dappertutto politici disonesti, il mentire su tutto è una specialità di un partito solo. Le agenzie informative sono intimidite dalle accuse di favorire i progressisti, il che significa che cercano disperatamente di mostrare “equilibrio” dando eguali responsabilità per tutti i problemi a entrambi i partiti.

Ma il nostro lavoro, sia che siamo analisti delle politiche che giornalisti, non consiste nell’essere “equilibrati”; consiste nel raccontare la verità. E mentre è improbabile che i democratici siano angeli, a questo punto della storia americana la verità ha una evidente inclinazione progressista.

 

 

 

 

 

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