Paul Krugman FEB. 1, 2018
A few days after President Trump was inaugurated, Benjamin Wittes, editor of the influential Lawfare blog, came up with a pithy summary of the new administration: “malevolence tempered by incompetence.” A year later, that rings truer than ever.
In fact, this has been a big week for malevolence. But today’s column will focus on the incompetence, whose full depths — and consequences — we’re just starting to see.
Let’s start with a few recent stories.
In his State of the Union, Trump devoted part of one sentence to the disaster in Puerto Rico, struck by Hurricane Maria. “We are with you, we love you,” he declared. But the island’s residents, almost a third of whom are still without power four months after the storm, aren’t exactly feeling that love — especially because on the very day Trump said those words, FEMA officials told NPR that the disaster agency was ending its work on the island.
FEMA later said that this was a miscommunication. But at the very least it suggests a complete lack of focus.
Oh, and for the record, I don’t believe that Trump, who spent much of his speech falsely blaming brown people for a nonexistent crime wave, loves Puerto Ricans.
Trump also declared, as he has in the past, that he is “committed” to taking action on the opioid epidemic. But he’s been in office a year and has basically done nothing.
What he did do, however, was appoint a 24-year-old former campaign worker, with no relevant experience before joining the administration — who appears to have lied on his résumé — to a senior position in the Office of National Drug Control Policy, which should be coordinating the effort (if one existed).
Meanwhile, the Trump-appointed director of the Centers for Disease Control and Prevention resigned after Politico reported that she had purchased tobacco-industry stocks after taking office. This was unethical; it was also deeply stupid. And the C.D.C. isn’t some marginal agency: It’s as crucial to safeguarding American lives as, say, the Department of Homeland Security.
The thing is, these aren’t isolated examples. A remarkable number of Trump appointees have been forced out over falsified credentials, unethical practices or racist remarks. And you can be sure there are many other appointees who did the same things, but haven’t yet been caught.
Why is this administration hiring such people? It surely reflects both supply and demand: Competent people don’t want to work for Trump, and he and his inner circle don’t want them anyway.
By now it’s obvious to everyone that the Trump administration is a graveyard for reputations: Everyone who goes in comes out soiled and diminished. Only fools, or those with no reputation to lose, even want the positions on offer. And in any case, Trump, who values personal loyalty above professionalism, probably distrusts anyone whose credentials might give some sense of independence.
But what’s the problem? After all, stocks are up and the economy is steadily growing. Does competence even matter?
The answer is that America is a very big country with a lot of strengths, and it can run on momentum for a long time even if none of the people in charge know what they’re doing. Sooner or later, however, stuff happens — and then incompetence becomes a very big deal, as it already has in Puerto Rico.
What kind of stuff may happen? The scariest scenarios involve national security. But we can’t count on smooth sailing for the economy, either. And who will manage economic turbulence if and when it hits? After all, we currently have perhaps the least impressive Treasury secretary in U.S. history.
Matters are a bit better at the Federal Reserve, where nobody seems to have bad things to say about Jerome Powell, just confirmed as Fed chairman. On the other hand, why didn’t Trump just follow the usual norms and appoint Janet Yellen, who has done a fantastic job, to a second term?
One answer may be that Trump is a traditionalist — and few things are more traditional than passing over a highly qualified woman in favor of a less qualified man. But I also suspect that he found Yellen’s independent stature threatening.
And lower-level Fed appointments are becoming cause for concern.
Last week, senators at a confirmation hearing questioned the economist Marvin Goodfriend, whom Trump has nominated for the Fed’s Board of Governors. Democrats pointed out that Goodfriend was wrong, again and again, about monetary policy during the crisis, repeatedly predicting inflation that didn’t happen.
Now, everyone makes bad predictions now and then; God knows I have. But you’re supposed to face up to your mistakes, figure out what went wrong and adapt your views. Goodfriend refused to do any of that. And why should he? His errors were politically correct; they reinforced Republican orthodoxy. From the G.O.P.’s point of view, having been completely wrong about monetary policy isn’t a defect, it’s practically a badge of honor.
The point is that even at the Fed, which is partly insulated from the Trumpian reign of error, U.S. policymaking is being denuded of expertise. And the whole nation will eventually pay the price.
La banda che non riusciva a ragionare in modo retto, di Paul Krugman
New York Times 1 febbraio 2018
Poco dopo il giorno dell’inaugurazione della Presidenza Trump, Benjamin Wittes, editore dell’influente blog Lawfare, se ne uscì con un conciso giudizio sintetico sulla nuova Amministrazione; “malvagità temperata da incompetenza”. Un anno dopo, quel giudizio risuona più vero che mai.
In effetti, questa è stata una settimana importante dal punto di vista della malvagità. Ma in questo articolo mi concentrerò sull’incompetenza, il cui pieno spessore – e le cui conseguenze – stiamo soltanto cominciando a vedere.
Prendiamo le mosse da poche storie recenti.
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, Trump ha dedicato il frammento di una frase al disastro di Porto Rico, devastato dall’uragano Maria. “Siamo con voi, vi vogliamo bene”, ha dichiarato. Ma i residenti dell’isola, quasi un terzo dei quali sono ancora senza energia elettrica quattro mesi dopo la tempesta, non stanno proprio percependo quell’affetto – in particolare perché proprio il giorno dopo quelle parole di Trump, il dirigenti della FEMA [1] hanno riferito alla NPR [2] che l’Agenzia per i disastri stava terminando il suo lavoro sull’isola.
Successivamente la FEMA ha detto che si trattava di una comunicazione infelice. Ma come minimo essa indica una completa mancanza di concentrazione. Inoltre, per la cronaca, io non credo che Trump, che ha speso gran parte del suo discorso nel dar la colpa alla gente di colore per un’inesistente ondata di crimini, voglia bene ai portoricani. Trump ha anche detto, come aveva fatto in passato, che è “impegnato” ad assumere una iniziativa sull’epidemia degli oppioidi. Ma è da un anno che è in carica e fondamentalmente non ha fatto niente.
Quello che ha fatto, tuttavia, è stato nominare un ventiquattrenne funzionario della passata campagna elettorale, senza alcuna esperienza da segnalare prima dell’ingresso nell’Amministrazione – e che a quanto pare ha mentito sul suo curriculum – alla posizione di direzione nell’Ufficio della Politica Nazionale del Controllo sulle Droghe, che dovrebbe coordinare tale impegno (se ne esistesse uno).
Nel frattempo, il Direttore nominato da Trump dei Centri di Controllo e Prevenzione delle Malattie ha rassegnato le dimissioni dopo che la rivista Politico ha documentato che aveva acquistato azioni di industrie del tabacco, dopo essere entrato in carica. Era contrario all’etica, ma anche profondamente stupido. E quel Centro non è una qualsiasi agenzia marginale: è fondamentale per la salvaguardia delle esistenze degli americani nello stesso modo, diciamo, del Dipartimento della Sicurezza Nazionale.
Il punto è che non si tratta di esempi isolati. Un considerevole numero di nominati da Trump sono stati costretti ad andarsene per credenziali falsificate, pratiche immorali o pronunciamenti razzistici. Si può star certi che ce ne sono molti altri che hanno fatto le stesse cose, ma non sono stati presi in castagna.
Perché l’Amministrazione assume persone del genere? Ciò sicuramente riflette sia l’offerta che la domanda: le persone competenti non vogliono lavorare per Trump, e in ogni caso lui e la sua cerchia ristretta non li vogliono.
Ma adesso è chiaro a tutti che l’Amministrazione Trump è un cimitero di reputazioni: chiunque ci vada ne viene fuori macchiato e compromesso. Soltanto gli sciocchi, o coloro che non hanno alcune reputazione da perdere, vogliono ancora le cariche in offerta. E, in ogni caso, Trump, il quale valuta la fedeltà personale più della professionalità, probabilmente ha sfiducia di coloro le cui credenziali possono offrire una qualche impressione di indipendenza.
Ma qual è il problema? Dopo tutto, i valori delle azioni salgono e l’economia è regolarmente in crescita. A cosa mai serve la competenza?
La risposta è che l’America è un paese molto grande con una grande quantità di punti di forza, è può andare avanti con slancio per lungo tempo anche se nessuna delle persone in carica sa quello che sta facendo. Prima o poi, tuttavia, le cose accadono – e allora l’incompetenza diventa davvero una faccenda seria, come è già il caso di Porto Rico.
Che genere di cose possono accadere? Gli scenari più terribili possono riguardare la sicurezza nazionale. Ma non possiamo neppure far conto su una navigazione tranquilla per l’economia. E chi gestirà le turbolenze economiche se e quando esse colpiranno? Dopo tutto, abbiamo adesso un Segretario al Tesoro che è il meno ragguardevole della storia degli Stati Uniti.
Le cose vanno un po’ meglio alla Federal Reserve, dove nessuno sembra avere cose negative da dire a carico di Jerome Powell, appena confermato come Presidente della Fed [3]. D’altronde, perché Trump non ha semplicemente seguito la prassi consueta e nominato Janet Yellen, che aveva fatto un ottimo lavoro, per un secondo mandato?
Una risposta può essere che Trump è un tradizionalista – e poche cose sono più tradizionali che scavalcare una donna estremamente qualificata a favore di un uomo meno qualificato. Ma sospetto anche che egli abbia trovato minacciosa l’indipendente statura della Yellen. E le nomine al livello inferiore della Fed stanno diventando un motivo di preoccupazione.
La scorsa settimana, i senatori presso una audizione della procedura di conferma hanno interrogato l’economista Marvin Goodfriend, nominato da Trump nel Consiglio dei Governatori della Fed. I democratici hanno messo in evidenza che Goodfriend, durante la crisi, ha fatto sbagli in continuazione sulla politica monetaria, predicendo ripetutamente una inflazione che non c’è stata.
Ora, prima o poi tutti fanno previsioni sbagliate; Dio sa quante ne ho fatte anch’io. Ma si suppone che voi affrontiate i vostri errori, facendovi un’idea di quello che è andato storto e adattando i vostri punti di vista. Goodfriend non ha voluto fare fare niente del genere. E perché mai avrebbe dovuto farlo? I suoi sbagli erano politicamente corretti; rafforzavano l’ortodossia repubblicana. Dal punto di vista del Partito Repubblicano, aver completamente torto sulla politica monetaria non è un difetto, è praticamente un distintivo di onore.
Il punto è che persino alla Fed, che è parzialmente protetta dal regno dell’errore trumpiano, il fare politica negli Stati Uniti viene sempre più spogliato della competenza. E alla fine l’intera nazione ne pagherà il prezzo.
[1] L’Ente Federale per la gestione delle Emergenze.
[2] Radio Nazionale Pubblica.
[3] Powell è stato nominato da Trump lo scorso novembre, ma secondo le regole dello Stato americano era necessario, prima di entrare in carica, il consenso del Senato. Per questo è stato confermato soltanto nei giorni passati.
By mm
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