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Nessuna fata, nessun pianto (dal blog di Paul Krugman, 9 febbraio 2018)

 

No Fairy, No Cry

Paul Krugman FEB. 9, 2018

 

Republicans preached fiscal austerity when the economy needed stimulus, and have turned to fiscal profligacy now that it doesn’t. If this surprises you, either you’ve been completely oblivious to the reality of the modern GOP for the past decade, or you’re a reflexive centrist – which is pretty much the same thing.

But how bad a thing is this fiscal profligacy? It’s not good – it means higher debt, which will in turn reduce the “fiscal space” for responding to the next crisis. It will also crowd out investment, hurting long-run growth. But I’ve been seeing some people suggesting that rising deficits are going to hurt the economy in the short run, perhaps even cause a recession. Will they?

Well, much as I’d like to believe this proposition for political reasons, it doesn’t make sense. The same analysis that told us that austerity was a bad thing in the depths of the slump says that deficit spending now won’t be contractionary. The cases aren’t symmetric – this deficit will do much less good than austerity did harm. But still, we should be consistent.

Remember, the direct effect of fiscal policy is to change overall spending in the economy: a fiscal expansion means more spending, a fiscal contraction means less spending. When the economy is depressed, as it was for years after the financial crisis, the number of jobs is constrained by the overall level of spending. And because the Fed had limited influence – short-term interest rates, which the Fed controls, were already zero – fiscal contraction translated into major job loss.

True, advocates of austerity tried to claim otherwise; for a while, a lot of policymakers bought into the doctrine of “expansionary austerity,” in which slashing government spending in a depressed economy would somehow lead to a big rise in private spending. But this doctrine, as I wrote at the time, depended on belief in the “confidence fairy” – belief that somehow consumers and investors would be so reassured by the government’s willingness to inflict pain that the economy would surge.

It didn’t work out that way: austerity hurt economies every bit as much as Keynesians said it would.

But if we didn’t believe that the confidence fairy would come to rescue us then, we shouldn’t believe that it will desert us now. What the GOP has done is hugely irresponsible, but don’t expect that to have much effect on private-sector spending.

But what about interest rates? Won’t this ill-timed stimulus drive them up? Yes, a bit – but it’s important to understand why.

As I said, the Fed sets short-term interest rates; and longer-term interest rates are mostly driven by expectations about future short rates, that is, by expectations about future Fed policy.

So why will the blowup in the deficit cause the Fed to raise rates? Precisely because it will tend to make the economy grow faster in the short run, raising the perceived risk of inflation, and the Fed will raise rates to head that risk off. You may think the Fed is over-worried on that front, but still, that’s how it will work.

And what that means is that you shouldn’t worry about higher interest rates causing a recession – rates will be going up only to the extent that the Fed believes this fiscal blowout will cause economic expansion.

Now, the Fed’s role will limit the expansionary effects of the deficit. The Fed couldn’t offset the effects of austerity policies in 2010-2013 by cutting rates, but it can and will offset the effects of unwarranted stimulus now by raising rates. But it will limit the magnitude of the expansionary effect, not turn it into contraction.

OK, there’s one slight wild card here: if there was a bubble in asset prices, the prospect of Fed rate hikes could be the pinprick that bursts the bubble. But we don’t know that, and even if it turns out to be the story, the bubble would have burst eventually regardless.

Bottom line: the G.O.P.’s fiscal behavior has been hypocritical, irresponsible, and reprehensible. But it won’t cause a recession.

 

Nessuna fata, nessun pianto,

di Paul Krugman

I repubblicani predicavano l’austerità nelle finanze pubbliche quando l’economia aveva bisogno di stimoli, e si sono spostati allo sperpero della finanza pubblica adesso che non ne ha bisogno. Se questo vi sorprende, o non eravate consapevoli della realtà del Partito Repubblicano nell’ultimo decennio, oppure siete d’istinto dei centristi – che è più o meno la stessa cosa.

Ma quanto è negativo questo sperpero della finanza pubblica? Non è positivo – significa un debito più alto, che a sua volta ridurrà lo “spazio di finanza pubblica” quando si tratterà di rispondere alla prossima crisi. Peraltro spiazzerà gli investimenti, danneggiando la crescita a lungo termine. Ma sto notando che alcuni suggeriscono che i deficit crescenti sono destinati a danneggiare l’economia nel breve periodo, forse anche a provocare una recessione. È quello che accadrà?

Ebbene, seppure mi farebbe piacere credere a questo concetto per ragioni politiche, esso non ha senso. La stessa analisi che l’austerità era una soluzione negativa nel pieno della crisi, adesso ci dice che la spesa in deficit non provocherà una contrazione. I casi non sono simmetrici – questo deficit sarà molto meno sopportabile del danno provocato dall’austerità. Tuttavia, dovremmo essere coerenti.

Si ricordi, l’effetto diretto della politica della finanza pubblica è modificare la spesa complessiva nell’economia: una espansione della finanza pubblica significa più spesa, una contrazione meno spesa. Quando l’economia è depressa, come fu per anni dopo la crisi finanziaria, il numero dei posti di lavoro è limitato dal livello complessivo della spesa. È poiché la Fed aveva una influenza limitata – i tassi di interesse a breve scadenza che la Fed controlla, erano vicini allo zero – la contrazione della finanza pubblica si tradusse in una perdita importante di posti di lavoro.

È vero, i sostenitori dell’austerità provarono ad argomentare in un altro modo: per un certo periodo, molti operatori della politica fecero propria la dottrina della “austerità espansiva”, per la quale abbattere la spesa pubblica in un’economia depressa in qualche modo avrebbe portato ad una grande crescita della spesa privata. Ma questa dottrina, come scrissi a quel tempo, dipendeva dalla fede nella “fata della fiducia” – la fede che in qualche modo i consumatori e gli investitori sarebbero stati talmente rassicurati dalla volontà del Governo di infliggere sofferenza, che l’economia avrebbe avuto un’impennata.

Non andò in quel modo: l’austerità danneggiò le economie esattamente quanto i keynesiani dicevano sarebbe accaduto.

Ma se non credemmo allora che la fata della fiducia sarebbe venuta a salvarci, non dovremmo credere che essa adesso ci abbandoni. Quello che il Partito Repubblicano ha fatto è enormemente irresponsabile, ma non aspettiamoci che abbia un grande effetto sulla spesa del settore privato.

Ma cosa dire dei tassi di interesse? Questo stimolo intempestivo non li spingerà in alto? Sì, un po’ – ma è importante comprendere il perché.

Come ho detto, la Fed stabilisce i tassi di interesse a breve termine; e i tassi di interesse a più lungo termine sono in gran parte guidati dalle aspettative sui futuri tassi a breve, vale a dire dalle aspettative sulla futura politica della Fed.

Dunque, perché l’esplosione del deficit spingerà la Fed ad alzare i tassi? Precisamente perché essa tenderà a far crescere l’economia più velocemente nel breve periodo, alzando il rischio percepito di inflazione, e la Fed eleverà i tassi per evitare quel rischio. Potete pensare che la Fed sia eccessivamente preoccupata di quel rischio, eppure le cose andranno in quel modo.

E quello che tutto ciò significa è che non dovremmo preoccuparci che tassi di interesse più elevati provochino una recessione – i tassi saliranno solo nella misura in cui la Fed ritiene che questa esplosione della finanza pubblica provocherà una espansione economica.

Ora, il ruolo della Fed limiterà gli effetti espansivi del deficit. La Fed non poteva bilanciare gli effetti delle politiche di austerità nel 2010-2013 tagliando i tassi, ma oggi può bilanciare gli effetti di uno stimolo ingiustificato tagliando i tassi, e lo farà. Ma ciò limiterà la dimensione dell’effetto espansivo, non lo capovolgerà in una contrazione.

È vero, in questo caso c’è un modesto jolly: se ci fosse una bolla nei prezzi degli asset, la prospettiva di un rialzo dei tassi da parte della Fed sarebbe la puntura di spillo che farebbe scoppiare la bolla. Ma quello non lo sappiamo, e persino se si scoprisse che è quella la storia vera, alla fine la bolla sarebbe scoppiata a prescindere.

Morale della favola: il comportamento di finanza pubblica del Partito Repubblicano è stato ipocrita, irresponsabile e condannabile. Ma non provocherà una recessione.

 

 

 

 

 

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