May 7, 2018
By Paul Krugman
At the beginning of 2017, Republicans promised to release the kraken on Obamacare — to destroy the program with one devastating blow. But a funny thing happened: Voters realized that repealing the Affordable Care Act would mean taking health insurance away from tens of millions of Americans. They didn’t like that prospect — and enough Republicans balked at the backlash that Obamacare repeal fizzled.
But Republicans still hate the idea of helping Americans get health care. So instead of releasing the kraken, they’ve brought on the termites. Rather than trying to eliminate Obamacare in one fell swoop, they’re trying to undermine it with multiple acts of sabotage — while hoping voters won’t realize who’s responsible for rising premiums and falling coverage.
Which is why it’s important to place the blame where it belongs.
The first thing you need to understand is that Obamacare has been a highly successful program. When the legislation was passed, Republicans insisted it would fail to cut the number of uninsured and would blow a huge hole in the federal budget. In fact, it led to major gains in coverage, reducing the uninsured rate to its lowest level in history, at relatively low cost.
It’s true that the coverage expansion was somewhat less than originally predicted, although the shortfall was much less than you may have heard. It’s also true that after initially offering surprisingly cheap policies on the Obamacare exchanges, insurers found that the people signing up were sicker, on average, than they expected, leading to higher premiums. But as of last year, the markets appeared to have stabilized, with insurers generally profitable.
Nobody would claim that Obamacare is perfect; many Americans remain uninsured, and too many of those with coverage face troublingly high out-of-pocket expenses. Still, health reform delivered most of what its advocates promised and caused none of the disasters its opponents predicted.
Yet Republicans still want to destroy it. One reason is that much of the coverage expansion was paid for with taxes on high incomes, so repeal would be a way to cut taxes on the wealthy. More broadly, conservatives hate Obamacare precisely because it works. It shows that government actually can help tens of millions of Americans lead better, more secure lives, and in so doing it threatens their low-tax, small-government ideology.
But outright repeal failed, so now it’s time for sabotage, which is taking place on two main fronts.
One of these fronts involves the expansion of Medicaid, which probably accounted for more than half the gains in coverage under Obamacare. Now a number of Republican-controlled states are trying to make Medicaid harder to get, notably by imposing work requirements on recipients.
What is the point of these work requirements? The ostensible justification — cracking down on able-bodied Medicaid recipients who should be working but aren’t — is nonsense: There are very few people meeting that description. The real goal is simply to make getting health care harder, by imposing onerous reporting and paperwork requirements and punishing people who lose their jobs for reasons beyond their control.
The other front involves trying to reduce the number of people signing up for private coverage. Last year the Trump administration drastically reduced outreach — the effort to let Americans know when and how to get health insurance.
The administration is also promoting various dodges that would in effect let insurance companies go back to discriminating against people in poor health. And when Congress passed a huge tax cut for corporations and the wealthy, it also eliminated the individual mandate, the requirement that people sign up for insurance even if they’re currently healthy.
Preliminary evidence suggests that these efforts at sabotage have already partially reversed the coverage gains achieved under Obama, especially among lower-income Americans. (Curiously, all the coverage losses seem to have happened among self-identified Republicans.) But the worst is yet to come.
You see, G.O.P. sabotage disproportionately discourages young and healthy people from signing up, which, as one commentator put it, “drives up the cost for other folks within that market.” Who said that? Tom Price, President Trump’s first secretary of health and human services.
Sure enough, insurers are already proposing major premium hikes — and they are specifically attributing those hikes to G.O.P. actions that are driving healthy Americans out of the market, leaving a sicker, more expensive pool behind.
So here’s what’s going to happen: Soon, many Americans will suffer sticker shock from their insurance policies; federal subsidies will protect most of them, but by no means everyone. They’ll also hear news about declining insurance coverage. And Republicans will say, “See, Obamacare is failing.”
But the problem isn’t with Obamacare, it’s with the politicians who unleashed this termite infestation — who are doing all they can to take away your health coverage. And they need to be held accountable.
Rosicchiare l’assistenza sanitaria, di Paul Krugman
New York Times 7 maggio 2018
Agli inizi del 2017, i repubblicani promisero di liberare il mostro marino sulla riforma sanitaria di Obama – distruggere quel programma con un unico colpo devastante. Ma accadde una cosa singolare: gli elettori compresero che abrogare la Legge sulla Assistenza Sostenibile avrebbe significato togliere l’assicurazione sanitaria a decine di milioni di americani. Una prospettiva che non gradivano – e un numero sufficiente di repubblicani si tirò indietro dinanzi al possibile contraccolpo che l’abrogazione della riforma di Obama finisse malamente.
Ma i repubblicani continuano ad odiare l’idea di aiutare gli americani ad ottenere l’assistenza sanitaria. Così, invece di liberare il mostro marino, hanno mandato in scena le termiti. Anziché cercare di eliminare la riforma di Obama con un colpo solo, stanno cercando di metterla in crisi con varie iniziative di sabotaggio – sperando che gli elettori non comprendano chi sia il responsabile degli aumenti delle polizze e della caduta della copertura assicurativa.
Quella è la ragione per la quale è importante collocare la colpa dove deve stare.
La prima cosa che si deve comprendere è che la riforma sanitaria di Obama è stato un programma di elevato successo. Quando la legge venne approvata, i repubblicani ribadirono che essa non sarebbe riuscita a ridurre il numero dei non assicurati e avrebbe fatto scoppiare un gran buco nel bilancio federale. Nei fatti, ha portato a importanti incrementi nella copertura assicurativa, abbassando la percentuale dei non assicurati al livello più basso della storia, con un costo relativamente basso.
È vero che l’espansione della copertura fu un po’ inferiore a quello che era stato previsto agli inizi, sebbene la riduzione è stata molto inferiore di quello che potete aver sentito dire. È anche vero che dopo l’iniziale offerta di polizze sorprendentemente economiche alle “borse” della legge di Obama, gli assicuratori scoprirono che le persone iscritte erano, in media, più cagionevoli di salute di quanto ci si aspettasse, il che portò a polizze più alte.
Ma con la fine dell’anno i mercati sembravano essersi stabilizzati, con gli assicuratori che in genere facevano profitti.
Nessuno sosterrebbe che la riforma di Obama sia perfetta; molti americani restano non assicurati e troppi tra coloro che sono assicurati si trovano dinanzi a spese di tasca propria fastidiosamente elevate. Eppure, la riforma sanitaria ha prodotto la maggioranza delle cose che i suoi sostenitori avevano promesso, e non ha provocato nessuno dei disastri che i suoi oppositori avevano previsto.
Ciononostante, i repubblicani vogliono ancora distruggerla. Una ragione è che buona parte della espansione della copertura assicurativa è stata pagata con tasse sui redditi elevati, dunque l’abrogazione sarebbe un modo per tagliare le tasse sui ricchi. Più in generale, i conservatori odiano la riforma di Obama proprio perché funziona. Essa dimostra che il Governo può aiutare decine di milioni di americani a condurre esistenze migliori e più sicure, e nel farlo minaccia la loro ideologia di una bassa tassazione e di un piccolo Governo.
Ma una vera e propria abrogazione è fallita, dunque adesso è il tempo del sabotaggio, che si sta affermando su due fronti principali.
Uno di questi fronti riguarda l’espansione di Medicaid, che probabilmente ha pesato per più della metà degli aumenti delle coperture assicurative con la legge di Obama. Ora un certo numero di Stati controllati dai repubblicani stanno cercando di rendere più difficile ottenere Medicaid, in particolare imponendo condizioni lavorative sui beneficiari.
Qual è il problema di queste condizioni lavorative? La giustificazione apparente – dare un giro di vite sui percettori di Medicaid di sana costituzione che dovrebbero lavorare e non lavorano – è priva di senso: le persone che corrispondono a tale descrizione sono molto poche. L’obbiettivo vero è semplicemente rendere più difficile l’ottenimento della assistenza sanitaria, imponendo resoconti onerosi e richieste burocratiche e punendo la gente che ha perso il proprio posto di lavoro per ragioni che vanno oltre la loro volontà.
L’altro fronte riguarda il cercare di ridurre il numero di persone che si iscrivono alle assicurazioni private. L’anno scorso la Amministrazione Trump ha drasticamente ridotto il proprio raggio di azione – lo sforzo per consentire agli americani di conoscere quando e come ottenere l’assicurazione sanitaria.
L’Amministrazione sta anche promuovendo vari espedienti che in sostanza consentirebbero alle società assicuratrici di tornare a discriminare le persone con modeste condizioni di salute. E quando il Congresso ha approvato grandi sgravi fiscali sulle società e sui ricchi, ha anche eliminato il ‘mandato individuale’, ovvero la richiesta che le persone si iscrivano per una assicurazione anche se attualmente sono in salute.
Prove iniziali indicano che questi sforzi di sabotaggio hanno già parzialmente invertito gli incrementi di assicurati ottenuti durante il mandato di Obama, in particolare tra gli americani a più bassi redditi (curiosamente, tutte le perdite della copertura assicurativa sembra si siano determinate tra persone che si sono dichiarate repubblicane). Ma il peggio deve ancora venire.
Il punto è che il sabotaggio del Partito Repubblicano scoraggia dall’iscriversi in modo sproporzionato le persone giovani e in salute, il che, come si è espresso un commentatore “spinge in alto i costi per le altre persone all’interno del mercato”. Chi l’ha detto? Tom Price, il primo Segretario alla Salute e ai Servizi alla Persona della Amministrazione Trump.
Come previsto, gli assicuratori stanno già proponendo importanti aumenti delle polizze – e stanno precisamente attribuendo quegli aumenti alle iniziative del Partito Repubblicano che spingono fuori dal mercato gli americani in salute, lasciandosi alle spalle un insieme di assicurati più cagionevole e più costoso.
Ecco, dunque, quello che sta per accadere: presto molti americani subiranno una scossa dalle loro polizze assicurative; i sussidi federali proteggeranno la maggioranza, ma di sicuro non tutti. Quegli americani sentiranno anche parlare di un declino degli assicurati. E i repubblicani diranno: “Vedete, la riforma di Obama sta fallendo”.
Ma il problema non è la riforma di Obama, sono i politici che hanno sguinzagliato questa infestazione di termiti – che stanno facendo tutto quello che possono per togliervi l’assicurazione sanitaria. Sono questi che devono essere considerati responsabili.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"