giugno 2018 Archive

Il ritorno della atroce calunnia dei riti di sangue umano, di Paul Krugman (New York Times, 21 giugno 2018)

Le giustificazioni che Trump avanza per il suo incitamento all'odio razziale - i crimini degli immigrati, crimini che sono a livelli storicamente molto bassi e che riguardano ben più i nativi che non gli immigrati - sono evidentemente false. Il punto è che accadeva lo stesso anche con l'antisemitismo: si inventavano crimini atroci, come quella invenzione plurisecolare di presunti riti ebraici con il sangue di bambini cristiani. Invenzioni sostenute dalla pubblicazione di documenti falsi, nella quale fu molto attivo nientedimeno che Henry Ford.

La caduta dell’impero americano, di Paul Krugman (New York Times, 18 luglio 2018)

Un articolo su ciò che ha reso potente l'America dopo la Seconda Guerra Mondiale: un potenza che si è certo basata sulla forza economica e militare, ma anche su alcuni principi ed ideali che l'hanno resa meritevole di fiducia. Ora si è imboccata la via opposta,e non ci saranno vantaggi, neanche per gli interessi americani in senso stretto.

Riflettendo su una Guerra Commerciale (per molto esperti) (dal blog di Paul Krugman, 17 giugno 2018)

[1] Rappresentazione teatrale giapponese del XVII secolo. [2] La nota nella connessione nel testo inglese è di Krugman, in sostanza un piccolo articolo collegato a ...

Il Partito Repubblicano agli americani che hanno patologie sanitarie: crepate. Di Paul Krugman (New York Times 14 giugno 2018)

Dai sondaggi pare di capire che la maggioranza degli americani abbia inteso che le strategie repubblicane sulle sanità mirano a colpire un aspetto cardine della riforma di Obama: il divieto per gli assicuratori di imporre costi proibitivi per coloro che hanno patologie sanitarie gravi. Il problema è che quella possibilità è oggi resa quasi ineluttabile dal deficit indotto dal taglio alle tasse. E dopo gli ammalati cronici, si passerà a tagli sui programmi sanitari pubblici, come Medicare e Medicaid. Il nodo è dunque quale sarà la maggioranza che controllerà i rami del Congresso dopo le elezioni di medio termine del prossimo novembre.

Il pedigree protezionista dei repubblicani, di Jeffrey Frankel (da Project Syndicate, 13 giugno 2018)

Può essere salvato l’euro? Di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 13 giugno 2018)

           

Un ‘quisling’ e quelli che lo incoraggiano, di Paul Krugman (New York Times 11 giugno 2018)

Che la condotta recentemente esibita da Trump nel G7 canadese non sia definibile diversamente che come una pratica rottura della alleanza occidentale, lo avranno pensato in molti. Ma c'è una resistenza profonda a chiamare le cose per nome. L'interesse principale della attuale attività giornalistica di Krugman consiste probabilmente in questo: chiamare per nome le cose alle quali assistiamo, definirle per come sembrano. La sua conclusione è che, se Trump non comincerà regolarmente a perdere le elezioni, dobbiamo solo metter nel conto che l'America che conosciamo, pur con tutte le sue ambiguità, è terminata.

La corruzione arriva ai ladri di polli, di Paul Krugman (New York Times 7 giugno 2018)

Un articolo sulla sociologia della corruzione meschina dei governanti americani odierni. Non sembrano, di solito, a parte gli esempi più cospicui di Trump, grandi ruberie, piuttosto una diffusa concessione al piacere di truffe da due soldi, che secondo lo scrittore Thomas Wolf consisteva soprattutto nell'impressionare i subalterni, nel farli scattare ai propri capricci. Uso di aerei privati e di elicotteri a spese dei contribuenti, regali per se stessi e le proprie famiglie di ogni genere, e molto altro. Sono un danno per l'America? Sono il segno manifesto di un disinteresse completo per ciò che è pubblico.

Il momento della verità dell’economia italiana, di Michael Spence (da Project Syndicate, 7 giugno 2018)

Gli intellettuali, la politica e la malafede, di Paul Krugman (New York Times 4 giugno 2018)

Una storiella che riguarda Niall Ferguson, uno storico conservatore sempre più militante della destra americana. Che si lamenta perché i repubblicani sarebbero 'sottorappresentati' negli ambienti accademici americani e chiama all'azione la gioventù della destra. Ma dipende da qualche partigianeria dei progressisti, o dipende - ad esempio nelle scienze fisiche e biologiche - dal fatto che negano il cambiamento del clima e si oppongono alla teoria dell'evoluzione? Dicono che si tratta solo di un ragione di giustizia, in realtà si tratta di una ragione di potere. Imporre alla scienza ed alla storia i criteri 'simmetrici' della loro politica.

La maledizione della ricchezza dell’Europa, di Branko Milanovic (dal blog di Milanovic e da Social Europe, 6 giugno 2018)

[1] La tabella mostra, per i vari paesi considerati e ai dati del 2011, nella prima colonna la ricchezza per adulto, nella seconda il PIL ...

Il basso costo di un’economia a carbonio zero, di Adair Turner (da Project Syndicate, 24 aprile 2018)

       

Il complotto contro l’assistenza sanitaria, di Paul Krugman (New York Times 31 maggio 2018)

La storia infinita dei tentativi dei repubblicani di abrogare la riforma sanitaria di Obama. Ci sono veri e propri cicli che si ripetono nella legislazione sociale americana, almeno sin dai tempi di Roosevelt. Agli inizi i conservatori riescono a mobilitare l'opinione pubblica spaventandola con presunti disastri. Poi la gente constata gli effetti delle nuove leggi e comincia a considerarle come punti consolidati della vita degli americani: accadde per la Previdenza Sociale, per Medicare e sta accadendo per la riforma sanitaria. Quindi la partita vera e propria si giocherà con le elezioni di medio termine: se i repubblicani perderanno il controllo della Camera si metteranno l'anima in pace. Altrimenti proveranno con una spallata finale.

Il monopsonio, la rigidità e l’enigma dei salari, (dal blog di Paul Krugman, 20 maggio 2018)

[1] Anagramma per “Società per lo studio dell’Ineguaglianza Economica”. [2] Situazione di mercato caratterizzata dall’accentramento della domanda da parte di un solo soggetto economico e ...