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Il complotto contro l’assistenza sanitaria, di Paul Krugman (New York Times 31 maggio 2018)

 

May 31, 2018

The Plot Against Health Care

By Paul Krugman

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On Wednesday, Virginia’s legislature voted to expand Medicaid, accepting a key piece of the Affordable Care Act. Around 400,000 people will gain coverage.

The politics of the move aren’t hard to understand. Virginians overwhelmingly support Medicaid expansion; last fall, Democrat Ralph Northam won the governorship by a landslide after a campaign largely focused on health care. But wait: Don’t we keep hearing that Democrats are running on nothing except opposition to Trump? Hey, influential commentators say it, so it must be true.

Anyway, the will of the people on health care is clear: Whatever qualms voters may have had about Obamacare, a strong majority want to keep and expand the gains in coverage that America has achieved since the law went into effect.

In other news, there are multiple reports that Republicans in Congress may make another attempt at repealing the A.C.A. this summer. Even if they don’t succeed, you can be sure that they will next year — if they manage to hold on to the House in the midterm elections.

On the surface, these stories may seem contradictory. Expanding health coverage is a winning issue for Democrats; trying to take it away is a losing issue for Republicans. Why would the G.O.P. want to keep charging into that buzz saw?

But the growing popularity of key parts of Obamacare is precisely the reason Republicans are highly likely to make a last-ditch effort to kill the A.C.A. For them, it’s now or never.

Here’s what history tells us: Expansions of the social safety net are relatively easy to demonize before they happen — before people get to see what they actually do. Opponents declare that they’ll destroy freedom, that they’ll be wildly expensive, that they’ll be a national disaster. American politics being what it is, opponents of a stronger safety net also tap into racial resentment, convincing white voters that new programs will benefit only Those People.

Once social programs have been in effect for a while, however, and it turns out that they neither turn America into a hellscape nor break the budget — and also that they end up helping people of all races — they become part of the fabric of American life, and very hard to reverse.

This has happened again and again. When F.D.R. famously spoke about his opponents and declared, “I welcome their hatred,” he was talking about Republican demonization of the just-passed Social Security Act. But eventually Social Security became effectively untouchable, as George W. Bush learned when he tried to privatize it in 2005.

Medicare went through the same cycle. Before it was enacted, Ronald Reagan warned that it would bring socialism and “invade every area of freedom as we have known it in this country.” Today, Medicare has overwhelming public support, so much so that Republicans attacked the A.C.A. with the (false) claim that it would steal money from Medicare.

And this gets at the heart of conservative opposition to social safety-net programs: It’s not about the belief that they will fail, but about fear that they will succeed, and in so doing become irreversible — which means that they must be stopped before they can start showing results.

So it has been with Obamacare. Before 2014, when the program went fully into effect, conservatives were quite successful at turning public opinion against it. It would lead to “death panels”; it would lead to “rate shock”; it would cause the budget deficit to balloon.

But public opinion has shown a steady turnaround since then. The share of voters believing that it’s the government’s responsibility to ensure that all Americans have health coverage has shot up since its 2014 nadir. Approval of the A.C.A., while still not overwhelming, has shown a more or less steady upward trend.

When Republicans held town halls over A.C.A. repeal last year, they were shocked by the intensity of public opposition. And elections, both state elections like Virginia’s and special elections for Congress, keep showing that trying to roll back coverage is a big political loser.

Again, you might think this would lead the G.O.P. to drop the whole issue. And if Republicans lose the House this November, they probably will, and America will become like every other advanced country: a society in which access to essential health care is considered a basic right.

But that hasn’t happened yet; conservatives still cling to the dream of denying health care to another 20 million or 30 million Americans.

Unable to repeal the A.C.A. outright, they’ve tried to sabotage it — using last year’s tax cut to get rid of the requirement that people buy insurance even if they’re currently healthy, using administrative gimmicks to try to undermine the requirement that insurers cover people with pre-existing conditions. But the A.C.A. is proving, from their point of view, annoyingly robust; and most indications are that voters are, rightly, blaming Republicans for rising premiums.

So it’s looking as if Republicans won’t manage to kill health care on the sly. And that means that we can expect one final push at outright repeal — a push that will succeed if Republicans hold the House.

 

Il complotto contro l’assistenza sanitaria, di Paul Krugman

New York Times 31 maggio 2018

Mercoledì, il Parlamento della Virginia ha votato l’ampliamento di Medicaid, facendo proprio un punto fondamentale della Legge sulla Assistenza Sostenibile. Circa 400.000 persone otterranno la copertura assicurativa.

Le ragioni politiche dell’iniziativa non sono difficili da capire. I virginiani sostengono in modo schiacciante l’ampliamento di Medicaid; lo scorso autunno, il democratico Ralph Northam è stato eletto Governatore dopo una campagna elettorale che si era soprattutto concentrata sulla assistenza sanitaria. Ma, un momento: non continuiamo a sentir dire che i democratici non si impegnano su niente se non sull’opposizione a Trump? Beh, lo dicono commentatori autorevoli, dunque deve esser vero.

In ogni modo, la volontà delle persone sulla assistenza sanitaria è chiara: qualsiasi dubbio gli elettori possano aver avuto sulla riforma sanitaria di Obama, una grande maggioranza vuole che si mantengano e si amplino i vantaggi nella copertura assicurativa che l’America ha ottenuto dal momento in cui la legge è entrata in funzione.

Secondo altre fonti di informazione, ci sono molti resoconti per i quali i repubblicani del Congresso potrebbero fare, nel corso di questa estate, un altro tentativo per abrogare la legge sanitaria. Se anche non avranno successo, si può esser certi che ci proveranno l’anno prossimo – se riusciranno a mantenere il controllo della Camera nelle elezioni di medio termine.

In apparenza questi racconti possono sembrare contraddittori. Ampliare la copertura sanitaria per i democratici è un tema vincente; cercare di cancellarla è un tema perdente per i repubblicani. Perché il Partito Repubblicano dovrebbe infilarsi in quel massacro?

Eppure la crescente popolarità di parti fondamentali della riforma di Obama è proprio la ragione per la quale è molto probabile che i repubblicani faranno un ultimo disperato tentativo per abrogare la legge. Dal loro punto di vista, o ora o mai più.

Ecco cosa ci dice la storia: l’espansione delle reti della sicurezza sociale è relativamente semplice da demonizzare prima che avvenga – in seguito la gente comprende cosa realmente comporti. Gli oppositori dichiarano che quella scelta distruggerà la libertà, che sarà incredibilmente costosa, un disastro nazionale. Poiché la politica americana è quello che è, gli oppositori di una più forte rete di protezione sociale sfruttano anche sentimenti razzistici, convincendo gli elettori bianchi che i nuovi programmi avvantaggeranno soltanto le minoranze etniche.

Tuttavia, una volta che i programmi sociali sono da un po’ entrati in funzione, e si scopre che non trasformano l’America in un inferno e neppure distruggono il bilancio – e anche che finiscono per essere utili per le persone di ogni razza –  essi diventano una componente della struttura della vita americana molto difficile da modificare.

Questo è successo molte volte. Quando Roosevelt parlando dei suoi oppositori dichiarava con una espressione ben nota “Il loro odio è benvenuto”, stava parlando della demonizzazione dei repubblicani sulla appena approvata Legge sulla Previdenza Sociale. Ma alla fine la Previdenza Sociale divenne intoccabile, come George Bush si rese ben conto quando provò a privatizzarla nel 2005.

Medicare ebbe una storia simile. Prima di venire approvata, Ronald Reagan mise in guardia che avrebbe portato al socialismo e “invaso ogni spazio di libertà come lo abbiamo conosciuto in questo paese”. Oggi Medicare ha un sostegno pubblico schiacciante, al punto che i repubblicani che hanno attaccato la legge sanitaria lo hanno fatto con l’argomento (falso) che avrebbe tolto soldi a Medicare.

E questo ci porta al cuore della opposizione dei conservatori sui programmi della rete della sicurezza sociale: essa non ha a che fare con la convinzione che falliranno, ma con la paura che abbiano successo – il che comporta che debbano essere fermati prima che comincino a mostrare i loro effetti.

È stato lo stesso con la riforma sanitaria di Obama. Prima del 2014, quando il programma entrò pienamente in funzione, i conservatori riuscirono abbastanza a volgere l’opinione pubblica contro di essa. Avrebbe portato ai “comitati della morte” [1], allo “shock delle polizze”; avrebbe fatto volare il deficit del bilancio.

Ma l’opinione pubblica, da allora, ha mostrato un ravvedimento ininterrotto. La percentuale di elettori che credono sia responsabilità del Governo garantire che tutti gli americani abbiano l’assicurazione sanitaria è schizzata in alto dal suo punto più basso del 2014. Il gradimento della legge, per quanto non ancora generale, ha più o meno mostrato una regolare tendenza alla crescita.

Quando l’anno scorso i repubblicani tennero gli incontri nei vari municipi sulla abrogazione della legge, furono sorpresi dalla intensità della opposizione dell’opinione pubblica. E le elezioni, sia quelle al livello degli Stati come nel caso della Virginia che le elezioni speciali per il Congresso, continuano a mostrare che tornare indietro sulla copertura assicurativa è un argomento politico perdente.

Ancora, potreste pensare che questo avrebbe portato il Partito Repubblicano a far cadere l’intera questione. E se a novembre i repubblicani perderanno le elezioni, probabilmente accadrà, e l’America diventerà come ogni altro paese avanzato: una società nella quale l’accesso alla assistenza sanitaria essenziale è considerato un diritto fondamentale.

Ma questo non è ancora accaduto: i conservatori ancora si aggrappano al sogno di negare l’assistenza sanitaria ad altri 20 o 30 milioni di americani.

Incapaci di abrogare completamente la legge, hanno cercato di sabotarla – utilizzando i tagli alle tasse dell’anno passato per eliminare la condizione che le persone acquistino l’assicurazione anche se sono attualmente in salute, utilizzando espedienti amministrativi per cercare di mettere in crisi il criterio che gli assicuratori assistano gli individui con preesistenti patologie. Ma la legge di riforma sanitaria, dal loro punto di vista, si sta dimostrando fastidiosamente solida; e secondo la maggior parte delle indicazioni, gli elettori stanno giustamente dando la colpa ai repubblicani per le polizze in crescita.

Pare dunque che i repubblicani non riescano a liquidare l’assistenza sanitaria di nascosto. E questo comporta che possiamo aspettarci una spallata finale per una vera e propria abrogazione – una spallata che avrà successo se i repubblicani manterranno il controllo della Camera dei Rappresentanti.

 

 

 

 

 

[1] Ovvero, alle commissioni mediche che avrebbero deciso quando interrompere la gratuità di forme di ‘accanimento terapeutico’.

 

 

 

 

 

 

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