Il produttore di motociclette Harley-Davidson ha annunciato che, a seguito degli aumenti dei prezzi interni di acciaio e alluminio e delle ritorsioni europee alle tariffe di Trump, ha intenzione di spostare all'estero alcune produzioni, in località nelle quali le materie prime sono ancora convenienti e non ci opereranno tariffe ritorsive europee. Reazione assolutamente prevedibile, che peraltro interessa una società che occupa solo 5.000 lavoratori. Che però ha provocato tweet rabbiosi dalla Casa Bianca, che per bocca di Trump prevede ora forti aumenti delle tasse sulla società (alla faccia dello "Stato di diritto"). L'unico effetto sarà quello di mostrare a tutto il mondo come basti poco per produrre reazioni isteriche da parte degli Stati Uniti. E siamo agli inizi della guerra commerciale "facile da vincere".
I primi contraccolpi della guerra commerciale verso la quale l'Amministrazione Trump si indirizza cominciano a vedersi. Non solo sui settori dell'esportazione, come quello agricolo, ma anche sulle conseguenze sui prezzi derivanti dagli effetti sulle importazioni, come l'acciaio. La Amministrazione americana ha questa risposta: sono conseguenze delle speculazioni interne. Il che significa che non hanno alcuna idea degli effetti che la loro politica della guerra commerciale inevitabilmente produce. Ma in realtà sono in ballo milioni di posti di lavoro, e nessun vantaggio per i settori che competono con le importazioni pareggerà gli effetti, perché, oltre ai costi, l'effetto sarà una grande turbolenza sugli equilibri sociali. I non molti vantaggi non finiranno in tasca a milioni di americani "perdenti".
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