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Il clima di paranoia del Partito Repubblicano, di Paul Krugman (New York Times 20 agosto 2018)

 

Aug. 20, 2018

The G.O.P.’s Climate of Paranoia

By Paul Krugman

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War is peace. Freedom is slavery. Ignorance is strength. Truth isn’t truth.

Rudy Giuliani’s latest bon mot is a reminder, if anyone needed it, that calling the Trump administration Orwellian isn’t hyperbole, it’s just a statement of fact. Like the ruling party in “1984,” Donald Trump operates on the principle that truth — whether it involves inauguration crowd sizes, immigrant crime or economic performance — is what he says it is. And that truth can change at a moment’s notice.

For example, not long ago, Republicans insisted that Russia was our greatest threat, and that Barack Obama was betraying America by not confronting Vladimir Putin more forcefully; now Putin is one of the good guys, and the base has gone along with the change. We have always been at war with Eastasia.

And if you thought you heard something different from the Trumpian version of reality, blame evil conspirators and saboteurs, whom you get to denounce in the Two Minutes Hate, chanting “lock her up.”

But how did this happen to the whole Republican Party? And it is effectively the whole party: There is no serious G.O.P. opposition to Trump or his vision. Why did the party’s belief in objective reality collapse so suddenly and completely?

I don’t claim to understand the whole story. But one thing is clear: The Orwellification of the G.O.P. didn’t start with Trump. On the contrary, the party has been moving in that direction for years; the mind-set Trump is exploiting was already well in place before he burst on the scene.

Consider the claims of Trump and his allies that evidence of his collusion with Russia — not “alleged” collusion, because there is no longer any real doubt — is a hoax perpetrated by the “deep state.” Where have we seen something like that before? In Republican attacks on the evidence for climate change.

Fifteen years have passed since Senator James Inhofe suggested that global warming is “the greatest hoax ever perpetrated on the American people.” This was and is an even crazier claim than the assertion of Trump and company that all of the tweeter in chief’s woes are the product of a vast deep-state conspiracy; it’s not far short of Pizzagate or QAnon territory. To take it seriously you have to believe in a vast international conspiracy involving thousands of scientists, not one of whom dares speak out.

Yet this paranoid fantasy has in effect become the official position of the G.O.P. Climate change deniers have pretty much given up on arguing about the evidence, although the old line “it’s a cold day, so global warming is a myth” still pops up now and then. Instead, it’s all about the supposed conspiracy.

What’s the evidence for this conspiracy? A lot of the argument rests on things like out-of-context quotes from stolen emails (sound familiar?), such as those sent among researchers at the University of East Anglia’s Climate Research Unit. Like the texts between two F.B.I. officials that supposedly prove the existence of a plot against Trump, “Climategate” actually showed nothing more than that the people involved were human. But to a determined conspiracy theorist, everything is evidence of nefarious activity.

And there’s more. Some people seem startled at how quickly Trump has moved to use the power of office to punish and intimidate anyone who doesn’t go along with Dear Leader. But Republicans have long been doing that on climate.

Most famously, Ken Cuccinelli, the former attorney general of Virginia, spent several years trying to prove fraud on the part of Michael Mann, one of our leading climate researchers. Cuccinelli’s witch hunt (yes, this was the real thing) was thinly disguised as involving concern over misuse of state funds, but it was obviously an attempt to use political power to censor and suppress inconvenient science.

And where were the Republicans standing up against conspiracy theories and for scientific integrity? Inaudible and invisible.

In short, if you followed the evolution of the G.O.P.’s position on climate change (not that Republicans believe in evolution, either), you shouldn’t be surprised at the party’s intellectual and moral collapse under Trump. For Republicans, ignorance has been strength for a long time.

There’s also, I believe, an additional relevant lesson from the climate story: the special rage of those who knowingly act in bad faith.

Climate denial is a deeply cynical enterprise; the people misrepresenting evidence and sifting through emails for “gotcha” quotes have to know that they’re not being honest. Yet their rage against “elitists” who continue to point out inconvenient truths is very real — because it’s a fact of life that many people feel special hatred for those they’ve mistreated.

The same goes for Trump and company. Trump knows perfectly well that he’s guilty of collusion. That doesn’t mean he’s faking his volcanic rage at those documenting his guilt: He hates his pursuers all the more because he knows they’re on the right track.

And as he lashes out, with no regard for law or the for law or the Constitution, will other Republicans try to hold him back? All the evidence suggests that they won’t.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il clima di paranoia del Partito Repubblicano. Di Paul Krugman

New York Times 20 agosto 2018

La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza. La verità non è verità.

L’ultima giusta osservazione di Rudy Giuliani ci ricorda, se qualcuno ne aveva bisogno, che chiamare orwelliana l’Amministrazione Trump non è un’iperbole, è solo un dato di fatto. Come per il partito al potere nel libro di Orwell “1984”, Donald Trump opera sulla base del principio che la verità – che riguardi le dimensioni della folla nel giorno dell’inaugurazione, i crimini degli immigrati o l’andamento dell’economia – è quello che dice lui. E la verità può cambiare senza preavviso.

Ad esempio, non molto tempo fa i repubblicani ripetevano che la Russia era la nostra più grande minaccia, e che Barack Obama stava tradendo l’America non affrontando Vladimir Putin con maggiore energia; oggi Putin è un bravo ragazzo e la base si è uniformata al cambiamento. Noi siamo sempre stati in guerra con l’Asia Orientale.

E se pensaste di aver sentito dire qualcosa di diverso dalla versione trumpiana della realtà, date la colpa ai malvagi cospiratori e sabotatori, che nei Due Minuti di Odio potete arrivare a denunciare, scandendo lo slogan “mettetela in galera” [1].

Ma come è accaduto tutto questo all’intero Partito Repubblicano? Perché in realtà si tratta di tutto il Partito: non c’è nessuna seria opposizione repubblicana a Trump o alla sua visione. Perché la convinzione del partito di un oggettivo collasso della verità, così improvvisa e completa?

Non pretendo di capire tutta la storia. Ma una cosa è chiara: la ‘orwellificazione’ del Partito Repubblicano non ha inizio con Trump. Al contrario, il partito da anni si sta spostando verso quelle direzione; la mentalità che Trump sta sfruttando era già all’opera prima che egli esplodesse sulla scena.

Si consideri le tesi di Trump e dei suoi soci secondo le quali le prove della sua collusione con la Russia – non le definisco ‘pretesa’ collusione, perché non c’è più alcun dubbio effettivo – sono una bufala architettata dal ‘ventre molle’ [2] dello Stato. Dove avevamo sentito in precedenza qualcosa di simile? Negli attacchi repubblicani sulle prove del cambiamento climatico.

Sono passati quindici anni da quando il Senatore James Inhofe indicò che il riscaldamento globale era “la più grande bufala architettata ai danni del popolo americano”. Questa era e resta una pretesa ancora più pazzesca della tesi di Trump e compagni secondo la quale tutti i guai del twittatore in capo sarebbero il prodotto di una cospirazione del ‘ventre molle’ dello stato; non siamo così lontani dai casi del Pizzagate e di QAnon [3]. Per prendere tutto questo sul serio si deve credere a una vasta cospirazione internazionale riguardante migliaia di scienziati, nessuno dei quali oserebbe parlarne apertamente.

Tuttavia, questa fantasia paranoide è diventata in effetti la posizione ufficiale del Partito Repubblicano. I negazionisti del cambiamento climatico hanno praticamente smesso di argomentare sulle prove, sebbene la vecchia linea “è un giorno freddo, dunque il riscaldamento globale è un mito” ancora salta fuori qua e là. Invece, tutto deriverebbe dalla presunta cospirazione.

Quali sono le prove di questa cospirazione? Gran parte della tesi si basa su cose come citazioni fuori contesto da mail rubate (suona familiare?), quali quelle spedite tra ricercatori del gruppo di ricerca sul clima dell’Università di East Anglia. Ad esempio i testi tra due dirigenti dell’FBI che si presume provino l’esistenza di un complotto contro Trump, in realtà il ‘Climategate’ non prova niente di più che le persone coinvolte sono esseri umani [4]. Ma per una ostinata teoria cospirativa, tutto è una prova di una attività nefanda.

E c’è di più. Alcune persone sembrano sorprese dalla rapidità con la quale Trump si è mosso per usare il potere della sua carica per punire e intimidire chiunque non vada dietro al Caro leader. Ma i repubblicani lo stanno facendo da tempo sul clima.

Il caso più eclatante, Ken Cuccinelli, il passato Procuratore Generale della Virginia, ha speso vari anni nel cercare di mostrare un reato a carico di Michael Mann, uno dei nostri principali ricercatori sul clima. La caccia alle streghe di Cuccinelli (sì, si è trattato proprio di questo) era sottilmente mascherata come se riguardasse la preoccupazione per un abuso sui fondi dello Stato, ma era evidentemente un tentativo di usare il potere politico per censurare e sopprimere una scienza che dà fastidio.

E dov’erano i repubblicani che dovrebbero prendere posizione contro le teorie della cospirazione e per l’integrità della scienza? Non si sono né sentiti né visti.

Ebbene, se avete seguito l’evoluzione della posizione del Partito Repubblicano sul cambiamento climatico (non che i repubblicani credano neppure nell’evoluzione), non dovreste essere stupiti del collasso intellettuale e morale sotto Trump. E da un lungo tempo che per i repubblicani l’ignoranza è forza.

C’è anche, io credo, una rilevante lezione aggiuntiva dalla storia del clima: la speciale rabbia di coloro che, sapendolo, agiscono in mala fede.

Negare il cambiamento climatico è un’impresa profondamente cinica; le persone che alterano le prove e passano al setaccio le mail alla ricerca di citazioni rivelatrici, devono sapere che non si stanno comportando onestamente. Tuttavia la loro rabbia verso gli ‘elitari’ che continuano a mettere in evidenza verità sconvenienti è molto reale – perché è un fatto della vita che molte persone sentano un odio speciale per coloro che hanno maltrattato.

Lo stesso accade nel caso di Trump e compagni. Trump sa perfettamente di essere colpevole di collusione. Il che non significa che stia simulando la sua ira vulcanica verso coloro che documentano la sua colpa: odia anche di più coloro che gli stanno dietro perché sa che sono sul giusto binario.

E se andrà all’attacco, senza alcun riguardo per la legge e la Costituzione, gli altri repubblicani cercheranno di contenerlo? Tutte le prove indicano che non lo faranno.

[1] Probabilmente al femminile, perché era lo slogan in voga contro Hillary Clinton.

[2] “Deep state” – “Stato profondo” – è una espressione tipica della destra americana. Tradurla con “ventre molle dello Stato” è un po’ impreciso, perché allude – secondo la nostra cultura politica – alla parte peggiore della burocrazia, se non a quella apertamente ‘deviata’. Ma per la destra americana non si tratta tanto di una deviazione, quanto della caratteristica propria dello Stato, di una sua caratteristica profonda, essendo esso intrinsecamente amorale e ‘unamerican’.

[3] Si riferisce a due famose teorie cospirative completamente inventate (il Pizzagate ai danni di Podesta, principale collaboratore della Clinton e calunniato per un giro di omosessualità e pedofilia al quale era completamente estraneo, mentre il QAnon ipotizzava un accesso di personaggi progressisti a notizie riservate relative a Trump).

[4] Ovvero, suscettibili di comportamenti discutibili.

 

 

 

 

 

 

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