Aug. 31 2018
By Paul Krugman
You sometimes hear the claim that Republicans hate public spending. In practice, however, their hatred is selective. They tend to be OK with spending that flows into the pockets of private-sector friends, whether it’s mercenaries or for-profit colleges. No, what they really hate are two kinds of spending: outlays that help Americans afford life’s essentials, like food and health care, and paying wages to government employees.
So there’s a sense in which Donald Trump’s decision to use executive authority to deny all federal workers a cost-of-living adjustment is squarely in the Republican mainstream. But the timing is odd.
After all, the jihad against government workers probably reached its high point in 2010-2011, along with the Tea Party movement. Denunciations of big government were all the rage, bolstered in part by false claims that Barack Obama had presided over an explosion in federal employment. (What actually happened was a temporary spike associated with the 2010 census – something that happens every 10 years whoever is president.)
Since then, however, the public has, I think, gradually become aware of the realities of the situation. The vast majority of government workers are employed by state and local governments – and more than half of these state and local workers are in education, with much of the remaining employment in public safety (police and firefighting.) So the typical government employee isn’t a bureaucrat doing nothing; he or (often) she is a schoolteacher.
And schoolteachers are hardly living high off the hog. On the contrary, their pay has lagged ever farther behind that of comparably qualified people in the private sector, not to mention the fact that thanks to budget cuts many teachers end up buying school supplies out of their own pockets. The squeeze on teachers has led to a nationwide walkout movement – and the public seems broadly supportive.
So this is, as I said, sort of an odd moment for Trump to put a squeeze on government workers. True, these are federal workers, so we’re not talking about schoolteachers. But we are talking about people who keep us safe, or care for those who previously helped keep us safe: about two-thirds of the amount the federal government spends on employee compensation goes to the Department of Defense, the Department of Veterans Affairs, or the Department of Homeland Security.
How well are these workers paid? Federal workers with low levels of education are paid more than their counterparts in the private sector – but do you really want our government to emulate the always-low-wages policies of, say, fast food chains? More educated workers, on the other hand, are paid substantially less than private-sector equivalents, and CBOfinds that overall the federal government pays only about 3 percent more than it would if it matched private pay schedules.
What is Trump’s justification for denying these workers a cost of living adjustment? He says that it’s about putting us on a “fiscally sustainable course,” which is extremely rich for someone who just rammed through a huge tax cut for corporations and the wealthy. What makes it even richer is that on the same day that he announced that he was cancelling the pay rise, Trump floated the idea of using executive action to index capital gains to inflation, a de facto tax cut that would increase the deficit, and deliver 63 percent of its benefits to the wealthiest 0.1 percent of the population, 86 percent to the top 1 percent.
So what’s really going on? Giving government workers the shaft is long-term G.O.P. policy, but even so I suspect that Congressional Republicans would have preferred that Trump not make this announcement two months before the midterm elections. The timing, as opposed to the general hostility to public servants, is probably personal to Trump.
Two things in particular seem relevant here. First, Trump has always chiseled and cheated those who work for him: his business career is littered with tales of unpaid workers and contractors. Since he makes no distinction between personal business and being president, squeezing a few bucks out of the federal workforce just comes naturally.
Beyond that, Trump is feeling under siege from the “deep state,” which to him means any part of the government that answers to rule of law as opposed to being personally loyal to him. His wage chiseling may in part represent a way of lashing out at everyone in government: these days they all look like Robert Mueller to him.
Whatever the precise motivations, this is a teachable moment, one that reveals not only another layer of Trump’s personal awfulness but what Republicans really mean when they pretend to care about fiscal responsibility.
Dare una fregatura ai lavoratori del pubblico impiego, di Paul Krugman
Qualche volta c’è chi sostiene che i repubblicani odiano la spesa pubblica. In pratica, tuttavia, il loro odio è selettivo. Essi tendono a non avere problemi con la spesa che finisce nei portafogli degli amici del settore privato, che siano mercenari o università a scopo di lucro. Quello che realmente odiano, in realtà, sono due tipi di spesa: gli esborsi che aiutano gli americani a permettersi le cose essenziali della vita, come il cibo e l’assistenza sanitaria, e pagare gli stipendi dei lavoratori del pubblico impiego.
Dunque c’è un senso per il quale la decisione di Donald Trump di utilizzare la sua autorità esecutiva per negare a tutti i lavoratori federali un adeguamento al costo della vita è esattamente nella tradizione repubblicana. È invece curiosa la tempistica.
Dopo tutto, la guerra santa contro i lavoratori pubblici raggiunse il suo punto più alto nel 2010-2011, assieme al movimento del Tea Party. Le denunce del ‘grande Governo’ erano di gran moda, in parte sostenute dalle false pretese che Barack Obama avesse governato per una esplosione dell’occupazione federale (quello che in realtà accadde fu un innalzamento temporaneo collegato col Censimento del 2010 – qualcosa che accade ogni dieci anni, chiunque sia il Presidente).
Da allora, tuttavia, l’opinione pubblica è diventata gradualmente consapevole delle realtà della situazione. La grande maggioranza dei lavoratori pubblici sono occupati dagli Stati e dai governi locali – e più della metà di questi lavoratori degli Stati e dei governi locali operano nel settore dell’istruzione, con gran parte della restante occupazione nel settore della sicurezza pubblica (polizia e pompieri). Dunque, la tipica occupazione pubblica non sono burocrati che non fanno niente; sono (spesso) maestre e maestri.
E i maestri è difficile che vivano nel lusso. Al contrario, i loro stipendi sono sempre rimasti assai indietro rispetto a quelli delle paragonabili persone qualificate del settore privato, per non dire che grazie ai tagli sui bilanci molti insegnanti finiscono con l’acquistare di tasca loro le forniture scolastiche. Spremere gli insegnanti ha provocato un movimento di astensioni dal lavoro di dimensioni nazionali – con un generale sostegno, sembra, dell’opinione pubblica.
Questo, dunque, come ho detto, è una specie di strano momento per Trump per spremere il pubblico impiego. È vero, sono lavoratori federali, dunque non stiamo parlando di insegnanti. Ma stiamo parlando di persone che ci fanno stare al sicuro, o si occupano di coloro che in passato contribuivano a farci stare al sicuro: circa due terzi di quanto il Governo Federale spende sulle retribuzioni degli impiegati vanno al Dipartimento della Difesa, al Dipartimento degli Affari dei Militari in Congedo, o al Dipartimento della Sicurezza Nazionale.
Quanto sono ben pagati questi lavoratori? I lavoratori federali con bassi livelli di istruzione sono pagati di più dei loro omologhi del settore privato – ma vogliamo davvero che il nostro Governo emuli le politiche degli stipendi costantemente bassi o, diciamo, delle catene dei fast food. D’altra parte, i lavoratori più istruiti sono pagati sostanzialmente meno dei loro equivalenti del settore privato e l’Ufficio Congressuale del Bilancio stima che il Governo Federale paghi nel complesso soltanto il 3 per cento di più di quello che pagherebbe se eguagliasse i programmi contributivi del settore privato.
Quale è la giustificazione di Trump per negare a questi lavoratori un adeguamento al costo della vita? Egli dice che riguarda il collocarci su “un indirizzo di finanza pubblica sostenibile”, il che è estremamente gustoso per uno che ha appena imposto l’approvazione di un grande taglio delle tasse per le società e i ricchi. Quello che lo rende ancora più gustoso è che lo stesso giorno che annunciava di star cancellando l’aumento degli stipendi, Trump ha ventilato l’idea di usare una procedura esecutiva per indicizzare i profitti da capitale all’inflazione, un sostanziale taglio delle tasse che aumenterebbe il deficit, ed ha consegnato il 63 per cento dei suoi sussidi allo 0,1 per cento della popolazione più ricca, l’86 per cento all’1 per cento dei più ricchi.
Dunque, costa sta accadendo sul serio? Dare una fregatura ai lavoratori del pubblico impiego è una politica a lungo termine del Partito Repubblicano, ma anche così io ho il sospetto che i repubblicani del Congresso avrebbero preferito che Trump non facesse questi annunci due mesi prima delle elezioni a medio termine. La tempistica, all’opposto della generale ostilità dei funzionari statali, è probabilmente una scelta personale di Trump.
In questo caso, due cose sembrano in particolare rilevanti. La prima, Trump ha sempre dato fregature e ingannato quelli che lavorano per lui; la sua carriera di affarista è disseminata di racconti di lavoratori e appaltatori non pagati. Dal momento che non fa alcuna distinzione tra affari personali e Presidenza, strizzare un po’ di portafogli del pubblico impiego gli viene proprio naturale.
Oltre a ciò, Trump si sente sotto l’assedio dello Stato nello Stato”, il che per lui significa ogni settore del Governo che risponde allo Stato di diritto, anziché essere personalmente fedele a lui stesso. Il suo scherzetto sugli stipendi in parte può rappresentare un modo per attaccare tutti nel Governo: di questi tempi per lui assomigliano tutti a Robert Mueller.
Qualsiasi siano le precise ragioni, questo è un momento istruttivo, di quelli che rivelano non solo un altro aspetto della personale sgradevolezza di Trump, ma anche quello che i repubblicani intendono per davvero quando fingono di avere a cuore la responsabilità della finanza pubblica.
By mm
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