novembre 2018 Archive

Il debito globale è al suo livello più alto: l’Italia va meglio di quanto si pensa, di Marcello Minenna (da Social Europe 28 novembre 2018)

Cambiamento climatico, mercati e marxismo, di Adair Turner (da Project Syndicate, 22 novembre 2018)

La depravazione del negazionismo del cambiamento climatico, di Paul Krugman (New York Times, 26 novembre 2018)

Il negazionismo del cambiamento del clima non è solo un errore o una pessima politica, è un esempio di morale corrotta. Le unica spiegazioni possono risiedere nella logica del profitto, nell'opportunismo politico e nella ideologia distorta. Sono tutte ragioni - a fronte dei danni alle persone ed alla civiltà - che chiamano in causa categorie morali.

Può ritornare, la democrazia americana? Di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 6 novembre 2018)

[1] L’articolo è stato scritto prima delle elezioni di medio termine.                

Come i democratici possono portare a termine il lavoro con la riforma sanitaria, di Paul Krugman (New York Times, 22 novembre 2018)

La conquista della maggioranza alla Camera dei Rappresentanti da parte dei democratici toglie dal tavolo il rischio di una abrogazione della riforma sanitaria di Obama. Ma la permanenza di una maggioranza repubblicana al Senato e la Presidenza Trump rendono anche quasi impossibile un ulteriore miglioramento della legge. Sennonché molto può essere fatto al livello degli Stati, e nuovi Stati sono stati conquistati dai democratici. L'esperienza assai istruttiva del New Jersey.

Il comune denominatore del populismo, di Barry Eichengreen (da Project Syndicate, 9 novembre 2018)

La nuova economia e il posteriore di Trump, di Paul Krugman (New York Times, 19 novembre 2018)

Ci sono due Americhe, dal punto di vista dell'economia? Di recente Amazon ha annunciato di voler scegliere un'area per un secondo centro direzionale, ed ha posto la condizione che si tratti di un'area metropolitana, nella quali esistano e siano ulteriormente attraibili grandi numeri di lavoratori con elevata istruzione. Sembra che le grandi imprese della conoscenza si mettano alle spalle l'America delle piccole città e delle zone rurali. Il che si è riflesso chiaramente nei risultati elettorali: del 2016, ma in particolare in quelle di medio termine delle scorse settimane. Ovvero: una frattura economica che si riflette o produce una frattura politica. Ma i sentimenti migliori dell'America possono ancora prevalere.

Emigrazione in Europa: una soluzione a lungo termine? Di Branko Milanovic (da Social Europe, 19 novembre 2018)

[1] I sei paesi arabi membri del Gulf Cooperation Council (GCC) sono Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar.           ...

Perché il taglio delle tasse di Trump ha fatto cilecca? Di Paul Krugman (New York Times, 15 novembre 2018)

Il taglio delle tasse sulle società di Trump non ha portato alcune delle conseguenze che i suoi sostenitori pretendevano: non ha aumentato i salari, non ha provocato grandi investimenti, ha solo premiato gli azionisti e provocato una spesa da parte delle società nel ricomprare le loro stesse azioni sul mercato. Le ragioni - che in questi giorni sono state analizzate da Krugman in un post più impegnativo - sono semplici: un po' di soldi fanno piacere a tutti, ma non incidono sulle decisioni di investimento. I tagli delle tasse di Bush non portarono alcuna espansione, gli aumenti delle tasse di Obama non portarono alcuna depressione. E il taglio delle tasse di Trump ha seguito la stessa sorte.

Il taglio delle tasse e la bilancia dei pagamenti (per esperti), (dal blog di Paul Krugman, 14 novembre 2018)

[1] La previsione che l’unico atto legislativo rilevante, alla fine, sarà il taglio delle tasse, deriva anche dal fatto che la maggioranza dei democratici alla ...

Rivendicare la comunità, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 9 novembre 2018)

Verità e virtù nell’epoca di Trump, di Paul Krugman (New York Times, 12 novembre 2018)

Ancora un articolo sulla psicopatologia della destra americana. Un articolo che si aggiunge a molti altri, ma non troppi, se si considera l'importanza della partita aperta. Che a noi sfugge, almeno in parte, perché talora semplicemente non ne siamo informati. Ad esempio, non siamo stati informati che i conteggi finali sulle elezioni di mediotermine sono stati notevolmente più favorevoli ai democratici di quello che ci era stato raccontato (37 seggi in più alla Camera, non 29). Sostanzialmente perché la storia che ci è stata raccontata doveva dipendere e stare nel mezzo rispetto alla prevista reazione di Trump, che non avrebbe esitato a raccontare le elezioni come un successo storico. Questo divorzio colossale dalla verità ora si estende, dalla coppia 'vero-falso' e giunge alla coppia 'bene-male'. Cosicché Trump può decidere di dare un'onorificenza statale, nel nome della Libertà, a una moglie di un suo grande finanziatore. Una dittatura in fieri, per quanto in crisi e contrastata.

Che diavolo è successo al Brasile? (dal blog di Paul Krugman, 9 novembre 2018)

[1] Il giudizio è desunto da un articolo apparso su The Conversation del 27 gennaio 2017, che riferisce di tagli draconiani alla spesa particolarmente nella ...

L’America vera contro l’America del Senato, di Paul Krugman (New York Times, 8 novembre 2018)

I democratici ha realizzato effettivamente una 'ondata', ma solo alla Camera. Perché? Si consideri solo questo dato: il Wyoming elegge con 600.000 abitanti lo stesso numero di senatori della California, con 40 milioni d abitanti. Nel Senato sono sotto rappresentate le aree metropolitane, che pur sono più del 60 per cento del paese; sono sovra rappresentate le aree rurali, con economie meno dinamiche e cittadini con livelli di istruzione inferiori. E con cittadini in prevalenza bianchi, senza la multirazzialità che caratterizza le aree più popolose dell'America. Ovviamente, abbiamo tutti gli stessi diritti, ma l' "America del Senato" è un paese dove alcuni sono più uguali degli altri. Il che significa che incombe un grande problema costituzionale.

Cosa ha mai fatto Google per noi? Di Yanis Varoufakis (da Project Syndicate, 19 ottobre 2018)

[1] La giannetta (nome derivante dall’originale inglese spinning jenny) è una macchina filatrice a lavoro intermittente e dotata di fusi (mandrini) multipli, inventata attorno al 1765 a Stanhill in Inghilterra da James Hargreaves, anche se alcuni indicano Thomas ...

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