dicembre 2018 Archive

Malafede, drammaticità ed economia dei repubblicani, di Paul Krugman (New York Times, 27 dicembre 2018)

Gli economisti di tendenza conservatrice, quelli che che conservavano una loro reputazione e non erano semplicemente pennivendoli, in particolare dopo il 2016 l'hanno mandata alle ortiche. Erano quelli che avevano attaccato la Fed per una politica monetaria facile, quando la disoccupazione andava alle stelle. Allora gridavano all'inflazione, dopo il taglio delle tasse che ha fatto scoppiare il bilancio, silenzio completo. Brama di nomine, di posti di potere? Il punto è che non li avranno, perché il Partito Repubblicano predilige quelli che un economista di destra come Greg Mankiw definì "svitati e ciarlatani".

Un ritorno per il partito del Congresso, di Shashi Tharoor (da Project Syndicate, 20 dicembre 2018)

[1] Secondo un articolo che appare nella connessione nel testo inglse, nei tre Stati del Madhya Pradesh, Rajasthan e Chhattisgarh – tra il 2004 e ...

Come l’ineguaglianza danneggia le prestazioni dell’economia, di Michael Spence (da Project Syndicate, 26 dicembre 2018)

Lo spettro del caos futuro di Trump, di Paul Krugman (New York Times, 24 dicembre 2018)

Per quanto i recenti psicodrammi di Trump - uno strombazzato accordo con la Cina che non c'era, il ritiro dalla Siria, il dimissionamento del Ministro della Difesa, la sospensione dei finanziamenti al Governo e lo scontro con il Presidente della Fed - non siano cose da poco, non sembra che di per sé possano provocare una crisi all'economia americana. Eppure l'indice Dow Jones ha perso 4.000 punti e un clima di timore prende piede anche tra i ceti sociali più favorevoli. Probabilmente quei timori sono una conseguenza di un semplice ragionamento: cosa accadrebbe se una congiuntura sfavorevole, possibile se non addirittura probabile, dovesse essere gestita da un tale Presidente e dal suo stuolo di cortigiani?

Argomenti per un’economia mista, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 22 dicembre 2018)

Il più grande problema del debito del mercato emergente è in America, di Carmen Reinhart (da Project Syndicate, 20 dicembre 2018)

[1] Ovviamente, trattandosi di mercati nei quali si ‘compra’ il debito, i rendimenti crescono con il maggiore supposto rischio per gli investitori, mentre calano con ...

Gli uomini della moneta forte, all’improvviso si inteneriscono, di Paul Krugman (New York Times, 20 dicembre 2018)

Poteva sembrare che i repubblicani americani fossero genuinamente cultori di una politica monetaria severa; era l'unico argomento sul quale si spendevano con un riferimento di principi (sebbene curioso e datato come il libro della Ayn Rand degli inizi del secolo scorso). Invece tutti coloro che nel recente passato si erano impegnati contro i bassi tassi di interesse e la politica della facilitazione monetaria, all'indomani delle posizioni di Trump - che ha definito pazzesche le riduzioni dei tassi attuate dalla Fed - si sono prontamente allineati.

Come possono credere i sostenitori della Brexit che un voto popolare sia antidemocratico? di Simon Wren-Lewis (dal blog Mainly Macro, 16 dicembre 2018)

[1] Dell’Uscita. È questa la denominazione dello schieramento che sostiene la Brexit, mentre gli altri vengono denominati Remain, ovvero i sostenitori del Restare. [2] Per il ...

L’agonia prolungata della Brexit, di Robert Skidelsky (da Project Syndicate, 17 dicembre 2018)

Il mostruoso fine partita del conservatorismo, di Paul Krugman (New York Times, 17 dicembre 2018)

Le elezioni di medio termine hanno dato ai democratici una maggioranza nel voto popolare di oltre l'8 per cento. Un risultato tra i più alti nella storia. Come reagisce il potere 'trumpista' - negli Stati, nelle agenzie pubbliche, nei Tribunali che col tempo sono stati riempiti di giudici di destra - a questa debacle? Difende il proprio potere a scapito della democrazia. La sentenza di un giudice di un Corte statale che ha dichiarato, con motivazioni risibili, incostituzionale la riforma sanitaria di Obama, ne è un esempio. Nancy Pelosi lo ha definito il "fine partita mostruoso" della destra.

Il primo anno del gran colpo americano sulle tasse, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 14 dicembre 2018)

La guerra su Huawei, Di Jeffrey D. Sachs (da Project Syndicate, 11 dicembre 2018)

Virilità, soldi, McConnell e il trumpismo, di Paul Krugman (New York Times, 13 dicembre 2018)

Ci sono tre cose che motivano Trump: l'ortodossia repubblicana della protezione degli interessi dei propri finanziatori, ricchi individui o società, che ha spiegato la sua unica realizzazione legislativa dei tagli alle tasse; gli interessi finanziari suoi propri e della sua famiglia, che spesso spiegano la sua politica estera e le sue simpatie per gli autocrati; il suo bisogno di atteggiarsi a uomo duro, di mostrare quella che a lui sembra virilità (come nella faccenda del muro col Messico o in vari aspetti delle sue guerre commerciali). Difficile vedere altro.

L’esperimento più audace della Cina, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 11 dicembre 2018)

[1] Il “riconoscimento facciale” – da quanto apprendo da Wikipedia – è una tecnologia di ‘intelligenza artificiale’ che dovrebbe limitarsi al riconoscimento delle identità personali ...

I “giacchetti gialli” e la giustizia fiscale, di Thomas Piketty (dal blog di Piketty, 11 dicembre 2018)

[1] La tabella mostra i diversi scenari previsti nel periodo sino al 2022 a seguito di diverse scelte sulla Tassa sulla Ricchezza. La linea verde ...

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