Dec. 22, 2018
By Paul Krugman
A mind is a terrible thing to lose, especially if the mind in question is president of the United States. But I feel like taking a break from that subject. So let’s talk about something completely different, and probably irrelevant.
I’ve had several interviews lately in which I was asked whether capitalism had reached a dead end, and needed to be replaced with something else. I’m never sure what the interviewers have in mind; neither, I suspect, do they. I don’t think they’re talking about central planning, which everyone considers discredited. And I haven’t seen even an implausible proposal for a decentralized system that doesn’t rely on price incentives and self-interest – i.e., a market economy with private property, which most people would consider capitalism.
So maybe I’m being dense or lacking in imagination, but it seems to be that the choice is still between markets and some kind of public ownership, maybe with some decentralization of control, but still more or less what we used to mean by socialism. And everyone either thinks of socialism as discredited, or pins the label on stuff – like social insurance programs – that isn’t what we used to mean by the word.
But I’ve been wondering, exactly how discredited is socialism, really? True, nobody now imagines that what the world needs is the second coming of Gosplan. But have we really established that markets are the best way to do everything? Should everything be done by the private sector? I don’t think so. In fact, there are some areas, like education, where the public sector clearly does better in most cases, and others, like health care, in which the case for private enterprise is very weak. Add such sectors up, and they’re quite big.
In other words, while Communism failed, there’s still a pretty good case for a mixed economy – and public ownership/control could be a significant, although not majority, component of that mix. My back of the envelope says that given what we know about economic performance, you could imagine running a fairly efficient economy that is only 2/3 capitalist, 1/3 publicly owned – i.e., sort-of-kind-of socialist.
I arrive at that number by looking at employment data. What we see right away is that even now, with all the privatization etc. that has taken place, government at various levels employs about 15 percent of the work force – roughly half in education, another big chunk in health care, and then a combination of public services and administration.
Looking at private sector employment, we find that another 15 percent of the work force is employed in education, health, and social assistance. Now, a large part of that employment is paid for by public money – think Medicare dollars spent at private hospitals. Much of the rest is paid for by private insurers, which exist in their current role only thanks to large tax subsidies and regulation.
And there’s no reason to think the private sector does these things better than the public. Private insurers don’t obviously provide a service that couldn’t be provided, probably more cheaply, by national health insurance. Private hospitals aren’t obviously either better or more efficient than public. For-profit education is actually a disaster area.
So you could imagine an economy in which the bulk of education, health, and social assistance currently in the private sector became public, with most people at least as well off as they are now.
Then there are other private activities that could plausibly be public. Utilities are heavily regulated, and in some cases are publicly owned already. Private health insurance directly employs hundreds of thousands of people, with doubtful social purpose. And I’m sure I’m missing a few others.
By and large, other areas like retail trade or manufacturing don’t seem suitable for public ownership – but even there you could see some cases. Elizabeth Warren is suggesting public manufacture of generic drugs, which isn’t at all a stupid idea.
Put all of this together, and as I said, you could see an economy working well with something like 1/3 public ownership.
Now, this wouldn’t satisfy people who hate capitalism. In fact, it wouldn’t even live up to the old slogan about government controlling the economy’s “commanding heights.” This would be more like government running the boiler in the basement. Also, I see zero chance of any of this happening in my working lifetime.
But I do think it’s worth trying to think a bit beyond our current paradigm, which says that anything you could call socialist has been an utter failure. Maybe not so much?
Argomenti per un’economia mista,
di Paul Krugman
Il senno è una cosa terribile da perdere, specialmente se si tratta di quello del Presidente egli Stati Uniti. Ma sento di provare piacere nel prendermi una pausa su questo tema. Fatemi dunque parlare di qualcosa di completamente diverso, e probabilmente di irrilevante.
Ho avuto di recente varie interviste nella quali mi veniva chiesto se il capitalismo avesse raggiunto un punto senza sbocco, e se avesse bisogno di essere sostituito con qualcosa d’altro. Non sono mai sicuro di cosa gli intervistatori abbiano in mente; né, ho il sospetto, lo sono loro stessi. Non penso che stiano parlando di programmazione centralizzata, che tutti ritengono screditata. E non sono neppure al corrente di una improbabile proposta di un sistema decentralizzato che non si basi sugli incentivi del prezzo e dell’interesse personale – ovvero, un’economia di mercato con la proprietà privata, che la maggioranza delle persone considererebbe capitalistica.
Dunque, sto forse diventando ottuso o povero di immaginazione, ma sembra che la scelta sia ancora tra i mercati e qualche forma di proprietà pubblica, forse con qualche decentralizzazione del controllo, che è quello che continuiamo più o meno a intendere con socialismo. E tutti o pensano che il socialismo sia screditato, oppure applicano quell’etichetta su cose – come i programmi della sicurezza sociale – che non sono quello che eravamo soliti intendere con quella parola.
Ma mi sono chiesto, quanto è precisamente screditato il socialismo, in realtà? È vero, nessuno oggi immagina che il mondo abbia bisogno di una riedizione del Gosplan. Ma abbiamo effettivamente dimostrato che i mercati sono il modo migliore per fare ogni cosa? Tutto dovrebbe essere fatto dal settore privato? Io non lo penso. Di fatto ci sono alcune aree, come l’istruzione, dove nella maggioranza dei casi chiaramente il settore pubblico opera meglio, e altre, come l’assistenza sanitaria, nelle quali gli argomenti a favore dell’impresa privata sono molto deboli. Mettete assieme tali settori, e ne viene fuori qualcosa di abbastanza rilevante.
In altre parole, mentre il comunismo è fallito, ci sono ancora argomenti abbastanza buoni a favore di un’economia mista – e la proprietà/il controllo pubblico potrebbero ancora essere una componente significativa, sebbene non maggioritaria, a favore di tale combinazione. Un mio calcolo approssimativo dice che, considerato quello che conosciamo delle prestazioni economiche, si potrebbe immaginare di gestire con discreta efficienza un’economia che sia solo per 2/3 capitalistica e per 1/3 a proprietà pubblica – ovvero, più o meno socialista.
Arrivo a quel numero osservando i dati sull’occupazione. Quello che subito possiamo osservare è che, con tutta la privatizzazione che ha preso campo, il governo ai vari livelli occupa circa il 15 per cento della forza lavoro – metà della quale grosso modo nell’istruzione, un altro bel pezzo nella assistenza sanitaria, e poi una combinazione di servizi pubblici e di amministrazione.
Osservando il settore privato, scopriamo che un altro 15 per cento della forza lavoro è occupata nell’istruzione, nella sanità e nell’assistenza sociale. Ora, una larga parte di quell’occupazione è pagata con soldi pubblici – si pensi ai soldi di Medicare spesi negli ospedali privati. Una buona parte di ciò che resta è pagato dagli assicuratori privati, ed esiste nelle sue funzioni attuali solo grazie ad ampi sussidi fiscali e ai regolamenti.
E non c’è alcuna ragione per pensare che il settore privato faccia queste cose meglio di quello pubblico. Evidentemente gli assicuratori privati non forniscono un servizio che non potrebbe essere fornito, probabilmente in modo più economico, da una assicurazione sanitaria nazionale. Gli ospedali privati non sono chiaramente né migliori né più efficienti di quelli pubblici. L’istruzione a scopo di lucro è in realtà un settore disastroso.
Dunque ci si potrebbe aspettare un’economia nella quale il grosso dell’istruzione, della sanità, della assistenza sociale attualmente nel settore privato divenga pubblico, con la maggioranza delle persone che andrebbero almeno a star meglio di oggi.
Poi ci sono altre attività private che potrebbero plausibilmente essere pubbliche. I servizi pubblici sono pesantemente regolamentati, e in qualche caso sono già posseduti dal pubblico. L’assicurazione sanitaria privata impiega direttamente centinaia di migliaia di persone, con un beneficio sociale dubbio. E sono certo che me ne sfuggono alcuni altri.
In generale, altre aree come il commercio al dettaglio o il settore manifatturiero non sembrano adatte alla proprietà pubblica – ma persino in quei casi si potrebbero individuare alcune ipotesi. Elizabeth Warren sta suggerendo una manifattura pubblica per farmaci generici, che non è affatto un’idea stupida.
Mettete assieme tutto questo e, come ho detto, potreste considerare che un’economia funziona bene con qualcosa come 1/3 di proprietà pubblica.
Ora, questo non soddisfarebbe le persone che odiano il capitalismo. Di fatto, non sarebbe neppure all’altezza del vecchio slogan sul controllo governativo sui “vertici di comando” dell’economia. Assomiglierebbe di più ad un governo che fa funzionare la caldaia in cantina. Inoltre, non vedo alcuna possibilità che accada una cosa del genere nel corso della mia esistenza lavorativa.
Ma penso davvero che valga la pena di ragionare un po’ oltre il nostro attuale paradigma, secondo il quale tutto quello che si potrebbe definire socialista è stato un completo fallimento. Lo è stato per davvero?
By mm
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