febbraio 2019 Archive

Che cosa c’è di sbagliato nella Finanza Funzionale? (per esperti) (dal blog di Paul Krugman, 12 febbraio 2019)

[1] Abraham “Abba” Ptachya Lerner (anche Abba Psachia Lerner) nacque nel 1903 in Bessarabia (Impero Russo) in una famiglia ebraica. A tre anni si trasferì in Inghilterra ...

I democratici, il debito e i doppi criteri, di Paul Krugman (New York Times 11 febbraio 2019)

Nel recente discorso sullo Stato dell'Unione, Trump non h fatto cenno al tema del debito, nonostante che esso sia cresciuto notevolmente dopo gli sgravi fiscali. Un suo collaboratore ha detto che non ne ha parlato perché "non interessa a nessuno". Interessante, dopo anni di guerra bruciata sul debito con la Amministrazione Obama, quando l'economia aveva bisogno di una spesa pubblica più forte. Oggi il bisogno è minore perché la disoccupazione è bassa, ma anche i tassi di interesse restano bassi, dunque varie iniziative infrastrutturali o sociali in deficit sarebbero sacrosanti investimenti sul futuro. Se e quando i democratici potranno mettere in atto le loro politiche, non dovranno impressionarsi per l'ennesimo voltafaccia di repubblicani e centristi. Abbiamo già dato.

La sindrome di squilibrio mentale per il debito, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 7 febbraio 2019)

Trump contro la minaccia socialista, di Paul Krugman (New York Times, 7 febbraio 2019)

Nel recente discorso sullo Stato dell'Unione, Trump è passato dai consueti discorsi a sfondo razzista al tema della minaccia del socialismo. Ora, in America non c'è nessuno che vagheggi Stalin o Mao. Quando gli americani si dicono favorevoli al socialismo, soprattutto i giovani, intendono in genere i paesi del nord Europa. Dove in effetti la aspettativa di vita è superiore, la sicurezza sociale è più solida, l'ineguaglianza è minore e i ricchi pagano più tasse. Che sembrano cose che non dispiacciono alla maggioranza degli americani.

L’idea di alzare le tasse di Alexandria Ocasio-Cortez non riguarda lo spremere i ricchi. Di Emmanuel Saez e Gabriel Zucman (New York Times 22 gennaio 2019)

Perché le aliquote fiscali sui redditi dei più ricchi dovrebbero essere molto più alte, di Simon Wren-Lewis (da Social Europe, 6 febbraio 2019)

[1] La tabella mostra gli andamenti, a partire dal 1970, della aliquota fiscale sui redditi dei più ricchi (verde), della aliquota fiscale sui redditi delle ...

L’Unione Europea produce instabilità all’esterno, di Branko Milanovic (da Social Europe, 5 febbraio 2019)

La minaccia di una recessione nell’eurozona, di Lucrezia Reichlin (da Project Syndicate, 31 gennaio 2019)

Gli spazi vuoti della politica Americana, di Paul Krugman (New York Times, 4 febbraio 2019)

Complesso e assai utile punto di vista su un aspetto fondamentale della politica americana: perché in America è praticamente vuoto quel 'quadrante' della politica di solito riempito dai "centristi", ovvero da coloro che sono progressisti sulle politiche sociali e razziali, ma sono conservatori su quelle economiche? L'ipotesi di una candidatura del centrista Howard Schultz, che sarebbe figlia di un ragionamento di quel genere, è stata accolta nei sondaggi con molto scetticismo. In realtà gli americani sembrano a favore di politiche economiche di sinistra, ad esempio di tasse più elevate sui ricchi e di una difesa della assistenza sanitaria per tutti. C'è probabilmente in America un nucleo elettorale effettivo per una forma di populismo, ma con esso i democratici non possono transigere sui problemi sociali e razziali, e alla fine neanche i repubblicani possono intendersi, considerate le loro politiche economiche al servizio dei più ricchi. Un tema "lungo" della storia americana, non ancora sradicato per intero.

I primi venti anni dell’euro, di Jeffrey Frankel (da Project Syndicate, 25 gennaio 2019)

L’offensiva dei centristi fanatici, di Paul Krugman (New York Times, 31 gennaio 2019)

Di recente i centristi, in America, sono tornati in campo, da Michael Bloomberg - già Sindaco di New York dal 2002 al 2013 - a Howard Schultz, noto come passato dirigente di Starbucks. Il rischio dei centristi potrebbe essere quello di indebolire i democratici nel loro impegno di sconfiggere Trump nel 2020. Il punto è che il centrismo americano si alimenta di fantasie pure, a partire da quella di una analogia tra un estremismo di destra ed uno di sinistra. Ma a sinistra non esiste niente del genere, giacché le proposte più audaci della sinistra progressista non rispecchiano altro che il modello di paesi come la Danimarca e la Svezia. Mentre le ricette dei centristi fanatici sono invariabilmente quelle di tutelare i privilegi fiscali dei più ricchi e di tagliare le spese dei programmi sociali.

« Pagina precedente