March 25, 2019
By Paul Krugman
It’s no secret that Donald Trump has appointed a lot of partisan, unqualified hacks to key policy positions. A few months ago my colleague Gail Collins asked readers to help her select Trump’s worst cabinet member. It was a hard choice, because there were so many qualified applicants.
The winner, by the way, was Wilbur Ross, the commerce secretary. That looks like an even better call now: Ross’s department has reportedly prepared a report declaring that imports of European cars threaten U.S. national security. This is both ludicrous and dangerous. It gives Trump the right to start a new phase in his trade war that would inflict severe economic damage while alienating our allies — and, as a result, undermine national security.
Until recently, however, one agency had seemed immune to the continuing hack invasion: the Federal Reserve, the single institution most crucial to economic policymaking. Trump’s Fed nominees, have, by and large, been sensible, respected economists. But that all changed last week, when Trump said he planned to nominate Stephen Moore for the Fed’s Board of Governors.
Moore is manifestly, flamboyantly unqualified for the position. But there’s a story here that goes deeper than Moore, or even Trump; it’s about the whole G.O.P.’s preference for hucksters over experts, even partisan experts.
About Moore: It goes almost without saying that he has been wrong about everything. I don’t mean the occasional bad call, which all of us make. I mean a track record that includes predicting that George W. Bush’s policies would produce a magnificent boom, Barack Obama’s policies would lead to runaway inflation, tax cuts in Kansas would produce a “near immediate” boost to the state’s economy, and much more. And, of course, never an acknowledgment of error or reflection on why he got it wrong.
Beyond that, Moore has a problem with facts. After printing a Moore op-ed in which all the key numbers were wrong, one editor vowed never to publish the man’s work again. And a blizzard of factual errors is standard practice in his writing and speaking. It’s actually hard to find cases where Moore got a fact right.
Yet Moore isn’t some random guy who caught Trump’s eye. He has long been a prominent figure in the conservative movement: a writer for the Wall Street Journal editorial page, chief economist of the Heritage Foundation, a fixture on the right-wing lecture circuit. Why?
You might say that the G.O.P. values partisan loyalty above professional competence. But that’s only a partial explanation, because there are plenty of conservative economists with solid professional credentials — and some of them are pretty naked in their partisanship, too. Thus, a who’s who of well-known conservative economists rushed to endorse the Trump administration’s outlandish claims about the benefits from its tax cut, claims they knew full well were unreasonable.
Nor has their partisanship been restrained and polite. Many of us are still mourning the death of Alan Krueger, the Princeton economist best known for research — since vindicated by many other studies — showing that increases in the minimum wage don’t usually seem to reduce employment. Well, the Nobel-winning conservative economist James Buchanan denounced those pursuing that line of research as “a bevy of camp-following whores.”
So conservatives could, if they wanted, turn for advice to highly partisan economists with at least some idea of what they’re doing. Yet these economists, despite what often seem like pathetic attempts to curry favor with politicians, are routinely passed over for key positions, which go to almost surreally unqualified figures like Moore or Larry Kudlow, the Trump administration’s chief economist.
Many people have described the Trump administration as a kakistocracy — rule by the worst — which it is. But it’s also a hackistocracy — rule by the ignorant and incompetent. And in this Trump is just following standard G.O.P. practice.
Why do hacks rule on the right? It may simply be that a party of apparatchiks feels uncomfortable with people who have any real expertise or independent reputation, no matter how loyal they may seem. After all, you never know when they might take a stand on principle.
In any case, there will eventually be a price to pay. True, there is, wrote Adam Smith, “a great deal of ruin in a nation.” America isn’t just an immensely powerful, wealthy, technologically advanced, peaceful country. We’re also a nation with a long tradition of dedicated public service.
Even now — as I can attest from personal interactions — a great majority of those working for the Treasury Department, the State Department and so on are competent, hard-working people trying to do the best they can for their country.
But as top jobs systematically go to hacks, there is an inevitable process of corrosion. We’re already seeing a degradation of the way our government responds to things like natural disasters. Well, there will be more and bigger disasters ahead. And the people in charge of dealing with those disasters will be the worst of the worst.
Il Governo dei peggiori di Trump è anche il Governo degli impostori,
di Paul Krugman
Non è un segreto che Donald Trump abbia nominato in posizioni politiche chiave una gran quantità di faziosi e squalificati impostori. Pochi mesi fa la mia collega Gail Collins chiese ai lettori di aiutarla a selezionare il peggior componente del Gabinetto di Trump. Era una scelta difficile, essendoci così tanti candidati qualificati.
Per inciso, il vincitore fu il Segretario al Commercio Wilbur Ross. Una scelta che oggi appare persino migliore: il Dipartimento di Ross, a quanto si dice, ha predisposto un rapporto che dichiara che le importazioni di automobili europee minacciano la sicurezza nazionale. La qual cosa è sia comica che pericolosa. Essa dà a Trump il diritto di avviare una nuova fase nella sua guerra commerciale che provocherebbe un grave danno economico nel mentre ci alienerebbe i nostri alleati – e, come risultato, metterebbe a repentaglio la sicurezza nazionale.
Sino al periodo più recente, tuttavia, una agenzia era sembrata immune alla perdurante invasione di impostori: la Federal Reserve, l’unico istituto davvero fondamentale per l’ordinamento economico. Le nomine alla Fed di Trump hanno riguardato, in linea di massima, economisti sensati e rispettati. Ma la scorsa settimana, quando Trump ha detto di aver previsto la nomina di Stephen Moore al Comitato dei Governatori della Fed, è tutto cambiato.
Moore è manifestamente, ostentatamente non qualificato per quell’incarico. Ma in questo caso c’è una storia più profonda di Moore e persino di Trump; essa riguarda la preferenza dell’intero Partito Repubblicano per gli imbonitori rispetto agli esperti, persino agli esperti di parte.
A proposito di Moore: non è neanche il caso di dire che costui ha avuto torto su tutto. Non mi riferisco alla pessima presa di posizione occasionale, che può capitare a tutti. Mi riferisco ad una storia che comprende l’aver previsto che le politiche di George W. Bush avrebbero prodotto una eccezionale espansione, quelle di Barack Obama avrebbero portato ad una inflazione fuori controllo, i tagli delle tasse in Kansas avrebbero prodotto un “quasi immediato” incoraggiamento all’economia dello Stato, e molto altro. E, naturalmente, neppure una ammissione di errore o una riflessione sul perché aveva avuto torto.
Oltre a ciò, Moore ha un problema con i fatti. Dopo aver pubblicato un commento di Moore nel quale tutti i dati fondamentali erano sbagliati, un editore promise che non avrebbe mai più pubblicato un lavoro di quell’individuo. E una tempesta di errori sui dati concreti è la pratica comune del suo scrivere e parlare. In realtà è arduo trovare casi nei quali Moore abbia compreso un fatto nel modo giusto.
Tuttavia Moore non è un individuo a caso che ha attirato l’attenzione di Trump. È stato a lungo una figura eminente del movimento conservatore: uno scrittore della pagina degli editoriali del Wall Street Journal, capoeconomista della Fondazione Heritage, una istituzione nel circuito delle prediche della destra. Perché?
Si potrebbe dire che il Partito Repubblicano apprezzi la fedeltà di parte più della competenza professionale. Ma quella è una spiegazione solo parziale, perché c’è una quantità di economisti conservatori con solide credenziali professionali – e alcuni di loro sono anche abbastanza scoperti nella loro faziosità. Quindi, un Gotha di ben noti economisti si era precipitato ad appoggiare le stravaganti pretese della Amministrazione Trump sui benefici dei suoi tagli delle tasse, pretese che sapevano perfettamente essere irragionevoli.
E la loro faziosità non è certo stata misurata e rispettosa. Molti di noi stanno ancora rimpiangendo la scomparsa di Akan Krueger, l’economista di Princeton soprattutto noto per la ricerca – in seguito confermata da molti altri studi – che dimostra che aumenti nei minimi salariali non sembrano di solito ridurre l’occupazione. Ebbene, l’economista conservatore vincitore del Nobel James Buchanan denunciò coloro che si impegnavano in quella linea di ricerca come “uno stormo di puttane simpatizzanti”.
Dunque i conservatori potrebbero, se volessero, rivolgersi ai consigli di economisti apertamente faziosi che abbiano almeno qualche idea di quello che stanno facendo. Tuttavia questi economisti, nonostante quelli che spesso sembrano tentativi patetici di ingraziarsi i politici, vengono normalmente scavalcati nelle posizioni principali, che finiscono in modo quasi surreale a individui come Moore o Larry Kudlow, il capo economista della Amministrazione Trump.
In molti hanno descritto l’Amministrazione Trump come una cachistocrazia – il comando dei peggiori – quale essa è. Ma essa è anche un comando dei pennivendoli – un governo di ignoranti e incompetenti. E in questo Trump sta solo seguendo la pratica ordinaria del Partito Repubblicano.
Perché a destra comandano gli incompetenti? Può trattarsi semplicemente del fatto che un partito di uomini di apparato non si senta a suo agio con persone che hanno qualche reale competenza o una reputazione di indipendenti, a prescindere da quanto possano sembrare fedeli. Dopo tutto, non sapete mai quando possono prendere posizione sulla base di un principio.
In ogni caso, alla fine ci sarà un prezzo da pagare. È vero, c’è “una gran quantità di rovine in una nazione”, scrisse Adam Smith. L’America non è solo un paese enormemente potente, ricco, tecnologicamente avanzato, pacifico. Siamo anche una nazione con una lunga tradizione di impegnato servizio pubblico.
Anche adesso – come posso affermare per esperienze personali – una grande maggioranza di coloro che lavorano per il Dipartimento del Tesoro, per il Dipartimento degli Affari Esteri ed altri ancora sono persone competenti, che lavorano duramente per fare del loro meglio al servizio del loro paese.
Ma come i posti di lavoro apicali vanno sistematicamente agli incompetenti, c’è un inevitabile processo di corrosione. Stiamo già constatando in che modo il nostro Governo risponde a cose come i disastri naturali. Ebbene, andando avanti ci saranno disastri maggiori e più gravi. E coloro che hanno il compito di far fronte a tali disastri saranno il peggio del peggio.
By mm
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