March 19, 2019
By Paul Krugman
Normally this newsletter would be concerned with events in the wider world. But right now I just have to write about the shocking death — reportedly by suicide — of my former Princeton colleague, the economist Alan Krueger, at the age of 58.
I thought I knew Alan reasonably well and never saw a hint that something like this might be coming. But people’s lives often feel very different from the inside than they look on the outside.
What I can talk about is Alan’s work and why it mattered so much to other economists, myself very much included. For his research arguably did more to change how we view the economy than that of any other modern economist.
Alan’s most influential, paradigm-shifting work was his 1992 study with David Card on the effects of minimum-wage increases.
Before Card and Krueger, most economists just assumed that raising the minimum wage leads to lower employment. But Card and Krueger realized that this was a proposition you can test. Their initial study compared employment in New Jersey and Pennsylvania before and after New Jersey raised its minimum wage. And they found no adverse effect on employment — if anything, a small rise in New Jersey relative to its neighbor.
This study opened a new frontier in economic research. Economics is always bedeviled by the lack of controlled experiments; there are so many things going on in the economy that it’s hard to tell what’s causing what. But unilateral state wage hikes amount to natural experiments that tell you far more than standard economic methods.
Furthermore, this was a method that could be replicated many times, and has been over the years, right up to the recent round of minimum wage increases in a number of cities. And the preponderance of the results have confirmed Card and Krueger’s initial finding: raising minimum wages has far less negative impact on jobs than standard economics would have predicted.
This has implications that go far beyond minimum wages themselves. What Card, Krueger and the research that follows tell us is that labor markets are a lot more complicated than we thought, that market power matters a lot and that there may be much more room for public policy to raise wages in general than Econ 101 would have it.
This paper alone would secure Alan Krueger’s reputation as one of the greatest labor economists ever. But he did far more, on everything from growth and the environment to the effects of computers on wages — and he was a public servant too. He will be sorely missed.
Il lutto per la perdita di Alan Krueger,
di Paul Krugman
Normalmente questa newsletter dovrebbe occuparsi degli eventi nel mondo in generale. Ma in questo momento non ho altro da scrivere se non della sconvolgente morte all’età di 58 anni – secondo le notizie, un suicidio – del mio passato collega di Princeton, l’economista Alan Krueger.
Pensavo di conoscere Alan piuttosto bene e non avevo mai visto neanche un cenno che qualcosa del genere potesse succedere. Ma spesso le persone nella loro esistenza percepiscono da dentro cose molto diverse da quelle che mostrano all’esterno.
Quello di cui posso parlare è il lavoro di Alan e la ragione per la quale era così importante per altri economisti, in particolare per me stesso. Perché le sue ricerche probabilmente hanno modificato il nostro punto di vista sull’economia più di qualsiasi altro economista contemporaneo.
Il lavoro più influente di Alan, del genere di quelli che spostano i paradigmi, fu il suo studio con David Card del 1992 sugli effetti degli aumenti dei minimi salariali.
Prima di Card e Krueger, la maggioranza degli economisti riteneva che elevare il minimo salariale portasse ad una occupazione più bassa. Ma Card e Krueger compresero che questo era un concetto che si può verificare. Il loro studio iniziale confrontava la disoccupazione nel New Jersey e in Pennsylvania, prima e dopo che il New Jersey elevasse il suo minimo salariale. Ed essi scoprirono che non c’era stato nessun effetto negativo sull’occupazione – semmai, un piccolo avanzamento nel New Jersey a confronto con il suo vicino.
Lo studio aprì una nuova frontiera nella ricerca economica. L’economia è sempre stata tormentata dalla mancanza di esperimenti controllati; ci sono molte cose che vanno avanti nell’economia che è difficile dire da cosa siano provocate. Ma i rialzi unilaterali del salario in uno Stato corrispondono a esperimenti naturali che vi dicono assai di più dei normali metodi economici.
Inoltre, quello era un metodo che poteva essere replicato molte volte, e lo è stato nel corso degli anni, sino alla recente serie di aumenti salariali in un certo numero di città. E la grande maggioranza dei risultati hanno confermato la scoperta iniziale di Card e Krueger: aumentare i salari minimi ha un impatto molto meno negativo sui posti di lavoro di quanto la economia tradizionale avrebbe previsto.
Questo ha implicazioni che vanno ben oltre i salari minimi stessi. Quello che Card, Krueger e la ricerca che è seguita ci dicono è che i mercati del lavoro sono un bel po’ più complicati di quanto pensassimo, che il potere di mercato è assai importante e che ci può essere in generale molto più spazio per il potere pubblico per aumentare i salari di quanto avrebbe detto un testo universitario di economia.
Solo quello studio assicurerebbe ad Alan Krugere la reputazione di uno dei più grandi economisti del lavoro di sempre. Ma egli fece molto di più, su ogni cosa, dalla crescita all’ambiente agli effetti dei computer sui salari – e fu anche un prezioso dirigente al servizio dello Stato. Sarà una perdita dolorosa.
By mm
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