aprile 2019 Archive

Fogne, ghetti bianchi e disprezzo, di Paul Krugman (New York Times, 25 aprile 2019)

Tra gli spunti inesauribili di volgarità, Stephen Moore, colui che Trump intende nominare tra i Governatori della Federal Reserve, alcuni anni fa ebbe a definire le città del centro dell'America, come 'fogne'. Il effetti il disprezzo della destra per l'America rurale e delle città minori è molto più forte di quello che si pensi. Ma più grave ancora sarebbe se si attuasse la sua agenda politica, in primis i tagli selvaggi alla assistenza sanitaria ai meno abbienti (Medicaid). La destra si riempie la bocca di demagogia sulle manifatture e sulle miniere di carbone - che con Trump sono in maggiore declino - ma nella Virginia occidentale i posti di lavoro nella sanità e nell'assistenza sociale sono il 16 per cento, mentre nelle miniere lavora meno del 3 per cento dei virginiani. Cosa accadrebbe, con un tracollo di Medicaid?

Il grande regolamento di conti del capitalismo, di James K. Galbraith (da Project Syndicate, 19 aprile 2019)

[1] Save&Loan, ovvero Risparmi&Mutui. [2] Matrimonio tra persone appartenenti allo stesso ceto o ambito professionale (Treccani). [3] È un termine usato in lingua inglese ed ...

La sopravvivenza di quelli che sbagliano tutto, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 24 aprile 2019)

[1] “Armpit” significa propriamente “ascella”, ma colloquialmente anche “fogna” o “postaccio”. [2] In inglese c’è un gioco di parole tra “bubble” (bolla) e “bobblehead” (pupazzo ...

Il capitalismo progressista non è un ossimoro, di Joseph E. Stiglitz (da New York Times, 19 aprile 2019)

La grande abdicazione repubblicana, di Paul Krugman (New York Times, 22 aprile 2019)

Una cruda e realistica collocazione della vicenda politica americana, dopo i risultati del cosiddetto "Rapporto Mueller". In pratica, tutte le presunte "fake news", come le aveva definite Trump, risultano veritiere: c'è stato il tentativo russo di condizionare le elezioni del 2016, esso è stato bene accetto dai massimi collaboratori di Trump, lui stesso ha fatto il possibile per nascondere, a cose fatte, la verità. Tutto questo significa che un importante partito americano ha già provato di essere disponibile a svendere il paese, in cambio di una politica che favorisca i più ricchi. Perché è quello il tessuto connettivo che ha legato Trump al gruppo dirigente repubblicano. Ed è una cosa già successa.

Bernie Sanders e il mito dell’1 per cento, di Paul Krugman (New York Times, 18 aprile 2019)

Bernie Sanders ha a lungo tentennato nel rendere pubblica la propria dichiarazione dei redditi. Pare che volesse evitare qualche speculazione perché, dopo le elezioni del 2016, per i diritti d'autore ricevuti per un suo libro, il suo reddito era cresciuto. Ma il suo reddito è perfettamente innocuo, e un politico che si batte per tasse più elevate sui benestanti dovrebbe, semmai, essere considerato un esempio virtuoso. Il punto è che in America si stenta a comprendere il fenomeno della ricchezza estrema. Gli americani in genere pensano che gli amministratori delegati abbiano compensi pari a 30 volte quelli dei lavoratori. Era così sino agli anni '70. Ma oggi siamo a compensi almeno 300 volte quelli di chi lavora.

La tecnologia sta danneggiando la produttività? Di Jeffrey Frankel (da Project Syndicate, 19 marzo 2019)

Coesistenza pacifica 2.0, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 10 aprile 2019)

I veri estremisti sono i repubblicani, di Paul Krugman (New York Times, 15 aprile 2019)

La destra americana è scatenata negli attacchi a due congressiste democratiche, la Ilhan Omar e Alexandria Ocasio-Cortez, accusate di estremismo. Sessismo e razzismo sono ingredienti principali in questi attacchi (la prima è musulmana, la seconda latino americana). Ma se si studiano le loro posizioni - ad esempio quelle della Ocasio-Cortez in materia fiscale - si scopre che di estremista non c'è niente, trattandosi di proposte che riecheggiano quello che sostengono da tempo i massimi esperti sulla materia. Si consideri invece il plateale estremismo delle posizioni di un esponente della destra americana come Stephen Moore, che Trump vuole nominare nel comitato che dirige la Federal Reserve.

Purezza contro pragmatismo sui temi dell’ambiente e della salute, di Paul Krugman (New York Times, 11 aprile 2019)

Emerge un tema rilevante nel dibattito aperto tra i democratici: quanta importanza dare ad un approccio pragmatico ai temi principali, e con quanta rigidità invece non deflettere dalle proprie ricette ideali. Nel caso dell'ambiente, la questione è aperta sulla cosiddetta tassa sul carbonio. Deve essere una ricetta unica, con l'inconveniente di provocare incomprensioni come in Francia, oppure deve essere combinata con altri obbiettivi, che rendano il messaggio più comprensibile agli elettori? E sulla sanità: optare per un sistema esclusivamente pubblico, nonostante che 180 milioni di americani abbiano assicurazioni private, delle quali appaiono in generale soddisfatti e che peraltro sono pagate di solito dai datori di lavoro? Oppure offrire una soluzione tipo Medicare come una opzione?

L’eredità più inquietante di Trump, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 9 aprile 2019)

Xi e Trump mancano le loro opportunità, di Jeffrey Frankel (da Project Syndicate, 21 marzo 2019)

Il dilemma dell’Unione Europea verso la Cina, di Philippe Legrain (da Project Syndicate, 5 aprile 2019)

Perché Trump vuole degradare la Fed? Di Paul Krugman (New York Times, 8 aprile 2019)

L'intenzione di Trump di nominare nell'organo direttivo della Fed due personaggi come Stephen Moore e Herman Cain, deve essere spiegata. In sostanza essa fa seguito all'andamento del tutto deludente del taglio delle tasse, che anziché assicurare una crescita portentosa ha avuto un effetto sull'economia simile ad una rapida euforia da zuccheri, ormai svanita. Moore è un presunto economista che va in giro pubblicando dati falsi e inventandosi effetti magici delle politiche trumpiane, Cain è una venditore ambulante di consigli finanziari e di cure alla erezione erettile. E' mai possibile degradare sino a tal punto un istituto che ha sempre mantenuto una sua dignità e imparzialità politica? E' possibile, perché Trump oggi pretenderebbe dalla Fed una politica dei tassi di interesse assolutamente permissiva, come se la disoccupazione non si fosse dimezzata. Un populismo macroeconomico.

Le forti idee di Elizabeth Warren sulle grandi società tecnologiche, di Kenneth Rogoff (da Project Syndicate, 1 aprile 2019)

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