July 22, 2019
By Paul Krugman
Health care was a key factor in Democrats’ victory in the 2018 midterm elections, and it should be a big plus in 2020 as well. The shared Democratic position — that every legal resident should have access to affordable care, regardless of income or health status — is immensely popular. The de facto Republican position — that we should go back to a situation in which those whose jobs don’t come with health benefits, or who suffer from pre-existing medical conditions, can’t get insurance — is so unpopular that G.O.P. candidates consistently lie about their own proposals.
But right now, two of the major contenders for the Democratic presidential nomination, Joe Biden and Bernie Sanders, are having an ugly argument about health care that could hurt the party’s chances. There are real, important differences between the two men’s policy proposals, and it’s fine to point that out. What’s not fine is the name-calling and false assertions. Both men are behaving badly. And for their party’s sake, and their country’s, they need to stop it.
Let’s back up. There are, broadly speaking, two ways a country can try to achieve universal health insurance. One is single-payer: The government simply pays the bills. The other retains a role for private insurance but relies on a combination of regulations and subsidies to ensure that everyone gets covered.
We don’t have to speculate about how these systems would work in practice, because every advanced country except the U.S. has some form of universal coverage. Some, like Canada and Britain, use single-payer (in Britain the government also operates the hospitals and pays the doctors). Others, like Switzerland and the Netherlands, have a large role for private insurers.
The clean little secret of health care is that both approaches work when countries try to make them work. In fact, we can see both systems at work right here in America.
More than 100 million Americans are covered by Medicare or Medicaid, which are both single-payer programs; despite Ronald Reagan’s ominous warnings back in 1961, neither destroyed American freedom. Since 2014, millions more have been covered by the Affordable Care Act, which was underfunded and has been subject to extensive Republican sabotage; nonetheless, states like California that have tried to make the act work have experienced huge declines in the number of residents without insurance.
Which brings us back to the Democratic quarrel.
Sanders, of course, has made Medicare for All his signature proposal. Could such a plan work? Absolutely. But there are two valid criticisms of his proposal.
First, it would have to be paid for with higher taxes. While many people would find the increased tax burden offset by lower premiums, the required tax increases would be daunting. And while Sanders has in fact proposed a number of new taxes, independent estimates say that the revenue they’d generate would fall far short of what his plan would cost.
Second, the Sanders plan would require that roughly 180 million Americans give up their current private insurance and replace it with something different. Persuading them that this would be an improvement, even if true, would be a tall order. Indeed, there’s good reason to believe that eliminating the option of retaining private insurance would be an electoral loser. (Elizabeth Warren and Kamala Harris, take heed.)
On the other side, Biden is proposing to build on Obamacare. That can sound like tinkering at the edges. But his actual plan is much bigger and better than is widely realized, with large increases in funding, a public option, and more. It would, arguably, bring the A.C.A. close to the standards of successful European systems.
That said, the Biden plan would preserve the crazy-quilt, Rube Goldberg aspects of our current system, which impose a lot of unnecessary costs and make it too easy for people to fall through the cracks.
So there’s plenty of room for a good-faith Sanders-Biden argument. Unfortunately, that’s not the argument they’re having.
Instead, Sanders is arguing that only single-payer can purge “corporate greed” from the system — an assertion belied by European experience — and broadly hinting that Biden is in the pocket of corporate interests. That’s a criticism you can level about some of Biden’s past policy positions, like his advocacy of the 2005 bankruptcy law. But it’s not a fair criticism of a health plan that’s actually pretty good, and which most people would have considered radical just a few years ago.
For his part, Biden is declaring that the Sanders plan would undermine Medicare. In fact, it would enhance current recipients’ benefits. And it’s a bad sign that Biden, who poses as Obamacare’s great defender, is using a G.O.P. scare tactic familiar from the utterly dishonest campaign against the A.C.A. No Democrat should be stooping to that level.
Unfortunately, Biden and Sanders will be appearing on different nights during the next Democratic debates. So it will be up to other candidates, or the moderators, to put them on the spot. It’s time for both men to stop poisoning their own party’s well.
Biden e Sanders non si comportano bene,
di Paul Krugman
L’assistenza sanitaria è stato un fattore fondamentale nella vittoria dei democratici alle elezioni di medio termine, e dovrebbe essere un grande vantaggio anche in quelle del 2020. La posizione comune a tutti i democratici – che ogni residente provvisto di documenti dovrebbe avere accesso all’assistenza sanitaria, a prescindere dal reddito o dalle sue condizioni di salute – è immensamente popolare. La posizione di fatto dei repubblicani – secondo la quale dovremmo tornare ad una situazione nella quale coloro i cui posti di lavoro non comportano sussidi sanitari, o che hanno patologie sanitarie preesistenti, non possono avere assicurazione – è così impopolare che i candidati del Partito Repubblicano regolarmente mentono sulle loro stesse proposte.
Ma in questo momento, due dei maggiori contendenti per la nomina presidenziale democratica, Joe Biden e Bernie Sanders, utilizzano argomenti sgradevoli sulla assistenza sanitaria, che potrebbe danneggiare le possibilità del partito. Ci sono reali, importanti differenze tra le proposte politiche dei due soggetti, ed è bene metterle in evidenza. Quello che non va bene sono gli insulti e i falsi giudizi. Entrambi non si stanno comportando bene. E nell’interesse del loro partito, e del loro paese, dovrebbero smetterla.
Facciamo un passo indietro. Parlando in termini generali, ci sono due modi nei quali un paese può cercare di realizzare l’assicurazione sanitaria universalistica. Uno è il pagamento centralizzato: il Governo semplicemente paga i conti. L’altro mantiene un ruolo per le assicurazioni private ma si basa su una combinazione di regole e di sussidi che assicura a tutti la copertura assicurativa.
Non abbiamo bisogno di fare congetture su come questi sistemi in pratica funzionerebbero, perché tutti i paesi avanzati eccetto gli Stati Uniti hanno qualche forma di copertura universalistica. Alcuni, come il Canada e l’Inghilterra, hanno l’unico centro di pagamenti (in Inghilterra il Governo fa anche funzionare gli ospedali e paga i medici). Altri, come la Svizzera e l’Olanda, prevedono un ruolo importante per le assicurazioni private.
Il piccolo segreto sporco della assistenza sanitaria è che entrambi gli approcci funzionano quando i paesi cercano di farli funzionare. Di fatto, possiamo vedere entrambi i sistemi all’opera proprio qui in America.
Più di 100 milioni di americani sono assicurati da Medicare o da Medicaid, che sono entrambi programmi con un unico centro di pagamento; nonostante i terribili ammonimenti di Reagan nel 1961, né l’uno né l’altro hanno distrutto l’America. A partire dal 2014, milioni di persone in più sono stati coperte dalla Legge sulla Assistenza Sostenibile, che era sottofinanziata ed è stata soggetta ad un ampio sabotaggio repubblicano; ciononostante, Stati come la California, che hanno provato a far funzionare la legge, hanno sperimentato un grande calo nel numero dei residenti privi di assicurazione.
La qual cosa ci riporta al litigio tra i democratici.
Sanders, evidentemente, ha fatto di Medicare-per-tutti la sua proposta distintiva. Il suo progetto potrebbe funzionare? Sì, non c’è dubbio. Ma ci sono due critiche fondate alla sua proposta.
La prima, essa dovrebbe essere pagata da tasse più alte. Se molte persone troverebbero l’accresciuto carico fiscale bilanciato da polizze più basse, i necessari incrementi fiscali sarebbero scoraggianti. E mentre Sanders ha di fatto proposto un certo numero di nuove tasse, stime imparziali dicono che le entrate che produrrebbero sarebbero assai insufficienti per il costo del suo progetto.
La seconda, il piano di Sanders comporterebbe che circa 180 milioni di americani rinuncino alla loro assicurazione privata e la sostituiscano con qualcosa di diverso. Anche se è vero, persuaderli che sarebbe un miglioramento sarebbe un’impresa difficile. In effetti, ci sono buone ragioni per credere che eliminare la possibilità di mantenere una assicurazione privata sarebbe elettoralmente perdente (Elizabeth Warren a Kamala Harris, fate attenzione).
Dall’altra parte, Biden sta proponendo di incrementare l’Obamacare. Potrebbe apparire come un lavorare sui dettagli. Ma il suo effettivo progetto è molto più grande e migliore di quanto è stato in gran parte realizzato, con ampi aumenti dei finanziamenti, con la possibilità di scegliere gestioni pubbliche, e altro ancora. Probabilmente, sarebbe come portare le riforma di Obama ai livelli dei sistemi europei di successo.
Ciò detto, il progetto di Biden manterrebbe il carattere di una accozzaglia di soluzioni, gli aspetti del nostro attuale sistema alla Rube Goldberg [1], che impone una quantità di costi superflui e anche troppo facilmente costringe la gente a perdersi nei dettagli.
C’è dunque molto spazio perché sia Sanders che Biden si confrontino onestamente. Sfortunatamente, non è quello che stanno facendo.
Sanders sta invece sostenendo che solo un sistema con un unico centro di pagamento può depurare il sistema dalla “avidità delle società di assicurazione” – un giudizio smentito dalla esperienza europea – e più in generale accennando che Biden sarebbe alle dipendenze degli interessi delle imprese assicuratrici. Quella è una critica che potete indirizzare ad alcune posizioni politiche del passato di Biden, quale ad esempio il suo sostegno alla legge sui fallimenti del 2005. Ma non è una critica giusta ad un progetto sanitario che è in realtà abbastanza positivo, e che solo pochi anni orsono molte persone avrebbero giudicato radicale.
Da parte sua, Biden sta dichiarando che il piano di Sanders metterebbe a repentaglio Medicare. Di fatto, esso migliorerebbe gli attuali sussidi degli assistiti. Ed è un cattivo segno che Biden, che si atteggia a grande difensore della riforma di Obama, stia usando una tattica basata sulla paura del Partito Repubblicano, diffusa dalla campagna completamente disonesta contro la riforma stessa. Nessun democratico dovrebbe scendere a quel livello.
Sfortunatamente, durante i prossimi dibattiti dei democratici, Biden e Sanders appariranno in sere diverse. In tal modo toccherà agli altri candidati, o ai moderatori, metterli in difficoltà. È venuto il momento per entrambi di smetterla di inquinare la fonte del loro stesso partito.
[1] Reuben Garret Lucius Goldberg, meglio conosciuto col diminutivo Rube, è stato un fumettista statunitense, vincitore del Premio Pulitzer per la satira nel 1948. I suoi fumetti erano famosi per stranissimi congegni meccanici complicati, che servivano a fare cose semplicissime, e la riforma di Obama ha avuto un carattere un po’ simile. Ad esempio: prevedendo insieme l’obbligo di assicurarsi, per non indebolire economicamente il sistema misto, e i sussidi a chi si assicura. Un esempio delle ‘macchine’ di Goldberg:
By mm
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