agosto 2019 Archive

Dove va la banca centrale? Di Lawrence H. Summers e Anna Stansbury (da Project Syndicate, 23 agosto 2019)

[1] La figura mostra le politiche della facilitazione moneteria statunitense nelle recessioni. I diversi segmenti indicano: il blu scuro, i tagli dei tassi nominali totali; ...

Trump e l’arte dell’agitarsi, di Paul Krugman (New York Times, 26 agosto 2019)

Il protezionismo è una cosa negativa, ma se diventa per giunta una politica stravagante e imprevedibile, può essere seriamente dannoso. Chi investe più, se sono incerte le condizioni dei mercati dell'esportazione? Non investono neanche le imprese che possono competere con le importazioni, perché nessuno sa se le posizioni di Trump dureranno, o se verranno d'un tratto ritirate. E neanche si può immaginare che le persone con un po' di cervello e di autonomia facciano da argine, visto che non ce n'è più in circolazione.

La creazione di moneta ci salverà? DI Thomas Piketty (dal blog di Piketty, 9 luglio 2019)

[1] La tabella indica con la linea rossa il totale degli asset delle banche centrali dei paesi ricchi (il loro elenco è precisato nella nota), ...

Dall’economia vudù all’economia del malocchio, di Paul Krugman (New York Times, 22 agosto 2019)

La colpa dei problemi economici dell'America sarebbe dunque della Fed, e dei democratici che hanno cattivi pensieri: dall'economia zombi siamo arrivati all'economia del malocchio. Il problema è che non c'è un Piano B, dopo il fallimento dei tagli fiscali ai ricchi. Costringere la Fed ad abbassare i tassi con una disoccupazione che è ai minimi storici non sembra possibile. Cessare la guerra commerciale neanche, dopo che è diventata, assieme al razzismo, un valore centrale nel trumpismo. E poi perché affannarsi tanto, se Trump è il Prescelto dal destino?

Il mondo ha un problema con la Germania, di Paul Krugman (New York Times, 19 agosto 2019)

La idiosincrasia dei tedeschi con il debito pubblico provoca seri problemi alla Germania, ai suoi vicini e al mondo intero. Di fatto l'Europa mostra una propensione insufficiente alla spesa pubblica, che alla lunga non può essere compensata da una politica monetaria della Banca Centrale Europea che si spinge sino a tassi di interesse negativi. Del resto, i mercati finanziari che accettano tali tassi di interesse, in sostanza è come se implorassero il Governo tedesco a spendere di più. Ma non lo faranno, tantomeno con le minacce trumpiane di altre guerre commerciali. Occorrerebbe un capacità di 'persuasione morale' e di prestigio intellettuali e politico che l'America di Trump ha sperperato.

L’illusione pericolosa del riscaldamento globale ottimale, di Adair Turner (da Project Syndicate, 1 agosto 2019)

       

Trump: dal boom allo sconforto, di Paul Krugman (New York Times, 15 agosto 2019)

Un importante economista, Paul Samuelson, coniò la battuta secondo la quale il mercato azionario aveva previsto una recessione nove volte, negli ultimi sei casi. Troppa grazia, ma i mercati azionari non sono l'economia. Invece il mercato delle obbligazioni è l'economia. E quando la curva dei rendimenti si rovescia - ovvero quando i tassi di interesse sui bond a breve termine sono minori di quelli a lungo termine - quello indica un giudizio sulle politiche economiche in corso di parte degli investitori: un giudizio che avrebbe portato a prevedere tutte e sei le ultime recessioni. Ed è quello che è accaduto nei giorni passati, ancora una volta. Non è affatto detto che avremo una crisi come quella del 2008. Ma è indubbio che gli investitori cominciano a credere che la politica economica di Trump - il taglio delle tasse sui ricchi e le guerre commerciali - siano un flop.

La croce d’oro di Trump, di Barry Eichengreen (da Project Syndicate, 12 agosto 2019)

[1] Il discorso sulla “croce d’oro” venne pronunciato da William Jennings Bryan alla Convenzione nazionale del Partito Democratico americano nel 1896. In quegli anni il ...

Il panico della superpotenza americana, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 12 agosto 2019)

Gli utili idioti e i miliardari trumpisti, di Paul Krugman (New York Times, 12 agosto 2019)

Ma cosa hanno in mente quei miliardari, come Stephen Ross, che fanno cospicue donazioni a favore di Trump? Se sono ebrei, come Ross, non devono conoscere la storia, perché non sanno che dietro al razzismo, alla fine gli ebrei sono sempre oggetto di persecuzioni. Del resto, il razzismo di Trump non fa mistero delle sue simpatie verso movimenti antisemiti. Ma anche se sono solo ricchissimi, cosa ci guadagnano? Vari studi dimostrano che l'ossessione dei super ricchi non è quella di consumare di più, piuttosto è quella di riscuotere grandi elogi. Il termine adeguato per questi magnati è "utili idioti". Non vedono oltre la loro avidità e il loro ego, pur non avendo nessuna ragione per sottovalutare le prospettive orrende di un altro mandato ad un Presidente autoritario.

Il gioco della manipolazione valutaria, di Jeffrey Frankel (da Project Syndicate, 9 agosto 2019)

[1] Tra il 1980 e il 1985 il dollaro si era apprezzato di circa il 50% nei confronti dello yen, del marco tedesco, del franco francese e della sterlina inglese, le valute delle quattro ...

L’economia del deficit di Trump, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 9 agosto 2019)

[1] Il riferimento alla paralisi delle funzioni pubbliche ha questo significato: negli USA ogni incremento annuale del deficit pubblico deve essere autorizzato da un voto ...

L’ineguaglianza delle nazioni, Di Michael Spence (da Project Syndicate, 1 agosto 2019)

La Cina cerca di insegnare a Trump l’economia, di Paul Krugman (New York Times, 8 agosto 2019)

Chi è più debole nello scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina? La Cina ha un surplus commerciale cospicuo con gli Stati Uniti, quindi le tariffe faranno danni. Ma la Cina ha dato sinora risposte modeste, ben al di sotto di quanto le consentirebbero gli strumenti a disposizione. La relativa pacatezza cinese si può interpretare come un tentativo di spiegare a Trump la realtà dei rapporti economici. E' escluso che Trump impari qualcosa. Sia perché non è nella sua natura, sia perché ha licenziato tutti coloro che capivano un po' di economia, ed ora è circondato da ignoranti.

I capricci tariffari e i rischi di recessione, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 7 agosto 2019)

[1] Ovvero, una società di tipo clientelare, basata su favori, ed una società di tipo globalistico, più aperta alla competizione mondiale. [2] Nell’analisi costi-benefici e ...

Pagina successiva »