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Gli utili idioti e i miliardari trumpisti, di Paul Krugman (New York Times, 12 agosto 2019)

 

Aug. 12, 2019

Useful Idiots and Trumpist Billionaires

By Paul Krugman

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Whoever came up with the phrase “useful idiots” — it’s often credited to Lenin, but there’s no evidence he ever said it — was on to something. There are times when dangerous political movements derive important support from people who will, if these movements achieve and hold power, be among their biggest victims.

Certainly I found myself thinking of the phrase when I read about the Trump fund-raiser held at the Hamptons home of Stephen Ross, chairman of a company that holds controlling stakes in Equinox and SoulCycle.

Most reporting on the Ross event has focused on the possible adverse effects on his business empire: The young, educated, urban fitness fanatics who go to his gyms don’t like the idea that their money is supporting Donald Trump. But the foolishness of Ross’s Trump support goes well beyond the potential damage to his bottom line.

I mean, if you’re a billionaire who also happens to be a racist, supporting Trump makes perfect sense: You know what you’re buying. But if you’re supporting Trump not because of his racism but despite it, because you expect him to keep your taxes low, you’re being, well, an idiot.

It’s true that Trump (breaking all his campaign promises) has indeed cut taxes on the wealthy, and will surely cut them further if re-elected. By contrast, whoever the Democrats nominate is likely to raise those taxes if she or he wins the general election, perhaps substantially.

But let’s get real. If you’re a billionaire, you don’t need the extra money. At that level, purchasing power has nothing to do with the quality of life; having a 45,000-square-foot house instead of just 40,000, or flying to one of your multiple other residences in a bigger private jet, won’t make you significantly happier.

People who’ve studied the extremely rich argue that money, for them, is largely not about being able to buy things but is instead a way of keeping score; their satisfaction comes not from more consumption but from overtaking their perceived peers.

And tax cuts don’t help on that dimension, since your peers get the same tax breaks you do.

More to the point, Trumpism is about much more than tax cuts: It’s an attempt to end the rule of law and impose an authoritarian, white nationalist regime. And even billionaires should be terrified about what their lives will be like if that attempt succeeds.

This is especially true if you’re a member of a minority, even if your skin happens to be white. Ross is Jewish — and anyone Jewish has to be completely ignorant of history not to know that when bigotry runs free, we’re always next in line for persecution.

In fact, the ingredients for an American pogrom are already in place. The El Paso shooting suspect, like many right-wing terrorists, is a believer in “replacement theory” — the claim that immigration is part of a vast conspiracy to replace whites with people of color. And who’s behind that conspiracy? You know who: “Jews will not replace us,” declared the torch-carrying marchers in Charlottesville.

Is Trump a replacement theory guy? The replacement theorists think so.

In any case, billionaires who imagine that their wealth will insulate them from the purges and insecurity of an authoritarian regime are deluding themselves. Look at Vladimir Putin’s Russia, a place Trump surely sees as a role model. Putin certainly coddles an inner circle of oligarchs. But he has shown no hesitation about using a politicized legal system to persecute and ruin his critics, no matter how wealthy.

Oh, and don’t say it can’t happen here. The man who prompts chants of “lock her up,” who has declared the independent media “enemies of the people,” has made it abundantly clear that he’d love to engage in politicized prosecutions of anyone who gets in his way.

Again, there are surely some wealthy Americans who want to live in that kind of country. But most Trump-supporting billionaires would probably be horrified at the prospect. So what are they thinking raising money for a would-be authoritarian?

The answer, of course, is that they aren’t thinking. Instead of considering what a consolidation of Trumpist power would mean, they’re reacting mindlessly out of a combination of greed and ego.

By the way, the greed part is obvious. But it has also been clear since the Obama years that a fair number of the superrich aren’t satisfied with being immensely wealthy; they also want adulation. They expect to be praised as heroic job creators and are enraged at any suggestion that some of their number may have behaved badly, let alone that they may have benefited from a rigged system.

Hence the hatred for even reasonable, pro-market progressives like, say, Elizabeth Warren. It’s not just that these progressives might make billionaires a bit poorer, but that they make them feel small.

But this is no time for such pettiness. Vast wealth brings many privileges, and it will continue to do so even if progressive Democrats win big next year. What wealth doesn’t bring is the right to let self-indulgence turn you into a useful idiot, lending aid and comfort to a movement that’s trying to destroy America as we know it.

 

 

 

Gli utili idioti e i miliardari trumpisti,

di Paul Krugman

 

Chiunque si sia inventato il termine “utili idioti” – esso viene spesso attribuito a Lenin, ma non c’è alcuna prova che l’abbia mai detto – aveva intuito qualcosa. Ci sono tempi nei quali movimenti politici pericolosi traggono un importante sostegno da persone che, se questi movimenti conquistano e mantengono il potere, diventeranno le loro principali vittime.

Di sicuro mi sono ritrovato a pensare a quel termine quando ho letto che l’organizzatore della campagna di finanziamenti di Trump si era aggiudicato la villa nel quartiere di Hamptons di Stephen Ross, il Presidente di una società che detiene il controllo azionario in Equinox e in SoulCycle.

In maggioranza i resoconti sulla vicenda di Ross si sono concentrati sui possibili effetti negativi sul suo impero affaristico: i giovani, istruiti, fanatici del fitness urbano che frequentano le sue palestre non gradiscono l’idea che i loro soldi stiano sostenendo Donald Trump. Ma la stupidità del sostegno di Ross a Trump va ben oltre il danno potenziale ai suoi profitti.

Voglio dire, se siete un miliardario e magari anche un razzista, sostenere Trump ha perfettamente senso: sapete cosa state comprando. Ma se state sostenendo Trump non per il suo razzismo ma nonostante esso, perché vi aspettate che mantenga basse le vostre tasse, ebbene, vi state comportando come un idiota.

È vero che Trump (tradendo tutte le sue promesse elettorali) ha in effetti tagliato le tasse sui ricchi, e di sicuro le taglierà ulteriormente se verrà rieletto. All’opposto, chiunque i democratici candideranno è probabile aumenti quelle tasse se vincerà le elezioni generali, uomo o donna che sia, forse in modo sostanziale.

Ma siamo realisti. Se siete un miliardario, non avete bisogno di soldi in più. A quel livello, acquistare potere non ha niente a che fare con la qualità della vita; avere una casa di circa 4.200 metri quadrati anziché di soli 3.700, o volare ad una delle vostre varie residenze su un jet privato più grande, non vi rende significativamente più felici.

Le persone che hanno studiato chi è ricchissimo sostengono che per loro i soldi non riguardano tanto il poter acquistare oggetti, quanto un modo per mantenere un punteggio; la loro soddisfazione non deriva da maggiori consumi ma dal superare coloro che sono percepiti come loro simili.

E i tagli delle tasse in quel senso non aiutano, perché i vostri simili ottengono gli stessi sgravi fiscali che ottenete voi.

Più precisamente, il trumpismo è molto di più che un taglio delle tasse: è un tentativo di metter fine allo Stato di diritto e di imporre un regime autoritario, nazionalista bianco. E persino i miliardari dovrebbero essere terrorizzati da ciò a cui le loro esistenze finirebbero per assomigliare se quel tentativo avesse successo.

Questo è particolarmente vero, persino se per combinazione la vostra pelle è bianca. Ross è un ebreo – e qualunque ebreo deve essere completamente ignorante di storia per non sapere che quando il fanatismo prospera liberamente, noi siamo sempre i prossimi della fila nella persecuzione.

Di fatto, gli ingredienti di un pogrom americano ci sono già tutti. Il sospettato della strage di El Paso, come molti terroristi della destra estremista, è un adepto della “teoria della sostituzione” – la pretesa che l’immigrazione sia parte di una vasta cospirazione per sostituire i bianchi con gente di colore. E chi c’è dietro quella cospirazione? Si sa chi c’è: coloro che marciavano a Charlottesville con le torce in mano urlavano lo slogan “Gli ebrei non ci sostituiranno”.

Trump è un adepto della teoria della sostituzione? I teorici della sostituzione lo pensano.

In ogni caso, i miliardari che si immaginano che la loro ricchezza sarà preservata dalle purghe e dall’insicurezza di un regime autoritario, si illudono. Si osservi la Russia di Vladimir Putin, un luogo che Trump sicuramente considera come un esempio. Di sicuro Putin tiene nella bambagia una cerchia ristretta di oligarchi. Ma non ha mostrato nessuna esitazione nell’utilizzare un sistema con leggi politicizzate per perseguitare e mandare in rovina i suoi critici, per quanto ricchi fossero.

E non si dica che questo da noi non potrebbe accadere. L’uomo che intona slogan come “mettetela in carcere”, che ha dichiarato i media indipendenti “nemici del popolo”, ha reso abbondantemente chiaro che sarebbe ben lieto di impegnarsi in persecuzioni politiche contro chiunque lo ostacola.

Aggiungiamo che, di certo, ci sono sicuramente alcuni facoltosi americani che vorrebbero vivere in un paese del genere. Ma la maggioranza dei miliardari che sostengono Trump sarebbero probabilmente inorriditi da tale prospettiva. Dunque cosa stanno pensando quando raccolgono soldi per un aspirante autoritario?

Evidentemente, la risposta è che non stanno pensando affatto. Piuttosto di considerare cosa significherebbe un consolidamento del potere trumpiano, stanno reagendo in modo dissennato con un misto di avidità e di egoismo.

Per inciso, la componente dell’avidità è evidente. Ma è anche stato chiaro sin dagli anni di Obama che un discreto numero di super ricchi non erano appagati dall’essere immensamente ricchi; volevano anche essere adulati. Si aspettano di essere elogiati come eroici creatori di lavoro e si irritano dinanzi a ogni allusione che alcuni di loro potrebbero essersi comportati male, per non dire che potrebbero aver tratto beneficio da un sistema truccato.

Di qua l’odio per progressisti persino ragionevoli, favorevoli al mercato, come, ad esempio, Elizabeth Warren. Non si tratta solo del fatto che questi progressisti potrebbero rendere i miliardari un po’ meno ricchi, ma che li fanno sentire piccini.

Ma questi non sono tempi per tali meschinità. Grandi ricchezze comportano molti privilegi, e continuerà ad essere così persino se i democratici progressisti vinceranno alla grande il prossimo anno. Quello che la ricchezza non comporta è il diritto di permettere che l’auto indulgenza vi trasformi in un utile idiota, prestando aiuto e conforto a un movimento che sta cercando di distruggere l’America che conosciamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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